Incapacità lavorativa dovuta ad una situazione conflittuale sul posto di lavoro

Nessuna protezione dalla disdetta se l’incapacità lavorativa è dovuta ad una situazione conflittuale sul posto di lavoro

Scheda redatta dall’Avv. Michele Rossi, Delegato alle relazioni esterne Cc-Ti.

Il codice delle obbligazioni prevede che in determinate situazioni il datore di lavoro non possa licenziare i dipendenti.

Si tratta dei cosiddetti periodi di protezione previsti dall’art. 336c CO. Secondo tale norma una disdetta è nulla se notificata quando il lavoratore è impedito di lavorare, in tutto o in parte, a causa di malattia o infortunio non imputabili a sua colpa, per 30 giorni nel primo anno di servizio, per 90 giorni dal secondo anno di servizio sino al quinto compreso e per 180 giorni dal sesto anno di servizio.

Questa protezione è stata introdotta non tanto in considerazione dello stato di salute del lavoratore al momento della ricezione della disdetta, ma perché la possibilità di ottenere un nuovo impiego alla fine del periodo di preavviso è ridotta a causa dell’incertezza dovuta alla durata della malattia.

Questa regola non è applicabile quando la malattia è a tal punto insignificante che non pregiudica la capacità lavorativa e di conseguenza non è atta ad impedire l’inizio di una nuova attività professionale. È ad esempio il caso quando l’incapacità lavorativa è riferita e limitata al posto di lavoro.

In una recente sentenza il Tribunale federale ha confermato tale giurisprudenza, precisando che, se i disturbi depressivi e di ansietà di un lavoratore sono causati da una situazione conflittuale sul posto di lavoro, non vi è alcuna protezione dalla disdetta in quanto la persona, presso un’altra azienda, è completamente abile.

Si precisa che tale situazione di conflitto era stata esplicitamente riconosciuta sia dal lavoratore medesimo che dai rapporti del medico curante. In conclusione, a tali condizioni, la persona può essere validamente licenziata.

Sentenza 1C_595/2023

Scopri il Servizio giuridico della Cc-Ti!

Un tempo, le strade erano un “arricchimento del paesaggio”

In autunno, gli Svizzeri voteranno sul piano di ampliamento delle autostrade.
Ma le strade veloci non sono sempre state un ostacolo nel nostro paese.
In passato la loro costruzione è stata addirittura acclamata; anche dai politici di sinistra.

© Staatsarchiv Luzern

L’anno è il 1955. Winston Churchill si dimette da Primo Ministro britannico. La Repubblica Federale della Germania Ovest diventa uno Stato sovrano. L’Unione Sovietica e sette Paesi dell’Europa orientale firmano il Patto di Varsavia. In Svizzera viene inaugurata la prima autostrada, o almeno un tratto di questa. L’inaugurazione ha avuto luogo l’11 giugno a sud di Lucerna, grosso modo dove oggi sorge la birreria Eichhof.
Era lunga circa quattro chilometri e si snodava tra Lucerna ed Ennethorw. In un supplemento speciale del quotidiano cattolico conservatore Vaterland, il titolo dell’epoca recitava: “Questa opera pioneristica segna una pietra miliare nella costruzione delle strade svizzere”. Si leggeva poi che quel giorno veniva inaugurata “l’apertura della prima linea ferroviaria Zurigo-Baden”. Il nuovo tratto autostradale non ha né guardrail né bretelle di accesso e uscita e non ci sono nemmeno limiti di velocità! In compenso, è provvista di passaggi pedonali e mezzi trainati da cavalli o biciclette vi possono circolare liberamente, come scrive Alexander Rechsteiner nel suo blog per il Museo Storico Nazionale. In quel periodo, la Confederazione non era ancora responsabile della costruzione delle strade, ma sostenne il progetto da 8 milioni di franchi nella misura del 60 %.

