Uno sguardo “Oltre i confini”

Continua con successo il progetto mediatico a 360° intitolato “Oltre i confini” promosso dalla Cc-Ti in collaborazione con il gruppo MediaTI e Switzerland Global Enterprise (S-GE). Ricordiamo che settimanalmente, il lunedì alle ore 19.10 su Teleticino, vengono proposte interessanti e brevi interviste ad imprenditori ticinesi.
Negli scorsi mesi il programma televisivo ha presentato diverse testimonianze, ognuna delle quali ha messo in evidenza una peculiarità delle aziende locali volte all’internazionalizzazione. Dalla trasmissione televisiva è chiaramente emerso come l’export non sia fatto solo di numeri, statistiche o prodotti, ma per approcciarsi con successo in un Paese estero bisogna essere flessibili e sempre attenti alle esigenze locali. È infatti fondamentale prendere sempre in considerazione diversi fattori come
ad esempio la cultura o i gusti dei clienti che variano da un Continente all’altro. “Oltre i confini” continua anche nelle prossime settimane e per chi non ha potuto seguire le puntate, ricordiamo che nell’apposita rubrica su www.teleticino.ch/oltre-i-confini o www.ticinonews.ch/oltre-i-confini si possono rivedere le singole interviste.

Grazie a “Oltre i confini” il mondo economico reale ticinese, quello fatto di impresa e di persone che quotidianamente sono confrontate con problematiche concrete, può essere conosciuto al grande pubblico tramite una modalità innovativa e accattivante.
Infine, rammentiamo che sul portale di informazione Ticinonews nonché sui quotidiani Corriere del Ticino e Giornale del Popolo sono disponibili mensilmente anche articoli di approfondimento sul commercio con l’estero redatti dalla Responsabile di S-GE per la Svizzera italiana Monica Zurfluh, e dal Responsabile del Servizio Export nonché Vicedirettore della Cc-Ti, Marco Passalia.

Crescita costante per il commercio con l’estero

Il commercio con l’estero continua ad essere la punta di diamante dell’economia elvetica. Anche le ultime statistiche relative al mese di agosto divulgate dall’Amministrazione federale delle Dogane confermano la continua crescita delle importazioni e delle esportazioni svizzere. A seguito della correzione dei giorni lavorativi rispetto all’anno precedente (un giorno in più rispetto al 2015), l’aumento segna infatti numeri importanti. In particolare lo scorso mese di agosto le esportazioni sono cresciute del 12,0% a 16,1 miliardi di franchi (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente).

A correzione avvenuta hanno registrato un aumento nominale del 7% e reale dell’1,2%. Le importazioni sono aumentate nello stesso periodo del 13,5% a 13,0 miliardi di franchi. Dopo la rispettiva rettifica il valore nominale ha segnato +8,4% mentre quello reale +5,1%. La bilancia commerciale ha chiuso quindi con un surplus di 3,0 miliardi di franchi.

Come si conferma da molti mesi, la crescita delle esportazioni è sostenuta in particolare dall’industria chimico-farmaceutica, che nel mese di agosto è riuscita ad incrementare le vendite all’estero del 25%. Un aumento delle esportazioni è stato registrato anche nei seguenti settori: tessile, abbigliamento, calzature (+6,3%), strumenti di precisione (+3,3%), gioielli e bigiotteria (+2,5%) e metalli (+1,1%). Il segno negativo lo hanno invece fatto registrare ancora una volta l’industria orologiera (-12,9%), della carta e dei prodotti grafici (-7,2%) e l’industria delle macchine e dell’elettronica (-6,0%). Anche l’industria alimentare e delle bevande (-3,5%) e l’industria della plastica (0,6%) hanno segnato una diminuzione.

