A favore dei giovani

Il progetto LIFT, che la Cc-Ti sostiene sin dalla sua introduzione, si è distinto vincendo il Premio Svizzero dell’Etica 2020

La transizione tra scuola dell’obbligo e formazione professionale è un passaggio molto delicato.
Per aumentare le possibilità d’integrazione degli allievi nel mercato del lavoro, è nato LIFT, attivo in Ticino dal 2013.

L’Haute Ecole d’Ingénierie et de Gestion du Canton de Vaud attribuisce ogni anno il Premio Svizzero dell’Etica, che è assegnato a tre vincitori, con lo scopo di valorizzare progetti differenti impegnati nella responsabilità sociale e nello sviluppo sostenibile.
Per il 2020 tra i vincitori si è distinto anche il Progetto LIFT, attivo in Ticino quale da oltre 7 anni (prima in fase sperimentale, poi consolidata), a cui la Cc-Ti ha dedicato la propria attenzione e ha fornito il proprio sostegno sin dalla sua introduzione.
Ricordiamo che LIFT è un progetto dedicato ai ragazzi delle scuole medie (3° e 4° media). Lo scopo è quello di far incontrare scuole e aziende, al fine di aumentare le chances d’accesso a un posto di formazione professionale a quei giovani che – per ragioni scolastiche, familiari e/o sociali – potrebbero presumibilmente trovarsi in difficoltà nella transizione scuola-lavoro.

Un lavoro di concertazione

LIFT si basa su tre elementi che interagiscono fra loro: aziende, scuole medie, famiglie. L’economia e lo Stato fanno da ponte fra le differenti ‘parti del puzzle’ per sostenere i giovani che hanno bisogno di una spinta supplementare nel facilitare la loro transizione dalla scuola al mondo professionale.
Un dialogo che nasce dalla volontà di concertazione nel sostenere i futuri attori del mondo del lavoro. Si tratta di una ‘triplice alleanza’ che vede in prima linea le aziende partner che accolgono i giovani, le scuole medie che sviluppano il programma e gli altri attori dell’ambiente economico e sociale che sostengono la causa.
Oggi in Ticino ci sono 9 scuole medie che propongono LIFT agli allievi e oltre un centinaio di aziende coinvolte nell’offrire posti di stages settimanali. La rete è consolidata sia a livello cantonale che nazionale e vede 280 sedi LIFT e 34 nuove scuole attive (dati dicembre 2019).

La Cc-Ti e LIFT

La Cc-Ti è da sempre attiva nel supporto verso la formazione professionale con iniziative alle associazioni di categoria e alle aziende per un aggiornamento costante. Ma non solo: la Cc-Ti si impegna anche in consessi differenti e con progetti innovativi che permettono interazioni anche fra famiglia-economia-scuola. LIFT ne è un esempio.

Desiderate maggiori informazioni sul progetto LIFT? Contattate Lisa Pantini, Responsabile Relazioni con i soci.

Iniziare a cambiare il finale

“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale” (C. S. Lewis)

Gli ultimi difficili mesi hanno evidenziato come, in situazioni estreme come quella che stiamo vivendo, l’esigenza di combinare la tutela della salute e la possibilità di sopravvivenza economica sia un esercizio di equilibrio non facile. Oltretutto dovendo gestire una situazione in rapida e continua evoluzione, senza dati certi, ma imparando quotidianamente nuovi approcci verso un nemico ancora poco conosciuto. Le valutazioni di tipo sanitario non sono certamente di nostra competenza, ma è apparsa evidente l’importanza di concentrarsi su una strategia, cercando di mantenerla e riconoscendone immediatamente le fragilità o le indicazioni errate. Purtroppo in questa difficile circostanza, spesso, abbiamo dovuto imparare molto rapidamente dai nostri errori.

I continui cambiamenti di orientamento, come l’esempio del Regno Unito, hanno ottenuto conseguenze negative e si sono dimostrati poco paganti.

La strategia del passo dopo passo adottata in Svizzera si sta rivelando, a nostro modesto avviso, commisurata alle esigenze del nostro paese. È stato importante costruire l’accettazione delle misure da parte della popolazione, che doveva e deve essere accompagnata nelle varie fasi, nuove per tutti, rendendo le regole credibili e vivibili. Dal punto di vista economico è stato purtroppo necessario limitare tantissimo, ma fortunatamente non si è fermato tutto. Un compromesso che ha permesso di non peggiorare una situazione che, purtroppo e comunque, sta già avendo un peso notevole per l’economia.

I servizi essenziali per i cittadini devono essere sempre garantiti e i necessari finanziamenti per un settore sanitario performante, un alimentare non carente, ecc., attingono anche da un’economia che, anche se “a lavoro ridotto”, non si ferma.

È un fatto che, con l’applicazione delle misure adeguate in ambito sanitario-aziendale, in Svizzera i contagi non siano aumentati malgrado appunto determinate attività siano rimaste operative. Anche l’esposizione giornaliera del personale dei commerci alimentari, per esempio, ma come anche nelle poste, nelle banche, ecc., non ha comportato fortunatamente un aumento significativo dei contagi di categoria.

