Misure del Consiglio Federale e del Consiglio di Stato

La lista di tutte le misure adottate nel corso della pandemia Covid-19 in ordine temporale. Articolo aggiornato periodicamente.

Aggiornamento aprile 2022

Lavoro ridotto: informazioni per le imprese – IN VIGORE DA APRILE 2022
Coronavirus: ritorno alla situazione normale e pianificazione della fase transitoria fino alla primavera del 2023 – com. stampa del Consiglio federale – IN VIGORE DAL 1.4.2022

Aggiornamento del 16 febbraio 2022

Coronavirus: il Consiglio federale revoca i provvedimenti – ancora in vigore fino a fine marzo soltanto l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie e l’isolamento – com. stampa del Consiglio federale – MISURE IN VIGORE DAL 17.2.2022

Aggiornamento del 2 febbraio 2022

Coronavirus: il Consiglio federale revoca la quarantena e l’obbligo del telelavoro e pone in consultazione ampi allentamenti – com. stampa del Consiglio federale
Coronavirus: il Consiglio federale adotta l’ordinanza COVID-19 casi di rigore 2022 – com. stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 28 gennaio 2022

Rinnovo della prestazione ponte COVID – comunicato stampa cantonale

Aggiornamento del 26 gennaio 2022

COVID-19: il Consiglio federale emana alcune misure relative al lavoro ridotto – com. stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 21 gennaio 2022

Grandi eventi in Ticino: avvicinamento alle disposizioni federali – comunicato stampa cantonale

Aggiornamento del 19 gennaio 2022

Coronavirus: quarantena e obbligo del telelavoro in vigore fino a fine febbraio, gli altri provvedimenti provvisoriamente fino a fine marzo – com. stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 12 gennaio 2022

 Coronavirus: il Consiglio federale propone di prorogare i provvedimenti e riduce a cinque giorni l’isolamento e la quarantena – com. stampa del Consiglio federale

Aggiornamento del 4 gennaio 2022

Coronavirus – Nuove misure cantonali per grandi eventi e scuola

Aggiornamento del 1° gennaio 2022

Coronavirus: quarantena accorciata a sette giorni – com. stampa cantonalemisura in vigore dal 1.1.2022

Aggiornamento del 23 dicembre 2021

Coronavirus: quarantena per tutti i contatti stretti e visite sospese negli ospedali – comunicato stampa cantonale

Aggiornamento del 17 dicembre 2021

Coronavirus: il Consiglio federale decide di inasprire i provvedimenti – com. stampa del Consiglio federale – Le nuove regole entreranno in vigore da lunedì 20 dicembre 2021 fino al 24 gennaio 2022

Il Consiglio federale verifica la possibilità di aiuti per i casi di rigore nel 2022 – com. stampa del Consiglio federale

Coronavirus: il Consiglio federale prende una decisione di principio sull’indennità per lavoro ridotto – com. stampa del Consiglio federale

Coronavirus: il sostegno ai club sportivi professionistici e semiprofessionistici è prorogato – com. stampa del Consiglio federale

Coronavirus: prolungamento dell’indennità di perdita di guadagno per il coronavirus sino alla fine del 2022 – com. stampa del Consiglio federale


Tutte le misure del 2021 in ordine temporale


Tutte le misure del 2020 in ordine temporale

Un forte impulso all’apprendistato

Il nuovo servizio promosso dalla Cc-Ti per sostenere il tirocinio nelle aziende

Promuovere e potenziare l’apprendistato, sostenere fattivamente le aziende nella gestione dei contratti di tirocinio, affiancare i formatori affinché i giovani apprendisti sviluppino nella formazione anche quelle competenze trasversali sempre più richieste dal mercato del lavoro.
È il nuovo servizio varato dalla Cc-Ti con una società spin-off, la fill-up, creata da Sara Rossini-Monighetti che, grazie alla sua esperienza trentennale nel campo della formazione professionale, dal prossimo giugno seguirà le imprese e le associazioni di categoria su questo importante tema.

Sempre attenta ai bisogni della nostra economia, con questa operazione la Cc-Ti amplia ulteriormente la sua offerta di prestazioni e consulenze per le aziende. Dando vita ad un’importante iniziativa privata che si prefigge di sostenere la tanto auspicata crescita dell’apprendistato in Ticino e creare le condizioni più favorevoli per formare all’interno delle stesse aziende quel personale qualificato che oggi manca nel Cantone. Uno strumento che va ad aggiungersi, completandolo, all’importante lavoro svolto dall’Associazione della rete di aziende formatrici del Canton Ticino (ARAF – www.araf.ch).

Un aiuto diretto alle imprese e al sistema

Grazie al servizio offerto dalla Cc-Ti e fill-up le aziende, oltre ad essere accompagnate nella ricerca e nella formazione degli apprendisti, saranno anche sgravate da tutte le incombenze burocratiche e amministrative annesse ai contratti di tirocinio, dai contatti con la scuola, le famiglie e gli enti cantonali di riferimento. Un notevole carico di incombenze che richiede tempo e specifiche competenze. Le imprese, libere da questi oneri esterni, potranno concentrarsi “unicamente” sulla formazione “tecnica- pratica” degli apprendisti.

