Nei Big Data il futuro della mobilità

Testo a cura di Alessio Del Grande

Qualche settimana fa Bill Gates, il fondatore di Microsoft, ha investito 80 milioni di dollari per costruire un’avveniristica cittadina su un terreno di 10mila ettari a Tonopah, in Arizona. A poche decine di chilometri da Phoenix, sorgerà una Smart City organizzata con una gestione digitale del territorio grazie all’analisi dei Big Data.

Se il fondatore di Microsoft creerà addirittura dal nulla la sua Smart City, le città intelligenti sono ormai il traguardo su cui si stanno gradualmente rimodellando in Europa, Svizzera compresa, le metropoli e i grandi poli urbani.
L’analisi dei Big Data che confluiscono nel web, trasformati in specifiche informazioni permettono, infatti, la gestione ottimale delle reti per la distribuzione di energia, del traffico, dei parcheggi, dei servizi di raccolta rifiuti e di tutte le infrastrutture su cui si reggono le odierne realtà urbane. Con effetti molto positivi anche per l’ambiente. Solitamente quando si parla di Smart City si pensa a notevoli investimenti in tecnologie, in complessi sistemi di cablaggio e in competenze avanzate, il che è anche vero. Ma pianificare una città o un territorio in modo intelligente non comporta necessariamente spese enormi, se con altrettanta intelligenza si sfruttano le possibilità già esistenti e le sinergie tra diversi centri di competenza. Da questo profilo assai interessante è il progetto Smart City di Swissicom e le esperienze fatte in alcune città svizzere per la gestione del traffico e della mobilità che, come ha ribadito in più occasioni il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, potrebbero essere un modello anche nel nostro Cantone per rendere più scorrevole la circolazione e risolvere con misure appropriate problemi che si trascinano da anni. Attraverso l’analisi aggregata e anonima (per cui è impossibile risalire al singolo utente) dei segnali del cellulare che ognuno di noi ha ormai sempre con sé, si sono ottenute informazioni precise sulle diverse tipologie di traffico, sui differenti mezzi di trasporto utilizzati, su flussi e orari degli spostamenti. Informazioni da cui non si può prescindere per un’efficace pianificazione urbana e una gestione efficiente della mobilità. A questo scopo Swisscom ha sviluppato una sofisticata tecnica di rilevamento e valutazione dei volumi di traffico, analizzando la posizione dei dati rilevabili dal cellulare.

Pianificare un territorio in modo intelligente  non comporta spese enormi, se si sfruttano possibilità e sinergie esistenti.

A Montreux, ad esempio, si stava pensando di costruire un tunnel per decongestionare il traffico urbano. Il costo della galleria era stimato in circa 150 milioni di franchi. I ricercatori impegnati nel progetto della Swisscom hanno rielaborato i dati dei collegamenti dei cellulari con la rete di telefonia mobile, tracciando una mappa dettagliata di tutto il traffico, per verificare se era davvero necessario costruire il tunnel o se non ci fosse, invece, qualche altra soluzione. Ebbene, da questa analisi è risultato che la maggior parte del traffico era locale, riconducibile agli spostamenti dei residenti e alla ricerca di un posteggio, per cui con la galleria non si sarebbe risolto nulla. Si è deciso, dunque, di costruire un autosilo con 400 posti. Una scelta vincente che ha liberato Montreux dalla morsa del traffico interno, permettendo alla Città di risparmiare  anche decine di milioni di franchi.

Scaricate il dossier completo sul tema mobilità e digitalizzazione, che comprendente l’articolo principale e un’intervista a Carlo Secchi , Sales Director Ticino – VP, Swisscom, che parla di Smart Cities.

La Cina al vertice dei mercati dʼexport

Il mercato del Paese asiatico è considerato dalle PMI svizzere il più interessante per lʼexport. È quanto risulta dallo studio di Switzerland Global Enterprise (S-GE) realizzato in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale KOF del Politecnico federale di Zurigo, che serve da orientamento per le PMI svizzere. USA e Corea del Sud seguono al secondo e al terzo posto della classifica mondiale.

 

 

Per identificare il principale mercato d’export si utilizzano complessivamente 15 diversi criteri. Tra di essi rientrano le dimensioni del mercato, il potenziale, il volume delle esportazioni e la crescita media del mercato degli ultimi anni. Nella classifica di S-GE sono stati valutati complessivamente 107 Paesi. Tra i primi dieci mercati troviamo, in ordine d’importanza, la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud, Singapore, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, il Canada, la Polonia, il Giappone e la Germania.

