Cresce l’export mondiale di beni intermedi

Le esportazioni mondiali di beni intermedi hanno registrato una crescita sostenuta nel secondo trimestre del 2022. È quanto emerge dall’ultima analisi dell’Organizzazione mondiale del commercio.

I beni intermedi identificano i beni utilizzati nella produzione di beni finali e sono un indicatore dell’attività nelle supply chain globali. L’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) monitora e fornisce approfondimenti trimestrali sullo scambio internazionale di parti, componenti e accessori. Queste note sono occasionalmente integrate da brevi rapporti dedicati a beni specifici, che riflettono questioni di attualità e prodotti fondamentali scambiati all’interno delle filiere.

Dall’ultima nota informativa dell’OMC si evince che le esportazioni mondiali di beni intermedi sono cresciute del 4% su base annua nel secondo trimestre del 2022, raggiungendo quota 2,5 trilioni di dollari. La quota di beni intermedi sul commercio totale (esclusi i carburanti) si è confermata al 50%, un rapporto che rimasto costante nell’ultimo decennio.

Il settore F&B ha contribuito in larga misura alla crescita del commercio all’interno delle catene di approvvigionamento, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente e superando i 120 miliardi di dollari. L’export mondiale di altre forniture industriali, quali ad esempio strutture metalliche, conduttori elettrici e prodotti medici, sono aumentate del 9%. Le esportazioni di parti e accessori di trasporto sono cresciute dell’1%, mentre quelle di minerali, pietre preziose e terre rare sono invece diminuite dell’11% a causa del calo dei prezzi del minerale di ferro.

A livello regionale, la crescita maggiore è stata registrata dall’America centrale e del sud (22%), seguita dal Nordamerica (9%): al centro-sud la crescita è stata sostenuta dalle esportazioni di soia dal Brasile (90%, 20 miliardi di dollari), per lo più destinate alla Cina, e al nord dall’aumento del 74% dell’export di oro dagli Stati Uniti, prevalentemente a destinazione di Europa e Asia.

Per maggiori ragguagli:
WTO | Information note on trade in intermediate goods: second quarter 2022 (PDF)

Come migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse

Evento in collaborazione con TicinoEnergia

Lo scorso giovedì 23 marzo, presso la Pagani Pens SA di Lamone, si è tenuto l’evento “Come migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse” in collaborazione con TicinoEnergia.

Visto i molteplici fattori che influenzano in modo negativo ed imprevedibile l’andamento del mercato e i sempre più importanti costi supplementari causati dall’inefficienza nell’utilizzo delle risorse a cui le aziende devono far fronte, l’evento è servito per illustrare alle numerose aziende presenti il programma Reffnet. Programma che ha come obiettivo di supportare le aziende Svizzere nella riduzione del loro impatto ambientale e della loro dipendenza delle materie prime. Ciò richiede competenze in molti ambiti, ragione per cui diverse organizzazioni hanno aderito alla rete svizzera per l’efficienza delle risorse.

Dopo il saluto di benvenuto da parte della Cc-Ti e della Signora Rossanna Porotti di Pagani Pens, la parola è passata alla Signora Caterina Carletti (SUPSI) che ha illustrato il ruolo della sostenibilità in ambito aziendale. Successivamente Luca Pampuri ha illustrato il programma Reffnet.ch e altri programmi offerti da TicinoEnergia.

Per concludere la presentazione, Alessandro Sgotto di Pagani Pens, ha descritto il loro caso sviluppato e seguito dagli esperti di Reffnet. Prima di concludere con un aperitivo, per i presenti è stato possibile visitare gli stabilimenti di Pagani Pens, al fine di poter mostrare i processi produttivi necessari per la creazione delle loro penne.


R&S farmaceutica e controllo dell’export

La ricerca farmaceutica è interessata da numerose normative sul controllo delle esportazioni, la cui analisi fornisce importanti indicazioni in merito all’assoggettamento o meno a tali controlli. L’attuazione pratica dei controlli richiesti all’inizio e nel corso dell’intero progetto dipende dalle procedure aziendali, non deve tuttavia mancare l’obiettivo principale: conciliare la conformità in materia di controllo delle esportazioni e le misure di sicurezza con gli obiettivi aziendali. Il controllo riguarda il contenuto del progetto stesso, i partecipanti al progetto interni all’azienda e presso il partner di cooperazione esterno, il quadro concordato per il trasferimento tecnologico e la stesura del contratto per quanto attiene alla riservatezza o alla pubblicazione dei risultati.