A trascinare il mercato delle esportazioni svizzere sono stati Europa, Nord America e Africa. Il netto aumento della domanda di prodotti svizzeri nell’UE (UE: +18,2%, zona euro: +17,7%, Stati non appartenenti all’eurozona: +20,2%) è stata quella che ha dato una forte spinta all’economia elvetica. Anche il Nord America (+27,5%, e in particolare gli Stati Uniti +1,0%) e l’Africa (+14,6% e in particolare la Nigeria + 59,3%) hanno contribuito al settore delle esportazioni. Rimangono invece con un segno negativo l’Asia (-3,2%), l’America Latina (-6,1%) e l’Australia (-3,0%). Il continente asiatico ha anche però delle punte di diamante, ovvero il Giappone (+24,7%) e la Corea del Sud (+22,6%), due Paesi con i quali la Svizzera ha tra l’altro stipulato degli accordi di libero scambio.

Le aziende svizzere

Per garantire alle imprese svizzere un tale successo nel commercio con l’estero la politica svizzera di economia estera è volta a sostenere un accesso ai mercati internazionali possibilmente privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i loro principali concorrenti. Al momento, la Svizzera oltre alla Convenzione AELS, dispone di una rete di 28 accordi di libero scambio con 38 Stati non appartenenti all’UE. Questa rete di accordi di libero scambio è costituita soprattutto da convenzioni concluse congiuntamente con gli Stati membri dell’AELS (Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia), la Confederazione ha però anche la facoltà di negoziare accordi di libero scambio bilaterali, come è il caso dell’accordo con il Giappone, con le Isole Faroe o con la Cina.

Per le aziende svizzere volte all’internazionalizzazione è fondamentale conoscere e continuare ad aggiornarsi su questo ampio argomento che sono gli accordi di libero scambio. Purtroppo non tutti ancora conoscono ed applicano le regole dell’origine preferenziale. La Cc-Ti e S-GE s’impegnano a fornire informazioni aggiornate e rimangono sempre volentieri a disposizione dei propri associati per ulteriori informazioni in merito.

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia
, vice direttore e responsabile Export Cc-Ti

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Swissness: entrerà in vigore un mostro di burocrazia

Swissness: la Cc-Ti si è batutta contro questa legge che creerà un mostro di burocrazia. Purtroppo i nostri appelli non sono stati ascoltati e in questa intervista a Luca Albertoni ed Alessandra Alberti – direttrice Chocolat Stella, potete, ancora una volta, leggere la nostra opinione.

Leggi l’intervista sul sito RSI.

Swissness: qualche informazione utile

Tutto ciò che bisogna sapere sulle nuove disposizioni legali

“La nuova legislazione “Swissness” entrerà in vigore il 1° gennaio 2017. Sul nostro sito si può trovare la documentazione relativa ai numerosi momenti formativi organizzati e restiamo a disposizione per ulteriori informazioni sull’applicazione delle nuove disposizioni.”

Le nuove disposizioni legali che regolano il cosiddetto “Swissness” mirano a consolidare il valore della designazione “svizzera” nel contesto dei mercati internazionali, dato che tale designazione è importante per la vendita di prodotti e servizi elvetici. In effetti, il notevole valore economico dello “Swissness” nel mondo globalizzato è incontestato e porta benefici alle nostre aziende.

Come sempre accade quando qualcosa funziona, gli usi abusivi di questo “label” si moltiplicano, sia sul piano internazionale che nazionale. Per questo si è ritenuto di chiarire i criteri d’utilizzo e rafforzare la protezione sull’indicazione di provenienza “svizzera” e della croce svizzera. L’utilizzo della designazione elvetica per prodotti e servizi resta, come in passato, interamente volontario. Chiunque decida di farne uso deve però rispettare vari criteri legati alla provenienza di prodotti e servizi.

Il testo legale adottato dal Parlamento prevede dei criteri precisi per determinare la natura svizzera di un prodotto o servizio elvetico. Questi criteri regolano non solo l’uso di un’indicazione di provenienza sull’imballaggio di un prodotto, o per un servizio, ma valgono in egual misura per l’ambito della pubblicità.