La “Berner Marsch” viene suonata per Grauholz

In generale, la costruzione di autostrade in Svizzera è iniziata relativamente tardi. Nel 1950 circolavano solo 147’000 automobili. In seguito, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, questo numero è aumentato in modo significativo grazie alla crescente prosperità, moltiplicandosi per tre volte e mezzo nel giro di dieci anni.
Nel Paese si sente quindi un’atmosfera di rinnovamento. Le autostrade sono viste come un motore economico, un segno di progresso e di sviluppo tecnico. Un degrado della natura? Al contrario. Nel 1955, il “Vaterland” si compiaceva del “tracciato armonioso” della nuova superstrada, che aveva “veramente arricchito il paesaggio”. Oggi questo tratto di strada fa parte della rete europea tra Amsterdam e Roma, conosciuta come E35. Qualche anno dopo, si sente dire la stessa cosa. “L’autostrada si inserisce perfettamente nel magnifico paesaggio bernese”, disse allora l’ex consigliere federale Hans Peter Tschudi (†) nel 1962 a proposito della Grauholz bernese. La „Berner Marsch“ viene suonata e poco dopo viene aperta al traffico la Strada Nazionale 1, oggi la A1. Ecco come la NZZ descrisse l’evento. Il socialista H.P. Tschudi è convinto che “le opere dell’uomo non danneggino l’immagine della nostra patria”.

“Kölliken ringrazia per l’autostrada”

Naturalmente, anche all’epoca si levarono voci critiche. Nel complesso, tuttavia, prevaleva uno stato d’animo positivo quando si trattava di costruire strade. Sui ponti si possono ad esempio leggere frasi come “Kölliken ringrazia per l’autostrada”. Gli appartamenti che si affacciavano sulle autostrade poterono persino essere affittati a prezzi particolarmente vantaggiosi: è quanto sostiene di aver scoperto il comico Mike Müller, che nel 2015 ha sviluppato il tema dell‘A1 in un progetto teatrale.
Il governo federale diventa responsabile per la costruzione di autostrade solo dal 1960. Questo cambiamento è stato preceduto nel 1956 da un’iniziativa popolare presentata dall’ACS e dal TCS, il cui scopo era migliorare la rete stradale. L’iniziativa prevedeva tra l’altro che la metà di tutte le entrate derivanti dall’imposta sugli oli minerali e sui carburanti doveva essere utilizzata per costruire strade per la circolazione delle automobili. Nel 1958, una controproposta della Confederazione fu accettata con l’85% dei voti favorevoli.
Negli anni successivi vennero fatti grandi investimenti: si aggiungevano continuamente nuovi tratti e, giusto in tempo per l’esposizione nazionale Expo 64, la Svizzera francese ebbe la sua prima autostrada con il tratto tra Ginevra e Losanna. La maggior parte delle autostrade fu invece costruita tra il 1965 e il 1975. Nel 1980, oltre l’80% della rete autostradale era già a quattro corsie. Le opere fondamentali di questo periodo furono l’apertura del tunnel del San Bernardino alla fine del 1967 e, naturalmente, il tunnel stradale del Gottardo, completato il 5 settembre 1980 dopo dieci anni di lavori.

Limiti di velocità? Neanche per sogno

Con l‘aumento del traffico, aumenta anche il numero di vittime della strada. Nel 1970 si contarono 1’700 vittime della circolazione. La ragione principale fu la mancanza di barriere anticollisione centrali e di limiti di velocità. All’inizio degli anni ‘60, il Consiglio federale non era ancora favorevole all’introduzione di limiti di velocità sulle autostrade. L’attuale limite massimo di velocità di 120 km/h è in vigore solo dal 1985, mentre prima, su alcuni tratti, era possibile viaggiare anche a 130 km/h. Resta il fatto che il numero di vittime della strada è costantemente diminuito dopo il triste primato del 1970. Secondo l’Ufficio federale di statistica, il numero di vittime nel 2023 si attesta a 236. Oggi la rete stradale nazionale si sviluppa su 2’254 chilometri. Negli ultimi anni la stessa ha subito una serie di adeguamenti della capacità a causa di vari colli di bottiglia che hanno causato lunghi ingorghi: i principali sono la terza canna del tunnel di Baregg (2004), l’allargamento a sei corsie del tratto di A1 tra Härkingen e Wiggertal (2015) e l’apertura della terza canna del Gubrist (2023). La tangenziale ovest con il tunnel dell’Uetliberg (2009) è particolarmente importante per la regione di Zurigo.

