La Cc-Ti in prima linea per la crescita del Ticino
Testo a cura di Alessio del Grande
Vi proponiamo un interessante articolo (pubblicato sull’edizione di ottobre 2017 di Ticino Business, la nostra rivista ufficiale), che ripercorre, dalla fondazione della Cc-Ti nel 1917, i punti salienti dei 100 anni della nostra storia.
Corriere del Ticino, lunedì 22 gennaio 1917: “Ieri ebbe luogo l’assemblea straordinaria della Associazione Commerciale-industriale del Canton Ticino con sede a Lugano. Presenti 62 membri rappresentanti di 103 ditte, il Presidente Signor Giuseppe Greco dichiarò aperta l’assemblea e chiamò a scrutatori i signori Candido Greco e Guindani Augusto”.
È l’atto di nascita di quella che negli anni a venire diventerà la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti).
Allora il Cantone contava poco più di 150mila abitanti, oltre alla profonda crisi e allo sconvolgimento provocati della prima guerra mondiale, il Ticino si ritrovava con le macerie di fallimenti bancari che avevano dissestato decine d’imprese e bruciato i risparmi di migliaia di famiglie. Era dal 1830 che si auspicava, con una deliberazione del Gran Consiglio, la fondazione di una Camera cantonale di commercio. Ma dovevano passare ben 87 anni prima di raggiungere un traguardo reso sempre più impellente dalle restrizioni ai commerci e alle attività produttive, imposte dalla guerra, e dalla necessità di dotare il Cantone di una “bussola” per mantenere sulla rotta giusta la sua economia.
“Il forte intervenzionismo dello Stato nell’economia privata durante la guerra dal 1914 al 1918 suggerì al ceto commerciale ed industriale del nostro Cantone di creare una Camera di commercio” annoterà Carlo Kuster, per un trentennio storico Segretario della nuova istituzione.
Negli anni Venti la Cc-Ti si occupava già di tematiche ricorrenti nei suoi 100 anni, come i trasporti e la mobilità. Allora vi era la ferrovia a tener banco.
I primi anni della Camera saranno contraddistinti dall’impegno per orientare e agevolare commerci e imprese tra le tante prescrizioni restrittive adottate dai Paesi belligeranti, che rendevano assai difficili sia la produzione che lo scambio di merci.
Nel rapporto di esercizio della Camera per il 1917-18 si legge: “Tutto lascia supporre che anche a guerra finita le varie attività economiche non riconquisteranno la perduta libertà (…), importazioni ed esportazioni rimarranno molto probabilmente soggette, e chi sa per quanto tempo ancora, alla vigilanza degli enti pubblici”. Già allora era forte il richiamo a quella libertà economica, poi riconosciuta nell’articolo 27 della Costituzione svizzera, che resterà sempre uno dei principi guida nell’azione della Camera di commercio, che con l’assemblea del 20 ottobre festeggia i cento anni di attività.