Per i prodotti industriali 2 condizioni cumulative devono essere adempiute per poter utilizzare lo “Swiss Made”: almeno il 60% del costo totale deve essere generato in Svizzera e l’attività che ha dato al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio l’assemblaggio di un macchinario). Nel calcolo dei costi totali occorre tener conto anche dei costi relativi alla ricerca e sviluppo.

Per le derrate alimentari, sono 2 le condizioni cumulative che devono essere adempiute: almeno l’80% del peso delle materie prime o degli ingredienti che le compongono devono provenire dalla Svizzera. Per il latte ed i prodotti lattieri questa proporzione arriva fino al 100% e la trasformazione che ha conferito al prodotto le sue caratteristiche essenziali deve svolgersi in Svizzera (ad esempio la trasformazione del latte in formaggio). La nuova legislazione prevede diverse eccezioni al criterio dell’80%, al fine di tener conto delle realtà di cui devono tenere le industrie trasformando le materie prime, che spesso non sono reperibili in Svizzera. Per le prestazioni di servizio, la sede dell’azienda deve essere in Svizzera e la società deve essere realmente amministrata dalla Svizzera.

Attenzione a non confondere le regole dello “Swissness” (basate sulla proprietà intellettuale) e le regole sull’origine della merce (diritto doganale). Si tratta di regole diverse, i cui criteri non collimano.

Croce svizzera

La croce svizzera potrà essere utilizzata, come finora, per i servizi svizzeri, ma d’ora in poi potrà essere usata anche per i prodotti svizzeri, a condizione ovviamente che rispettino le condizioni legali.

Registro delle indicazioni geografiche, marchi geografici, procedura di radiazione

L’ordinanza del 23 dicembre 1992 sulla protezione dei marchi (OPM) ha subito qualche altro adattamento legato al nuovo strumento del marchio geografico, che punta a facilitare l’implementazione della protezione delle indicazioni di provenienza all’estero. Ricordiamo che la revisione della legge federale sulla protezione dei marchi e delle indicazioni di provenienza (LPM) permette il deposito di un marchio geografico corrispondente a una denominazione d’origine o un’indicazione geografica iscritta nel registro federale, o ancora una denominazione viticola protetta da un Cantone. La stessa possibilità è prevista per le indicazioni di provenienza che sono oggetto di un’ordinanza settoriale (ad esempio l’ordinanza “Swiss made” per gli orologi).

La Cc-Ti raccoglie i frutti del lungo lavoro in Russia

Si è svolto lunedì 3 ottobre un ricevimento ufficiale presso l’Ambasciata svizzera a Mosca, durante il quale è stata accolta una delegazione della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti). L’evento ha voluto sottolineare l’eccellente collaborazione fra la nostra rappresentanza diplomatica e la Cc-Ti costruita nel corso degli ultimi 5 anni, grazie in particolare all’impegno dell’ambasciatore uscente Pierre Helg.

Nel contesto di presentazione di prodotti agroalimentari ticinesi ad aziende, rappresentanti dei media e politici locali, si è sottolineata anche la presenza sul territorio russo delle aziende ticinesi Agroval SA di Airolo e Rapelli SA di Stabio, ufficialmente autorizzate ad operare in Russia dopo un lungo iter procedurale.

