Il futuro si crea adesso

Quest’interessante approfondimento che vi riproponiamo è stato pubblicato sull’edizione di Ticino Business di maggio 2017 e si inserisce nel discorso delle nuove forme di lavoro, già affrontato a più riprese dalla Cc-Ti, a cui abbiamo dedicato numerosi articoli e dossier.

Nuovi sistemi di transazione nel commercio di materie prime

Il commercio di materie prime è uno dei settori di punta che stanno trainando l’economia elvetica. Un ambito ai più forse sconosciuto, ma che genera il 3,5% del PIL nazionale. Dopo Ginevra e Zugo, Lugano ricopre un centro riconosciuto a livello mondiale dove hanno sede le maggiori aziende di commodity trading, attive soprattutto nel commercio di acciaio, petrolio, oro ma anche soft commodities come il grano. La professione di trader di materie prime è forse una delle più vecchie al mondo. I “traders” – i “commercianti” – hanno un ruolo fondamentale nelle nostre vite quotidiane. Che si tratti del nostro caffè, del cacao consumato dai più giovani, dal cotone di cui sono fatti i nostri vestiti, o dell’energia che ci dà calore o elettricità, niente di tutto ciò sarebbe possibile senza il lavoro dei commercianti in materie prime.

Un’innovativa rivoluzione digitale

Anche in questo settore è in atto un ulteriore e fondamentale cambiamento che porterà a nuove forme di lavoro. È infatti recente la dichiarazione del co-fondatore di Mercuria Marco Dunand, durante il Forum Economico di Davos il cui tema principale era proprio la digitalizzazione, di aver utilizzato con successo la tecnologia “blockchain” in alcune operazioni. “L’industria energetica dovrà mirare ad una sempre maggiore digitalizzazione nella produzione di petrolio, nella raffinazione e nel trasporto”, ha dichiaratore alla Reuters Dunand. Secondo il CEO della società petrolifera, il concetto che si cela dietro l’operazione è abbastanza semplice e cercheremo di spiegarlo in poche righe anche ai non addetti ai lavori. Oggi, quando il carico viene spedito, il capitano della nave deve timbrare in tre copie la cosiddetta polizza di carico (bill of lading), che poi viene spedita via posta in diverse direzioni. Anche per via raccomandata, questi documenti possono circolare per oltre un mese prima di giungere al destinatario finale, malgrado magari la merce debba essere pagata entro 30 giorni. Un tale sistema si rivela arcaico e ormai superato ai tempi di internet e di un mondo che viaggia nell’immediato. Il sistema blockchain permette di rendere tutto più veloce e tempestivo, facendo inoltre risparmiare denaro.

Un’operazione vantaggiosa

La transazione di Mercuria ha coinvolto una spedizione cargo di petrolio greggio africano che è stato venduto per tre volte durante il suo cammino verso la Cina. Muovendo le transazioni verso una versione privata della blockchain, una copia criptata della polizza di carico è stata inviata al venditore, mentre la piattaforma della banca olandese ING ha verificato che i documenti pertinenti erano conformi allo “smart contract” che aveva definito i termini della transazione. Il tempo medio impiegato dalla banca per completare il suo compito durante la transazione è stato di 25 minuti, contro le 3 ore che ci si impiegherebbe con i metodi tradizionali. Secondo il CEO di Mercuria, l’azienda ha così risparmiato circa il 30% sui costi della transazione.

I sistemi interbancari di pagamento sembrano stiano per subire una profonda trasformazione e i clienti richiedono una maggior sicurezza informatica.