Cina: una spinta in più grazie all’ALS

Non sorprende il risultato dello studio che vede al primo posto della classifica il dragone asiatico. Ricordiamo infatti che nel 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio (ALS) tra Svizzera e Cina che ha offerto, soprattutto alle aziende elvetiche, enormi vantaggi in un mercato potenziale di 1.4 miliardi di abitanti attento e ricettivo nei confronti dei prodotti di origine svizzera. Grazie all’ALS vi è stato uno sgravio o una riduzione graduale negli anni dei dazi doganali che ha dato un enorme vantaggio alle nostre PMI rispetto ai concorrenti europei. Citando esempi di vario genere, alcune batterie che avevano un dazio di oltre il 12% al momento dell’entrata in vigore dell’accordo, avranno una riduzione totale entro dieci anni, oppure alcuni tipi di motori che addirittura possono già oggi beneficiare oggi di un dazio 0.

Ad oggi sono molte le aziende svizzere che si sono interfacciate sul mercato cinese utilizzando i vantaggi dati dall’accordo di libero scambio e anche il sondaggio di Switzerland Global Enterprise sul clima dʼexport conferma tale tendenza positiva. Il 31% delle imprese svizzere intervistate ha infatti dichiarato di voler esportare in Cina entro la fine dellʼanno.

Seguendo costantemente i temi d’attualità, anche il Servizio Export della Cc-Ti, in collaborazione con S-GE, dedicherà nel corso del 2018 un evento-Paese dedicato alla Cina, dove si darà la possibilità alle aziende ticinesi di ascoltare informazioni di prima mano grazie agli interventi di esperti. Maggiori dettagli in merito seguiranno su queste pagine e nei portali online.

Valutazione delle Regioni: ASEAN al vertice

Nello studio del KOF, i mercati dʼesportazione principali sono stati valutati non soltanto sulla base dei singoli Paesi, ma anche a livello regionale. Nel ranking regionale i Paesi asiatici della Regione ASEAN (Filippine, Indonesia, Vietnam, Singapore, Malesia, Myanmar, Laos, Thailandia, Brunei, Cambogia) si situano al primo posto. La regione ASEAN è seguita dagli Stati del Golfo (Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti) e dai Paesi del Benelux (Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo).

 

Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

Lo studio

Lo studio sui principali mercati dʼesportazione è stato realizzato da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con il centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo. Nella classifica sono stati valutati 107 Paesi. Trai i 15 criteri si annoverano le dimensioni del mercato, la crescita del mercato degli ultimi anni (2010-2016), le prospettive di crescita del mercato (2017-2021), il volume di esportazione, nonché il potenziale di mercato. La classifica offre alle PMI svizzere unʼampia analisi su vari mercati dʼesportazione e serve come orientamento.

Digitale e protezione dei dati

Il 21 novembre si è svolta la giornata nazionale del digitale, con manifestazioni di ogni genere su tutto il territorio svizzero. Giusta iniziativa per sottolineare ulteriormente l’importanza di una trasformazione epocale, foriera di opportunità ma anche di comprensibili paure, trattandosi di un fenomeno complesso e non sempre facilmente identificabile con la sola definizione “digitale”. 

Fra le gli elementi che hanno assunto una rilevanza strategica nel contesto digitale vi è quello della protezione dei dati personali, visto che la tecnologia e i nuovi modelli di business a essa legati hanno cambiato numerosi parametri anche in questo ambito.

Il concetto di sfera privata è profondamente mutato in pochi anni e di questo la legislazione deve necessariamente tenere conto. Sono sostanzialmente due i fronti aperti sul tema: la revisione della legge federale sulla protezione dei dati proposta un paio di mesi fa dal Consiglio federale e l’ambito internazionale, nel quale si inserisce tale progetto. L’importanza dei dati è evidente per l’individuo, ma anche per le aziende, malgrado a volte si tenda a pensare che per esse lo sia solo ai fini dello sfruttamento commerciale. In realtà in gioco vi sono la sicurezza, la possibilità di operare senza limiti eccessivi, i rapporti con le persone che compongono l’azienda, con i clienti, i fornitori, ecc. Ragione per cui anche per l’economia la protezione deve avere un taglio moderno e trovare un equilibrio fra il legittimo bisogno di protezione e la libertà economica delle imprese e degli individui. Saggiamente, il Consiglio federale ha abbandonato tentazioni eccessivamente penalizzanti per la concorrenza e la capacità di innovazione, aprendo ad esempio alla possibilità di autoregolamentazione, che prevede ora un consulente in materia di protezione dei dati e un codice di condotta per le imprese.

L’importanza dei dati è evidente per l’individuo, ma anche per le aziende, malgrado a volte si tenda a pensare che per esse lo sia solo ai fini dello sfruttamento commerciale. In realtà in gioco vi sono la sicurezza, la possibilità di operare senza limiti eccessivi, i rapporti con le persone che compongono l’azienda, con i clienti, i fornitori, ecc.