Dal 2010 la Cc-Ti, a seguito di una visita ufficiale del cantone Ticino con rappresentanti della politica, della cultura e dell’economia, ha sviluppato ulteriori contatti con operatori russi, siglando anche un accordo di collaborazione con la Camera di commercio e dell’industria della Federazione Russa.
È seguito quindi un lavoro concreto su vari settori economici, in stretta collaborazione con l’Ambasciata svizzera a Mosca e Switzerland Global Enterprise, con molti incontri B2B finalizzati a cercare sbocchi per le esportazioni svizzere verso la Russia e sinergie con aziende russe. In occasione delle numerose missioni svolte dal 2010, organizzate per piccoli gruppi di imprese per garantire la massima efficacia, sono stati rafforzati i legami in particolare nell’ambito del commercio di materie prime, con alcune aziende russe che hanno intensificato la loro presenza in Ticino.
Si è lavorato molto sul settore agroalimentare, aprendo le porte alle due aziende già menzionate, Agroval SA e Rapelli SA, e ad altre che hanno sviluppato contatti utili per i prossimi mesi. Grande attenzione è stata prestata anche al settore finanziario, mentre lo sviluppo ulteriore di relazioni riguarderà nel prossimo futuro settori come il medtech, l’elettronica e la meccanica.
Il tutto sempre finalizzato all’apertura di nuovi sbocchi di esportazione per le aziende ticinesi, considerato che in Russia la Svizzera gode di ottima reputazione e che i prodotti di qualità elvetica, seppure spesso di nicchia, vi hanno un buon mercato.

Da sottolineare che tutte queste attività sono sempre state auto-finanziate dagli attori privati (Cc-Ti e le aziende interessate), senza alcun contributo statale e quindi senza gravare sui conti dello Stato e sui contribuenti ticinesi.

L’ambasciatrice statunitense in visita alla Cc-Ti

In data odierna, 29.09.2016, l’ambasciatrice statunitense Suzan G. LeVine si è incontrata a Lugano con il Consigliere di Stato Christian Vitta, nell’ambito di una riunione promossa dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (CC-TI).

È stata l’occasione per discutere di temi di politica internazionale e nazionale, nonché per illustrare alla delegazione degli Stati Uniti la situazione del Cantone Ticino, sia dal profilo politico che economico.

L’ambasciatrice statunitense era accompagnata dal marito Eric Levine e da Thomas Wolf, addetto alle questioni economiche e commerciali presso l’ambasciata americana a Berna.

Le delegazione guidata dal Consigliere di Stato Christian Vitta era composta dalla sua collaboratrice, Avv. Alice Ghisletta, da Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’economia del Dipartimento delle finanze e dell’economia, da Luca Albertoni, Direttore della  CC-TI, e dall’Avv. Michele Rossi, Delegato alle relazioni esterne alla Cc-Ti.

L’incontro ha permesso di meglio comprendere le rispettive realtà e rappresenta un elemento importante nell’ambito delle relazioni esterne del Cantone e della Cc-Ti.

L’export parla digitale ed è qui

Lunedì 26 settembre si è tenuto nella sede della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) a Lugano il seminario “Impulse: Export Digital Training”, organizzato da Switzerland Global Enterprise (S-GE), in collaborazione con la stessa Cc-Ti, Google Svizzera, PwC e Asendia (con NetComm Suisse).

Davanti ad un interessato pubblico sono stati presentati gli strumenti digitali a sostegno delle aziende esportatrici. Un tema di stretta attualità, che dopo le differenti relazioni è stato anche approfondito con dei workshop mirati.

Il pomeriggio è iniziato con il saluto di Marco Passalia, Vicedirettore e Responsabile del servizio Export Cc-Ti e di Monica Zurfluh, Head of S-GE Southern Switzerland, che hanno accolto i partecipanti. Ha poi preso la parola Gregor Doser, Industry Leader di Google Svizzera, illustrando i differenti strumenti che il motore di ricerca e colosso statunitense presenta per incentivare e supportare le PMI nell’esportazione.