Una grande alleanza spinta verso il futuro

I sistemi interbancari di pagamento sembrano stiano per subire una profonda trasformazione. I sistemi SWIFT sono obsoleti e i clienti richiedono una sempre maggior sicurezza informatica. Grazie al blockchain, un sistema di messaggeria e di registrazione a crittografia sicura in una banca dati comune, si possono effettuare operazioni tra investitori e imprese senza l’aiuto di terzi. Tale rivoluzione non sembrerebbe però minacciare l’esistenza stessa delle banche che già oggi hanno provveduto a fondare l’Enterprise Ethereum Alliance, un’alleanza che raggruppa circa una trentina di aziende tra cui grandi gruppi bancari come UBS, Credit Suisse, JP Morgan e ING, oltre a colossi dell’high tech come Microsoft e Intel, grandi aziende dell’energia e dell’informazione, tra cui Thomson Reuters, e startup. L’obiettivo di questa organizzazione, fondata lo scorso 28 febbraio, è la creazione di una versione standard del software Ethereum che potrà essere utilizzato in tutto il mondo per tenere traccia dei dati e dei contratti finanziari. Questa nuova alleanza, sotto il cappello di un’associazione senza scopo di lucro, è parte di un più vasto movimento che vuole utilizzare la tecnologia blockchain introdotta con la criptomoneta Bitcoin che nel 2009 fu proprio il primo prototipo di questa nuova tecnologia.

Come funziona?

Il blockchain utilizza un sistema simile a quello che ha permesso la creazione di Wikipedia, che si basa su un sistema decentralizzato e che permette di memorizzare dati senza però fare affidamento a un server centrale. Questa tecnologia risulta quindi essere molto più difficile da violare per gli hacker. Dopo il successo dei Bitcoin, la vera rivoluzione è avvenuta nel 2014 quando vi è stato lo sviluppo degli smart contract, i “contratti intelligenti”, ovvero software “scritti” su un blockchain, quindi una piattaforma comune, che verificano automaticamente tutte le condizioni prestabilite.

La nave verso la Cina, senza intoppi cartacei

Tornando al caso di Mercuria, l’introduzione di blockchain ha permesso di passare la merce dal compratore al mittente al venditore senza procedere attraverso i diversi documenti cartacei delle polizze di carico. Il CEO e co-fondatore di Mercuria Dunand ha dichiarato che se l’intero processo di transazione del commercio di petrolio si basasse interamente sulla tecnologia blockchain e sugli smart contract, il sistema potrebbe diventare più sicuro e i costi associati alle transazioni fisiche e al loro finanziamento potrebbero diminuire. Il caso di Mercuria non è isolato, anche Trafigura, con Natixis e IBM stanno lavorando su una soluzione blockchain per gestire le transazioni di greggio nel mercato statunitense. Il futuro quindi si sta creando adesso.

Se l’intero processo di transazione del commercio di petrolio si basasse interamente sulla tecnologia blockchain e sugli smart contract, il sistema potrebbe diventare più sicuro.

Nuove forme di lavoro?

Tali cambiamenti tecnologici portano in sé una profonda trasformazione della professione. Ciò non significa che diminuendo il supporto bancario nelle transazioni su blockchain verrebbero meno posti di lavoro nel settore. Vi sarà piuttosto un processo di trasformazione e disintermediazione che porterà a nuove forme di servizi e di consulenze. Serviranno inoltre nuove conoscenze, anche per gli aspetti legali, inerenti i contratti intelligenti e le loro implicazioni. Insomma, un nuovo modo di commerciare le materie prime, e non solo, che avrà ripercussioni su tutti i settori collegati. In effetti, lo ricordiamo, il commodity trading genera indirettamente lavoro per altre professioni altamente qualificate che ruotano attorno a competenze ben specifiche: spedizioni, trasporti, finanziamento delle operazioni, assicurazioni dei rischi, problematiche giuridiche, conoscenze di lingue straniere e così via.

La professione del futuro
Se alcuni metodi di lavoro, come quello della blockchain cambieranno il sistema delle transazioni, la professione del trader rimarrà molto ambita. Le aziende sono sempre alla ricerca di nuovi talenti offrendo prospettive e opportunità professionali interessanti. La Lugano Commodity Trading Association (LCTA) propone un certificato in studi avanzati (CAS) per tutte le persone interessate ad entrare a far parte di questo interessante settore. La terza edizione ha preso avvio questo mese di maggio e darà sicuramente la possibilità a nuove leve di entrare nel settore. Per maggior informazioni: www.lcta.ch/cas-commodity-professional.