Gli aspetti legali e pratici del controllo delle esportazioni in relazione alla ricerca farmaceutica in azienda e le definizioni fornite nei quadri normativi svizzero, americano ed europeo sono stati illustrati nel dettaglio da Nora Bartos, Legal Counsel Export Control & Economic Sanctions del Gruppo Roche nell’articolo “Forschung im Unternehmen – rechtliche und praktische Aspekte der Exportkontrolle” apparso sull’ultimo numero (1/2023) della rivista Zoll + MWST Revue | Revue Douanière + TVA.

Zoll + MWST Revue | Revue Douanière + TVA è una rivista trimestrale specialistica che dal 2016 si rivolge a professionisti attivi negli ambiti consulenza, economia, industria e amministrazione. Essa fornisce informazioni fondate sugli ultimi sviluppi giuridici, sui cambiamenti nella prassi amministrativa e sulle sentenze giudiziarie rilevanti, con un occhio di riguardo alla quotidianità professionale.

Per gentile concessione di Zoll + MWST Revue | Revue Douanière + TVA, la Cc-Ti cura la traduzione in italiano di articoli selezionati, che mette gratuitamente a disposizione dei propri associati sotto forma di scheda informativa. È quanto avvenuto con l’articolo di Nora Bartos sul controllo delle esportazioni in relazione con la ricerca farmaceutica.

La scheda informativa “La ricerca in azienda: aspetti legali e pratici del controllo delle esportazioni” può essere richiesta tramite e-mail a Monica Zurfluh, responsabile Servizio Commercio internazionale, zurfluh@cc-ti.ch. Il documento è destinato unicamente agli associati.

AGIAMO INSIEME 2023

Valorizzare la PERSONA in azienda

Un appuntamento annuale per ripercorrere il reinserimento di figure professionali con difficoltà di salute che, insieme alle imprese, hanno ricostruito con impegno e successo la propria vita professionale.

Un binomio, azienda-collaboratore, gratificante e certamente condiviso e raccontato in questo evento attraverso testimonianze e filmati.

Un’occasione che ha dimostrato quanto l’impegno coeso dei vari “attori” (persona, famiglia, azienda, economia e Istituzioni) diventi premiante per tutti.

L’evento si è svolto lunedì 20 marzo 2023, presso il Teatro Sociale di Bellinzona. Durante la serata sono intervenuti i Consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia.

Oltre a loro, gli interlocutori sono stati Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti e Monica Maestri, Capoufficio AI. 

Le premiazioni sono state accompagnate dalla performance teatrale dell’attrice Laura Curino, con storie ispirate al mondo del lavoro tratte dal suo spettacolo “Partita doppia”.  

Quest’anno le aziende premiate sono:

  • GF Agie Charmilles SA – Losone
  • Marchetti SA – Airolo
  • Veragouth SA – Bedano

Video completo della serata

al LAC, l’innovazione è il motore della nostra economia

Marzo 2023: Primo evento del Gruppo Corriere del Ticino, in collaborazione con la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino, dedicato all’innovazione con la presentazione di casi concreti applicati.

Oltre 120 ospiti hanno assistito al primo evento organizzato dal Gruppo Corriere del Ticino in collaborazione con la Camera di Commercio del Canton Ticino con focus su esempi concreti di innovazione aziendale. Luca Albertoni attraverso una serie di domande mirate ai relatori, ha condotto il pubblico ad approfondire quali sono le principali sfide nella reale innovazione per le aziende. Molte volte si pensa che essere innovativi significhi progettare nuovi prodotti «spettacolari», ma in realtà nella quotidianità per le aziende innovare significa ben altro.