Un aiuto fondamentale tenuto conto del fatto che il 90% circa delle aziende ticinesi ha meno di dieci dipendenti. Piccole realtà produttive che sarebbero, spesso, molto interessate ad avere dei giovani in formazione, ma che non hanno il tempo per far fronte a questi compiti gestionali o non dispongono del personale idoneo per seguirli adeguatamente, per cui si vedono costrette a rinunciarvi. Compiti che ora potranno delegare alla piattaforma Cc-Ti-fill- up che fornirà un sostegno a tutto campo nella gestione complessiva degli apprendisti.

Con un supporto strutturato, calibrato sulle loro necessità e su obiettivi concreti, si contribuirà a valorizzare le sinergie tra percorsi di tirocinio, aziende e mercato del lavoro.
Aiutare gli imprenditori a “formare in casa” il personale significa aiutarli a formare quella manodopera qualificata, la cui carenza rischia di penalizzare pesantemente le imprese e la crescita economica.
Con questa iniziativa privata, autofinanziata e che sarà avviata di concerto con le associazioni professionali legate alla Cc-Ti, si vuole incidere su uno dei nodi cruciali dello sviluppo del Cantone. L’apprendistato ha infatti una valenza strategica per rafforzare il sistema produttivo e con questo strumento si intende dare un contributo fattivo a quella carenza di manodopera qualificata segnalata da anni dal mondo economico e regolarmente confermata dalla nostra annuale inchiesta congiunturale. È evidente che si tratta anche di un contributo al sistema generale della formazione e quindi anche di un sostegno agli sforzi profusi dallo Stato per il collocamento degli apprendisti.

Come funziona

Il servizio della Cc-Ti e fill-up si basa su due pilastri: “Apprendista plus” e “Associazioni Pro”. Il servizio “Apprendista plus”è dedicato alle aziende e presenta un’offerta modulare. In una prima fase viene definito il profilo del giovane apprendista che interessa all’azienda, seguono poi la ricerca e la valutazione dei candidati che più corrispondono alle esigenze richieste, la selezione finale e la sottoscrizione del contratto di tirocinio, con la verifica dei requisiti necessari per poter formare e delle relative autorizzazioni cantonali. Il coaching è la fase cruciale, nella quale si sostiene, invece, in maniera mirata il formatore e l’apprendista per stimolarli ad un approccio fattivo alla formazione, al lavoro e all’acquisizione di quelle competenze trasversali che oggi sono più che mai indispensabili in ogni settore produttivo.
Un’assistenza personalizzata, quindi, per permettere all’apprendista di sviluppare anche le soft skills che gli permetteranno di rapportarsi positivamente col suo ambiente di lavoro e l’attività professionale. Un insieme di competenze e di qualità attitudinali come, ad esempio, empatia, intelligenza emotiva, capacità di fare squadra, efficacia comunicativa, creatività, flessibilità, spirito d’iniziativa, pensiero critico e auto motivazione, che nei curricula contano ormai quanto le competenze più strettamente tecniche per restare allineati con le necessità del mercato.

E che saranno ancora più importanti domani, sottolinea Sara Rossini-Monighetti: “ci troviamo, difatti, davanti ad un passaggio molto delicato – spiega –, in cui bisogna relazionare in modo costruttivo e vantaggioso per tutti due entità molto distanti tra di loro: la Generazione Z, ossia i giovani nati tra il 1995 e il 2010, che ha un suo specifico sistema valoriale e culturale, con aspettative molto diverse rispetto a quelle delle generazioni precedenti, e un mondo del lavoro che va trasformandosi con una rapidità mai registrata prima. In questo complesso passaggio generazionale e tecnologico è importante mettere bene a fuoco le soft skills necessarie per affrontare bene attrezzati il futuro. Senza dimenticarci del successo formativo che si trasforma poi in risorsa qualificata a disposizione dell’economia“.
Il supporto alle imprese non è sufficiente per dare il giusto posizionamento e visibilità all’apprendistato e alle professioni. Il servizio “Associazioni Pro” si rivolge per questo motivo alle associazioni professionali che vengono chiamate sempre più a una gestione comparabile a quella aziendale. Intervenire sia sul fronte aziendale che su quello associativo è assolutamente indispensabile per raggiungere l’obiettivo di far crescere l’interesse per l’apprendistato.