La rete autostradale è sull’orlo del collasso

Per quanto importanti per il trasporto di merci e persone, le autostrade svizzere sono oggi giorno molto contestate, come dimostra il referendum contro il progetto del loro ampliamento. La situazione è che dal 2010 “il numero di ore passate fermi in colonna sulle strade nazionali è più che raddoppiato, e questo a causa degli ingorghi causati da sovraccarico delle infrastrutture”, come evidenziato dall’Ufficio federale di statistica sul suo sito web. In concreto, nel 2022, gli svizzeri hanno trascorso quasi 40’000 ore bloccati in ingorghi.
Rispetto al 2021, questo rappresenta un aumento del 23 %. Le ragioni sono chiare: negli ultimi anni la Svizzera è diventata ancora più attraente come luogo in cui vivere e lavorare, e la popolazione è quindi in crescita. Alla fine di giugno 2023, in Svizzera vivevano più di nove milioni di persone. Nel 1995 erano ancora solo sette milioni. La rete autostradale oggi non riesce a tenere il passo con questa crescita demografica. A titolo di confronto, dal 1990 è cresciuta solo del 25%, mentre nello stesso periodo il volume di traffico è aumentato del 130%.
Riuscite ad immaginare di poter viaggiare da Berna a Zurigo il lunedì sera senza trovarvi almeno una volta in una colonna di veicoli? È impossibile.
È così che la storia della rete stradale nazionale svizzera ha avuto un inizio entusiasmante, che per lungo tempo ha permesso alla Svizzera di crescere economicamente, ma che nel frattempo è diventato uno dei pomi della discordia per la politica che si esprime sul tema in modo assai emotivo. Una cosa deve essere chiara: la scelta che saremo chiamati fare non riguarda l’ampliamento della rete autostradale. Si tratta semplicemente di salvarla dal collasso.

Abracadabra

Le organizzazioni adattive rappresentano un elemento chiave nel contesto economico contemporaneo, in un’epoca in cui i modelli di business e le situazioni di mercato sono in costante evoluzione.

Mai come negli ultimi anni abbiamo avuto testimonianza di quest’assunto. E, con ’abracadabra’, non ci riferiamo ad una formula magica pronunciata per evocare un incantesimo.
È invece diventata una realtà imprescindibile per un’azienda possedere la capacità di reinventarsi e adattarsi alle mutevoli condizioni che oggi il mercato presenta, perché questa abilità è determinate per il successo a lungo termine.

Una definizione

Le organizzazioni adattive (intese come “gruppo di persone formalmente unite per raggiungere uno o più obiettivi comuni, riunite in un sistema aperto che percepisce l’ambiente interno ed esterno, attivando meccanismi di adattamento finalizzati a mantenere lo stato ottimale dell’entità stessa, quale cambiamento evolutivo costante”) si distinguono per la loro capacità di rispondere prontamente e in modo efficace ai cambiamenti nell’ambiente esterno. Esse sono in grado di riconoscere le nuove tendenze e le opportunità emergenti, adattando rapidamente le proprie strategie e operazioni per capitalizzare su tali cambiamenti. Agilità e flessibilità sono caratteristiche fondamentali, che spesso si traducono in una maggiore capacità di innovazione e di adattamento alle mutevoli condizioni congiunturali.

Fare impresa oggi

Nel contesto attuale, le aziende devono affrontare una serie di sfide e opportunità senza precedenti. I rapidi avanzamenti tecnologici, i cambiamenti demografici, gli scenari internazionali, le pressioni competitive e i repentini cambiamenti nei gusti dei consumatori rappresentano solo alcune delle forze che richiedono alle aziende di essere agili e pronte a reinventarsi. Un esempio evidente di questa necessità è stato (ed è tuttora) rappresentato dalla trasformazione digitale, che ha spinto molte aziende a ridefinire i loro modelli di business e ad adottare nuove tecnologie per rimanere competitive.

Il capitale umano è sempre determinante

Nelle organizzazioni adattive vive una forte cultura aziendale, dove deve fiorire l’innovazione, l’apprendimento continuo e il coinvolgimento dei dipendenti. L’agilità organizzativa non può essere raggiunta senza un impegno diffuso a tutti i livelli dell’azienda e senza un’apertura al cambiamento.
Per questi motivi la formazione e lo sviluppo dei dipendenti, così come il dialogo fra i diversi componenti del team intergenerazionali sono cruciali per garantire che l’azienda abbia le competenze necessarie per adattarsi a nuovi modelli di business e situazioni congiunturali (junior e senior non sempre approcciano i cambiamenti nello stesso modo e sono guidati da leve motivazionali diverse).
Attraverso l’adozione di queste pratiche, le aziende possono prepararsi ad affrontare con successo le sfide del mercato in continua evoluzione.