Nel corso della serata abbiamo potuto scoprire le sfide che la Tenconi deve affrontare quotidianamente grazie a Radovan Grebic, il quale ci ha illustrato la loro filosofia aziendale che grazie a un approccio innovativo alla gestione della produzione ha permesso di renderli anche molto più sostenibili da un punto di vista energetico. Ieri sera abbiamo potuto constatare che nell’economia reale è molto più importante innovare i processi, in modo che possano permettere di migliorare tutta la gestione aziendale che soprattutto dopo il periodo pandemico, ha visto arrivare un alto numero di sfide estremante importanti per il futuro di tutte le aziende in modo trasversale.

Anche Giuseppe Perale di IBI SA e Fabio Rezzonico di Swiss Medical Network, hanno illustrato la loro visione e le loro principali difficoltà nell’introdurre nuovi modelli nelle proprie aziende. Perale ha spiegato molto bene che ad oggi, innovare in campo medtech è molto difficile in quanto la burocrazia è un elemento che impedisce o restringe di molto il campo d’azione. Fabio Rezzonico ha illustrato un nuovo modello per combattere gli aumenti dei premi di cassa malati grazie a un sistema incentivante focalizzato sulla salute del paziente più che sulla cura della malattia.

Marco Zaffalon ha spiegato in modo molto chiaro i principali temi legati all’intelligenza artificiale, di quanto sta aiutando a innovare e migliorare molti settori economici, spiegando bene quali sono le principali incognite e punti di forza di una tecnologia estremamente disruptive senza dimenticare il dibattito creato dall’arrivo di chatGPT nel modo accademico, formativo e economico.

LINK all’evento:
https://www.cdt.ch/news/economia/linnovazione-e-il-motore-della-nostra-economia-311153?naxos-preview=true


Scoprire i prossimi eventi:
https://eventi.cdt.ch/

Algeria: codice a barre obbligatorio

Dal 29 marzo 2023 in Algeria vige l’obbligo di apposizione del codice a barre sui prodotti destinati al consumo umano. Sono soggetti a tale obbligo i prodotti destinati alla rivendita senza trasformazione.

L’obbligo è conforme al decreto interministeriale del 16 febbraio 2021 recante regolamenti tecnici che fissano le condizioni e le modalità di applicazione del codice a barre sui prodotti destinati al consumo umano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 marzo 2021. Sono soggetti a tale obbligo i prodotti alimentari e non alimentari preimballati, fabbricati in loco o importati, destinati alla rivendita senza subire ulteriori trasformazioni.

Il codice a barre deve essere rilasciato da un’organizzazione accreditata nel Paese esportatore. Per quanto riguarda l’Algeria, il Governo algerino ha autorizzato in tal senso la società GS1 Algeria.

Fonte: Important Notice to Producers and Importers (caci.dz)

Chi guida la corsa alle tecnologie critiche?

Diciamolo subito: nota per essere sempre stata alla ricerca di qualsiasi nuova tecnologia occidentale da copiare o migliorare, la Cina domina ora sugli Stati Uniti nella maggior parte dei settori ad alta tecnologia e “le democrazie occidentali stanno perdendo la competizione tecnologica globale, compresa la corsa alle scoperte scientifiche e di ricerca, e la capacità di trattenere i talenti globali – ingredienti cruciali alla base dello sviluppo e del controllo delle tecnologie più importanti del mondo, incluse quelle che ancora non esistono”. È quanto emerge dal Critical Technology Tracker – The global race for future power, uno studio del think tank australiano ASPI finanziato nientemeno che dal Dipartimento di Stato statunitense.