Nuove opportunità per gli apprendisti

Il Ticino detiene attualmente il non invidiabile primato nazionale del più alto tasso di scioglimenti di contratti di tirocinio, il 30% circa. Interessante è però il fatto che i giovani non interrompono o modificano la formazione intrapresa, ma di norma cambiano solo datore di lavoro. È un chiaro segnale che occorre far collimare le aspirazioni dei giovani con le esigenze di un mercato del lavoro sempre più complesso, caratterizzato non più solo da avanzate abilità tecniche, ma anche da importanti competenze trasversali. Il concetto classico di forza lavoro qualificata si basa su una formazione specialistica che contempla tutta una serie di capacità tecniche ben definite per ogni mestiere. La trasformazione tecnologica e del mercato del lavoro richiede, con forza, però a tutti gli operatori qualità che permettano di adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Le competenze tecniche, codificate e organizzate per professione, e quelle comportamentali vanno ormai di pari passo.
Un mix equilibrato di soft e hard skills oggi è indispensabile. La Cc-Ti, con fill-up e la relativa consulenza specializzata, raccoglie questa sfida nell’interesse di apprendisti e aziende.

Un circolo virtuoso

Un modello analogo al servizio “Apprendista plus ” si sta realizzando a Neuchâtel per iniziativa anche qui della locale Camera di commercio e dell’industria, con la quale la Cc-Ti collabora strettamente; un progetto pilota sta gestendo una quarantina di contratti di tirocinio. I risultati sono molto positivi. A dimostrazione che anche nella realtà latina della Svizzera vi è un potenziale importante per rafforzare l’apprendistato, malgrado vi sia un notevole ritardo rispetto a quanto avviene in Svizzera tedesca. È bene sottolineare che l’apprendistato garantisce ottimi sbocchi occupazionali e ben retribuiti, così come l’accesso, se lo si desidera, ad una formazione superiore. Per le aziende, vi è l’opportunità preziosa di formare figure specialistiche che ormai mancano anche sul mercato del lavoro internazionale. “Facendo crescere i propri specialisti in casa non solo si limita il pericolo della mancanza di manodopera qualificata, ma si radica in loro il senso di appartenenza all’azienda e al territorio in cui si opera – nota Sara Rossini-Monighetti –. Con il nostro servizio vogliamo anche creare questa atmosfera del sentirsi parte, partecipi di qualche cosa”.

Numeri buoni ma migliorabili

Lo scorso anno in Ticino, nonostante le difficoltà provocate dalla pandemia, sono stati sottoscritti 2’523 contratti di tirocinio, 130 in più rispetto al 2020, conseguendo il risultato più alto dal 2015. Dati che dimostrano tutta la buona volontà e l’impegno delle nostre aziende sebbene confrontate con quei problemi che da sempre, come già detto, condizionano l’approccio all’apprendistato e che erano stati ben evidenziati nell’inchiesta congiunturale della Cc-Ti di qualche anno fa, quando era emerso chiaramente che le maggiori difficoltà per rafforzare l’apprendistato non erano legate a motivi finanziari ma soprattutto gestionali. Il reverse mentoring, ad esempio, deve essere concertato tra le parti in maniera ottimale. Come detto in precedenza, non tutte le imprese hanno il tempo materiale e le risorse interne per potersi occupare compiutamente di un percorso d’apprendistato.

L’obiettivo della Cc-Ti con fill-up è ridimensionare gli ostacoli che impediscono di correggere l’attuale squilibrio fra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Una collaborazione volta a un obiettivo comune sempre più lineare ed esente da freni.

www.fill-up.ch

Lavoro ridotto da aprile 2022

Le disposizioni speciali della legge Covid-19 sul lavoro ridotto si applicano solo ….continua a leggere

Le disposizioni speciali della legge Covid-19 sul lavoro ridotto si applicano solo se quest’ultimo è in parte legato alle conseguenze economiche della pandemia (vedi regola A). Nel caso in cui sia dovuto esclusivamente ad altri motivi (p.es. gli effetti della guerra in Ucraina), si applica in via esclusiva quanto disposto dalla legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (vedi regola B).

A. Regole in vigore da aprile 2022 per il lavoro ridotto in relazione con le conseguenze economiche della pandemia
B. Regole per il lavoro ridotto non in relazione con la pandemia

Scarica il documento: “Le disposizioni speciali della legge Covid-19 sul lavoro

L’emergenza fertilizzanti

La guerra in Ucraina tiene l’agricoltura sulle spine: oltre al grano, anche la quantità disponibile di materie prime per i fertilizzanti sta diminuendo. E il prezzo è almeno raddoppiato in un anno.

Il conflitto in Ucraina ha un impatto sul settore agricolo di molti Paesi. La Russia, colpita da gravi sanzioni, è infatti il secondo produttore al mondo di ammoniaca, urea e potassio e il quinto produttore di fosfati lavorati. La Bielorussia è responsabile di un quinto della produzione mondiale di potassio. Tutti elementi essenziali per produrre fertilizzanti.

Africa e Sud America i più colpiti

A causa delle sanzioni internazionali nei confronti di Russia e Bielorussia, le catene di approvvigionamento sono paralizzate. I prezzi dei fertilizzanti aumentano rapidamente a fronte di quantitativi decrescenti, costringendo molti agricoltori a risparmiare sul loro utilizzo. L’uso ridotto di fertilizzanti minaccia di abbassare la quantità e la qualità dei raccolti in diverse regioni del mondo.

