La blockchain velocizzerà gli scambi
Servizi finanziari veloci e sicuri sono fondamentali per le aziende impegnate sui mercati esteri. Di questa complessa attività abbiamo parlato con Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution Cornèrcard, che sarà tra i relatori della Giornata dell’Export del 2 aprile, l’evento faro della Cc-Ti per questo settore.
Dal profilo dei servizi finanziari sono cambiate le esigenze delle imprese nelle transazioni internazionali?
“Le esigenze delle imprese per le transazioni internazionali sono rimaste immutate, ciò che è cambiato è il contesto competitivo e il bisogno di rispondere alle esigenze di mercato e clienti con sempre maggiore rapidità. Le imprese internazionali hanno sempre necessità di coprirsi dai rischi di cambio e tasso, specie in un
mercato molto volatile, ma anche di avere certezze di consegna della merce e, quindi, fiducia nella filiera usata, così come la necessità di incassi dei corrispettivi senza rischi. A regime l’uso di tecnologie quali la blockchain potrebbe rendere più fluido e meno costoso il processo, mettendo in relazione le due parti contraenti
con strumenti di pagamento elettronici B2B”.
Le tecnologie basate sulle blockchain sono davvero un nuovo modo di concepire e garantire la fiducia anche negli scambi internazionali?
“Sono convinto che la blockchain già nel medio periodo rivestirà un ruolo centrale negli scambi commerciali e, aggiungo, non solo internazionali. Sempre di più i clienti tendono a prendere decisioni che si basano su una fiducia “circolare”, un po’ come avveniva nelle prime comunità in cui ci si fidava del feedback diretto dei vicini di casa. Il network personale di ogni cliente riveste oggi e rivestirà in futuro un ruolo sempre più importante, e la fiducia nella tecnologia come forma di protezione idealistica farà il resto”.
Dopo un exploit, ora l’entusiasmo per i bitcoin si è raffreddato. Che ruolo avranno in futuro le monete virtuali nel commercio mondiale?
“Ricordo il marzo 2001 che rappresentò l’apparente scoppio senza ritorno della bolla Internet. Avrebbe dovuto segnare la fine del sogno tecnologico. Oggi, a distanza di quasi 20 anni la realtà è ben diversa. Molte aziende sono scomparse perché non sono state in grado di raggiungere una scala adeguata, altre sono state
acquisite perché hanno avuto buone idee, ma non la capacità di sviluppare una strategia solida. I bitcoin (o meglio le criptovalute) hanno avuto una prima bolla, già in buona parte scoppiata, figlia della mancanza di fiducia negli istituti finanziari tradizionali. Ma già ci sono player consolidati e solidi che hanno creato un ecosistema di interscambio che renderà scalabile il trading, e in più la criptovaluta, oggi pensata come “standalone”, sarà integrata nell’economia reale e abbinata alla tecnologia blockchain, e alle esigenze di tutti i giorni della clientela privata, diventando de facto, uno strumento alternativo alla moneta tradizionale. In futuro regoleremo le transazioni in modalità elettronica, supportati dalla tecnologia e regolando i rischi con algoritmi simili a quelli usati oggi nei mercati azionari”.