Restano aperte alcune questioni riguardanti le definizioni di dati sensibili e dei diritti fondamentali da osservare, ma questo sarà oggetto delle discussioni parlamentari. Comprensibilmente, si prevede di inasprire le conseguenze penali di violazioni della legge con una sanzione massima di 250’000 franchi. In questa sede non si possono approfondire tutti i risvolti di un tema molto complesso e tecnico, ma in linea generale l’impostazione del progetto dovrebbe permettere di mantenere un equilibrio fra libertà individuali, libertà economica e tutela contro gli abusi. Questo è particolarmente importante anche nell’ottica delle regole internazionali che, piaccia o no, hanno una rilevanza anche per il nostro paese. Basti pensare al nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati (RGDP), che entrerà in vigore il 28 maggio 2018. Infatti, esso è applicabile anche alle aziende che non sono nell’Unione europea (quindi pure quelle svizzere) ma che offrono beni o servizi a persone oppure che osservano il comportamento di individui che si trovano nell’Unione europea (UE). Qui, in caso di violazioni, le sanzioni sono draconiane (4% della cifra d’affari annua o 20 milioni di euro). La protezione svizzera dei dati, pur avendo mantenuto regole più equilibrate, dovrebbe convergere con l’RGDP, ciò che farebbe della Svizzera un paese riconosciuto con un «livello di protezione adeguato» e quindi senza inutili ostacoli alle attività economiche transfrontaliere. Importante è sottolineare il fatto che le prescrizioni dell’UE non possono né devono essere riprese tali e quali perché per la Svizzera è importante mantenere il margine di manovra e la flessibilità delle imprese che non sono attive nell’ambito dell’UE.

La digitalizzazione nelle strategie di marketing

La digitalizzazione è un tema cruciale per la Cc-Ti, sul quale ci siamo chinati a più riprese nell’anno in corso, e sul quale torneremo anche in futuro con approfondimenti diversi.

Si tratta di un’area strategica verso la quale stiamo puntando in modo rilevante, poiché per noi è imprescindibile anticipare i tempi e lanciare il dibattito, come appunto fatto finora, per valutare  ed esaminare le diverse implicazioni ed opportunità date dalla digitalizzazione. Quest’ultima ha sicuramente molte connessioni e sviluppi sulla società e sul modo di fare impresa (non a caso si parla  già di industria 4.0, di nuovi modelli di business, ecc.), ma rappresenta molteplici sfide che le aziende di oggi devono essere pronte a cogliere.

Questo vale anche per il tema della comunicazione e del marketing. Se da un lato la comunicazione, negli ultimi 10 anni circa, ha subito un radicale cambiamento attraverso l’avvento della comunicazione online ed ai social media; lo stesso vale per il marketing. Infatti, grazie alle nuove possibilità offerte dai nuovi media, questa disciplina ha potuto contare su un ventaglio più ampio di innovazioni e azioni al servizio delle aziende. Nell’ambito di una recente conferenza svoltasi a Milano, il Direttore SSIB Ticino Roberto Klaus, ha avvicinato uno dei più grandi esperti di marketing al mondo, Philip Kotler, autore di numerosi volumi sul tema, studiati nelle università a livello internazionale. Nel corso della conversazione è emerso quanto la digitalizzazione e l’innovazione siano fondamentali per le strategie di marketing e la gestione aziendale.

 

Philip Kotler, esperto internazionale e autore di numerosi volumi sul marketing con Roberto Klaus, Direttore SSIB Ticino

Philip Kotler ha presentato le modalità per affrontare le questioni emergenti del marketing management in una nuova era guidata dalla digital transformation e da una nuova visione di sostenibilità del business. L’ipercompetizione e la trasformazione digitale hanno rivoluzionato il modo in cui le imprese devono pensare al proprio business. Non si compete più solo con le aziende dello stesso settore ma con tutti quei concorrenti in grado di attrarre il cliente tramite le innovative offerte digitali. Particolarmente interessante è il fatto che Kotler, tenuto conto delle trasformazioni tecnologiche, mantiene in modo molto rigoroso e ortodosso un approccio di marketing.

Tra le riflessioni emerse da Kotler, in pillole, possiamo citare:

  • “Il marketing e l’innovazione sono investimenti, tutto il resto, invece, costi”
  • “Non c’è innovazione senza strategia”
  • “Non c’è innovazione senza trasformazione, non c’è trasformazione senza cambiamento”
  • “Nei modelli di business innovativi non esisterà più il CMM – Chief Marketing Manager, ma è meglio puntare sul CGM – Chief Growth Manager”
  • “La logistica è una funziona strategica del processo di marketing”

In questo senso la digitalizzazione è un processo che va affrontato senza timori, per coglierne le opportunità.