In breve: gli americani potrebbero anche limitare la capacità dei cinesi di produrre chip avanzati, vedi bloccare il trasferimento di tecnologie, e sovvenzionare la produzione nazionale per massimizzare la distanza tecnologica tra i due Paesi, ma come evidenzia l’Australian Strategic Policy Institute (ASPI) nel suo Critical Technology Tracker, la Nazione asiatica sta avanzando nella corsa al dominio tecnologico globale molto più rapidamente di quanto si possa pensare e di fatto ha già gettato le basi per posizionarsi quale superpotenza scientifica e tecnologica del mondo, stabilendo una leadership nella ricerca ad alto impatto nella maggior parte dei settori tecnologici critici ed emergenti (tra cui difesa, spazio, robotica, energia, ambiente, biotecnologia e intelligenza artificiale) e nello specifico in 37 delle 44 tecnologie valutate. Le sette rimanenti sono guidate dagli Stati Uniti (vaccini, computer, calcolo quantistico, sistemi di lancio orbitale nello spazio, progettazione di circuiti, sistemi di riconoscimento linguistico e piccoli satelliti, informatica ad alte prestazioni, informatica quantistica, vaccini). Ma c’è di più, la Cina ha un vantaggio a “rischio monopolio alto” in sette ambiti: materiali e produzione su scala nanometrica, tecnologie di rivestimento, comunicazioni RF avanzate (incl. 5G e 6G), idrogeno e ammoniaca per l’energia, supercondensatori, batterie elettriche, biologia sintetica e sensori fotonici. In questo mondo bipolare tendente all’unipolarismo c’è ben poco spazio per gli altri Paesi. In ordine di importanza, e seppur distanziate dalle prime due, le uniche Nazioni ad essere menzionate nella speciale classifica delle eccellenze nella ricerca tecnologica sono India e Regno Unito, seguite da Corea del Sud, Germania, Australia, Italia e Giappone.

Gli americani mantengono una lunghezza di vantaggio in alcune tecnologie mature e sono leader non solo in ambito digitale e della difesa, ma anche nelle biotecnologie e altri settori. Dispongono inoltre di università e laboratori di richiamo mondiale, di alti livelli di investimento, di un mercato favorevole all’innovazione e di un’ampia rete di alleanze internazionali. Il Paese di Mezzo è però sede dei dieci principali istituti di ricerca al mondo per alcune tecnologie fondamentali e spesso produce una quantità di ricerca ad alto impatto cinque volte superiore a quella americana. Un dato, questo, da non sottovalutare, anche se trasformare le scoperte della ricerca in successi produttivi “made in China” è ben più complicato: ad esempio, nonostante gli investimenti da parte cinese per padroneggiare tecnologie come i motori a reazione, i suoi ingegneri hanno faticato per decenni per produrli, motivo per cui l’aviazione commerciale e militare continua per lo più a far capo a fornitori stranieri.

Gli Stati Uniti dominano anche nella ricerca sull’informatica quantistica, ma la Nazione asiatica li insegue primeggiando nella crittografia post-quantistica, nelle comunicazioni quantistiche e nella ricerca sui sensori quantistici. Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, gli americani si affermano sì nella progettazione di circuiti integrati avanzati, nell’elaborazione del linguaggio e nel calcolo ad alte prestazioni, ma i cinesi capeggiano nelle comunicazioni a radiofrequenza avanzate come il 5G e il 6G, oltre che in molte altre aree. Il Paese di Mezzo sta inoltre superando gli Stati Uniti in tutte le aree di ricerca sulle tecnologie energetiche e ambientali ed è leader in tecnologie come i droni, i sistemi autonomi e l’ipersonica. Svolge inoltre un ruolo cruciale nella transizione verso l’energia pulita, perché produce molti prodotti essenziali e opera su una scala così vasta da dominare alcune parti delle catene di approvvigionamento, quali ad esempio i settori eolico, solare e delle batterie. Ha costruito questo vantaggio per decenni, dominando la capacità di lavorazione e raffinazione di tali prodotti. Per gli Stati Uniti, e più in generale l’Occidente, cancellare questa dipendenza richiederà uno sforzo a lungo termine.

Il think tank australiano sottolinea infine come la leadership cinese sia un problema, non solo per la posizione dominante in sé e la sua capacità di stabilire una morsa sulle catene di fornitura globali per le tecnologie critiche, che le conferiscono una potente leva e un chiaro vantaggio tecnico, ma anche perché a lungo termine tale dominio potrebbe “spostare non solo lo sviluppo e il controllo tecnologico, ma anche il potere e l’influenza globale verso uno Stato autoritario in cui lo sviluppo, la sperimentazione e l’applicazione di tecnologie emergenti, critiche e militari non sono aperti e trasparenti e non possono essere scrutati dalla società civile e dai media indipendenti”. Tra le raccomandazioni fornite per contrastare la leadership della Nazione asiatica figurano l’istituzione di fondi sovrani per finanziare la ricerca e lo sviluppo, l’agevolazione di visti tecnologici, il “friend-shoring”, le sovvenzioni per la R&S tra nazioni e il perseguimento di nuovi partenariati pubblico-privato.