Restano problematici gli assembramenti pubblici incontrollati e purtroppo le attività economiche a essi legati, a differenza di quelle svolte in cerchia ristretta e controllata, sono quelle più a rischio e probabilmente saranno quelle più difficili da gestire. “Non abbassare la guardia” è una frase che i professionisti della salute hanno raccomandato e raccomandano a gran voce a tutti, ancora tutt’ora. Permane incessante una minacciosa incertezza, con la quale stiamo lentamente imparando a convivere e che dovremo gestire e tollerare presumibilmente ancora per parecchio tempo.

La sfida per l’economia resta quella di garantire la salute parallelamente al funzionamento ottimale delle attività, tutelando cittadini, collaboratori e azienda.

Finora in Ticino e anche in Svizzera l’esercizio è riuscito ed è nostra ferma intenzione continuare a operare in questo senso.


Da una chiusura quasi totale, incalza il desiderio di riprovare a ricostruire quella che, solo qualche mese fa, era scontata normalità. A questo fine, negli ultimi giorni le Nazioni hanno presentato ai loro cittadini piani di ripartenza mirata e commisurata alla propria realtà.
Piani che sono il risultato di serie considerazioni a 360 gradi. Se da un lato si vuole tutelare la salute delle persone, dall’altra, l’economia necessita di respiro dopo settimane di stop.
Le decisioni sui termini della ripartenza vengono prese in base all’evoluzione della pandemia all’interno di ogni Paese, ma tenendo in puntuale considerazione, in particolare, anche la situazione nei Paesi limitrofi.
È ormai appurato come un virus non conosca frontiere o barriere geografiche, per cui, conoscere la realtà che stanno vivendo le diverse Nazioni nel Continente è un ulteriore criterio per una gestione oculata dei passi da intraprendere per un’iniziale riapertura delle diverse attività socioeconomiche interne.

L’Europa intorno al nostro territorio

Italia

L’Italia è una delle nazioni più duramente colpite dal Coronavirus. Un rallentamento dell’espansione della malattia ha permesso al Governo italiano di considerare alcune misure di allentamento dopo lo stop completo delle attività non essenziali.
Il 4 maggio si è permessa la riapertura della manifattura, le costruzioni e tutto l’ingrosso funzionale ai due settori. All’interno della regione sono consentiti gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, ai quali si aggiunge la possibilità di spostamenti mirati per far visita a congiunti. L’accesso a parchi, ville e giardini pubblici resta condizionato al rigoroso rispetto delle distanze e all’adozione di misure per contingentare gli ingressi. I sindaci potranno disporre la chiusura delle aree se non sarà possibile assicurare il rispetto di queste misure. Sarà consentita l’attività di ristorazione da asporto. Nessun assembramento, il cibo si consumerà a casa o in ufficio.
Il 18 maggio è prevista la riapertura di musei e biblioteche, commercio al dettaglio funzionale ai settori manifatturiero e delle costruzioni.
Dal 1° giugno verrà considerata, numeri pandemici permettendo, la riapertura di bar, ristorazione, barbieri, parrucchieri, estetisti, ecc.

Francia

La Francia ha registrato una tendenza in diminuzione ma i decessi sono ancora numerosi. Sebbene il numero di nuovi contagi non sia ai minimi, il governo francese ha deciso il 28 aprile il piano di riapertura, il quale ha come prima data l’11 maggio.
L’11 maggio sarà una giornata di riapertura per i negozi commerciali, delle biblioteche, dei musei, di parrucchieri, di centri di bellezza, dei parchi e dei giardini pubblici.
In questo giorno riapriranno anche le scuole dell’infanzia, con l’imposizione dell’uso delle mascherine per il personale scolastico. Il limite di bambini è di 10 per gli asili nido, è invece posto a 15 allievi per le scuole dell’infanzia, elementari e per le scuole medie. Per le scuole superiori e universitarie bisognerà attendere prima di ricevere indicazioni riguardo alla data di riapertura.
L’attività fisica all’aperto sarà possibile, con l’imperativo di rispettare le distanze sociali e di non allontanarsi per più di un chilometro da casa e per massimo un’ora al giorno. Tuttavia, i raduni di persone restano limitati ad un massimo di dieci persone. I grandi eventi saranno rimandati almeno fino a settembre.