Parole chiave: la nostra ’top 5’

Restare competitiva sul mercato oggi è una sfida complessa. Ecco alcune riflessioni in termini di temi a cui prestare particolare attenzione:

  • Innovazione e competitività: mantenere un costante flusso di innovazione è essenziale per restare passo con i cambiamenti del mercato in continua evoluzione, rappresentando un vantaggio competitivo ragguardevole nei confronti degli altri competitors.
  • Tecnologia: l’adozione di tecnologie all’avanguardia e la trasformazione digitale sono cruciali per migliorare l’efficienza operativa di ogni organizzazione.
  • Flessibilità: essere in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato è una delle caratteristiche imprescindibili per le aziende moderne.
  • Sostenibilità: è un concetto che è ormai diventato di uso corrente nella vita quotidiana, così come nel lessico imprenditoriale. Oggi parliamo di ’responsabilità sociale’, concetto ampio che include 3 assi di azione: l’ambito ambientale, il benessere economico e quello sociale. Occorre quindi integrare pratiche sostenibili nella strategia aziendale. Sottolineiamo che la Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia ticinese, ha sviluppato – con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) – un modello online di rapporto di sostenibilità, accessibile su www.ti-csrreport.ch.
  • Talent management: attrarre, sviluppare e trattenere talenti qualificati è cruciale per l’innovazione e il successo a lungo termine di un’azienda. In questo senso la Cc-Ti eroga corsi di formazione puntuale e dei percorsi formativi di gestione aziendale, che rappresentano un’offerta solida e variegata per uno sviluppo sostenibile delle risorse umane, in risposta alle richieste del tessuto economico ticinese (www.cc-ti.ch/formazione).

Messico: nuove misure all’importazione

Ad aprile, il Messico ha introdotto nuove misure commerciali per salvaguardare l’industria nazionale ed evitare triangolazioni con gli Stati Uniti. Tra queste figurano l’aumento dei dazi su diverse categorie di merci e, per una serie di prodotti siderurgici, l’obbligo di notifica d’importazione con indicazione dell’acciaieria di provenienza, acciaieria che deve essere registrata presso il Ministero dell’economia.

Aumento dei dazi

A protezione delle filiere nazionali, interessate da un rallentamento della crescita economica, aggravata dai conflitti geopolitici e commerciali da un lato e dall’implementazione di nuovi modelli di business globali, come il nearshoring, dall’altro, tramite decreto del 22 aprile 2024, in vigore dal giorno successivo, il Ministero dell’economia messicano ha aumentato temporaneamente i dazi sulle importazioni di 544 linee tariffarie.

I principali prodotti toccati sono: acciaio, alluminio, tessili, abbigliamento, calzature, legno, plastica, prodotti chimici, carta e cartone, ceramica, vetro, apparecchiature elettriche, mezzi di trasporto, strumenti musicali e mobili. Sono esclusi da questa misura i prodotti agricoli.

La maggior parte di questi prodotti era già stata assoggettata ad aumenti tariffari tra il 5% e il 25% a partire dal 15 agosto 2023 e con il nuovo decreto si vede aumentare ulteriormente il dazio del 5-50%. I nuovi dazi all’importazione sono validi per due anni, ossia fino al 22 aprile 2026.

Il decreto non influisce sulle importazioni effettuate nell’ambito di programmi speciali di promozione del commercio estero, come il Programma IMMEX (Industria manifatturiera, Maquiladora e Servizi di esportazione), i Programmi di promozione settoriale (PROSEC) e i Decreti d’incentivazione fiscale per le regioni di confine, che beneficiano di trattamenti tariffari speciali.

Inoltre, l’aumento dei dazi riguarda solo le merci originarie di Paesi con cui il Messico non ha un accordo di libero scambio (ALS). I dazi preferenziali concessi ai Paesi con cui vige un ALS non sono pertanto interessati da questo decreto. È il caso della Svizzera, che nel quadro dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) ha un ALS con il Paese latinoamericano dal 2021. Si rende tuttavia attenti che il trattamento preferenziale previsto dall’ALS AELS-Messico è subordinato alla regola del trasporto diretto. Il trasporto dei prodotti può essere effettuato con attraversamento di altri territori, all’occorrenza con trasbordo o deposito temporaneo in tali territori, solo se i prodotti rimangono sotto la sorveglianza delle autorità doganali dello Stato di transito o di deposito e non vi subiscono altre operazioni a parte lo scarico, il ricarico, il frazionamento o le operazioni destinate a garantirne la conservazione in buono stato (cfr. direttiva R-30, visionabile sul sito dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, UDSC).