Gli esperti di agricoltura stimano che l’Africa e il Sud America soffriranno maggiormente degli alti prezzi dei fertilizzanti, in quanto dispongono di minori scorte e molti agricoltori non potranno più permettersi il fertilizzante industriale a causa dei prezzi elevati.

E in Europa? I produttori del Medio Oriente hanno accettato di deviare le forniture verso l’Occidente. Questo dovrebbe perlomeno stabilizzare i prezzi, ma funzionerà solo se i prezzi dell’energia, già alti, non aumenteranno ulteriormente e se non ci saranno grandi arresti della produzione.

Anche il mercato svizzero dei fertilizzanti sta sentendo gli effetti del marcato aumento dei prezzi: secondo l’Ufficio federale dell’agricoltura, i prezzi dei fertilizzanti azotati sono aumentati da due a tre volte in un anno.

Il prezzo del gas rende costosa la produzione di fertilizzanti

L’incremento dei prezzi dei fertilizzanti non è dovuto unicamente alle catene di approvvigionamento interrotte. Infatti, incidono anche i crescenti costi di trasporto e l’elevato prezzo del gas, che aumenta sempre di più perché il gas naturale russo è attualmente disponibile solo in quantità limitate.

Il prezzo del gas pesa su circa l’80-90% dei costi di produzione di fertilizzanti e ad essere particolarmente colpiti sono i produttori europei perché fortemente dipendenti dal gas russo. Va altresì rilevato che il prezzo del gas naturale e di altri tipi di energia ha raggiunto un livello molto alto già dalla metà del 2020 a causa dell’improvviso aumento del consumo dopo il lockdown. Pertanto, nel quarto trimestre del 2021 molti produttori europei di fertilizzanti, soprattutto di quelli a base di ammoniaca, hanno temporaneamente interrotto la produzione di azoto. Nei paesi dell’UE questo potrebbe ripercuotersi negativamente già sul raccolto di quest’anno.

Nessuna carenza di fertilizzanti in Svizzera

Secondo l’Ufficio federale dell’agricoltura, nel 2021 la Svizzera ha importato circa l’11% dei fertilizzanti chimici ricchi di potassio dalla Russia e circa il 5% dalla Bielorussia. A questi va ad aggiungersi un ulteriore 10% di fertilizzanti chimici che consistono in diversi nutrienti, sempre dalla Russia. Germania e Francia sono invece i più importanti fornitori di fertilizzanti ricchi di potassio (70%). Al momento non c’è carenza di fertilizzanti per gli agricoltori svizzeri: infatti, i contadini hanno già comprato il fertilizzante minerale di cui hanno bisogno per l’anno in corso. Inoltre, i terreni agricoli sono ben forniti di potassio e il letame costituisce un’eccellente fonte di sostanza organica per il terreno.

Tuttavia, a causa della guerra in Ucraina e dello sviluppo generale della domanda e dell’offerta, è ipotizzabile che anche i prezzi in Svizzera continuino a salire, e i quantitativi di fertilizzante a disposizione a diminuire. La situazione va pertanto monitorata.

Certificato di salario: auto aziendale/privata

Dal 1° gennaio 2022

Questi cambiamenti hanno decorrenza di applicazione il 1° gennaio 2022. È raccomandato di informare al più presto i dipendenti toccati da questi cambiamenti e di aggiornare i regolamenti interni relativi ai veicoli professionali.

Il forfait per la parte dei veicoli aziendali è stato adattato dal 9.6% al 10.8%.

Le spese di trasferta tra il domicilio e il luogo di lavoro saranno integrate nel forfait riguardante l’uso privato del veicolo aziendale. Questa modifica dell’Ordinanza implica un aumento della quota privata dallo 0.8% al 0.9% mensile. In compenso, le spese di trasferta tra il domicilio e il luogo di lavoro (escludendo il servizio esterno) non saranno più riportati, ed eventualmente tassati, nella dichiarazione d’imposta.

Per quanto concerne la parte privata, nella pratica si considera ancora un importo minimo di Chf. 150.00 al mese. L’importo minimo si applica fino a un valore di Chf. 16’667. – (fino a ora Chf. 18’750. -).

A livello federale, non sarà più necessario calcolare le spese di trasferta tra il domicilio e il luogo di lavoro. Questa modifica sarà integrata nelle istruzioni per la compilazione del certificato di salario pubblicato dalla Conferenza Svizzera delle Imposte (CSI) che si applica anche alle imposte cantonali. Infine, i datori di lavoro non dovranno più attestare la parte di servizio esterno, tale cambiamento porterà dunque una semplificazione amministrativa sia per i datori di lavoro che per i dipendenti.

In alternativa, è possibile scegliere di rendicontare l’uso privato effettivo del veicolo aziendale per mezzo di un road book.

Nel caso il dipendente disponga di un veicolo aziendale per uso privato, bisogna determinare “la quota privata dell’automobile di servizio”. La quota privata deve essere riportata nel certificato di salario sotto la cifra 2.2.