Preferenze doganali: aggiornato l’elenco dei valori limite

L’elenco dei valori limite in valuta estera e in franchi svizzeri nel quadro delle preferenze doganali è stato aggiornato (LB).

L’elenco dei valori limite validi dal 27 marzo 2023 può essere scaricato dal sito web dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) al seguente link: UDSC – Elenco dei valori limite

Cosa fare se la banca non finanzia l’export?

Il sistema bancario di molti Paesi non funziona bene come in Svizzera e per le aziende più piccole attive nella distribuzione può essere difficile e oneroso ottenere un credito. Essere in grado di offrire ai propri partner commerciali una soluzione per finanziare i loro ordini di acquisto può quindi rappresentare un grande vantaggio. In tal senso, le aziende esportatrici svizzere possono avvalersi di una gamma crescente di servizi offerti dagli istituti finanziari.

Il nostro partner Switzerland Global Enterprise illustra in questo articolo (in inglese) le basi del finanziamento delle esportazioni e della copertura dei rischi.

Una buona istruzione garantisce protezione

Luca Albertoni, direttore Cc-Ti

Trasformazione digitale, evoluzione tecnologica, diffusione dell’intelligenza artificiale, professioni che si esauriscono e nuove che si creano, diverse esigenze di equilibrio fra vita professionale e privata, aumento delle occupazioni a tempo parziale, penuria di manodopera qualificata, ecc. Sono solo alcuni dei temi che toccano direttamente o indirettamente il mondo del lavoro e quindi coinvolgono inevitabilmente anche quello articolato della formazione.

I molti risvolti di cambiamenti epocali

Come per ogni cambiamento che si palesa con forza, i timori accompagnano l’ottimismo, considerato che molti parametri inevitabilmente mutano, facendo vacillare quelle che sono sempre state certezze. Anche fenomeni considerati come positivi, quale ad esempio la possibilità di lavorare a tempo parziale, nascondono comunque qualche insidia, soprattutto per il sistema, prima che per l’individuo.
Si è rilevato, anche se la riflessione era già emersa in più occasioni, che la riduzione del tempo di lavoro a tempo parziale, magnificato per il singolo, impatta in modo importante sulla penuria di manodopera, sul gettito fiscale, sugli introiti delle assicurazioni sociali, ecc.
Non si tratta certo di un giudizio di valore, visto che la scelta del tempo parziale (da parte di chi può permetterselo…) è assolutamente legittima e benvenuta, frutto di una considerazione solo privata, ma, come ogni risoluzione accoda conseguenze, delle quali non si può non tenere conto. Le scelte, anche politiche, ne devono tenere conto. Non si può ignorare, per esempio, che oltra la metà delle aziende svizzere (non solo quelle ticinesi) è già costretto a orientarsi sui mercati esteri per trovare personale qualificato, che comunque scarseggia. Per rendersi attrattive e competitive nel match della domanda e dell’offerta, le imprese devono offrire varianti di lavoro flessibili, fra le quali proprio quella del tempo parziale. Visto quanto sopra, appare un po’ paradossale. Ma tant’è, questi sono i cambiamenti epocali ed esserne consapevoli ci indica quali siano le nuove strade da esplorare e intraprendere.