Il 95% delle imprese svizzere esportano e operano soprattutto nei Paesi confinanti. La decisione sulla meta dell’esportazione a volte è presa a livello intuitivo, ed i mercati interessanti, e che offrono prospettive rilevanti possono essere anche altri non tenuti in considerazione. In questo senso Google offre un set di tool specifici per strutturare al meglio il processo decisionale e strategico aziendale per l’export. Valutando l’evoluzione digitale in atto, gli strumenti sono sofisticati e sempre aggiornati per un sostegno fattivo a nuovi mercati ed alla crescita concreta. Da notare che nel 2015 Google Svizzera ha avviato una collaborazione con S-GE realizzando la piattaforma «Export Digital» (www.exportdigital.ch), che ha proprio lo scopo di sostenere a livello digitale le imprese esportatrici.

Alberto Silini, Head of Consultancy di S-GE ha presentato la struttura di S-GE, focalizzandosi sui servizi offerti alle aziende, vista la mission portata avanti sin dal 1927 che promuove le esportazioni svizzere su mandato della SECO. Anche S-GE propone differenti strumenti online, ma le affianca a consulenze mirate, perché è sempre utile definire una strategia d’esportazione completa, valutando ogni aspetto (ad esempio la cultura, il personale, la concorrenza, i rischi, i pagamenti, le normative ed i dazi doganali, ecc.), che cambia radicalmente da Nazione a Nazione. Imprescindibile essere online in ogni caso. Con una linea d’azione definita, è possibile facilitare il contatto B2B o B2C, attraverso tattiche di Search Engine Marketing (ossia quel ramo del web marketing che si applica ai motori di ricerca).

Domenico Zucchetti, Managing Director di banana.ch SA, ha portato il caso della sua azienda, che produce un software di contabilità e gestione finanziaria venduto ed usato, oltre che in Svizzera, anche in 70 Paesi al mondo; illustrando anche la propria strategia di digitalizzazione, con benefici e difficoltà.

Sono seguite 4 brevi relazioni che hanno aperto poi i 4 workshop tematici. In questo senso sono stati messi in luce l’importanza dell’efficienza nelle procedure doganali (si sta andando verso una maggiore digitalizzazione); la sicurezza nei pagamenti; le diverse forme di e-commerce possibili, combinando differenti canali; e la rilevanza del “marchio svizzero” quale sinonimo di affidabilità e fiducia per i consumatori. Sono qui intervenuti Jean-Paul Ballerini, Director Cybersecurity di PwC Digital Services; Carlo Terreni, General Director NetComm Suisse; Monica Zurfluh e Marco Passalia.

Dopo i lavori di gruppo vi è stata una sessione di training condotta da Gregor Doser e Alberto Silini, con un focus sulla piattaforma www.exportdigital.ch.

Il pomeriggio si è concluso con un aperitivo di networking dove relatori e partecipanti hanno potuto confrontarsi ancora sulla tematica, con nuovi spunti.

Ricevuta a Palazzo Civico la vicesindaca di Almaty

La vicesindaca della Città di Almaty, signora Assel Zhunussova, è stata ricevuta martedì 27 settembre a Palazzo Civico dal sindaco Marco Borradori e dai municipali Michele Foletti e Cristina Zanini Barzaghi. Erano presenti all’incontro anche Asset Abdualiyev, vicepresidente del Centro per lo sviluppo di Almaty e Maxat Suleimenov, consigliere dell’Ambasciata kazaka a Berna. Nel corso dell’incontro sono state presentate agli ospiti alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La visita a Lugano della delegazione di alti rappresentanti della Città di Almaty è una conseguenza delle attività promosse dalla Città di Lugano nell’ambito dei rapporti internazionali: a partire dal 2014 sono state sviluppate proficue relazioni con il Kazakistan, implementate con la firma di un accordo di cooperazione multisettoriale fra le due città sancito il 17 maggio scorso durante una missione congiunta in Kazakistan della Città, della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del Cantone Ticino (CC-Ti), della Lugano Commodity Trading Association (LCTA), di Lugano Turismo e Svizzera Turismo.

