Regulatory Technology in Giappone: liberare il valore nascosto della compliance

In Giappone, la Regulatory Technology (RegTech) è considerata una soluzione chiave per affrontare questioni sistemiche dellʼindustria finanziaria. La Svizzera sta ottenendo riconoscimenti nei campi della crittografica, del blockchain e altre di distributed ledger technology. Le imprese svizzere di tecnologia possono far leva su questa reputazione per fornire soluzioni.

Sostenuto dallʼindustria bancaria e finanziaria, il governo del Giappone incoraggia lʼimplementazione di servizi e prodotti RegTech. Con i Giochi olimpici di Tokyo allʼorizzonte, lʼobiettivo è creare lʼambiente richiesto per lʼadozione di servizi FinTech, vantare efficienza negli affari e diminuire lʼesposizione al rischio di compliance. Un altro obiettivo è incrementare lʼefficienza burocratica e migliorare i servizi del governo per i contribuenti, nonché gli affari tramite lo sviluppo di soluzioni e-Government semplificate che includono RegTech.

Istituti finanziari si rivolgono la tecnologia RegTech al fine di affrontare ostacoli sistemici che frenano lʼeconomia giapponese e generando costi elevati (ad esempio livello estremamente elevato di transazioni in contanti, 60%, che bloccano fino ad un valore di 10 trilioni di JPY; mancanza di digitalizzazione e digitalizzazione nei settori pubblico e privato).

Questi si sommano ai soliti costi legati alla compliance, come ad esempio il rispetto del KYC (know your customer), delle norme anticorruzione. Lʼintegrazione dellʼintelligenza artificiale, dellʼanalisi di big data o blockchain è una priorità per lʼindustria bancaria, considerando che ogni anno si spendono 3-4 miliardi di USD nelle mega banche giapponesi soltanto per la compliance. Si tratta anche del caso dei servizi del governo che gestiscono grandi volumi di dati sensibili, come lʼassicurazione pensionistica e sanitaria.

Si studiano soluzioni lanciate oltre oceano (ad esempio società senza contanti in Svezia, la piattaforma EasyGov in Svizzera) e sta crescendo un ecosistema di startup che riunisce startup nazionali ed estere di tecnologia, principali aziende, investitori, ricercatori e il settore pubblico…

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Nuovo accordo di libero scambio dal 1° maggio 2018: AELS-Georgia

L’accordo di libero scambio tra l’Associazione europea di libero scambio (AELS) e la Georgia entrerà in vigore per la Svizzera il 1° maggio 2018. In tale prospettiva il 28 marzo 2018 il Consiglio federale ha deciso le modifiche di ordinanza per attuare le concessioni doganali previste nell’accordo. Già approvato dalle Camere federali lo scorso settembre, l’accordo contribuirà a dare nuovo slancio alle relazioni commerciali tra le parti contraenti.

 

L’accordo di libero scambio (ALS) tra la Georgia e gli Stati dell’AELS (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) ha un vasto campo d’applicazione settoriale e contempla tra l’altro il commercio di prodotti industriali e agricoli, le regole d’origine, le procedure doganali e le agevolazioni degli scambi. Firmato il 27 giugno 2016, l’accordo corrisponde in ampia misura ai nuovi accordi di libero scambio stipulati dagli Stati dell’AELS con Paesi terzi.

Riduzione dei dazi nel commercio bilaterale

L’ALS elimina completamente o parzialmente i dazi doganali per la maggior parte degli scambi bilaterali con la Georgia e promuove il commercio mediante l’agevolazione delle procedure doganali. A partire dalla sua entrata in vigore saranno eliminati quasi tutti i dazi sui prodotti industriali. La Svizzera potrà inoltre beneficiare di concessioni doganali su prodotti agricoli trasformati e di base di suo interesse (tra cui il formaggio e altri latticini nonché la cioccolata). Gli Stati dell’AELS ottengono così un accesso al mercato georgiano paragonabile a quello dei loro principali concorrenti dell’UE. Inoltre, il nostro Paese ha fatto pienamente valere i suoi principali interessi d’esportazione.

Sostegno delle riforme economiche

La conclusione dell’ALS tra gli Stati dell’AELS e la Georgia si inserisce nel quadro della politica svizzera a sostegno delle riforme economiche e dell’integrazione di questo Paese caucasico nelle strutture di cooperazione economica europee e internazionali. L’accordo rafforza la competitività degli operatori economici svizzeri, ne facilita l’accesso al mercato georgiano e migliora le condizioni quadro giuridiche.