Germania

La Germania ha retto efficacemente il confronto con gli altri Paesi europei, imparando e agendo tempestivamente. Vista l’adozione preventiva di misure di distanza sociale, in Germania si sono riscontrati meno casi di Covid-19, ragion per cui, si è presto considerato un rientro alla normalità delle attività socioeconomiche.
In data 20 aprile è stato possibile allentare le misure di contenimento per i commercianti e i rivenditori con uno spazio d’attività superiore agli 800 metri quadrati (questo per garantire che le norme di distanza sociale venissero rispettate). Anche i rivenditori di automobili e biciclette hanno loro potuto riaprire le loro attività.
Il 29 aprile, la città di Berlino ha imposto l’obbligo di portare la mascherina in occasione di visite a mercati e supermercati, e sui mezzi pubblici. Misura che è stata poi adottata anche da altre regioni della Germania.
La riapertura delle scuole è stata attuata per il 4 maggio, sia per le scuole dell’obbligo che per il post-obbligatorio.
Per quanto riguarda bar, ristoranti, centri di svago e luoghi culturali, per il momento resteranno chiusi fino a nuovo avviso.
Tutte le manifestazioni, come concerti, spettacoli, competizioni, restano vietati fino a fine agosto.

Austria

Unica nazione ad attuare una quasi-immediata chiusura totale delle proprie frontiere.
L’Austria ha messo sul tavolo le sue direttive per una riapertura graduale delle attività, che riassunta in semplici note si presenta come segue.
Tutti gli spazi commerciali con superfici superiori ai 400 metri quadrati hanno potuto ricominciare ad esercitare le loro attività dal 14 aprile.
A partire dal 1° maggio, i centri commerciali e i negozi, così come i parrucchieri, potranno riaprire, mantenendo però imperativamente le norme di distanza sociale, e portando obbligatoriamente le mascherine.
Gli studenti che si trovano alla fine del loro percorso scolastico potranno accedere agli istituti scolastici a partire dal 4 maggio. Anche nelle scuole è in vigore l’uso di mascherine per gli studenti con più di dieci anni.

Belgio

Ad un mese dal proprio picco, il Belgio ha deciso di ripartire con la messa in atto di norme e direttive basate sul rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale.
La gran parte delle attività commerciali tornerà a svolgere le proprie attività a partire dall’11 maggio.
Bar e ristoranti potranno riaprire gradualmente a partire dall’8 giugno.
La mascherina sarà obbligatoria per coloro che frequenteranno i mezzi di trasporto.
Gli studenti potranno tornare in classe a partire dal 18 maggio, con un limite di massimo dieci studenti per aula.

Grecia

Vista la tendenza relativamente bassa di diffusione della malattia ha potuto permettere una riapertura graduale, dando precedenza ai piccoli commerci, agli indipendenti e alle attività legate al turismo. Decisione ponderata sulla grande dipendenza dal settore turistico, fiore all’occhiello per la Grecia e fonte importante di guadagno.
Il 28 aprile è stata annunciata una graduale ripresa delle attività commerciali, come piccoli negozi, librerie, parrucchieri, saloni di bellezza e di cura della persona.
I grandi centri commerciali dovranno attendere il 1° giugno prima di poter accogliere nuovamente i propri clienti.
Agli inizi di giugno potranno anche riaprire bar, hotel e ristoranti, con l’auspicio di poter sollevare anche se in minima parte la stagione turistica.
Le persone potranno spostarsi liberamente, senza restrizioni particolari, ma le spiagge rimarranno chiuse fino a nuovo avviso.
Le scuole medie e i licei riapriranno le loro aule l’11 maggio e la settimana seguente sarà il turno delle scuole professionali e universitarie. Per gli istituti dell’infanzia e le scuole primarie, per il momento, non è prevista una data precisa per la loro riapertura.
Per coloro che utilizzeranno i mezzi pubblici, o che necessiteranno del sistema sanitario, sarà obbligatorio l’uso della mascherina.
A partire dal 17 maggio le chiese potranno riaprire le loro porte ai fedeli e sarà di nuovo possibile partecipare a messe e funzioni religiose.

Repubblica Ceca

Con una tendenza del numero di casi volta verso il ribasso, il Paese ha deciso di far ripartire l’economia interna, favorendo gli spostamenti di persone, ma controllandone rigorosamente lo stato di salute. Dal 27 aprile, infatti, per i residenti della Repubblica Ceca, è possibile uscire dal Paese per motivi lavorativi e non. Al loro ritorno in patria dovranno però dimostrare di essere negativi al Covid-19, sottoponendosi al test o passando direttamente 14 giorni in auto-quarantena. Per i frontalieri sarà necessario presentare un certificato di salute ogni due settimane, che mostri un risultato negativo al Covid-19.
I cittadini possono circolare liberamente all’interno del Paese, senza nessuna restrizione nelle distanze percorse, ma con il limite di assembramento di massimo dieci persone.

Danimarca

Come diversi Paesi del Nord, la Danimarca ha registrato un numero basso di casi fatali. Il picco è stato registrato ad inizio di aprile, con una tendenza in discesa dal dieci aprile in poi. Tendenza che ha convinto la Danimarca a mettere in atto un piano, seppur severo, di ripresa e riapertura delle attività socioeconomiche.
Dal 15 aprile la Danimarca ha riaperto le scuole ai suoi studenti, e ha imposto regole severe sulla distanza sociale da mantenere tra i banchi di scuola. La Danimarca è stata il primo Paese europeo a riportare ad uno stato di normalità il sistema scolastico, nonostante i limiti imposti sul numero di allievi per classe e la suddivisione degli allievi in sottogruppi al fine di limitare il numero di contatti e di persone raggruppate nello stesso stabile.