Quando il datore di lavoro mette a disposizione del collaboratore un veicolo aziendale, occorre distinguere tra i seguenti casi:

  • Il veicolo viene utilizzato esclusivamente per trasferte di lavoro e viene parcheggiato sul luogo di lavoro. In questo caso, non deve essere conteggiata alcuna quota.
  • Il dipendente utilizza il veicolo aziendale sia per scopi professionali, sia per gli spostamenti tra la propria abitazione e il proprio luogo di lavoro (e viceversa). Non sono consentite altre tratte private. Anche in questa situazione non va detratta alcuna quota privata, ma va spuntata la casella “F” del certificato di stipendio.
  • Un uso “misto” del veicolo aziendale.
    I dipendenti possono utilizzarlo anche per tratte private. Come nel secondo caso, deve essere barrata la casella “F” e deve essere dichiarata anche una quota privata quale salario in natura. Questo può essere calcolato su base forfettaria o effettiva. Il forfait annuo è pari al 10.8% o lo 0,9% del prezzo del veicolo, IVA esclusa.

Soluzioni alternative

Le regole delle autorità fiscali partono generalmente dai casi standard nei quali la maggior parte dei costi-veicoli per auto aziendali è pagata direttamente dal datore di lavoro e il collaboratore non ha praticamente costi.
Nonostante ciò, vi sono molte soluzioni intermediarie nelle quali i collaboratori partecipano in modo differente ai costi del veicolo. Le istruzioni delle autorità fiscali non tengono spesso conto di questi differenti regimi.
Sul certificato di salario compilato si evince solo chi prende in carico la parte importante dei costi, una nota “parte privata a chiarire nella procedura di tassazione” può essere apposta sul certificato di salario.
La presa a carico dei soli costi per la benzina non è sufficiente. Se la parte privata è pagata dal collaboratore, riteniamo che non debba essere aggiunta sul certificato di salario, ma consigliano una nota sotto “osservazioni” (15), utile legalmente per la sicurezza giuridica HR.
Questo vale anche per gli importi forfettari versati al posto della presa a carico integrale dei costi.

Un’alternativa alla determinazione forfettaria della quota privata resta la tenuta di un road book. Tuttavia, ciò richiede la documentazione esatta del luogo di partenza e di arrivo, nonché i chilometri percorsi. Sia i viaggi privati ​​che quelli professionali devono essere documentati nella loro interezza utilizzando il road book. Se il lavoratore si assume tutte le spese relative ai viaggi privati ​​o se queste non sono finanziate dal datore di lavoro, nessuna parte privata (né fissa né effettiva) deve essere dichiarata nella busta paga. Tuttavia, anche in questo contesto, il viaggio tra casa e lavoro non fa più parte del reddito imponibile.

Comunicato stampa Consiglio federale – Uso privato di veicoli aziendali: deduzione forfettaria più consistente
https://www.admin.ch/gov/it/pagina-iniziale/documentazione/comunicati-stampa.msg-id-82714.html

Berna, 17.03.2021 – L’imposizione dell’uso di veicoli aziendali a scopo privato deve avvenire su base forfettaria e comprendere anche le spese di trasporto per recarsi al lavoro. Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) pone in vigore la modifica dell’ordinanza del DFF sulle spese professionali il 1° gennaio 2022.

Ai fini dell’imposta federale diretta, l’adeguata ordinanza disciplina che l’uso privato del veicolo aziendale (comprese le spese per il tragitto dal domicilio al luogo di lavoro) possa essere imposto con una quota mensile dello 0,9 per cento del prezzo di acquisto del veicolo. Finora la quota forfettaria ammontava allo 0,8 per cento. Dal 1° gennaio 2016 le spese di trasporto per recarsi al lavoro (senza la quota di servizio esterno) devono essere conteggiate nella dichiarazione d’imposta come reddito a 70 centesimi al chilometro. Nell’ambito dell’imposta federale diretta, tali spese sono deducibili quali spese professionali fino a un importo massimo di 3000 franchi, mentre i Cantoni consentono importi massimi o illimitati secondo la propria legislazione.

Con la nuova regolamentazione, nell’ambito dell’imposta federale diretta vengono meno la compensazione delle spese per il tragitto tra domicilio e luogo di lavoro nonché la deduzione delle spese di trasporto. Inoltre, il datore di lavoro non è più tenuto a dichiarare nel certificato di salario la quota di lavoro prestato nel servizio esterno. Tuttavia, nonostante la modifica sarà possibile anche in futuro conteggiare l’uso privato effettivo con un libro di bordo e far valere la deduzione delle spese di trasporto.

In linea di principio la modifica dell’ordinanza non incide sul gettito dell’imposta federale diretta. Risultano maggiori entrate di esigua entità per quanto concerne l’imposta sul valore aggiunto e le assicurazioni sociali.

Per garantire un certificato di salario uniforme, i Cantoni possono applicare la modifica dell’ordinanza nell’ambito delle proprie imposte. Come indicato in precedenza, i Cantoni che applicano una deduzione illimitata o superiore a 3000 franchi delle spese di trasporto registrerebbero maggiori entrate di esigua entità.