Nuove opportunità e nuove figure

Come detto in entrata, ogni rivoluzione porta con sé anche paure. In passato, e ora ci fa sorridere, le lampadine elettriche, l’automobile, la telefonia, il televisore, internet furono visti inizialmente con scetticismo. Ora è il turno dell’intelligenza artificiale, già molto presente nel quotidiano, ma di cui si inizia a realizzare la portata solo ultimamente.
Alzi la mano chi non guarda con un misto di curiosità e apprensione a sigle come Dall-E2 o Chat GPT, due dei programmi assurti agli onori della cronaca negli scorsi mesi e basati appunto sull’intelligenza artificiale. Creando palpitazioni a parecchie categorie professionali come giornalisti o consulenti, che non senza ragione, temono di essere sostituiti dalle macchine. Ricordiamo che quando si fece largo l’industrializzazione, molti avevano le stesse paure. In realtà emersero nuovi profili professionali e si crearono più professioni rispetto a quelle che scomparvero. Questo ovviamente non deve far dimenticare la necessità di intervenire sul breve per evitare che troppe persone escano dal mercato del lavoro perché non in grado di riqualificarsi. Ma su questo punto torneremo.
L’intelligenza artificiale, si diceva. Fondamentale è non perdere di vista il fatto che anche questa, malgrado il suo alone ancora un po’ misterioso, sta portando e porterà a nuove figure professionali, evidentemente in primis nell’informatica, come gli sviluppatori di prodotti di AI, incaricati di programmare e sviluppare algoritmi e sistemi che ne costituiscono la base stessa. Un numero infinito di dati entreranno in ogni processo per la sua qualifica migliore, per cui saranno necessari esperti di ricerca e gestione, come pure di persone che, sulla base di princìpi etici, possano determinare quali elementi possano essere utilizzati senza ledere alle persone. Il ruolo di psicologo dello sviluppo, che dovrà anche intervenire per correggere i comportamenti sbagliati o indesiderati dell’intelligenza artificiale, in modo che essa abbia un comportamento il più riconducibile a quello umano (al meglio dello stesso) e che la collaborazione essere umano-macchina sia la più naturale possibile.
Questa collaborazione va a sua volta gestita da qualcuno che sia responsabile della squadra «essere umano-macchina» e che possa intervenire per calibrare al meglio l’attività umana e quella artificiale. Tutte queste evoluzioni che necessiteranno di competenze giuridiche puntuali, come ad esempio per il diritto d’autore per scovare dove sono stati utilizzati testi, immagini o altro senza che l’intelligenza artificiale ne fosse autorizzata. Anche per i creatori di contenuti l’intelligenza artificiale può rappresentare non un sostituto ma un formidabile mezzo ausiliario. L’equilibrio anche in questo fattore è fondamentale: utilizzare e non essere utilizzati.

Una buona istruzione garantisce protezione

Inevitabilmente, quanto detto sopra, avrà implicazioni importanti anche sul mondo della formazione, che dovrà offrire percorsi innovativi o rinnovati. Ma si tratta solo di corsi per professioni ipertecnologiche accademiche? No, attenzione a non farsi trarre in inganno. In precedenza, si è già accennato al fatto che occorre evitare che, a seguito degli sviluppi del mercato del lavoro, vi siano troppe persone che ne escano perché non aggiornate. E qui sta il nocciolo della questione. Non si tratta solo di pensa-re a grandi novità, ma anche e soprattutto di dare gli strumenti al maggior numero di persone possibile per adattarsi ai cambiamenti, cioè attraverso una formazione continua adeguata che permetta di agire in tempo e farsi trovare pronti.
Non basta infatti rivendicare che lo Stato intervenga sulle materie della formazione di base, anche perché è spesso necessaria rapidità di intervento che naturalmente i percorsi scolastici non hanno il tempo materiale per attuare. Il ruolo del privato in questo contesto è essenziale, per supplire in quel bacino di persone che necessitano di nozioni aggiornate e che, avendo il polso della situazione praticamente in tempo reale essendo a contatto con la realtà aziendale, possa dare risposte e soluzioni ottimali. Al di là della formazione di base, occorre dare costantemente la possibilità a tutti di aggiornarsi. Un responsabile d’azienda non sarà forse mai un mega-esperto di intelligenza artificiale, ma, per poter gestire al meglio l’impresa e i tecnici che se ne occupano, deve conoscerne almeno i tratti essenziali per poter agire consapevolmente. Non ci si rivolge ai soli percorsi accademici, ma a ogni lavoratore che debba essere messo in condizione di svolgere le proprie mansioni nel miglior modo possibile.

La Cc-Ti sta percorrendo da tempo questa strada della formazione continua, sia attraverso programmi di lunga durata che aggiornamenti rapidi che richiedono un investimento di tempo contenuto. È un piccolo ma fondamentale contributo del privato al mantenimento e al miglioramento delle competenze presenti sul territorio richieste da associati e associazioni di categoria, attente al fattore umano che le compongono. È una strada che va assolutamente percorsa e che è perfettamente complementare alla formazione di base.