Norvegia

Come menzionato in precedenza, l’incidenza dei casi di Covid-19 sembra aver colpito in maniera più lieve i Paesi nordici. Anche la Norvegia ha registrato un picco, ma questo non ha fermato la presa di decisioni per la ripresa della normalità nelle attività sociali e commerciali. La Norvegia ha riaperto gli asili nido e le scuole dell’infanzia in data 27 aprile. Il 4 maggio sarà il turno delle scuole primarie, medie e superiori. Il limite di studenti per classe è limitato a quindici al massimo.
Le attività non essenziali, come parrucchieri, estetisti, centri benessere, dermatologi, palestre potranno riattivarsi solo garantendo le misure di distanza sociale e le norme igieniche.
I grandi assembramenti di persone, come in occasione di eventi culturali o raduni sportivi, restano per il momento vietati.

Russia

In Russia non è previsto alcun allentamento delle misure di contenimento, il presidente Vladimir Putin ha infatti menzionato che forse si potrà parlare di alleggerire le misure solo verso metà maggio, ma per il momento, con più di centomila contagi, non vi è ancora margine di riapertura. Per coloro che devono spostarsi per motivi assolutamente necessari è imperativo l’utilizzo della mascherina.

Regno Unito

Boris Johnson ha comunicato che potrebbe trattarsi di attendere ancora qualche giorno prima di parlare di misure di allentamento, per il momento, nessun piano specifico è stato presentato ai cittadini inglesi. Il picco di casi sembra esser stato registrato in data 30 aprile. Purtroppo, il numero delle fatalità sembra essere in continua crescita.

Svezia

La Svezia ha riportato un numero di casi da Covid-19 quasi doppio a quello elvetico. La tendenza degli ultimi giorni è prevalentemente in discesa, con un rallentamento dell’espansione della malattia. A differenze delle nazioni limitrofe, come Norvegia e Finlandia, la Svezia ha adottato delle misure di prevenzione differenti e meno restrittive.
Nessuna attività economica e commerciale è stata temporaneamente sospesa, tutte le attività hanno continuato ad esercitare e a fornire i propri servizi. Persino bar e ristoranti sono rimasti aperti, contrariamente al resto dell’Europa che ha fermato ogni attività che proponesse l’aggruppamento di più persone.
Ad essere state sospese sono i grandi eventi, come concerti, spettacoli, i quali avrebbero riunito un numero importante di persone nello stesso luogo.
La politica svedese ruota la sua strategia di combattimento contro il Coronavirus sulla responsabilità individuale di ciascuno dei sui cittadini.

L’Assemblea generale ai tempi del Covid-19 – nuova formula fino al 30 giugno

Una scheda giuridica redatta dall’Avv. Michele Rossi. Scopriamo i dettagli!

È in questo periodo dell’anno che le società anonime organizzano di regola le proprie assemblee generali. La tempistica è dettata dall’art. 699 cpv. 2 CO secondo il quale l’assemblea generale ha luogo ogni anno, entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio annuale. L’esercizio dei diritti dei soci si svolge normalmente con la presenza fisica degli azionisti o dei loro rappresentanti.

Ora, come purtroppo sappiamo, l’attuale stato di emergenza ha notevolmente limitato le nostre libertà alle quali siamo abituati. Tra le misure di protezione adottate a livello federale vi è il divieto di tutte le manifestazioni pubbliche o private, comprese le attività associative.

Fino all’8 giugno le assemblee generali con presenza fisica dei soci sono vietate in quanto considerate eventi ai sensi dell’art. 6 cpv.1 Ordinanza Covid-19. Per questa ragione l’autorità federale ha previsto quindi una nuova possibilità per potere tenere le assemblee e di considerare al contempo le esigenze sanitarie. In effetti l’art. 6b dell’Ordinanza Covid-19 permette lo svolgimento delle assemblee in una forma speciale fino al prossimo 30 giugno.

L’art. 6b recita che in caso di assemblee di società, l’organizzatore può disporre, a prescindere dal numero previsto di partecipanti e senza osservare il termine di convocazione, che i partecipanti esercitino i loro diritti soltanto per scritto o in forma elettronica, oppure mediante un rappresentante indipendente designato dall’organizzatore. La disposizione deve essere comunicata per scritto o pubblicata in forma elettronica al più tardi quattro giorni prima della manifestazione.

Ma all’assemblea non partecipano solo gli azionisti. Sono presenti anche il Presidente e il segretario, eventualmente un notaio in caso di decisioni particolari, i membri del Consiglio di amministrazione e a volte l’ufficio di revisione. Questi partecipanti possono essere presenti fisicamente o devono essere coinvolti anche loro nella forma sopra indicata? Stando alle direttive federali, questi partecipanti “residui” non costituiscono un’assemblea vera e propria è possono pertanto riunirsi fisicamente. Devono comunque rispettare le regole in materia di igiene e di distanza sociale e il numero di partecipanti deve essere limitato al minimo necessario.