Recentemente, ricordiamolo, in occasione della 100° Assemblea della Cc-Ti, anche il Direttore Luca Albertoni ha presentato il progetto portato avanti dalle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS) – di cui è Presidente –, in termini di digitalizzazione delle imprese, per proporre alle aziende un digital check.

Il valore d’azienda: punto vincente per le successioni

Nel corso del 2017 la Cc-Ti si è chinata su numerose tematiche a sostegno delle associazioni di categoria ad essa affiliate. Tra questi temi, vi è il valore d’azienda e la sua valutazione. Il progetto della Cc-Ti mira a sostenere le associazioni di categoria, le cui ditte affiliate sono confrontate con questo passo. Essendo un argomento trasversale, interessa settorialmente (e non) molti comparti economici. In questo senso vi proponiamo di seguito un approfondimento di Claudio Cereghetti, direttore AWB Revisioni SA e AWB Consulenze SA, Lugano, che spiega il valore aziendale e la sua gestione.

I motivi del successo di un’azienda e le implicazioni con la successione aziendale

L’azienda può essere definita come quell’entità che organizza le proprie attività in modo da soddisfare le esigenze dei propri interlocutori (fornitori, dipendenti, finanziatori, clienti, azionisti). Il consenso con gli interlocutori è principalmente assicurato attraverso continui flussi monetari. Fermo restante l’importanza sociale dell’impresa per tutti i portatori di interesse, è indispensabile che l’azienda sia in grado di generare valore economico per assicurare, nel tempo, la sua esistenza ed il consenso.

Non tutte le aziende hanno successo o lo stesso livello di successo. Il successo di un’impresa può essere analizzato e influenzato dalla sua formula imprenditoriale (V. Coda in C. Parolini, come costruire un business plan, Paramond). La formula imprenditoriale fa leva sulla coerenza di tre differenti elementi:

  • il sistema di prodotto, ovvero le caratteristiche materiali ed immateriali del prodotto o del servizio offerto;
  • il mercato di riferimento, a cui l’impresa indirizza la propria offerta;
  • la struttura aziendale, ovvero le risorse e le competenze necessarie a realizzare economicamente lo scopo sociale.
Continua a leggere l’approfondimento di Claudio Cereghetti, pubblicato su Ticino Business di novembre 2017.
Per la Cc-Ti il tema è fondamentale. Per maggiori informazioni inerenti il progetto Cc-Ti destinato alle associazioni di categoria sul valore aziendale è possibile contattare Roberto Klaus,
Direttore SSIB Ticino (Tel. +41 91 911 51 19, klaus@cc-ti.ch).

Il Ticino è sempre più digitale

Testo a cura di Carlo Secchi, Swisscom Ticino

Alla Swisscom Dialogarena Ticino 2018 (tenutasi in ottobre a Lugano) si è fatto il punto sugli sviluppi della digitalizzazione per le aziende. Anche Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti, è intervenuto in un’arena di dialogo. Il tema del digitale e delle sue evoluzioni e implicazioni è clou per la Cc-Ti. Nel corso del 2017 l’abbiamo declinato sotto molte forme, con approfondimenti ed eventi. Ritrovate la nostra posizione in merito qui.

La trasformazione digitale è ormai da tempo un elemento costante della nostra vita quotidiana. Difficile non esserne coinvolti. Più facile invece esserne travolti. Se da una parte, le nuove generazioni ne hanno adottato i paradigmi, dall’altro, politica ed economia si trovano nel mezzo di un guado, tra modelli di business tradizionali e spesso destinati a non essere più sostenibili e nuovi modelli dirompenti, in grado di rovesciare ruoli e sorti anche di aziende ritenute inattaccabili. Con questi presupposti, Julie Arlin ha aperto al LAC di Lugano i lavori della 3° edizione della Swisscom Dialogarena Ticino, una piattaforma già rodata da quasi un decennio oltre Gottardo e che in Ticino è rapidamente diventata un punto di riferimento per operatori del tessuto economico ticinese, per dialogare sui temi inerenti la trasformazione digitale e il suo impatto sul business del nostro Cantone. Quest’anno agli oltre 130 partecipanti, Stefano Santinelli (Delegato del CIO per la Svizzera Italiana) ha illustrato l’evoluzione delle organizzazioni aziendali, sempre più lontane dalle gerarchie “patriarcali” delle prime rivoluzioni industriali e tese a enfatizzare la creatività individuale, la spinta dell’ideale e l’agilità delle strutture “piatte”.

