L’opinione puntuale
di Cristina Maderni, Vicepresidente Cc-Ti
Come può la formazione porre rimedio, almeno parziale, alla carenza di manodopera?
Un problema così complesso può essere risolto solo con un mix di provvedimenti, fra i quali la formazione riveste di certo un ruolo importante. Su questo tema, il settore privato sa di potere e dovere giocare un ruolo importante. Sono decenni che la Cc-Ti si occupa della formazione continua concernente la gestione aziendale in senso lato. Le conoscenze specifiche sono di competenza delle associazioni di categoria, ma il ruolo della Cc-Ti è quello di dare gli strumenti appunto per una gestione aziendale al passo con i tempi. Non a caso si offrono più di 100 corsi all’anno e coinvolgiamo oltre 1’000 corsisti sui temi più disparati che vanno dalle conoscenze giuridiche alla gestione del personale, passando per la comunicazione e il marketing. Importante sottolineare che il tutto avviene con un approccio «bottom-up», cioè si costruiscono le proposte formative sulla base di quanto viene richiesto dalle aziende e non il contrario.
Questa è la migliore garanzia per la aziende di costruire quelle competenze che esse stesse ricercano sul mercato del lavoro, ma non sempre trovano.
Come si possono promuovere formazioni per nuove professioni?
Questo è essenzialmente compito dei vari settori economici. La Cc-Ti però in un certo senso opera anche in questa direzione, attraverso i corsi che portano all’ottenimento di un diploma quello dedicato allo «Specialista della gestione PMI» e quello dell’ «Impiegato export con diploma rilasciato dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere». Con il primo, miriamo a dare un bagaglio di conoscenze fondamentali per guidare un’azienda sia a chi già è attivo in questo senso sia a chi ambisce al ruolo, magari nel quadro della successione in azienda, tema sempre più sentito e su cui lavoriamo in modo specifico. È una formazione che esiste da una trentina d’anni, affinata sempre più e che ogni anno coinvolge almeno una trentina di imprenditori e dirigenti, prevalentemente giovani.
Con la formazione dedicata all’export la Cc-Ti ha portato in Ticino un programma nazionale sviluppato con le altre Camere che è un unicum sia tematico che linguistico, essendo offerto in italiano. Si tratta di un riconoscimento importante del ruolo di chi opera a livello internazionale, sempre più rilevante per il nostro territorio.
Quale collaborazione esiste con lo Stato?
Anche qui sono in primis le associazioni di categoria che si relazionano con l’Autorità, soprattutto con la Divisione della formazione professionale.
I rapporti possono certamente essere intensificati, nel pieno rispetto dei rispettivi ruoli. Un esempio positivo di collaborazione è l’iniziativa comune fra Cc-Ti e Autorità per promuovere una delle 44 nuove professioni promosse dalla Confederazione, cioè quella di Sviluppatrice e sviluppatore business digitale AFC. Figura importante per l’economia, in quanto questi professionisti avranno il compito di sostenere lo sviluppo, la trasformazione l’innovazione digitale di aziende o aree di business, nonché analizzare le problematiche del business digitale quotidiano, ottimizzare i processi e i prodotti su questa base. Competenze digitale e di gestione aziendale, un mix fondamentale e che sarà sempre più richiesto.