Acciaio: notifica automatica di importazione per un ampio spettro di prodotti

Con l’aumento da parte degli Stati Uniti dei dazi sull’acciaio e l’alluminio d’origine cinese, è cresciuta anche la preoccupazione di triangolazioni attraverso il Messico. Il 15 aprile 2024, il Ministero dell’economia ha pertanto emanato nuovi criteri per l’importazione di determinati prodotti siderurgici, per i quali è ora necessario presentare un Aviso Automático de Importación: l’“Accordo che modifica l’accordo con il quale il Ministero dell’economia emette le regole e i criteri generali sul commercio estero, in vigore dal 16 aprile 2024, aggiunge infatti 244 voci tariffarie del capitolo 72 “Ghisa, ferro e acciaio” all’elenco delle merci la cui importazione richiede l’elaborazione di Notifiche Automatiche di Importazione.

Per l’elaborazione di tali notifiche, l’importatore deve essere in possesso di informazioni quali:

  • il Paese in cui l’acciaio è stato fuso e colato o trasformato (deve obbligatoriamente corrispondere a quanto riportato nel Mill Certificate o nel Certificato di qualità, a seconda dei casi), e
  • il nome dell’acciaieria, che deve essere registrata nell’apposito catalogo delle acciaierie del Ministero dell’economia.

La presentazione del Mill Certificate piuttosto che del Certificato di qualità dipende dalla classificazione tariffaria delle merci:

  • nel caso di prodotti classificati nelle voci da 7206 a 7216, da 7218 a 7228 e 7304 va presentato un Mill Certificate;
  • nel caso di prodotti classificati nelle voci 7202, 7217, 7229, 7301, 7302 e da 7305 in poi va invece presentato un Certificato di qualità.

Un esempio, a scopo illustrativo, degli elementi che devono essere contenuti nel Mill Certificate o nel Certificato di qualità è visionabile sulla Guía rápida para el ingreso de solicitudes de Avisos Automáticos de Importación de Productos Siderúrgicos (AAIPS) a través de la Ventanilla Digital (VUCEM) messa a disposizione dal Servizio nazionale di informazione sul commercio estero (SNICE), che ha altresì approntato una pagina con diverse informazioni utili (in spagnolo), tra cui le FAQ.

La Notifica Automatica di Importazione prevede l’obbligo di indicare il nome dell’acciaieria da cui provengono i prodotti, acciaieria che deve essere selezionata da un catalogo approntato appositamente dal Ministero dell’economia. Se l’acciaieria non figura nel catalogo, è necessario presentare richiesta di iscrizione. La pagina sopra indicata del SNICE fornisce l’elenco aggiornato delle acciaierie registrate, nonché indicazioni sulla procedura da seguire e sulle informazioni da fornire e/o recuperare per l’eventuale iscrizione.

Le Filippine aderiscono al sistema ATA

A partire dal 15.07.2024

La Camera di commercio e dell’industria delle Filippine diventa l’81° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.

I carnet ATA sono accettati dalle dogane delle Filippine nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:

  • merci destinate ad essere presentate o utilizzate a una mostra, una fiera, un congresso o una manifestazione analoga
  • materiale professionale
  • contenitori, pallet, imballaggi, campioni e altre merci importate nell’ambito di un’operazione commerciale
  • beni importati come parte di un’operazione di produzione
  • beni importati per scopi didattici e scientifici o culturali; per quanto riguarda il materiale scientifico e didattico possono essere richiesti, all’occorrenza, l’inventario di detto materiale e un impegno scritto in merito alla sua riesportazione
  • effetti personali dei viaggiatori e merci importate per fini sportivi
  • merci importate per scopi umanitari
  • animali; ad eccezione di quelli destinati alla transumanza o al pascolo, nonché animali destinati all’esecuzione di lavori o di trasporti

I punti a cui prestare attenzione:

  1. I carnet ATA non sono accettati per traffico postale.
  2. I carnet ATA non sono accettati per il transito.
  3. I carnet ATA sono accettati per merci contenute nel bagaglio a mano.
  4. I carnet ATA sono accettati per importazioni parziali, a condizione che tutte le merci importate vengano riesportate insieme (in un unico lotto).
  5. I carnet di rimpiazzo sono accettati (secondo l’Allegato A, articolo 14 della Convenzione di Istanbul).
  6. I carnet ATA sono accettati nelle Filippine da tutti gli uffici doganali durante i loro orari di apertura.