Una situazione particolare è rappresentata dalle società con un’azionista unico. Ora, l’assemblea generale dell’azionista unico non è considerata un evento vietato dall’Ordinanza Covid-19 e può svolgersi pertanto con la sua presenza fisica e quella degli altri partecipanti residui (segretario, notaio, ufficio di revisione).

In tutti i casi, devono sempre essere rispettate le disposizioni federali riguardanti l’igiene e la distanza sociale e se tra i partecipanti vi sono delle persone a rischio è raccomandato far capo a soluzioni che evitano nella misura del possibile la loro presenza, per esempio tramite l’intervento di un rappresentante.

Si tratta quindi di una facoltà a disposizione delle società per potere assolvere ai loro compiti statutari senza la necessità di riunirsi fisicamente in questi tempi particolarmente complicati.

Il nostro Servizio giuridico è a disposizione delle aziende affiliate per consulenze specifiche. Nell’Area soci sono pubblicate diverse schede giuridiche con informazioni mirate e aggiornate su temi d’interesse in ambiti quali diritto del lavoro, HR, diritto commerciale, accordi bilaterali, proprietà intellettuale, fiscalità, assicurazioni sociali, ecc.. L’accesso a questa sezione del sito è destinata esclusivamente ai soci.

eBill e polizza QR: la nuova tecnologia del pagamento

L’ecosistema dei pagamenti sarà al centro di una vera e propria rivoluzione digitale nei prossimi mesi: dal 30 giugno novità in vista.

Con l’intento di uniformare e armonizzare le procedure di pagamento e rendere il processo di pagamento più semplice ed economico, già dal 2018 la piazza finanziaria Svizzera ha adottato lo standard internazionale ISO 20022 che regola il formato dei file che nell’ambito del Cash Management che le istituzioni finanziare ed i loro clienti si scambiano.

L’impatto di questa introduzione non è però stato uniforme per tutti i clienti: alcuni clienti si sono accorti di questo perché hanno dovuto aggiornare il loro software contabile affinché questo sia in grado di leggere i file PVR (il cui formato è passato da v11 a xml) o per inviare i file di pagamento elettronici (che da OPAE o DTA sono divenuti pain.001). Per altri invece l’impatto è stato pressoché nullo, dal momento che il loro istituto bancario trasformava i file per loro.

L’evoluzione digitale nel mondo dei pagamenti ha poi visto un’ulteriore tappa a novembre 2019, con l’introduzione dell’infrastruttura eBill. Da qualche mese, infatti, le fatture elettroniche sono elaborate da un solo attore invece dei multipli attori attivi in questo ambito abbassando i costi per i clienti, realizzando di fatto un sistema standardizzato per lo scambio di fatture in formato elettronico.

Infine, a partire dal 30 Giugno 2020, il sistema dei pagamenti sarà ulteriormente rivoluzionato con l’introduzione della polizza QR, che sostituirà, dopo una fase di transizione, l’attuale sistema di fatturazione.

La nuova fattura con codice QR

Dal 30 Giugno, gli emittenti di fatture potranno inviare fatture con codice QR. Lo Swiss QR Code è un codice a barre bidimensionale ai sensi dell’ISO-18004, leggibile digitalmente e con integrazioni manuali limitate. Le disposizioni sul layout e le raccomandazioni sulla sezione pagamento con Swiss QR Code e sulla ricevuta sono ben definite e seguono lo standard ISO 20022.

La fattura è suddivisa in tre parti: una ricevuta sulla sinistra, un codice QR (con una piccola croce svizzera al centro) nel mezzo e le informazioni sul destinatario, il pagante ed altre «informazioni aggiuntive” (incluso, se necessario, il Creditor Reference, che sostituisce il N° di riferimento) sul lato destro della fattura. I dati nelle «Informazioni aggiuntive» possono contenere informazioni di guida importanti per l’elaborazione o la contabilizzazione della fattura.

Le fatture con codice QR possono essere trasmesse al destinatario in tre modi:

  • cartaceo: con una punzonatura tra la ricevuta e la parte di pagamento, così come tra la polizza ed il resto del foglio
  • per email
  • per invio elettronico in PDF

L’introduzione del nuovo sistema di fatturazione implicherà che tutti gli e-banking ed i software di pagamento dovranno essere aggiornati: infatti, dopo un periodo di transizione in cui potranno circolare in parallelo le “vecchie” e “nuove” polizze, l’unico metodo in vigore sarà costituito dalle fatture con Swiss QR Code.