Un momento dell’arena di dialogo alla quale ha partecipato anche il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni.
Sulla foto anche, da sin., Carlo Secchi, Sales Director Ticino – VP, Swisscom, e Patrick Tonascia, Presidente CdA di Tipack Technologies SA

L’On. Christian Vitta, partendo dalla Strategia “Svizzera Digitale” inserita nel programma di legislatura del Consiglio federale, ha declinato il tema a livello Cantonale, parlando di uno Stato che non intende sostituirsi agli imprenditori, ma che è chiamato a porre le migliori condizioni quadro per un Canton Ticino competitivo. Inoltre ha descritto le misure concrete su cui sta lavorando il suo Dipartimento, per poter affrontare la rivoluzione digitale e cogliere al meglio le opportunità che essa offre, riducendo al minimo i rischi che ogni rivoluzione porta immancabilmente con sé.
Nelle sessioni dedicate alle arene di dialogo i partecipanti hanno potuto approfondire temi classici come l’offerta Swisscom Cloud dedicata alle applicazioni o dedicarsi all’aggiornamento sul “radar delle minacce” in ambito cyber-security. Notevole l’interesse suscitato dalle nuove modalità di lavoro, strettamente connesse con il costante fabbisogno di efficienza e mobilità. Quest’ultima (non prima del 2020) vivrà un nuovo ulteriore sviluppo grazie al 5G, presentato in anteprima in un’altra arena, promettendo banda ultralarga in mobilità. Le tecnologie di telefonia mobile più “mature” offrono ancora molto: nell’arena city insights è stata presentata infatti la soluzione per il monitoraggio dei flussi in movimento sulle strade svizzere, grazie alla raccolta dei dati anonimi e aggregati delle SIM collegate alla rete Sisscom e che rende possibile l’analisi della viabilità cantonale anche a livello di singoli quartieri. Infine blockchain, ovvero la tecnologia di base del bit-coin, già applicata per ottimizzare molti processi e presentata nell’arena dedicata.
L’intervento di chiusura è stato affidato al Prof. Luca Gambardella, il quale ha presentato alcuni studi sull’Intelligenza Artificiale a cura del prestigioso “Istituto Dalle Molle” da lui diretto. Esperimenti in corso ma anche applicazioni già in uso, che dimostrano l’altissimo livello raggiunto dal suo istituto (tra i primi 10 al mondo).
Nei momenti di pausa, i partecipanti hanno sperimentato alcune soluzioni “pronte all’uso”, a dimostrazione di quanto, temi considerati futuribili 1 o 2 anni fa, siano oggi già parte integrante della nostra quotidianità. Difficile quindi pronosticare fin d’ora i temi per la prossima edizione della Swisscom Dialogarena Ticino. Più arduo è invece immaginare un anno senza una nuova edizione di un evento ormai
irrinunciabile.

Export a gonfie vele

Continua con il vento in poppa l’andamento positivo dell’export svizzero. I recenti dati dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) dimostrano infatti che il terzo trimestre del 2017 è stato dinamico: le esportazioni si sono attestate a 54,0 miliardi di franchi, il 2,5% in più dello stesso periodo dell’anno precedente, tenuto conto delle correzioni per i diversi giorni lavorativi. Dal fronte delle importazioni si segnala un +7,4% corrispondente a 45,4 miliardi. In termini reali – ovvero con i valori corretti in base all’evoluzione dei prezzi sulla base di valori medi – la progressione è rispettivamente dell’1,4% (export) e dell’1,6% (import). Il saldo della bilancia commerciale è sceso da 10,3 a 8,5 miliardi. Si conferma quindi la tendenza favorevole che si osserva dall’inizio dell’anno e che è proseguita fra luglio e fine settembre, seppur a un ritmo meno sostenuto.

I settori trainanti sono quelli dei metalli (5,6%), dei veicoli (+5,4%) nonché il settore orologiero (5,6%) che continua la sua ripresa dove aver vissuto mesi difficili all’insegna della negatività.  Sono arretrati invece i gioielli (-17%) e la carta (-2%). L’Asia rimane il continente con il quale la Svizzera ha un maggior interesse di esportazione (7%), in particolare Singapore si è dimostrato molto dinamico registrando un 41% nel solo settore della chimico-farmaceutica. Altre cifre particolarmente positive relative ai singoli Paesi possono essere osservate a Hong Kong (+19%) e in Cina (+14%), Germania (+3%), India (+6%), Italia (+6%) e Russia (+31%).