Modernizzato l’accordo di libero scambio AELS-Cile

Il 24 giugno 2024 gli Stati dell’AELS e il Cile hanno firmato a Ginevra il protocollo di modifica per aggiornare l’accordo di libero scambio.

L’accordo di libero scambio (ALS) tra gli Stati dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) e il Cile è in vigore dal 2004 e rispetto agli ALS più recenti, presentava lacune in diversi settori. Per colmarle, gli Stati dell’AELS e il Cile hanno avviato nel 2019 dei negoziati la modernizzazione dell’Accordo, negoziati andati a buon fine a gennaio e culminati il 24 giugno con la firma del protocollo di modifica.

Nella sua versione aggiornata, l’ALS corrisponde ora in larga misura ai più recenti accordi dell’AELS conclusi con Paesi terzi. Esso porterà all’eliminazione dei dazi su tutti i beni industriali, compresi quelli attualmente esportati in Cile dalle aziende dell’AELS, come macchine, strumenti di precisione, prodotti chimici e vaccini per uso veterinario. Inoltre, l’accordo aggiornato consentirà l’accesso in esenzione dai dazi al 99% delle importazioni di prodotti agricoli originari dell’AELS in Cile e coprirà il 95% delle importazioni negli Stati dell’AELS di prodotti agricoli cileni.

L’Accordo modernizzato comprende anche capitoli aggiornati sul commercio di beni e servizi (compresi i servizi finanziari), garantisce la protezione di importanti indicazioni geografiche svizzere (IG) e contiene disposizioni rafforzate e migliorate sui diritti di proprietà intellettuale e sugli appalti pubblici. Esso incorpora altresì nuovi capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile, sul commercio digitale e, per la prima volta, un capitolo sulle piccole e medie imprese.

L’accordo modernizzato entrerà in vigore una volta completati i processi di approvazione interni.


Fonte: Comunicato stampa del DEFR, 24.06.2024, AELS

Sanzioni della Svizzera: aggiornate le FAQ

Il 13 giugno 2024, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha aggiornato il documento interpretativo delle sanzioni (FAQ), con particolare riferimento ai concetti di “proprietà” e di “controllo” in/su imprese o organizzazioni.

La SECO ha riunito in un documento denominato “Interpretazione delle sanzioni”, le domande poste più di frequente dalle aziende svizzere. Il documento è suddiviso in due parti: il capitolo 1 fornisce informazioni che aiutano ad interpretare le disposizioni sul congelamento dei valori patrimoniali, valide per tutte le ordinanze sulle sanzioni che prevedono il blocco di averi e risorse economiche. Il capitolo 2 contiene informazioni di articoli specifici dell’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina.

L’aggiornamento del 13 giugno concerne nello specifico i concetti di “proprietà” in imprese o organizzazioni e di “controllo” sulle stesse, come pure la possibilità di adottare misure per rimuovere tale controllo, le cosiddette misure di “ring fencing”, i cui criteri sono generalmente in linea con quelli dell’allegato 2 “Criteria for firewalls by operators and the use of external audits in this context “ della “Guidance Note – Implementation of Firewalls in cases of EU entities owned or controlled by a designated person or entity” della Commissione europea (PDF, 250 kB) .

Le FAQ della SECO possono essere visionate qui, sia nella versione finale sia in modalità revisione.

UE: arriva la direttiva sul diritto alla riparazione

Dopo aver definitivamente approvato il regolamento sulla progettazione ecocompatibile, il 30 maggio il Consiglio dell’UE ha adottato anche una direttiva che promuove la riparazione dei beni rotti o difettosi, nota anche come direttiva sul diritto alla riparazione.

Grazie alla nuova direttiva “Right to Repair”, sarà più facile per i consumatori chiedere la riparazione anziché la sostituzione e i servizi di riparazione diventeranno più accessibili, trasparenti e allettanti.