La nuova eBill

Con l’ambizioso obiettivo di portare il tasso di digitalizzazione dei pagamenti al 60-80% nel 2025, il ruolo della nuova eBill è decisamente strategico per la piazza finanziaria svizzera. Infatti, attraverso l’introduzione della piattaforma unica eBill, si azzerano le tasse di roaming garantendo prezzi più bassi per le transazioni. Nel dettaglio, la fatturazione eBill garantisce la possibilità di inviare, pagare e gestire le fatture tramite l’e-banking. Tra le novità introdotte, c’è la possibilità di allestire autorizzazioni di pagamento permanenti per fatture dedicate; ricevere notifiche di ricevimento di nuove fatture o impostazioni di comunicazione personalizzate; infine, la possibilità di garantire l’accesso alla propria casella postale eBill a terzi, cedendo il diritto di eseguire operazioni nel portale eBill a nome del titolare.

Cosa cambia per le imprese svizzere

Il cambiamento digitale è già in atto: occorre dunque pianificare e prepararsi per tempo per non farsi trovare impreparati: infatti, è opportuno prepararsi con i sistemi informatici adeguati e rivolgersi a partner specializzati che vi possano accompagnare in questo percorso di digitalizzazione. La tecnologia mette a disposizione grandi opportunità per rendere ulteriormente efficiente la vostra amministrazione: non lasciatevela scappare.

Articolo a cura di John Muschietti, Direttore Fidigit SA (una società del Gruppo Fidinam) e Mauro Lancianesi, Consulente clientela commerciale PostFinance

Coronavirus: attenzione alle truffe online

I corpi di polizia cantonali constatano un aumento di fenomeni di crimine informatico, che fanno riferimento al COVID-19.

Informiamo le aziende che si sta assistendo a un incremento di truffe sul web. I criminali cercano di sfruttare in modo mirato le paure e le preoccupazioni della popolazione per le proprie manovre fraudolente.

Tramite MELANI, la Centrale d’annuncio e d’analisi della Confederazione, rendiamo attente le aziende sulle tecniche criminali attualmente diffuse:

  • E-mail di phishing: gli autori inviano e-mail che sembrano apparentemente provenire dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) o dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
  • Voice phishing: telefonate in nome dell’UFSP per ottenere informazioni personali.
  • Mappe del Coronavirus: cartine interattive su pagine web che indicano la diffusione del virus possono venir manipolate da criminali informatici per causare il download di programmi nocivi.
  • Appelli fraudolenti per donazioni: presunte organizzazioni di beneficenza invitano ad effettuare delle donazioni al fine di sviluppare un vaccino per il COVID-19.
  • Finte piattaforme per la vendita online di prodotti sanitari: piattaforme di vendita online su cui vengono offerti prodotti sanitari (ad es. mascherine respiratorie). Nonostante il pagamento la merce non viene consegnata.
  • Money Mules: i truffatori cercano di reclutare ignari cittadini come agenti finanziari (moneymules) a nome di una società fittizia.
  • Fake-Sextortion: la vittima viene minacciata per e-mail di venir infettata con il Coronavirus insieme alla sua famiglia se non paga il riscatto.

Fonte: Coronavirus – Truffe in Internet

Ritrovate la news completa e i consigli di MELANI in merito, sul sito dell’Amministrazione Federale.
Per qualsiasi evenienza, non esitate a contattarci.

Sportello legalizzazioni chiuso

Tutte le pratiche possono essere normalmente richieste via posta o online

Per risoluzione governativa, lo sportello del Servizio Legalizzazioni rimarrà chiuso. Le richieste di Certificati d’origine, Carnet ATA e Cites si svolgono normalmente via posta o mediante le piattaforme elettroniche.

La Cc-Ti, tramite il suo Servizio Export, è da anni impegnata nell’implementazione di alcune procedure elettroniche. I CITES e i Carnet ATA vengono già oggi rilasciati al 100% tramite piattaforme online. Anche per i certificati d’origine è disponibile una piattaforma che agevola le imprese nella richiesta di questi importanti documenti ed è già utilizzata con successo da numerose aziende. Per chi desiderasse implementare questo servizio o semplicemente ottenere maggiori informazioni, può contattare direttamente il Servizio Export per email.

Per qualsiasi necessità urgente, siamo a disposizione anche via telefono: 091 911 51 23/29.

Il divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale entra in vigore il 1° luglio

Un’informativa su una modifica del Codice penale svizzero, che entrerà in vigore da inizio luglio 2020.

A partire dal 1° luglio 2020 sarà punito chiunque discrimina una persona in base all’orientamento sessuale. Nella seduta del 3 aprile 2020, il Consiglio federale ha posto in vigore per tale data le relative modifiche del Codice penale e del Codice penale militare. Nella votazione popolare del 9 febbraio 2020, l’elettorato svizzero ha chiaramente confermato la decisione del Parlamento di estendere la norma penale antirazzismo.

Il diritto penale svizzero protegge le persone da varie forme di discriminazione, per esempio punisce chi denigra pubblicamente una persona o un gruppo di persone per l’appartenenza a una determinata razza, etnia o religione. Il 14 dicembre 2018 il Parlamento aveva deciso di estendere all’orientamento sessuale la norma penale antirazzismo, il che consentirà di proteggere anche le persone discriminate a causa della loro omo-, etero- o bisessualità. Contro tale estensione era stato lanciato il referendum. Il 9 febbraio 2020, l’elettorato ha accettato chiaramente la norma penale modificata con il 63,1 per cento dei voti.