TCS -Link informativo per valutare il costo/km
https://www.tcs.ch/it/test-consigli/consigli/controlli-e-manutenzione/costi-chilometrici.php

Il calcolo dei costi chilometrici per le auto è composto da costi fissi e variabili e si basa sul prezzo di catalogo (prezzo d’acquisto del veicolo nuovo) e sulla percorrenza annuale.

  • I costi fissi contengono tutti i costi come: ammortamento, interessi di capitale, rata del leasing, tasse di circolazione, assicurazione responsabilità civile, assicurazione casco parziale/totale, spese accessorie, spese di parcheggio, cura dell’auto.
  • Costi variabili: dipendono dai chilometri percorsi: svalutazione, costi di carburante, pneumatici, servizio e riparazioni.

Fonti:
Weka,T. Bodmer, A. Kretz
KPMG, S. Koch, S. Doenz

La crisi delle materie prime rende il pane più caro

Il mercato delle materie prime soffre di una congestione della domanda nonché di prezzi elevati sin dalla fine del confinamento dovuto alla pandemia. La guerra in Ucraina e le sanzioni internazionali stanno ora aggravando la situazione, anche per prodotti come il grano e i fertilizzanti.

Lo scoppio della pandemia e il successivo lockdown hanno messo un freno al commercio globale, con ordini cancellati e tagli alla produzione. Dopo il lockdown, la propensione al consumo della popolazione e la rapida ripresa dell’economia hanno portato ad un rilancio del commercio globale molto più celere del previsto, con un aumento vertiginoso della domanda di tutti i tipi di beni e di energia. La conseguenza: tempi di approvvigionamento più lunghi e prezzi di produzione più elevati. La situazione, già difficile, è ora esacerbata dalla guerra in Ucraina e dalle numerose sanzioni internazionali.

Preoccupazione nei principali settori produttivi

La penuria di materie prime e l’esplosione dei prezzi preoccupa i principali settori produttivi. È infatti salito il prezzo di carta e cartone: il materiale scarseggia e ne risente non solo l’editoria, ma anche l’industria del packaging. Stesso dicasi per il vetro, dove mancano le bottiglie per il mondo del beverage e i contenitori per i cosmetici. Altre materie prime come il legno, l’acciaio e la plastica sono in cima alla classifica dei prezzi. Esse servono in grandi quantità per beni durevoli come immobili, macchine, cellulari, elettrodomestici e, nel caso della plastica, gli imballaggi alimentari.

La scarsità di alluminio e nichel è una conseguenza diretta del conflitto in corso: la Russia è infatti il terzo rispettivamente il secondo produttore mondiale di nichel e nichel raffinato, mentre il gruppo Rusal è il maggiore produttore industriale di alluminio al di fuori della Cina. Grazie alla sua resistenza alla corrosione, il nichel è fondamentale per la produzione di batterie, di acciaio inossidabile e di materiali utilizzati nelle industrie del petrolio e del gas, della produzione di energia, delle tecniche mediche. Mancano anche palladio, rodio e il più economico platino, utilizzati principalmente nei catalizzatori automobilistici, di cui la Russia è il secondo produttore mondiale. L’industria automobilistica non ha pace: assieme all’aerospaziale dipende anche dal titanio proveniente dalla Russia, con alternative limitate disponibili. Il conflitto ha compromesso anche la speranza di una ripresa delle catene di fornitura di microchip, essenziali non solo per il settore auto, ma anche per oggetti di uso quotidiano quali cellulari, elettrodomestici e computer: tra le materie prime essenziali alla produzione dei chip, oltre al palladio, vi è infatti anche il neon, di cui il 70% della produzione mondiale proviene dall’Ucraina.

Infine, anche le materie prime secondarie metalliche (ottenute attraverso il riciclaggio di prodotti metallici smaltiti e usate come materia prima per nuovi beni) registrano un aumento notevole di prezzo.

Russia e Ucraina granai del mondo

Sale anche il prezzo delle materie prime agricole, ambiti in cui Russia e Ucraina primeggiano: i due Paesi generano il 53% del commercio globale di olio di girasole e semi, il 27% di grano, il 23% di orzo, il 16% di semi di colza e il 14% di mais.

Alcuni Stati sono fortemente dipendenti dal grano proveniente dai due Paesi, è il caso della Turchia, dell’Egitto e di molti Paesi del Nordafrica e del Medio e Vicino Oriente. Si prospettano una crisi alimentare mondiale e ripercussioni politiche: non dimentichiamoci che la Primavera araba cominciò proprio a causa del prezzo del pane. L’effetto della guerra si sta già facendo sentire anche in Europa: in Italia c’è allarme grano per il settore della pasta e mais per l’alimentazione del bestiame, mentre la Germania sembra aver esaurito le scorte di olio di girasole.