La direttiva adottata il 30 maggio, rappresenta un ulteriore tassello per rafforzare l’economia circolare dopo l’adozione, il 27 maggio scorso, del regolamento sulla progettazione ecocompatibile, e crea una serie di strumenti e incentivi per rendere la riparazione più allettante per i consumatori. Ad esempio, l’obbligo per i fabbricanti di riparare i prodotti tecnicamente riparabili secondo il diritto dell’UE; la disponibilità di un modulo di riparazione volontaria con informazioni chiare sul processo di riparazione (tempi, costi, ecc.); una piattaforma europea online in cui i consumatori potranno facilmente reperire i servizi di riparazione e l’estensione della garanzia legale a 12 mesi se i consumatori scelgono la riparazione anziché la sostituzione. La direttiva incentiva altresì i fabbricanti a produrre beni che durino più a lungo e che possano essere riparati, riutilizzati e riciclati.

La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri avranno poi 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.


Fonte:
Economia circolare: il Consiglio approva in via definitiva la direttiva sul diritto alla riparazione – Consilium (europa.eu)

AGIAMO INSIEME 2024

Valorizzare la PERSONA in azienda

Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.

Un binomio, azienda-collaboratore, gratificante e certamente condiviso e raccontato in questo evento attraverso testimonianze e filmati.

Un’occasione che ha dimostrato quanto l’impegno coeso dei vari “attori” (persona, famiglia, azienda, economia e Istituzioni) diventi premiante per tutti.

L’evento si è svolto martedì 4 giugno 2024, presso la Sala Aragonite a Manno. Durante la serata sono intervenuti i Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.

Oltre a loro, gli interlocutori sono stati Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Monica Maestri, Capoufficio AI. 

Le premiazioni sono state accompagnate da contributi ispirati a contesti economico-sociali legati al mondo del lavoro a cura dell’ospite relatore Massimo Soriani Bellavista.

Quest’anno le aziende premiate sono:

  • Fart SA – Locarno
  • Napp Sagl – Ascona
  • Sonepar SA – Pregassona

Video di presentazione – Fart SA
Video di presentazione – Napp Sagl
Video di presentazione – Sonepar SA

L’Arabia Saudita aderisce al sistema ATA

A partire dal 01.06.2024

La Federazione delle Camere Saudite diventa l’80° organizzazione nazionale garante e membro della catena di garanzia internazionale WCF/ATA.

I carnet ATA sono accettati dalle dogane dell’Arabia Saudita nel quadro della Convenzione relativa all’ammissione temporanea dell’OMD (Convenzione di Istanbul, 26 giugno 1990) per:

  • merci destinate ad essere presentate o utilizzate a una mostra, una fiera, un congresso o una manifestazione analoga, fatta eccezione per piccoli campioni rappresentativi delle merci estere esposte (vedi articolo 5.1 a dell’allegato B.1 della Convenzione relativa all’ammissione temporanea) per i quali non è concessa l’esenzione da dazi e tasse di importazione e si applicano divieti e restrizioni all’importazione.
  • materiale professionale.
  • contenitori, pallet, imballaggi, campioni e altre merci importate nell’ambito di un’operazione commerciale.
  • merci importate a scopi didattici, scientifici o culturali.

I punti a cui prestare attenzione:

  1. I carnet ATA sono accettati per traffico postale.
  2. I carnet ATA sono accettati per il transito.
  3. I carnet ATA sono accettati per merci contenute nel bagaglio a mano.
  4. I carnet ATA sono accettati per l’importazione parziale.
  5. I carnet di rimpiazzo sono accettati (secondo l’Allegato A, articolo 14 della Convenzione di Istanbul).
  6. Il termine per la riesportazione è di sei mesi. Una proroga deve essere richiesta in anticipo e per iscritto al “Dipartimento di controllo doganale” delle dogane saudite. Contatto: coc-temporary@zatca.gov.sa.
  7. I carnet ATA devono essere compilati in inglese o in arabo. La dogana si riserva il diritto di richiedere una traduzione quando i Carnet sono in un’altra lingua.
  8. I carnet ATA sono accettati in Arabia Saudita da tutti gli uffici doganali durante i loro orari di apertura.
  9. Se i valori delle merci dichiarati nel libretto ATA sono errati, le dogane saudite rifiuteranno di accettare il documento al momento dell’importazione. Una falsa dichiarazione del valore della merce può comportare inoltre il sequestro/confisca della merce e/o l’applicazione di sanzioni al detentore. Il titolare sarà ritenuto responsabile e le procedure doganali saranno applicate in conformità con il diritto doganale.
  10. In Arabia Saudita, divieti e restrizioni all’importazione, che devono assolutamente essere rispettati, si applicano a più categorie di beni. Le informazioni corrispondenti sono pubblicate online dalle autorità saudite.