Comunicazione ufficiale della SECO, 28.03.2018
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Swissness: quanta confusione con questo marchio

Swiss Made, Swissness, Svizzeritudine. Quale sia il termine utilizzato vi è purtroppo ancora molta, troppa, confusione sul suo reale significato e sul corretto utilizzo del marchio o della croce elvetica. I prodotti e i servizi svizzeri godono di un’eccellente reputazione sia nel nostro Paese sia all’estero. Potersi fregiare del marchio “Svizzera” è senza dubbio una carta vincente riconosciuta internazionalmente, le denominazioni d’origine svizzera vengono pertanto utilizzate volentieri dagli imprenditori elvetici, talvolta però impropriamente. Per garantire la massima reputazione dei prodotti e servizi svizzeri, il 1° gennaio 2017 è stata introdotta una nuova regolamentazione concernente l’uso dell’indicazione di provenienza “Svizzera” e della croce bianca su sfondo rosso. Essa poggia su quattro ordinanze che hanno inasprito i criteri per il loro utilizzo. Anche se non vi è un organo di vigilanza, vige l’inversione dell’onere della prova ed è necessario seguire attentamente quanto riportato in tali ordinanze.
Detto questo, proviamo a fare un po’ di chiarezza sugli aspetti principali…

Origine VS indicazioni di provenienza

È importante comprendere che vi è una netta distinzione con l’origine preferenziale e non preferenziale delle merci: la Swissness non associata all’origine doganale della merce e non è legata a un’eventuale diminuzione dei dazi, è unicamente un’indicazione di provenienza geografica.

Utilizzo del marchio “Swiss Made”

Per l’apposizione del marchio “Swiss Made” o “Made in Switzerland”, le nuove regolamentazioni distinguono tre categorie e diverse percentuali di “svizzeritudine”:

  • prodotti industriali: devono essere realizzati in Svizzera il 60% dei costi di produzione e la fase di produzione più significativa;
  • derrate alimentari: l’80% del peso delle materie prime deve provenire dalla Svizzera e la trasformazione più significativa deve essere svolta su suolo elvetico (numerose eccezioni sono previste);
  • servizi: questi possono essere promossi come svizzeri unicamente se la sede e la gestione effettiva dell’azienda sono in Svizzera.

Le imprese che non adempiono ai criteri summenzionati hanno la possibilità di mettere in valore certe tappe di produzione, a condizione tuttavia che l’attività specifica in questione si svolga integralmente in Svizzera: ad esempio, salsiccia “affumicata in Svizzera”, mobili “Designed in Switzerland”. In questi casi non è però ammessa l’apposizione della croce svizzera.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

 

 

 

 

 

 

 

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Delegazione canadese in Ticino accolta dalla Cc-Ti

l 21 e 22 marzo 2018 la nuova Ambasciatrice del Canada in Svizzera e Liechtenstein, S.E. Susan Bincoletto, si è recata nel nostro Cantone. Si è trattata della sua prima visita in Ticino. L’Ambasciatrice era accompagnata da tre collaboratori: Thierry Montpetit (Consigliere speciale), Pamela Hay (Console e Consigliere commerciale) e Lakshmi Kern (Consigliere responsabile per i settori dell’IT, FinTech e Formazione).

Grazie ad un intenso programma, coordinato dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), l’Ambasciatrice ha avuto modo di incontrare rappresentanti del mondo universitario ticinese, come delle istituzioni, tra cui anche il Sindaco di Lugano, Marco Borradori, con cui ha potuto intrattenersi mercoledì 21 marzo. Per quanto riguarda il programma economico, S.E Bincoletto è stata dapprima accolta presso le aziende Mikron SA e Mikron Tool SA di Agno dai rispettivi General Manager Walter Sayer ed Elio Lupica. Il gruppo si è in seguito recato al Centro svizzero di calcolo scientifico, dov’è stato ricevuto dal Vicedirettore Michele de Lorenzi. Il giorno seguente la delegazione si è trasferita nel Sopraceneri per una visita presso la RUAG Aviation di Lodrino e un incontro con il Direttore Enzo Giannini e Max Grob, Business Development. In conclusione del programma, si è tenuta la visita alla Tenconi SA di Airolo dove la delegazione è stata accolta dal Direttore Michele Beffa e dal Direttore commerciale Fabrizio Lucchini.

