La Cc-Ti mantiene viva l’attenzione per la Cina e partecipa attivamente alle occasioni d’incontro che si focalizzano sul Paese asiatico.
Proprio in questo ambito Valentina Rossi (Responsabile del Servizio Export) e Chiara Crivelli (Responsabile dell’International Desk) sono state invitate a partecipare al convegno “Britalks – Belt and Road Initiative Talks”, primo capitolo di una serie di incontri che mirano a presentare diversi punti di vista sul progetto denominato “BRI o nuova Via della seta” – il più grande progetto infrastrutturale del secolo con cui la Repubblica Popolare Cinese si avvicina a Europa, Africa e al resto dell’Asia. Le due rappresentanti della Cc-Ti hanno quindi avuto modo di esporre la prospettiva elvetica, e in particolare del Ticino, nei confronti della Cina e dell’iniziativa Belt and Road. Valentina Rossi ha introdotto la presentazione sottolineando l’importanza generale degli Accordi di libero scambio (ALS) per la Svizzera. Il nostro Paese ha di fatto una forte vocazione internazionale per la sua economia: un franco su due è infatti guadagnato all’estero. La politica di libero scambio della Svizzera mira a migliorare le condizioni quadro che governano le relazioni economiche con i partner importanti. L’obiettivo è garantire alle imprese svizzere un accesso ai mercati internazionali il più possibile privo di ostacoli e di discriminazioni rispetto a quello di cui beneficiano i principali concorrenti. Interessante notare che oggi oltre il 75% delle esportazioni svizzere è regolato da Accordi di libero scambio (> 55% ALS CH-UE, ca. 20% da ALS con altri Stati). È importante ricordare che gli accordi di libero scambio non regolano solo la circolazione delle merci con l’abolizione o la riduzione dei dazi doganali ma anche la protezione della proprietà intellettuale, il commercio dei servizi, la protezione degli investimenti, l’accesso agli appalti pubblici e altre misure.
Accordo bilaterale Svizzera – Cina
Valentina Rossi ha in seguito presentato più nel dettaglio l’Accordo di libero scambio con la Cina, le cui trattative sono iniziate nel luglio 2007. Dopo vari round di incontri tra i due Paesi, il 6 luglio 2013 vi è stata la firma dell’ALS e il 1 luglio 2014 la sua entrata in vigore. I negoziati hanno portato a un accordo di libero scambio completo, snello e comprensibile. Esso contiene disposizioni sul commercio (prodotti industriali e agricoli), regole d’origine e procedure doganali, disposizioni varie a livello fito-sanitario, tecniche, nel campo dei servizi, della proprietà intellettuale e della concorrenza. Ma anche di trasparenza negli appalti pubblici, di norme ambientali e di lavoro. In merito alla parte relativa all’origine della merce e dei dazi è interessante come questo trattato abbia un’applicazione graduale degli sgravi sui tributi doganali basata su 15 anni. Ad oggi, 2019, l’ALS non è quindi ancora pienamente entrato in vigore, ma per alcune tipologie di merci i dazi sono ridotti quasi della metà. In totale, sono l’82% dei prodotti svizzeri che sono stati toccati dall’ALS. Da parte svizzera invece, il 99.7% dei prodotti cinesi ha subito una riduzione (o un’abolizione) diretta.
…dopo cinque anni
La Svizzera è l’unico Paese dell’Europa continentale che dispone di un vasto accordo di libero scambio con la Cina. Al quinto anno dalla stipulazione dell’accordo, l’Università di San Gallo, in collaborazione con le Scuole universitarie professionali cinesi University of International Business and Economics e Nanjing University, ha analizzato per la prima volta gli effetti economici dell’accordo di libero scambio. I risultati del Sino-Swiss FTA – 2018 Academic Evaluation Report mostrano che, grazie alla riduzione dei dazi sulle esportazioni e sulle importazioni, i settori industriali di entrambi i Paesi beneficiano di risparmi potenziali pari a varie centinaia di milioni di franchi. Ciononostante, non tutte le imprese utilizzano pienamente l’accordo di libero scambio. Dalla sua entrata in vigore le aziende cinesi hanno sfruttato circa il 42% del potenziale di risparmio, anche se per taluni prodotti, come motori elettrici o bollitori, i tassi di utilizzo sono già elevati.
L’incentivo per le imprese svizzere ad utilizzare l’accordo di libero scambio è quindi in costante aumento, con tassi di utilizzo già intorno al 44%. Solo nel 2017, i risparmi doganali superavano i 100 milioni di franchi per entrambi i Paesi. Sono soprattutto l’industria meccanica, il settore medtech e orologiero ad annoverarsi tra i settori che usufruiscono maggiormente dell’accordo di libero scambio.
Da un’indagine condotta tra le imprese svizzere e cinesi nell’ambito del rapporto emerge anche che molte imprese hanno consapevolmente deciso di non utilizzare l’accordo di libero scambio. Circa il 40% delle imprese svizzere intervistate utilizzano l’ALS. I motivi per cui le aziende non utilizzano o utilizzano solo parzialmente l’ALS sono molteplici. Vengono menzionate soprattutto le difficoltà nel rispettare le regole dell’origine, perché si può usufruire dell’ALS solo se è possibile comprovare che una parte significativa del valore di un prodotto è generata in Svizzera.