L’interesse di Lugano a sviluppare relazioni bilaterali con altre realtà urbane è indirizzato alla ricerca di ipotesi concrete che trasformino le alleanze di intenti in progetti tangibili. A Lugano figurano inoltre significative attività legate al paese eurasiatico in ambiti particolarmente dinamici, quali ad esempio il commercio di materie prime e dell’energia, l’ingegneria civile e l’edilizia, le telecomunicazioni, la farmaceutica e le tecniche mediche. “Sono lieto di poterla ricevere oggi, qui a Palazzo Civico, edificio storico della città e sede del Municipio di Lugano – ha esordito il sindaco Borradori; gli accordi di collaborazione – siano essi generici o specifici a un campo di attività – devono trovare una continuità e permettere un’evoluzione positiva, dinamica, finalizzata alla costruzione di scambi culturali, economici, scientifici e turistici fra le città e, di riflesso, tra le diverse realtà attive dei paesi coinvolti. È proprio in un periodo di perdurante bassa congiuntura economica internazionale che dobbiamo evitare strategie di chiusura, e continuare a investire, in maniera mirata, in un’apertura coerente e proficua con altre realtà. La sottoscrizione del Memorandum di collaborazione multisettoriale con la città di Almaty ha posto le basi per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra le due parti e dischiude ricadute significative per le nostre economie.
Lugano presenta un mercato del lavoro flessibile, una grande capacità di innovazione, un sistema logistico di alto livello, una fiscalità attrattiva e un’amministrazione pubblica efficiente. Sono dunque presenti le condizioni per fare della nostra città il
centro ideale da cui operare a livello globale.”

Il sindaco Borradori ha ricordato la stretta collaborazione sviluppata con istituti accademici e bancari, associazioni economiche e aziende che ha favorito la crescita di una piattaforma di incontro fra le autorità e i partner kazaki, e gli attori interessati alla Città di Lugano.

La vicesindaca di Almaty, signora Assel Zhunussova, ha ringraziato il Municipio per la calorosa accoglienza: “Almaty non è più la capitale del Kazakistan, ma oggi è riconosciuta quale centro economico, culturale e storico del mio Paese. La città di Almaty produce un terzo del PIL del Paese, e vi hanno sede circa il 90% delle più importanti istituzioni bancarie. Presenta anche uno spiccato interesse turistico in quanto ha stazioni sciistiche e un aeroporto internazionale. La firma dell’accordo di collaborazione ci consente di creare un tessuto di relazioni su ampia scala, finalizzato a promuovere i rispettivi territori”.
Dopo il saluto del sindaco, i municipali Cristina Zanini Barzaghi e Michele Foletti hanno illustrato nel dettaglio alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La Cc-Ti e la LCTA sono soddisfatte per la concretizzazione dell’accordo di cooperazione tra le due città nell’interesse di uno sviluppo economico e tecnico sempre più stretto. Marco Passalia, vicedirettore della Cc-Ti e segretario generale della LCTA, conferma la volontà delle aziende ticinesi di internazionalizzare le proprie attività: “La diversificazione della clientela e dei paesi di sbocco è un elemento essenziale per creare valore e competenze nel nostro tessuto industriale e finanziario. In quest’ottica il supporto ufficiale dell’Ambasciata svizzera, della Città di Lugano, di Switzerland Global Enterprise, della Cc-Ti, della LCTA e di altre istituzioni importanti fornisce un apporto rilevante e complementare alle relazioni d’affari”. Il Kazakistan è stato identificato dalla CC-Ti fra i paesi prioritari per lo sviluppo della promozione economica ticinese, e Almaty è un centro economico e finanziario di riferimento per l’Asia centrale.

Nel corso dell’incontro cinque aziende di Lugano e della regione hanno presentato tre progetti di collaborazione nel campo della certificazione energetica, della pianificazione della gestione dei rifiuti urbani e della produzione di energia idroelettrica, coordinati dalla CC-Ti.