Per quanto concerne il solo mese di settembre, le esportazioni hanno registrato una certa stagnazione. La causa è principalmente da imputare al calo delle vendite di prodotti chimici e farmaceutici negli Stati Uniti che ha fatto peggiorare i risultati. Contrariamente alla performance del mese di agosto, le importazioni hanno continuato a progredire (10%)

Il 2018 all’insegna della crescita

Secondo il recente sondaggio di Switzerland Global Enterprise (S-GE) sul clima dʼexport, le previsioni per l’ultima parte del 2017 indicano che l’anno continuerà ––con questo trend positivo. Le PMI svizzere esportatrici guardano al futuro con grande ottimismo. Circa il 60% di tutte le piccole medie imprese prevede infatti, anche nel 4° trimestre 2017, un aumento delle esportazioni. Nel 2018, la metà di tali PMI pianifica inoltre un’espansione allʼestero. Il barometro delle esportazioni di Credit Suisse rileva nuovamente un’ampia fase di crescita. Nei prossimi mesi lo sviluppo dell’export dovrebbe quindi potenziarsi ulteriormente. Ad influire maggiormente su di esso sono gli effetti positivi della valuta. Infatti, oltre la metà delle imprese intervistate registra una crescita dei margini grazie all’andamento del cambio.

A margine della presentazione del sondaggio di S-GE e Credit Suisse, Sascha Jucker, economista presso Credit Suisse, ha inoltre affermato che “recentemente, nel comparto industriale dei due principali mercati di vendita, quello tedesco e statunitense, si è ulteriormente rafforzato il clima positivo. In tal senso, i valori delle PMI (Purchasing Mangagers Index) in entrambi i mercati superano l’elevata soglia dei 60 punti”. “Il clima dellʼexport è molto positivo – gli ha fatto eco Alberto Silini, responsabile Consulenza presso Switzerland Global Enterprise (S-GE) – “in particolare lo sono le prospettive e margini più alti, che permettono di operare nuovamente maggiori investimenti. I beni e servizi svizzeri sono molto richiesti allʼestero. Le PMI che prevedono di avviare unʼattività di export, oppure di accedere a nuovi mercati, devono cogliere ora quest’opportunità, che si presenta nel momento ideale”.

Marco Passalia, vice direttore e responsabile Servizio Export Cc-Ti

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

Il servizio Export della Cc-Ti e S-GE sono a vostra disposizione per consulenze in ambito di esportazioni. Contatti email: Cc-Ti e S-GE

Trasformazioni digitali fra timori e opportunità

Si parla molto della trasformazione digitale, anche se probabilmente sarebbe più corretto declinare il tutto al plurale, perché vi sono molte trasformazioni in atto che rimettono in discussione numerosi modelli economici e sociali che sembravano molto consolidati. Le paure sono legittime e umanamente comprensibili quando ci si trova di fronte a cambiamenti epocali, oltretutto di rapidità inedita.

Questo non deve però distogliere dall’osservazione più fattuale degli eventi. Ad esempio si cita spesso la deindustrializzazione in Europa (Svizzera compresa), mentre in realtà è più una mutazione (non certamente la prima) che una fine vera e propria dell’industria. Un noto sociologo, ingegnere ed economista francese, Pierre Veltz, ha recentemente pubblicato un libro molto interessante, intitolato “La société hyper-industrielle” (con il sottotitolo “Le nouveau capitalisme productif”). Egli indica come in realtà non vi sia una regressione dell’industria, ma una profonda trasformazione, soprattutto della sua organizzazione. La rivoluzione in atto  con la quale dobbiamo confrontarci concerne sì l’automatizzazione di taluni compiti lavorativi, ma soprattutto le opportunità derivanti dalle reti di comunicazione che agevolano ulteriormente la dispersione  nella produzione in tutto il mondo, l’inclusione dell’utilizzatore nei cicli di produzione e la ricezione costante dei dati di utilizzo grazie alle varie piattaforme di scambio di dati. La tesi è che l’industria starebbe diventando un servizio come gli altri, mentre molti servizi si organizzerebbero secondo criteri industriali, rendendo sempre più difficile la distinzione fra i due rami economici. Spunto certamente opinabile ma  comunque interessante, perché permette di capire che la trasformazione digitale non è per forza negativa, ma permette sviluppi anche impensabili. Non è del resto un caso che si parli sempre più spesso di “reshoring”, ossia di rimpatrio in Europa di attività industriali esportate anni fa verso quelli che erano considerati paesi a basso costo di produzione. La trasformazione digitale rende talune attività economiche  meno costose e quindi rilancia la competitività europea a livelli di costi. Anche in Svizzera vi sono vari esempi di questo tipo, a partire dalla crema di Ovomaltina da spalmare sul pane, di nuovo prodotta in  Svizzera dopo essere stata “esportata” in Belgio. Vero che non sempre questo è accompagnato da spettacolari creazioni di posti di lavoro dal punto di vista quantitativo, ma nel caso dell’Ovomaltina vi sono  comunque cinque nuovi posti di lavoro nel canton Berna. E cinque è meglio di zero, anche perché comunque ciò permette di riportare nel nostro paese determinate competenze. Anche di questo occorre tenere conto quando si parla di trasformazione digitale.

