L’artigianato tra tradizioni e innovazione
La Cc-Ti compie 100 anni e per celebrare questo importante traguardo vuole portare l’attenzione su diversi temi importanti non solo per l’economia.
Vi proponiamo l’opinione del Direttore Luca Albertoni
Prosegue il viaggio della Cc-Ti nei vari settori dell’economia ticinese. Questa volta è il turno dell’edilizia e dell’artigianato, attività storiche della nostra realtà economica. Nell’immaginario collettivo purtroppo le professioni legate a questi rami economici non vengono sempre percepite per il loro giusto valore. Il muratore, l’elettricista, il lattoniere, il falegname, il piastrellista, il panettiere, ecc. sono troppo spesso a torto considerate attività meno qualificate di altre, mentre la realtà è ben diversa. Al di là del valore intrinseco del lavoro definito “manuale”, l’evoluzione delle professioni artigianali è stata impressionante in termini di necessità di conoscenze specifiche e sempre più variegate. Pensiamo ad esempio all’elettricista che deve essere in grado di districarsi anche tra reti cablate, connessioni Internet e la domotica, ai molti nuovi materiali a cui sono confrontati i vari operatori che contribuiscono alle costruzioni di edifici. Realtà molto dinamiche che segnano un’evoluzione nei modelli di lavoro ma anche tecnologica che non deve essere sottovalutata, sia per il contributo di qualità al territorio che per il grado di difficoltà crescente per i molti mestieri che ruotano attorno ai settori edile e artigianale. Soprattutto per mantenere quella qualità che può e deve essere l’arma decisiva per affrontare venti concorrenziali spesso sleali e basati magari solo sul gioco al ribasso dei prezzi. E’ giusto sottolineare che edilizia e artigianato, con circa 3’300 aziende, contribuiscono nella misura di oltre 2 miliardi alla creazione del prodotto interno lordo cantonale, ciò che in termini percentuali significa circa il 7,5%.
L’evoluzione delle professioni artigianali è stata impressionante in termini di necessità di conoscenze. Pensiamo ad esempio all’elettricista che deve essere in grado di districarsi anche tra reti cablate, cnnessioni Internet e la domotica, ai molti nuovi materiali con cui lavorare.
Il numero di addetti impiegati in equivalenti a tempo pieno è di oltre 19’000. Cifre decisamente ragguardevoli per attività a volte considerate come meno “nobili” di altre. Che il comparto rappresenti un elemento forte della nostra economia, è anche dimostrato dal fatto che in Ticino la percentuale di addetti in questo settore è maggiore rispetto a quella svizzera (10.5%, rispetto alla media svizzera dell’8.1%). Praticamente ogni associazione di categoria e professionale del settore si occupa direttamente della formazione di base e di quella continua. Per avere un’idea di quanto ruota attorno alla formazione, basta ad esempio dare un’occhiata su Internet all’offerta del Centro di formazione professionale della Società svizzera degli impresari costruttori, sezione Ticino, a Gordola, oppure a quanto proposto dalle associazioni raggruppate sotto la Commissione paritetica cantonale del ramo dell’edilizia. Liste ovviamente non esaustive ma significative, a cui vanno aggiunti altri ambiti facenti parte dell’artigianato in senso lato. Come può essere quello rappresentato dalla Società mastri panettieri, pasticcieri e confettieri che, come la Cc-Ti, festeggia i 100 anni di esistenza e che continua a contraddistinguersi anche per l’intenso lavoro formativo svolto nel campo dell’apprendistato. Senza dimenticare che edilizia e artigianato possono vantare una lunga e consolidata tradizione di contratti collettivi di lavoro con ottime condizioni per gli addetti, fattore questo che andrebbe maggiormente considerato quando si parla di questi settori.