Gli scambi sono stati molto proficui e sono state discusse possibilità concrete di collaborazione. Nel 2019 la Cc-Ti ha infatti deciso di organizzare una missione in Canada grazie alle buone sinergie createsi con la delegazione accolta in Ticino che ha già fornito il suo supporto per l’organizzazione e i contatti in loco. Sono emersi molti punti in comune tra le due economie che meritano di essere approfonditi e tradotti in scambi effettivi. La missione avrà quindi l’obiettivo di creare strette relazioni tra le imprese ticinesi e quelle canadesi, così da poter cogliere al meglio le opportunità che offrono entrambi i Paesi.

Svizzera e Canada, relazioni bilaterali

Il Canada è un Paese dal grande potenziale, non sorprende quindi il grande interesse che le aziende ticinesi hanno mostrato per incontrare l’Ambasciatrice canadese.

Canada e Svizzera sono legate da importanti relazioni, basti ricordare che sia in termini di scambi bilaterali che di investimenti diretti, il Canada è il secondo partner economico più importante della Svizzera nelle Americhe. Secondo i dati dell’Ambasciata svizzera in Canada, nel 2016 la Svizzera ha importato merci per un valore di 1,095 miliardi di franchi (principalmente pietre preziose e metalli), mentre le esportazioni in Canada in quell’anno sono ammontate a 3,473 miliardi di franchi. La Svizzera esporta invece principalmente prodotti farmaceutici. Inoltre, in quanto membro del G7 e del G20, il Canada svolge un ruolo importante per la Svizzera, in particolare in materia di finanza internazionale e questioni fiscali.

Le due nazioni sono inoltre molto simili. Entrambe infatti hanno economie aperte e orientate al mercato che incoraggiano il commercio e gli investimenti. Il loro importante commercio bilaterale è stato regolamentato nel 2009 da un accordo di libero scambio concluso tra l’Associazione europea di libero scambio (di cui la Svizzera è membro) e il Canada.

 

Internazionalizzazione delle aziende: le misure di sostegno

Quali sono i primi passi da intraprendere per affrontare nuovi mercati? La partecipazione a fiere specialistiche è sicuramente un approccio interessante per affacciarsi a un possibile business in un Paese estero, che necessita però anche di un’analisi e di una valutazione. La selezione di un partner commerciale è altresì un aspetto importante. Queste misure richiedono da parte delle aziende sforzi organizzativi ma soprattutto finanziari. Proprio per quest’ultimo motivo, il Canton Ticino sostiene le aziende volte all’internalizzazione con due specifici crediti quadro che passiamo velocemente in rassegna.

Il sostegno a fiere specialistiche

Malgrado l’era della digitalizzazione nel mondo degli affari rimane fondamentale il contatto diretto e umano. Essere presenti online – tramite siti internet e social media – è un requisito necessario per ogni azienda, ma non bisogna dimenticare le basi di ogni relazione. La presenza ad una fiera permette infatti di conoscere direttamente tutte quelle sfaccettature di un eventuale partner commerciale che il web o una telefonata celano. Una stretta di mano e uno sguardo rimangono insostituibili ad un messaggio email o ad una telefonata. Per la partecipazione a fiere specialistiche, il Cantone Ticino supporta le aziende che desiderano partecipare tramite contributi a fondo perso. Di cosa si tratta?

Il sostegno a fiere specialistiche, una delle misure più utilizzate dalle aziende, prevede un credito di 1’000’000 di franchi all’anno. Il contributo viene concesso sotto forma di credito a fondo perso, con una percentuale del 50% dei costi computabili, che comprendono la tassa di partecipazione alla fiera, l’affitto dell’area espositiva, le spese per la realizzazione o l’affitto dello stand. Sono invece escluse le prestazioni proprie (anche per l’allestimento dello stand), le spese di pernottamento, di vitto, di viaggio, di propaganda e altre spese. Ogni richiedente può beneficiare di un contributo complessivo massimo di 20’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste. Vengono considerate unicamente le richieste che prevedono un costo computabile complessivo di almeno 4’000.- CHF. La richiesta di sostegno va presentata entro la data dell’evento.