L’attuazione dei due articoli modificati del Codice penale e del Codice penale militare non richiede provvedimenti specifici né a livello federale né a livello cantonale. La modifica dei due codici entrerà in vigore il 1° luglio 2020.

Fonte: portale della Confederazione

Sosteniamo le aziende grazie alla digitalizzazione

Il Servizio Export è a disposizione per il rilascio di certificati d’origine elettronici

La Cc-Ti, tramite il suo Servizio Export, è da anni impegnata nell’implementazione di alcune procedure elettroniche. I CITES e i Carnet ATA vengono già oggi rilasciati al 100% tramite piattaforme online. Anche per i certificati d’origine è disponibile una piattaforma che agevola le imprese nella richiesta di questi importanti documenti ed è già utilizzata con successo da numerose aziende.

Certificati d’origine elettronici

La piattaforma Certify.ch permette di riempire le domande di legalizzazione dei documenti e di ottenere online i certificati d’origine. La Camera di commercio riceve le informazioni tramite Certify.ch e verifica le informazioni come da prassi. Certify.ch informa per e-mail quando i certificati e le legalizzazioni sono pronte. Sarà sufficiente connettervi, scaricarli e stamparli. Rispetto alla procedura cartacea, invece di fornire le domande di attestazione e di ricevere i documenti via posta tradizionale, il tutto avviene semplicemente online e i certificati e i documenti legalizzati possono essere comodamente stampati direttamente in azienda. I certificati d’origine elettronici sono accettati in tutti i Paesi del mondo.

Il servizio è messo a disposizione gratuitamente dalla vostra Camera di commercio e i costi delle richieste rimangono invariati. L’unica configurazione richiesta è una connessione internet a banda larga, un computer dotato di browser e un lettore di PDF.

I vantaggi di Certify.ch

  • Domande di certificati d’origine online
  • Legalizzazione semplificata dei vostri documenti e fatture
  • Non c’è più bisogno di ordinare i formulari
  • Le domande possono essere effettuate 24h/24h, 365 giorni all’anno
  • Le informazioni della domanda sono immediatamente valide
  • Non è più necessario l’invio per posta dei documenti legalizzati
  • Il sistema è sicuro e le informazioni sono criptate
Per chi desiderasse implementare questo servizio o semplicemente ottenere maggiori informazioni, può contattare direttamente il Servizio Export per email.

Meccanismo di pagamento verso l’Iran per alcune aziende elvetiche

L’accordo su un meccanismo di pagamento per l’invio di aiuti umanitari in Iran Swiss Humanitarian Trade Arrangement (SHTA) è entrato in vigore il 27 febbraio 2020.

Lo SHTA, elaborato dalla Svizzera in stretta collaborazione con i servizi competenti negli Stati Uniti e in Iran e con alcune banche e aziende svizzere, è aperto alle aziende elvetiche dei settori alimentare, farmaceutico e medico.

Lo Swiss Humanitarian Trade Arrangement (SHTA) intende garantire agli esportatori e alle aziende commerciali dei settori alimentare, farmaceutico e medico con sede in Svizzera un canale di pagamento affidabile presso una banca elvetica per le loro esportazioni in Iran. In linea con la tradizione umanitaria svizzera, il nostro Paese fornisce così un contributo all’approvvigionamento della popolazione iraniana con materie prime agricole, generi alimentari, farmaci e apparecchi medici.

Lo SHTA è stato elaborato dalla Svizzera in stretta collaborazione con i servizi competenti negli Stati Uniti e in Iran e con alcune banche e aziende svizzere. Nell’ambito dello SHTA il Dipartimento del Tesoro americano (US Treasury Department) fornirà alle banche interessate le necessarie garanzie che le transazioni finanziarie avvengano in conformità con la legislazione statunitense.

In cambio, gli esportatori e le banche che sottoscriveranno lo SHTA informeranno in dettaglio la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sulla loro attività e sui loro partner commerciali in Iran oltre che sulle transazioni effettuate. La SECO verificherà queste informazioni e si accerterà, in collaborazione con l’US Treasury Department, che le operazioni avvengano nel pieno rispetto del dovere di diligenza, trasmettendo anche ai servizi americani le informazioni ricevute dalle banche e dagli esportatori.

Dalla fine del 2018, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), la SECO si è impegnata per realizzare questo meccanismo di pagamento a scopo umanitario. Il 20 gennaio 2020 il Consiglio federale ha dato la sua approvazione di principio all’attuazione dell’accordo.

Il 27 gennaio 2020 è già stato autorizzato a titolo di prova un primo pagamento per la fornitura di medicinali da parte di un’azienda farmaceutica svizzera all’Iran. Si tratta di farmaci per la cura del cancro e il trapianto di organi.