Emergenza fertilizzanti

La Russia è il secondo produttore al mondo di ammoniaca, urea e potassio e il quinto produttore di fosfati lavorati. La Bielorussia è responsabile di un quinto della produzione mondiale di potassio. Tutti elementi essenziali per produrre fertilizzanti: la loro scarsa reperibilità mette a rischio la quantità e la qualità dei raccolti per gli anni commerciali 2021/22 e 2022/23. Le attuali perturbazioni spingono i prezzi dei fertilizzanti verso l’alto e gli agricoltori dovranno assorbire costi sostanziali per raccolti meno voluminosi. Il rischio di effetti a catena sui consumatori è molto elevato: la crisi delle materie prime potrebbe infatti rendere il pane quotidiano più costoso.

Anche la Svizzera soffre

Se nel medio-lungo termine altri attori potrebbero sostituire Ucraina e Russia nell’industria di alcune delle materie summenzionate, le interruzioni di produzione e consegna stanno minando l’attività economica globale.

Il settore svizzero delle costruzioni soffre già della mancanza di materie prime e semilavorati e dei loro prezzi elevati. Essendo un’economia molto aperta e priva di materie prime, la Svizzera risente degli effetti della guerra anche in altri settori. Le prossime settimane determineranno quanto forte sarà l’aumento dei prezzi in generale e se la produzione ristagnerà.

Complice il franco forte e una produzione interna meno energivora di quella europea, in complesso la Svizzera dovrebbe però cavarsela meglio dei Paesi europei. Il caro franco crea tuttavia pressioni sulle esportazioni: la perdita globale di potere d’acquisto rischia infatti di abbassare la domanda di prodotti e servizi svizzeri.

La Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino sta attualmente conducendo un sondaggio tra le aziende della Svizzera italiana, volto ad ottenere una fotografia regionale dettagliata delle difficoltà legate agli approvvigionamenti e alle esportazioni.

Partecipate al sondaggio

Convenzione PEM: aggiornamento

Nell’ambito degli accordi di libero scambio con la Macedonia del Nord e con il Montenegro, dal 1° aprile 2022 le norme transitorie (norme di origine rivedute della Convenzione PEM) sono applicabili in alternativa. Inoltre, non vi sono più restrizioni sul cumulo diagonale per i prodotti agricoli di base e i prodotti agricoli trasformati.

La Matrix, che mostra nel quadro di quali accordi di libero scambio è già consentito il cumulo con l’applicazione delle norme transitorie, è stata aggiornata di conseguenza.

Per ulteriori ragguagli si rinvia alla circolare R-30 relativa all’“applicazione della Convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee con l’UE sul cumulo diagonale”.

SONDAGGIO: Impatto del conflitto in Ucraina e/o delle sanzioni sulle aziende della Svizzera italiana

La Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino lancia un sondaggio volto ad ottenere una fotografia regionale dettagliata degli effetti del conflitto in Ucraina e delle recenti sanzioni svizzere e internazionali sulle attività delle aziende della Svizzera italiana, in particolare per quanto riguarda il loro impatto (diretto o indiretto) sugli approvvigionamenti e sulle vendite.

Il sondaggio consiste in 8 brevi domande prevalentemente a crocette. La sua compilazione richiederà solo pochi minuti.
Termine di compilazione: giovedì 14 aprile 2022

L’Assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) – Italia

News aggiornata marzo 2023

La nuova legge è stata approvata definitivamente dal Parlamento e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 6 aprile 2021.


ULTIMO AGGIORNAMENTO – MARZO 2023
Legge italiana Assegno Unico
Formulario Assegno Unico

Panama, l’hub per l’America centrale

La Repubblica di Panama è uno Stato dell’America centrale, situato nella parte più stretta della regione istmica, a cavallo fra il Mar delle Antille e l’Oceano Pacifico, la Colombia e il Costa Rica. Con un tasso di disoccupazione tra i più bassi dell’America centrale, l’economia panamense si fonda sul terziario, fortemente influenzata dal settore bancario, dal commercio e dal turismo.

Più di 100 aziende svizzere hanno già scoperto Panama come base per le loro attività in America centrale, di cui oltre 60 sono affiliate alla Camera di commercio svizzero-panamense (CCSP). Per la Svizzera, che nel 2018 era il quarto Paese investitore dietro Colombia, Stati Uniti e Canada, Panama è una Nazione importante quale sede di grandi imprese nella regione centroamericana. Il Paese è però interessante anche per le imprese di medie dimensioni che desiderano entrare nel mercato regionale. Ne sono un esempio GEOBRUGG AG e NESCENS SA, due aziende svizzere che hanno deciso di sviluppare il loro business nella regione operando da Panama. Ovviamente, ogni azienda è diversa e affronta problematiche individuali. Tuttavia, ci sono vantaggi nell’insediarsi a Panama, soprattutto in termini di logistica, sicurezza e stabilità politica e giuridica.