L’evento di oggi contribuisce a rafforzare le relazioni con la Città di Almaty e rappresenta un esempio concreto di come i rapporti istituzionali privilegiati possono favorire collaborazioni in rete con i partner attivi sul nostro territorio, sostenendo i settori economici, finanziari e turistici ticinesi. Al termine dell’incontro a Palazzo Civico è seguita una visita al LAC a cura di Lorenzo Sganzini, direttore della Divisione cultura.

Visibilità e networking

Attraverso i nostri canali (online e stampati) dedicati, la Cc-Ti sostiene e divulga news, eventi e progetti delle imprese affiliate.

Da sempre la Cc-Ti diffonde, tra le altre notizie ed informazioni di stretta attualità, anche le novità legate alla vita associativa. Con quasi 1’000 membri individuali e 43 associazioni di categoria a noi affiliate, rappresentiamo l’economia ticinese e ci rende orgogliosi poter dar spazio alle storie di successo, agli eventi ed ai nuovi traguardi dei nostri associati.

Per ogni nostro associato è fondamentale restare in contatto con il proprio pubblico target e stabilire nuove stimolanti relazioni con potenziali partner d’affari, facendo networking e promuovendo la propria attività, sfruttando appieno ogni potenziale.
La nostra rete di contatti è la risposta alle vostre specifiche esigenze: il networking che la Cc-Ti offre ai propri soci è multicanale e differenziato. Si passa dalle possibilità d’incontro durante i momenti più informali dopo gli eventi, ai business lunch, ai corsi di formazione frequentati dagli associati, ecc.

La Cc-Ti è sempre attenta alle tendenze in atto nel mondo della comunicazione, per questo affianca ai tradizionali media stampati di cui è editore o co-redattore anche i nuovi canali di comunicazione, per la propria attualità (siamo presenti sui principali social network; per restare aggiornati sulle attività della Cc-Ti, in modo semplice e veloce, basta seguirci sui nostri canali social) e anche per valorizzare le attività delle aziende ticinesi.

La Cc-Ti svolge queste attività principalmente attraverso due canali di comunicazione:

  • il mensile Ticino Business, che sin dalla sua nascita propone, nella seconda parte della rivista una rubrica chiamata Vita dei soci, nella quale ogni associato può disporre di un articolo di presentazione della propria azienda ed attività e/o comunicare agli altri associati i propri aggiornamenti su traguardi, innovazioni, nuovi prodotti, eventi, ecc.. Si tratta di una promozione per i soci, che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico cantonale.
  • la Bacheca dei soci Cc-Ti su Facebook: una nuova vetrina online di ampio respiro per tutti i soci, per comunicare e condividere in modo ancora più immediato gli ultimi aggiornamenti sulle vostre attività. L’importanza di essere online e di comunicare non è certo una novità. Da anni la rete è sulla cresta dell’onda ed ha radicalmente cambiato il nostro modo di vivere, comunicare, agire, pensare. In tutti i contesti, in ogni ambito: privato, professionale, relazionale. L’interazione tra attori sul web sui social network offre nuove vie di business e di comunicazione e al contempo ci proietta verso opportunità di crescita esponenziale legate ai nuovi sbocchi d’affari. Facebook in primis, Twitter, Youtube, hanno rivoluzionato la comunicazione d’impresa, il numero delle PMI che hanno aperto una pagina/un canale su un social media è in costante aumento. Il social media marketing che ne deriva, permette alle aziende di relazionarsi con i consumatori in maniera diretta, interagendo e commentando le notizie dell’azienda. Questo permette di ottenere dei feedback in tempo reale da parte degli utenti che assumono un ruolo attivo nel dialogo con l’azienda stessa e nella condivisione delle notizie.
Per maggiori informazioni su queste opportunità gratuite offerte a tutti i nostri soci,
potete contattare la Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch.
Siamo a vostra completa disposizione.