Sostegno per progetti di internazionalizzazione

L’internalizzazione richiede una buona conoscenza dei mercati esteri. Per un’azienda non è sempre evidente trovare il giusto partner commerciale e ad avere delle valutazioni affidabili del Paese target per potersi affacciare a nuove opportunità di business. Per promuovere l’internazionalizzazione delle aziende, il Cantone può concedere contributi per mandati di consulenza affidati a Switzerland Global Enterprise (S-GE) e volti a realizzare analisi di mercato, ricerca di partner, missioni esplorative, analisi della regolamentazione e della legislazione del mercato. L’aiuto cantonale è concesso sotto forma di contributo a fondo perso, con una percentuale del 50% del costo computabile del progetto fino ad un massimo di 10’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

 

 

 

 

 

 

 

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Gli effetti della Riforma fiscale USA sulle PMI svizzere

La nuova riforma fiscale del Presidente USA Donald Trump interessa anche gli esportatori svizzeri. Gli imprenditori svizzeri, presenti negli Stati Uniti con una società affiliata o che curano rapporti commerciali indiretti con il Paese, beneficiano della nuova legge.

A causa della diminuzione dellʼimposta sulle società, le imprese svizzere pagheranno meno tasse.

La più alta aliquota progressiva marginale è stata ridotta dal 35% al 21% forfetario.

Al contempo, le imprese svizzere possono beneficiare anche indirettamente di questa riduzione delle imposte, perché le imprese americane, grazie a questa modifica hanno maggior denaro a disposizione. La domanda di beni e servizi dovrebbe, così, aumentare.

Punto dolente “imposta BEAT”

La nuova riforma fiscale negli USA è anche legata a ostacoli. Un punto dolente è la nuova imposta “Base Erosion and Anti-Abuse Tax (BEAT)”. Questa imposta può, ad esempio, essere applicata nel pagamento di interessi, royalties oppure commissioni di gestione. Qui si corre il rischio che tali importi vengano doppiamente tassati. Da un lato tramite lʼimpresa affiliata sottoforma di imposta BEAT, dallʼaltro tramite la casa madre, a causa dellʼimposta sul reddito svizzera.

La maggior parte delle PMI non dovrebbe, però, esserne interessata, perché lʼimposta BEAT è diretta ad aziende quotate in borsa e a grandi imprese private. Ciò nonostante tutte le aziende devono essere informate al riguardo….

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Informazioni utili per gli imprenditori moderni

La scorsa settimana vi abbiamo presentato la nuova rivista economica della Cc-Ti, Ticino Business, di cui potete scoprire il nuovo concept rileggendo l’editoriale firmato dal Direttore Cc-Ti Luca Albertoni e da Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed Eventi.

La rivista economica contiene numerosi articoli di approfondimento, nonché una vetrina importante per la messa in rete dei soci della Cc-Ti, ma non solo. Sono molte le news in questo senso, una su tutte è proprio la nuova rubrica “Informazioni utili”, che presenta in modo essenziale delle novità e degli aggiornamenti su diversi temi utili agli imprenditori moderni, con spunti ed input differenti per la gestione aziendale.

Anche in questo senso vi è dunque una comunicazione multicanale, proprio nell’ottica di cui abbiamo ampiamente parlato, e su cui stiamo puntando, poiché vi sono diversi rimandi al nostro sito Internet, tra carta stampata e social media.

Quali sono dunque le informazioni utili da scoprire?

Monika Rühl ad Espoprofessioni per parlare di formazione professionale

Lo scorso 8 marzo, in occasione della giornata delle donne, il Comitato organizzativo di Espoprofessioni, di cui la Cc-Ti fa parte da tempo con un proprio rappresentante attivo nella persona di Lisa Pantini, Responsabile Relazioni con i soci, ha deciso di organizzare un evento nel quale invitare un personaggio di prestigio a livello svizzero per parlare di formazione professionale a 360 gradi. Si è trattato di Monika Rühl, Presidente della Direzione generale di economiesuisse, che è stata intervistata da Ruben Rossello, Presidente dell’Associazione Ticinese dei Giornalisti.

Grazie dunque alla collaborazione attiva con economiesuisse, di cui la Cc-Ti può fregiarsi, è stato possibile dar vita ad una conferenza interessante sia per gli imprenditori e i rappresentanti delle associazioni di categoria, come pure per le autorità ed i giovani presenti.