La Cina gioca un ruolo sempre più importante nella rete commerciale mondiale delle aziende anche del Canton Ticino, risulta infatti evidente come l’export ticinese in Cina sia praticamente aumentato di circa il 30%. Il Cantone più virtuoso ad aver “sfruttato” l’accordo con la Cina è stato San Gallo dove le esportazioni sono cresciute del 40% mentre le importazioni hanno registrato un +7%.
La Svizzera e la Belt and Road
Il 29 aprile 2019 il presidente della Confederazione Ueli Maurer è stato ricevuto in visita di Stato dal presidente cinese Xi Jinping. I colloqui hanno trattato i lavori di estensione dell’accordo di libero scambio, la progressiva apertura della Cina nel settore finanziario e le condizioni quadro bilaterali per la collaborazione in questo settore nonché la governance multilaterale. La delegazione svizzera si è detta a favore della risoluzione dei conflitti nel settore del commercio multilaterale. Le due parti hanno firmato un memorandum d’intesa incentrato sulla finanza e sull’economia nel contesto dell’iniziativa Belt and Road. Esso ha l’obiettivo di sviluppare la cooperazione dei due Stati in materia di commercio, investimenti e finanziamento di progetti in Paesi terzi situati lungo le vie della BRI.
Chiara Crivelli e Valentina Rossi durante la loro presentazione
Cc-Ti e Cina
Nella seconda parte della presentazione Chiara Crivelli ha attirato l’attenzione della platea, accorsa numerosa all’evento, sulle relazioni della Cc-Ti con la Cina. La Cc-Ti ha iniziato a sondare in maniera concreta il mercato cinese recentemente. A fine ottobre 2017 la Camera di commercio ricevette una delegazione della città di Shenzhen, con a capo il Presidente della Camera generale di commercio di Shenzhen. Gli scambi durante l’incontro furono altamente proficui e la Cc-Ti decise così di sfruttare le ottime sinergie che si erano create per organizzare la sua prima missione in Cina. In stretta collaborazione con la Città di Lugano, è stata così organizzata una missione nel novembre 2018. L’intenso programma prevedeva una prima parte nella città di Shenzhen – considerata la capitale Hi-Tech del Paese – e una seconda parte a Shanghai, centro commerciale e finanziario della Cina continentale.
A Shenzhen la delegazione, composta da imprenditori di settori diversi, ha avuto modo visitare la “China Hi-Tech Fair”, fiera di importanza internazionale. Durante la visita la Cc-Ti ha firmato un accordo di collaborazione con la Camera di commercio di Shenzhen e di visitare la sede centrale dell’azienda BYD (il maggior produttore cinese di veicoli elettrici, la cui esperienza è iniziata negli anni ’90 con la produzione delle batterie per i famosi cellulari NOKIA) e a SVV (Shenzhen Valley Ventures), azienda innovativa nel settore del 3D printing e prototyping.
Da Shenzhen la delegazione si è spostata a Shanghai. Il programma prevedeva un’interessante visita allo Swiss Center che si trova nella Free Trade Zone della città, sede di diverse aziende svizzere che da qui possono facilmente accedere al mercato cinese e agli altri mercati asiatici vicini. La missione è stata molto positiva ed è stato importante vedere con i propri occhi come si sta sviluppando la Cina, nazione che occupa un ruolo fondamentale a livello mondiale. L’economia cinese riserva ancora un considerevole potenziale, confermato pure dalla missione della Cc-Ti. Le opportunità si trovano soprattutto nel settore dei beni di lusso, dell’Hi-Tech, dell’elettronica e dell’e-commerce. Gli imprenditori che hanno seguito la Cc-Ti a Shenzhen e Shanghai hanno potuto toccare con mano la dinamicità di questo mercato ed incontrare possibili partner cinesi. Le missioni organizzate dalla Cc-Ti mirano infatti a dare un supporto concreto per costruire nuovi sbocchi di business all’estero.
Dopo il grande interesse dell’anno scorso, la Cc-Ti torna in Cina con una missione a Shanghai, dal 4 al 9 novembre 2019. Parte nevralgica del viaggio sarà la visita alla “China International Import Expo”, nella quale è previsto anche un padiglione svizzero. La fiera, promossa dal Ministero del commercio cinese, mira a rendere accessibili i prodotti internazionali sul mercato interno cinese e rientra nella promozione dell’iniziativa Belt and Road. Il progetto “la Nuova via della seta” può quindi essere vista come un’opportunità per promuovere le connessioni commerciali.
La Cina è quindi un mercato su cui la Camera di commercio del Cantone Ticino si sta focalizzando e mira a sviluppare le sinergie anche in futuro. Vista l’attualità del progetto Belt and Road, si prevede infatti l’organizzazione di un evento al fine di approfondire questa tematica.