Anche il Brasile adotta i Carnet ATA

A partire dallo scorso luglio anche il Brasile, uno dei Paesi più protezionisti al mondo, ha approvato l’utilizzo del Carnet ATA, il documento doganale per l’ammissione temporanea di beni. Si tratta del primo Paese membro del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale, ad aver aderito al sistema ATA. La notizia era giunta proprio a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Rio. Grazie a questa novità, numerose squadre sportive provenienti da tutto il mondo hanno potuto portare in Brasile le loro attrezzature beneficiando dell’ammissione temporanea e, quindi, non pagando eventuali dazi all’importazione.

Ad oggi sono 75 i Paesi che hanno aderito alla Convezione di Istanbul, ultimi in ordine di tempo possiamo citare l’Indonesia (2015) e l’Albania (2013). Ricordiamo che il Carnet ATA (Admission temporaire/Temporary admission) è un documento doganale internazionale che consente l’importazione temporanea di merci nei Paesi non comunitari aderenti alla convenzione ATA, senza dover depositare diritti e tasse. Il Carnet ATA ha una validità di 12 mesi. Entro il termine di scadenza, la merce deve essere reimportata nel Paese di partenza ed il documento deve essere restituito alla Camera di Commercio emittente. Questo documento può essere richiesto per campioni commerciali, attrezzatura necessaria allo svolgimento della propria professione, merci da esporre presso fiere, manifestazioni commerciali, manifestazioni sportive, ecc. Il Carnet ATA non copre né i prodotti deperibili o di consumo (come ad esempio bottiglie di vino destinate ad una degustazione) né le merci destinate ad operazioni di trasformazione o riparazione. Inoltre, materiali professionali specifici sono esclusi dalla Convenzione, come ad esempio quelli necessari all’esecuzione di lavori in ambito edile (pensiamo alle gru o alle betoniere).

Il servizio Export della Cc-Ti rilascia quotidianamente numerosi Carnet ATA sia ad aziende sia a privati che necessitano di attraversare le frontiere con merce che poi ritornerà in Svizzera senza subire nessuna modifica. Questo documento doganale è parte di una catena internazionale garante degli eventuali tributi doganali richiesti che è gestita dalla WCF (World Chambers Federation). La Cc-Ti, come i suoi istituti gemelli nel mondo, ha la funzione di garante nei confronti della propria Amministrazione doganale ed è tenuta ad anticipare alle Autorità doganali le somme che si rendessero necessarie pagare per irregolarità riscontrate nell’utilizzo dei Carnet. Al fine di proteggersi da eventuali rischi a suo carico, al momento del rilascio del documento di ammissione temporanea, la Cc-Ti richiede quindi a sua volta una garanzia. Alla chiusura del Carnet ATA ed in assenza di irregolarità, la Cc-Ti provvede naturalmente a sbloccare tale cauzione. Il Carnet ATA può essere richiesto attraverso il sito internet www.ataswiss.ch. È necessario registrarsi. A registrazione avvenuta si procede alla compilazione del formulario elettronico e all’inoltro dei documenti doganali. Il tutto si svolge nella massima semplicità e celerità del servizio Export della Cc-Ti: previa la ricezione della garanzia, il rilascio del documento avviene infatti entro le 24 ore.

Infine, una curiosità statistica: a livello internazionale, la Svizzera si situa al secondo posto dopo la Germania tra i Paesi che utilizzano maggiormente i Carnet ATA. I dati del 2014 indicano che sono stati emessi 28’598 documenti per l’esportazione temporanea per un totale di oltre 4 milioni di dollari di valore delle merci[1].

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia,
vice direttore e responsabile Export Cc-Ti 


[1] Cfr: www.iccwbo.org/WorkArea/DownloadAsset.aspx?id=19327359757

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Per maggiori informazioni contattare il Servizio Export della Cc-Ti (export@cc-ti.ch)
oppure consultare la piattaforma online Ataswiss che consente di compilare le domande di Carnet ATA via Internet: www.ataswiss.ch