Davanti ad un folto pubblico, Monika Rühl è stata sollecitata su diversi temi che ruotano attorno all’economia, toccando numerosi aspetti relativi alla sua esperienza quale donna ai vertici in settori diversi (pubblico e privato), ma non solo. Formazione professionale, carriera universitaria vs. apprendistato, conciliabilità tra lavoro e famiglia, talent management, pari opportunità, imprenditoria, ecc.: sono solo alcuni dei temi toccati dalla prestigiosa ospite, che con un’ottica nazionale (e non solo locale), ha risposto alle domande poste da Ruben Rossello, come pure da due classi del Centro professionale commerciale di Lugano, preparatesi con i loro docenti apposta per l’evento.

Il personaggio

Monika Rühl è Presidente della Direzione generale di economiesuisse dal 1° settembre 2014.
Dopo aver studiato lingue romanze (francese e italiano) all’ Università di Zurigo, Monika Rühl si è formata quale diplomatica a Berna, Bruxelles e Ginevra. Ha iniziato la sua carriera nell’ Amministrazione federale lavorando per un breve periodo presso il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), in particolare presso la Missione svizzera presso le Nazioni Unite a New York, prima di diventare assistente personale del Consigliere federale Joseph Deiss (2002 presso il DFAE, 2003-2006 presso il Dipartimento federale dell’economia DEFR). Monika Rühl è stata successivamente a capo del centro di servizi per le relazioni economiche bilaterali della Segreteria di Stato dell’economia SECO in qualità di membro della Direzione generale e ambasciatrice. Nel 2008 è stata nominata delegata del Consiglio federale per gli accordi commerciali. Dal 2011 al 2014 è stata Segretario generale del Dipartimento federale di economia, formazione e ricerca (DEFR).

Espoprofessioni

La fiera delle professioni, si è svolta a Lugano dal 5 al 10 marzo. La Cc-Ti ha già sottolineato più volte il proprio impegno verso questa manifestazione, che in 6 giorni ha visto oltre 30mila visitatori girare fra stand animati da professionisti, formatori apprendisti e associazioni di categoria, poter scoprire le 236 opportunità formative offerte nel Canton Ticino.

Scoprite cosa ha detto il Direttore Cc-Ti Luca Albertoni nell’intervista apparsa su Azione il 26 febbraio 2018 proprio sul tema di Espoprofessioni e della formazione professionale. Ritrovate anche la posizione Cc-Ti in merito.
Potete riascoltare l’intervista a Lisa Pantini, Responsabile Relazioni con i soci Cc-Ti, fatta con la RSI – Rete 3 per la trasmissione Baobab, sempre sul tema degli argomenti trattati da Monika Rühl nel dibattito dello scorso 8 marzo 2018.

Come darsi maggiore visibilità su Facebook

Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, ha recentemente annunciato un cambiamento dell’algoritmo del social network. Tutto ciò che vediamo nel nostro “feed” è infatti il risultato di una serie di considerazioni che stanno a cuore alla piattaforma. Purtroppo queste stesse considerazioni non combaciano sovente con quelle degli utenti. Le ultime modifiche apportate nel mese di gennaio toccano principalmente le “pagine” aziendali legate alle attività professionali di diverse imprese che, anche in Ticino, hanno la propria attività “social” per farsi conoscere e promuovere i propri servizi e prodotti.

Preferenza alle interazioni

Non entrando nel merito delle scelte di Zuckerberg – che può decidere a piacimento cosa possiamo vedere – desideriamo capire come affrontare le modifiche dell’algoritmo che mirano alla promozione dei contenuti pubblicati dagli amici piuttosto che quelli delle pagine seguite.

Per non veder penalizzati i propri post e anzi usare a proprio vantaggio il nuovo algoritmo, le aziende devono condividere sulla propria pagina il tipo di materiale che genera conversazioni tra persone. Detto in parole povere bisogna saper creare dialogo sui post (meglio se immagini, gif o video) e condivisioni con gli altri utenti. Da non dimenticare inoltre che la qualità è più importante della quantità: più gli argomenti della pagina aziendale sono interessanti, più le persone sono stimolate a commentare e discuterne tra loro nei commenti.

