Le miniere del Cile cercano il supporto della svizzera per una maggiore sostenibilità
Il settore minerario cileno, che vale miliardi, vuole diventare più verde: ottime opportunità per i fornitori svizzeri di energia, acqua, rifiuti, mobilità e automazione. A cosa devono prestare attenzione le aziende svizzere al momento dell’ingresso sul mercato?
Il piccolo Paese sudamericano è un attore di importanza mondiale nel settore minerario. Nel 2017, oltre 200’000 dipendenti del settore hanno generato un fatturato di oltre 30 miliardi di franchi. Oltre al rame, dove il Cile è il leader assoluto con quasi il 30% della produzione mondiale, si estraggono anche litio, molibdeno, oro, argento, piombo, zinco e ferro. Dopo diversi anni difficili, con prezzi bassi delle materie prime, investitori cauti e aggiustamenti strutturali, lo scorso anno l’umore del settore è migliorato significativamente – anche perché tendenze globali come l’elettromobilità stanno avendo un impatto positivo sul clima degli investimenti.
Previsti investimenti di 60 miliardi di franchi
Per rimanere competitive a livello internazionale, le aziende si concentrano sull’aumento della produttività, ma soprattutto sulla sostenibilità. L’aumento dei prezzi delle materie prime consente all’industria di portare avanti i propri progetti di ricerca e sviluppo e di acquistare soluzioni all’estero. Sono previsti investimenti per circa 60 miliardi di franchi.
La produzione sostenibile garantisce una maggiore competitività per i clienti globali
Le innovazioni dell’industria cleantech in settori come l’energia, l’acqua, i rifiuti, la mobilità o l’automazione non riducono unicamente l’impatto ambientale, ma anche i costi di produzione dei gestori delle miniere, dove la domanda di carburanti è enorme. Allo stesso tempo, le aziende produttrici di materie prime soddisfano le crescenti richieste dei loro clienti, come Nestlé e Apple, che vogliono offrire prodotti il più possibile rispettosi del clima, attraverso una produzione più sostenibile. ….continua a leggere