La digitalizzazione è un tema clou per la Cc-Ti. Nel corso del 2017 l’abbiamo declinato sotto molte forme, con approfondimenti ed eventi.
Ritrovate la nostra posizione in merito qui.

Logistica distributiva: la digitalizzazione quale motore dell’innovazione

Riflessioni del Direttore SSIB Ticino, Roberto Klaus, sulla digitalizzazione nell’ambito dei processi produttivi delle aziende 4.0, della logistica distributiva e dell’innovazione.

L’Associazione Logistica in Rete (VNL) è un’organizzazione nata nel 2008 allo scopo di promuovere l’innovazione nell’ambito della logistica, soprattutto con attività di ricerca applicata e con la partecipazione del mondo accademico e ed economico. Quest’associazione è stata riconosciuta ed è in parte finanziata dalla CTI – Commissione per la tecnologia e l’innovazione della Confederazione. I criteri per la  valutazione di una richiesta di finanziamento nell’ambito della ricerca in logistica sono la sua importanza economica e tecnico-scientifica, il suo potenziale commerciale, il suo contributo allo sviluppo durevole, un piano di lavoro e di finanziamento chiaro e una somma in contanti come prova dell’impegno dell’azienda. L’associazione logistica in Rete VNL è presente dal in Ticino dal 2013, con la collaborazione dell’Istituto sistemi e tecnologie per la produzione sostenibile (ISTePS) e dell’Istituto Dalle Molle (IDSIA), entrambi del Dipartimento Tecnologie Innovative (DTI) della SUPSI.

VNL, che aderito alla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), si pone tra le sue attività:

  • la promozione all’innovazione nell’ambito della logistica aziendale,
  • il sostegno della collaborazione tra istituti di ricerca, centri formativi a livello universitario e aziende,
  • la garanzia del trasferimento delle tecnologia e del sapere tra il mondo accademico e l’economia in ambito logistico,
  • lo sviluppo di specifici progetti di ricerca,
  • si occupa della formazione di giovani ricercatori nell’ambito della ricerca applicata,
  • comunica e facilita la comprensione del concetto logistico anche nell’opinione pubblica, in stretta collaborazione la Cc-Ti.

L’argomento fondamentale nell’ambito dell’innovazione si collega all’evoluzione tecnologica e, in particolare, alla digitalizzazione. Diversi fattori hanno aumentato negli ultimi anni la complessità del settore:  l’allargamento rapidissimo delle gamme di prodotto, la frammentazione e aumento degli ordini, la disomogeneità delle richieste dei consumatori e degli stessi punti vendita, l’esplosione dell’e-commerce con le sue criticità (complessità alla gestione B2C, costi legati alla consegna all’ultimo miglio, gestione dei resi, ecc.).

Nel settore della logistica l’evoluzione  del digitale è crescente. Nell’ambito della cosiddetta “Industria 4.0”, la digitalizzazione  in atto porterà chiari benefici alle aziende ed agli attori coinvolti.

Rispetto a queste sfide un supporto prezioso è il digitale: molte tecnologie dell’Industria 4.0 possono migliorare anche i processi logistici, e le ricerche confermano l’emergere tra gli addetti ai lavori una chiara consapevolezza sui benefici della digitalizzazione.
Quali esempi elenchiamo tre grandi aree tecnologiche di interesse:

  1. La visibilità sull’intero processo di distribuzione e consegna, in quest’area abbiamo piattaforme collaborative, applicazioni e digitalizzazione dei documenti di trasporto (DDT), soluzioni che favoriscono la tempestività, la tracciabilità delle informazioni, l’incremento dell’efficienza e della modalità del processo di distribuzione.
  2. La seconda area di interesse si riferisce al Warehouse Management System, con alcune nuove funzionalità o comunque modalità ottimizzate (riferite al Workflow Scheduling, al Load Building che è una tecnologia ottica per calcolare volume e peso delle spedizioni) o integrando più strettamente il sistema con le soluzioni di Transport Management System.
  3. La terza area riguarda le opportunità dell’Internet of Things. Gli Smart Glasses sono in sperimentazione in ambiti diversi, il più concreto è nei centri distributivi per fornire velocemente all’operatore informazioni, con  potenziali benefici di efficienza, efficacia in termini di qualità delle palette, riduzione di errori, e personalizzazione. Anche per i sensori RFID prevalgono le applicazioni in centri distributivi, sia sui mezzi di  movimentazione che incorporati alle scaffalature, con obiettivi della posizione e delle condizioni della merce, gestione dei veicoli, sicurezza delle operazioni di prelievo e stoccaggio, imballaggi intelligenti che sanno costruire il proprio percorso distributivo in base agli algoritmi che indicano esigenze legate alla tempistica, ai costi, alla sicurezza, ecc..