Da quando gli Stati Uniti, nel maggio 2018, sono usciti dall’accordo sul nucleare con l’Iran e hanno reintrodotto sanzioni unilaterali, gli esportatori svizzeri hanno avuto sempre maggiori difficoltà a fornire aiuti umanitari all’Iran, benché queste forniture non siano in linea di principio soggette alle sanzioni americane. Visti i rischi legali dovuti a tali sanzioni, praticamente nessun istituto finanziario era più disposto a effettuare pagamenti destinati all’Iran. I pochi canali ancora esistenti erano costosi, complessi e poco affidabili.

Fonte: SECO

Informazioni tecniche per le aziende, Segreteria di Stato dell‘economia SECO: Email

Questione di… fiducia

Mai sottovalutare il passaparola fra clienti o potenziali tali, anche nell’era delle nuove tecnologie e dei social media. Perché?

Il passaparola si identifica con il propagarsi di informazioni, consigli, esperienze attraverso una rete sociale, sia essa reale o virtuale.
Quella odierna è una società che comunica attivando e utilizzando i più svariati canali, continuamente e da qualunque luogo. Le persone condividono foto, conoscenze e punti di vista, a volte, dibattono su temi e prendono posizione per la ricerca di un confronto. I temi spaziano nell’immenso universo degli interessi dei singoli o della comunità e sono innumerevoli.
Le distanze geografiche non rappresentano una barriera, ma spesso diventano la costruttiva misura di culture diverse che si incontrano. Al giorno d’oggi il passaparola attraversa la rete di Internet e le orecchie in ascolto sono milioni.

Nuovi mezzi d’informazione

La realtà del passaparola non è più quella di una volta, dove bisognava incontrarsi per creare il contatto. Non è più solo il telefono a dover squillare per informarci o consultarci. Oggi basta un “click” e milioni di commenti, domande e valutazioni appaiono istantaneamente sul nostro schermo.
Studi dimostrano come in alcuni settori economici l’acquisizione di nuovi clienti – oltre il 70% – avvenga attraverso il passaparola. Un dato che le aziende hanno compreso e non sottovalutano, anzi utilizzano a proprio vantaggio.

Aziende al passo con i tempi

Oggigiorno, le imprese, grandi o piccole che siano, utilizzano sempre più la rete per la commercializzazione dei loro prodotti, ma anche per il marketing e per acquisire dettagli e tendenze del loro mercato in tempo reale (tipologia di clientela, concorrenza, possibilità di estensione del brand, ecc.). In questo modo, utilizzando il classico ‘passaparola’ con l’ausilio delle moderne tecnologie, il web risponde mettendo immediatamente a disposizione opinioni, valutazioni e recensioni al mondo parte del mondo.
Attraverso vari siti, i fruitori di opere e prestazioni, possono dare un loro giudizio e esprimere il loro contento o malcontento, condividendolo con tutti gli altri utenti.
Un meccanismo che prende sempre più spazio nelle strategie di acquisto e consumo di tutti.
È certo che le recensioni online giocano, più spesso di quanto si pensa, un ruolo determinante: il 97% dei futuri consumatori ricerca un prodotto o servizio su Internet prima dell’acquisto, di questi, l’88% valuta una recensione sul web lecita e/o veritiera, dando credito come se fosse un consiglio dato dalla famiglia o dagli amici. Si tratta, in estrema sintesi, di un ampliamento del concetto di fiducia – intesa come “sensazione di sicurezza basata sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o qualcosa” -, che corre sul web.
È importante sottolineare che la vita online, sui social media, così come offline, è fatta di relazioni umane, dove la sensazione di fiducia continua a ricoprire un ruolo fondamentale.

La ricerca di consenso e fiducia

Gli utenti in cerca di pareri e consigli sono confidenti nel giudizio altrui, e il feedback trovato in rete ha un vigoroso impatto nella decisione finale. Le valutazioni, siano esse positive o negative influenzano i consumatori e soprattutto quelle avverse condizionano la loro scelta nell’86% dei casi.
Il 45% degli internauti è propenso a rivisitare una ditta o a informarsi sui prodotti venduti, se quest’ultima ha risposto ai commenti di compratori insoddisfatti, laddove necessario e possibile (ad esempio nei siti di recensioni). L’eventualità di poter dare fiducia a qualcuno che ovviamente nella maggior parte dei casi, non conosciamo personalmente, passa, questa volta senza tecnologia, dalle nostre corde di lettura dei fatti. Se l’azienda si mette in gioco e si relaziona con il proprio pubblico target anche attraverso il passaparola, viene creata una comunità trasparente dove tutti gli attori in gioco condividono esperienze, da cui partire sia nel dialogo che con nuovi progetti.
Le critiche possono essere usate costruttivamente e devono essere interpretate e utilizzate per inviare poi messaggi positivi, volti a dimostrare il reale impegno per dare il meglio al pubblico che ci ascolta, vede e giudica.
La fiducia ben riposta resta alla base di qualsiasi rapporto, sia esso privato o commerciale.