Opportunità tra obbligo e dinamismo
Davanti ad una trentina di associati si è tenuto il 26 novembre il penultimo Networking Business Breakfast del 2018, dedicato all’obbligo di annuncio dei posti vacanti. Dopo circa 4 mesi dall’introduzione di questa importante modifica legislativa, siamo tornati sul tema per informare nuovamente le aziende su come funziona il processo di annuncio e per rispondere in maniera performante ai dubbi pratici sollevati in sala.
Dopo il saluto introduttivo di Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed Eventi Cc-Ti, ha preso la parola Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro del DFE, nonché relatrice principale del Networking Business Breakfast, che ha illustrato lo stato dell’arte attuale nella procedura di annuncio dei posti vacanti.
Una breve panoramica sull’introduzione di questa normativa
Nel febbraio 2014 il popolo svizzero ha approvato l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. Il nuovo articolo 121a della Costituzione federale prevede l’applicazione di contingenti e del principio della preferenza nazionale nei confronti degli stranieri, compresi i cittadini dell’Unione Europea. In seguito all’esito delle urne il Parlamento elvetico ha deciso di introdurre l’obbligo di annuncio per i generi professionali con un elevato tasso di disoccupazione, alfine di favorire l’occupazione della manodopera in cerca di impiego. Il 1° luglio 2018 è entrato in vigore l’obbligo di annuncio di un posto vacante all’Ufficio Regionale di Collocamento (URC), con regole ben precise e tempistiche di attuazione diversa (1° luglio 2018/1° gennaio 2020). È possibile analizzare meglio questi aspetti nelle schede di approfondimento già dedicate all’argomento dalla Cc-Ti.
La situazione attuale
I processi si vanno assestando ed emergono i primi adeguamenti da introdurre (tanto livello federale come, a cascata, anche singolarmente nei Cantoni). A livello ticinese ci si è resi conto di come la congiuntura economica ed il suo andamento influiscano molto sulla disponibilità di candidati in un determinato settore, dove vige l’obbligo di annuncio. Si auspica quindi che si possa trovare un buon equilibrio, con una congiuntura stabile, tra quest’ultima e la percentuale del tasso di disoccupazione (attualmente fissato all’8%, dal 1°.1.2020 scenderà al 5%).
Un altro interessante dato affiorato è che, da luglio ad oggi, i posti vacanti annunciati dalle aziende ticinesi agli Uffici Regionali di Collocamento (URC) ed al Servizio aziende preposto, sono raddoppiati, assestandosi a circa un migliaio al mese. La metà di essi sottostà all’obbligo di annuncio. Vi è quindi una maggiore interazione tra datori di lavoro e istituzioni, sinonimo di una buona partnership funzionante per il mondo del lavoro.
Sono stati anche ricordati i principali strumenti a disposizione per le operazioni di annuncio di un posto vacante e ricerca di personale: il portale dedicato lavoro.swiss e i contatti diretti con gli URC. Attraverso il primo strumento le aziende possono attivare un ‘conto utente’ tramite cui contattare direttamente i candidati in cerca di impiego iscritti ad un URC (rientrano qui anche le persone in assistenza che sono idonee al collocamento e fanno già parte del bacino dei candidati degli URC), mentre con un contatto diretto è possibile ottenere le risposte desiderate ai quesiti sulle procedure ed i diversi processi a cui sottostare.
Alla fine dell’evento, dopo le domande specifiche dei partecipanti, si è tenuto un conviviale momento di networking davanti ad un caffè. Un’altra occasione per un accrescimento della propria rete di contatti.
Documenti utili
- La presentazione di Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro del DFE, sul tema
- Il resoconto del primo Networking Business Breakfast (11 giugno 2018) dedicato all’argomento
- L’articolo intitolato Obbligo di annuncio dei posti vacanti per i datori di lavoro, pubblicato dalla Cc-Ti prima dell’entrata in vigore della modifica legislativa
- La Scheda Obbligo di annuncio: un’opportunità, pubblicata dalla Cc-Ti sul tema