Contenuti multimediali

Aspetto inoltre fondamentale – e sostenuto naturalmente dallo stesso Facebook – è l’investimento delle aziende nelle sponsorizzazioni. La pubblicità, se usata in modo corretto, può incrementare i “mi piace” sulle pagine e la vicinanza con i propri utenti. Infine, anche se a livello aziendale è forse più difficile da implementare, il nuovo algoritmo di Facebook predilige i video in diretta proprio perché attirano le persone e creano a loro volta dialoghi e commenti. La regolarità, anche in questo caso, è premiante e genera interesse alla piattaforma.

Una piccola astuzia

Con questi accorgimenti si può sviare l’algoritmo, ma rimane un’ultima alternativa da suggerire ai propri “followers”. Ad esempio, per continuare a seguire regolarmente i post della pagina Cc-Ti o della Bacheca dei Soci, vi invitiamo ad accedere cliccando – se non l’aveste ancora fatto – “mi piace”, in seguito bisogna selezionare il menu “pagina seguita”, indicando “mostra per primi”. Con questo piccolo accorgimento la persona informerà Facebook che desidera continuare a vedere prioritariamente le notizie della Cc-Ti. L’avete fatto? Bene, comunicatelo anche ai vostri follower per la vostra pagina aziendale!

Per non perdersi nessun aggiornamento delle pagine, selezionare il menu “pagina seguita”, indicando “mostra per primi”.

Esportazione temporanea: qualche linea guida

Vero e proprio passaporto per le merci che devono essere esportate temporaneamente all’estero, il Carnet ATA (o Carnet CPD per Taiwan) riduce al minimo le formalità doganali ed elimina i pagamenti dei dazi e dei tributi dovuti all’entrata nel Paese estero di destinazione o di transito. Nell’arco dell’anno della sua validità, il Carnet ATA può essere utilizzato per più passaggi attraverso le dogane dei Paesi aderenti alla Convenzione ATA.

Accettato da 76 nazioni in continuo aumento, il Carnet ATA è un documento doganale internazionale emesso dalle Camere di commercio volto ad agevolare tutte quelle operazioni di spostamenti di merci che non devono subire nessuna modifica all’estero. Il Carnet ATA può essere utilizzato per tre principali campi d’applicazione: fiere internazionali, campioni commerciali e materiale professionale. Vi sono però delle eccezioni come ad esempio l’esportazione temporanea di merce deperibile, oppure di alcuni tipi di materiale professionale, come gru o betoniere. Si consiglia quindi di verificare sempre a priori se sono segnalate eventuali restrizioni nell’utilizzo del Carnet ATA nel Paese di destinazione delle merci (materiali non ammessi, lista degli uffici doganali e gli orari, procedure particolari) consultando la propria Camera di commercio.

“Si consiglia di verificare sempre a priori se sono segnalate eventuali restrizioni nell’utilizzo del Carnet ATA nel Paese di destinazione delle merci consultando la propria Camera di commercio”.

Fiera in arrivo? Il caso pratico

Nel caso in cui un’azienda desideri partecipare ad una fiera all’estero e deve esporre della merce per attirare dei clienti, ecco che il Carnet ATA è la soluzione migliore e più rapida. Prima di partire si contatta la propria Camera di commercio, in questo caso la Cc-Ti, e si richiede il Carnet ATA tramite la piattaforma Ataswiss. Riempiendo il formulario online, il titolare deve stilare una lista precisa di tutta la merce che intende esportare all’estero e che poi rientrerà, senza aver subito nessuna modifica, in Svizzera. Attenzione, nel caso di una fiera, sul Carnet ATA non dovrà essere inserito il materiale pubblicitario (ad esempio flyer o gadget) che sarà distribuito in fiera. Al termine della procedura online, il titolare sarà contattato dalla Cc-Ti per la richiesta della garanzia e, nell’arco di 24 ore, potrà ritirare il documento che sarà valido per un anno dalla data di emissione. Ad ogni passaggio doganale, il possessore del Carnet ATA deve assolutamente controllare che il doganiere tolga la parte interessata (“volet”) e apponga il timbro e la firma sulla “souche” (parte che rimane nel Carnet). Al rientro in Svizzera, o alla scadenza del documento, bisognerà riconsegnare il Carnet ATA alla Cc-Ti e – se sono state rispettate tutte le formalità – verrà restituita la garanzia.

La Cc-Ti è sempre disponibile a fornire informazioni dettagliate inerenti i Carnet ATA e il loro utilizzo. In caso di dubbi o di domande, potete contattare il Servizio Export e Legalizzazioni.

Valentina Rossi, responsabile Servizio Export Cc-Ti