Vi è una crescente consapevolezza sui reali benefici offerti della digitalizzazione nei processi di trasporto merci e, più in generale, della logistica.

La digitalizzazione è un tema cruciale per la Cc-Ti. Infatti durante il 2017 abbiamo avuto un evento maggiore dedicato alla tematica la scorsa primavera (ritrovate i dettagli sulla nostra posizione), come pure un business breakfast il 26 settembre (di cui potete leggere sul nostro sito).

Forte intesa tra la Regione di Almaty e il Ticino

Dal 10 al 12 ottobre è stata ricevuta in Ticino una delegazione della Regione di Almaty, guidata dal Governatore della regione, Amandyk Batalov. La folta delegazione, composta da rappresentanti istituzionali, accademici ed imprenditori kazaki, era accompagnata dall’Ambasciatrice del Kazakistan in Svizzera, Zhanar Aitzhanova, e da Maxat Suleimenov, Consigliere dell’Ambasciata.

La visita fa seguito alla firma del memorandum d’intesa tra Cantone e la Regione di Almaty, avvenuta lo scorso 11 agosto ad Astana e si inserisce nel contesto di sviluppo delle relazioni tra Ticino e Kazakistan.

L’intenso programma prevedeva degli incontri istituzionali e dei momenti dedicati all’economia ticinese. Il 10 ottobre la delegazione è stata ricevuta dal Sindaco della Città di Lugano, Marco Borradori, il quale ha sottolineato gli ottimi rapporti tra la Città di Lugano e il Kazakistan. In seguito, la delegazione ha avuto modo di recarsi al centro culturale LAC, ormai divenuto luogo di visita obbligatorio per le delegazioni straniere in visita sul Lago Ceresio. Il giorno seguente gli ospiti kazaki si sono recati a Bellinzona e, dopo una visita della città e dei celebri castelli, hanno potuto incontrare il Governo ticinese, rappresentato dal Presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli e dal Consigliere di Stato Christian Vitta, accompagnati dal Cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri e dal Delegato per le relazioni esterne Francesco Quattrini.

Per quanto riguarda la parte economica del programma, la delegazione era particolarmente interessata ad avere degli scambi concernenti i settori chiave per la loro regione, come le energie rinnovabili, il turismo e il settore alimentare (in maniera specifica la produzione di alimenti). La Cc-Ti, tenendo conto di queste aree di interesse, ha organizzato dapprima un incontro con aziende locali in cui sono stati presentati i settori forti dell’economia ticinese, con un accento su quello del turismo, grazie agli interventi di Lorenzo Pianezzi, Presidente di hotelleriesuisse, e di Veronica Lafranchi, Country Manager Overseas di Ticino Turismo. Durante l’incontro, il Governatore della Regione di Almaty ha sottolineato la posizione chiave che occupa la regione dal punto di vista geografico. Il territorio è situato in effetti al crocevia tra Europa e Asia ed è un punto di accesso privilegiato verso altri mercati interessanti, come la Cina, l’India o ancora la Corea del Sud.

La delegazione era particolarmente interessata ad avere degli scambi concernenti i settori chiave per la loro regione, come le energie rinnovabili, il turismo e il settore alimentare (in maniera specifica la produzione di alimenti).

La delegazione ha inoltre avuto la possibilità di assistere alla presentazione di alcune aziende e di poterle visitare. L’ingegnere Paolo Selldorf, Caposettore comunicazione e sensibilizzazione dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti, ha tenuto un’interessante presentazione sullo stabilimento di Giubiasco. La delegazione si è mostrata estremamente interessata al tema dello smaltimento dei rifiuti, molto attuale in questo momento in Kazakistan. In seguito, Alessandra Alberti, Direttrice di Chocolat Stella, ha presentato la sua azienda e ha accompagnato personalmente la delegazione a visitare la produzione di cioccolato. La delegazione si è infine recata a Quartino per una visita di ABB e ha incontrato il Direttore dello Stabilimento, Michele Sargenti.

A chiudere il programma, la visita presso il complesso sciistico di Airolo, allo scopo di approfondire le potenzialità di una cooperazione tra il resort leventinese e altre simili strutture di sport invernali presenti nella Regione di Almaty.

Per la Cc-Ti è stato importante accogliere questa delegazione, in quanto già da diversi anni ha posto il Kazakistan fra le sue priorità. Le relazioni tra i due paesi sono eccellenti e si auspica di continuare a rafforzare l’intesa tra Ticino e Kazakistan. La Cc-Ti prevede infatti di organizzare a breve una nuova missione nel paese euroasiatico.