NESCENS sfrutta l’accesso a una regione con un alto tasso di crescita

Per SKINLAB CORP., distributore della linea di cosmetici anti-invecchiamento di origine svizzera NESCENS, Panama funge da porta di accesso per la commercializzazione dei suoi prodotti e servizi in tutta l’America latina, sfruttando i vantaggi logistici e di comunicazione offerti dal Paese. L’ampia connettività che il Paese ha con il resto del Continente e con l’Europa – e che ne fanno “l’Hub delle Americhe” – è senza dubbio uno dei grandi vantaggi che a medio e lungo termine sfrutteranno come primo distributore di prodotti cosmeceutici nel Paese.

Secondo Jessica Julio, Direttrice commerciale di SKINLAB CORP, “stabilirci a Panama significa avere accesso diretto a una delle regioni del mondo con la più alta crescita nelle vendite di prodotti di bellezza, con un fatturato annuale di circa 100 miliardi di dollari, secondo i dati del Consiglio delle associazioni dell’industria cosmetica latinoamericana (CASIC), che comprende il 90% del mercato regionale”. In tutti questi Paesi, il settore industriale è cresciuto costantemente negli ultimi anni. La categoria più grande è quella dei cosmetici, con più di 63,2 miliardi di dollari venduti ogni anno (2018), con una forte spinta all’impegno digitale e una concezione della bellezza ispirata alla salute e all’innovazione, caratteristiche che SKINLAB CORP condivide senza dubbio. “Quale distributore esclusivo di NESCENS in America Latina, sappiamo che i nostri prodotti sono all’avanguardia e il marchio «Swiss Guarantee COS», concesso a NESCENS dall’Associazione per la protezione dell’origine dei cosmetici svizzeri, ci rendono un concorrente molto importante sul mercato latinoamericano, che risulta competitivo”, aggiunge la Direttrice commerciale.

Per GEOBRUGG la decisione finale è stata a favore di Panama

L’azienda GEOBRUGG AG, leader mondiale nella produzione e nello sviluppo di sistemi di protezione dai pericoli naturali, ha intuito subito che un ufficio regionale ubicato a Panama sarebbe stato l’ideale per servire i diversi mercati dell’America centrale e già nel 2009 aveva messo gli occhi sul mercato panamense. Tuttavia, anche il Costa Rica era in corsa: infatti, entrambi i Paesi rappresentavano per GEOBRUGG il mercato potenziale più interessante e le economie più dinamiche della regione. Secondo Ricardo de Stefano, Direttore regionale di GEOBRUGG in America Centrale, la decisione finale è stata a favore di Panama per vari motivi:

  • la moneta ufficiale: il balboa è legato al dollaro americano, pertanto la gestione di compra-vendita dei sistemi è più stabile rispetto alle fluttuazioni dei tassi di cambio nell’“exchange market”;
  • la connettività aerea: con voli diretti verso tutte le principali città del continente americano, Panama permette ai professionisti di GEOBRUGG di raggiungere più velocemente i clienti e i progetti in fase di sviluppo nella regione;
  • le zone economiche speciali: esse consentono di mantenere stock regionali di materiale e di sdoganarli nel Paese di destinazione finale del prodotto (poche aree in America latina offrono questa possibilità);
  • l’organizzazione logistica: collegata principalmente con il Canale di Panama, la logistica consente di ricevere merce in stock e di smistare in brevissimo tempo i prodotti inviandoli in altri Paesi della regione;
  • apertura all’investimento: Panama è un Paese favorevole agli investimenti internazionali ed è quindi relativamente semplice costituire aziende in loco.

Panama: uno Stato con tanti vantaggi

Alla menzione di Panama, molte aziende spesso si mettono sulla difensiva. Sì, Panama deve ancora affrontare delle sfide. Vi sono però anche molti esempi a dimostrazione che il Paese è particolarmente adatto quale hub in America Centrale da cui partire per sviluppare la regione. Molte aziende svizzere oltre a GEOBRUGG e NESCENS hanno scelto Panama come sede centrale. Un sondaggio effettuato tra i soci della Camera di commercio svizzero-panamense ha confermato gli argomenti sopra elencati a favore di una gestione centrale degli affari da Panama. Oltre a questa considerazione principalmente economica, altri associati hanno citato il Paese anche per la sua biodiversità e il suo clima tropicale, così come per la cordialità con cui si viene ricevuti dai panamensi.

“Panama, l’hub per l’America centrale”: la Nazione è il punto di partenza ideale per l’espansione di un nuovo business nella regione.

La Camera di commercio svizzero-panamense al vostro fianco

Secondo S.E. l’ambasciatore di Svizzera in Costa Rica, El Salvador, Nicaragua e Panama, Gabriele Derighetti, “la nuova Camera di commercio svizzero-panamense, nata nel gennaio 2020, ha dimostrato di essere un attore chiave per la Svizzera a Panama. Grazie al suo dinamismo, anche in tempi di pandemia, è riuscita a posizionarsi e a farsi apprezzare dai locali e dalle imprese svizzere.”

La Camera di commercio svizzero-panamense è a disposizione per fornire risposte a possibili domande e supporto nello sviluppo delle attività in America centrale partendo da Panama.

Autore e contatto:
Camera di commercio svizzero-panamense (CCSP)
https://swisschamberpanama.org/
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