L’export parla digitale ed è qui

Lunedì 26 settembre si è tenuto nella sede della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) a Lugano il seminario “Impulse: Export Digital Training”, organizzato da Switzerland Global Enterprise (S-GE), in collaborazione con la stessa Cc-Ti, Google Svizzera, PwC e Asendia (con NetComm Suisse).

Davanti ad un interessato pubblico sono stati presentati gli strumenti digitali a sostegno delle aziende esportatrici. Un tema di stretta attualità, che dopo le differenti relazioni è stato anche approfondito con dei workshop mirati.

Il pomeriggio è iniziato con il saluto di Marco Passalia, Vicedirettore e Responsabile del servizio Export Cc-Ti e di Monica Zurfluh, Head of S-GE Southern Switzerland, che hanno accolto i partecipanti. Ha poi preso la parola Gregor Doser, Industry Leader di Google Svizzera, illustrando i differenti strumenti che il motore di ricerca e colosso statunitense presenta per incentivare e supportare le PMI nell’esportazione.

Il 95% delle imprese svizzere esportano e operano soprattutto nei Paesi confinanti. La decisione sulla meta dell’esportazione a volte è presa a livello intuitivo, ed i mercati interessanti, e che offrono prospettive rilevanti possono essere anche altri non tenuti in considerazione. In questo senso Google offre un set di tool specifici per strutturare al meglio il processo decisionale e strategico aziendale per l’export. Valutando l’evoluzione digitale in atto, gli strumenti sono sofisticati e sempre aggiornati per un sostegno fattivo a nuovi mercati ed alla crescita concreta. Da notare che nel 2015 Google Svizzera ha avviato una collaborazione con S-GE realizzando la piattaforma «Export Digital» (www.exportdigital.ch), che ha proprio lo scopo di sostenere a livello digitale le imprese esportatrici.

Alberto Silini, Head of Consultancy di S-GE ha presentato la struttura di S-GE, focalizzandosi sui servizi offerti alle aziende, vista la mission portata avanti sin dal 1927 che promuove le esportazioni svizzere su mandato della SECO. Anche S-GE propone differenti strumenti online, ma le affianca a consulenze mirate, perché è sempre utile definire una strategia d’esportazione completa, valutando ogni aspetto (ad esempio la cultura, il personale, la concorrenza, i rischi, i pagamenti, le normative ed i dazi doganali, ecc.), che cambia radicalmente da Nazione a Nazione. Imprescindibile essere online in ogni caso. Con una linea d’azione definita, è possibile facilitare il contatto B2B o B2C, attraverso tattiche di Search Engine Marketing (ossia quel ramo del web marketing che si applica ai motori di ricerca).

Domenico Zucchetti, Managing Director di banana.ch SA, ha portato il caso della sua azienda, che produce un software di contabilità e gestione finanziaria venduto ed usato, oltre che in Svizzera, anche in 70 Paesi al mondo; illustrando anche la propria strategia di digitalizzazione, con benefici e difficoltà.

Sono seguite 4 brevi relazioni che hanno aperto poi i 4 workshop tematici. In questo senso sono stati messi in luce l’importanza dell’efficienza nelle procedure doganali (si sta andando verso una maggiore digitalizzazione); la sicurezza nei pagamenti; le diverse forme di e-commerce possibili, combinando differenti canali; e la rilevanza del “marchio svizzero” quale sinonimo di affidabilità e fiducia per i consumatori. Sono qui intervenuti Jean-Paul Ballerini, Director Cybersecurity di PwC Digital Services; Carlo Terreni, General Director NetComm Suisse; Monica Zurfluh e Marco Passalia.

Dopo i lavori di gruppo vi è stata una sessione di training condotta da Gregor Doser e Alberto Silini, con un focus sulla piattaforma www.exportdigital.ch.

Il pomeriggio si è concluso con un aperitivo di networking dove relatori e partecipanti hanno potuto confrontarsi ancora sulla tematica, con nuovi spunti.

Ricevuta a Palazzo Civico la vicesindaca di Almaty

La vicesindaca della Città di Almaty, signora Assel Zhunussova, è stata ricevuta martedì 27 settembre a Palazzo Civico dal sindaco Marco Borradori e dai municipali Michele Foletti e Cristina Zanini Barzaghi. Erano presenti all’incontro anche Asset Abdualiyev, vicepresidente del Centro per lo sviluppo di Almaty e Maxat Suleimenov, consigliere dell’Ambasciata kazaka a Berna. Nel corso dell’incontro sono state presentate agli ospiti alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La visita a Lugano della delegazione di alti rappresentanti della Città di Almaty è una conseguenza delle attività promosse dalla Città di Lugano nell’ambito dei rapporti internazionali: a partire dal 2014 sono state sviluppate proficue relazioni con il Kazakistan, implementate con la firma di un accordo di cooperazione multisettoriale fra le due città sancito il 17 maggio scorso durante una missione congiunta in Kazakistan della Città, della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del Cantone Ticino (CC-Ti), della Lugano Commodity Trading Association (LCTA), di Lugano Turismo e Svizzera Turismo.

L’interesse di Lugano a sviluppare relazioni bilaterali con altre realtà urbane è indirizzato alla ricerca di ipotesi concrete che trasformino le alleanze di intenti in progetti tangibili. A Lugano figurano inoltre significative attività legate al paese eurasiatico in ambiti particolarmente dinamici, quali ad esempio il commercio di materie prime e dell’energia, l’ingegneria civile e l’edilizia, le telecomunicazioni, la farmaceutica e le tecniche mediche. “Sono lieto di poterla ricevere oggi, qui a Palazzo Civico, edificio storico della città e sede del Municipio di Lugano – ha esordito il sindaco Borradori; gli accordi di collaborazione – siano essi generici o specifici a un campo di attività – devono trovare una continuità e permettere un’evoluzione positiva, dinamica, finalizzata alla costruzione di scambi culturali, economici, scientifici e turistici fra le città e, di riflesso, tra le diverse realtà attive dei paesi coinvolti. È proprio in un periodo di perdurante bassa congiuntura economica internazionale che dobbiamo evitare strategie di chiusura, e continuare a investire, in maniera mirata, in un’apertura coerente e proficua con altre realtà. La sottoscrizione del Memorandum di collaborazione multisettoriale con la città di Almaty ha posto le basi per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra le due parti e dischiude ricadute significative per le nostre economie.
Lugano presenta un mercato del lavoro flessibile, una grande capacità di innovazione, un sistema logistico di alto livello, una fiscalità attrattiva e un’amministrazione pubblica efficiente. Sono dunque presenti le condizioni per fare della nostra città il
centro ideale da cui operare a livello globale.”

Il sindaco Borradori ha ricordato la stretta collaborazione sviluppata con istituti accademici e bancari, associazioni economiche e aziende che ha favorito la crescita di una piattaforma di incontro fra le autorità e i partner kazaki, e gli attori interessati alla Città di Lugano.

La vicesindaca di Almaty, signora Assel Zhunussova, ha ringraziato il Municipio per la calorosa accoglienza: “Almaty non è più la capitale del Kazakistan, ma oggi è riconosciuta quale centro economico, culturale e storico del mio Paese. La città di Almaty produce un terzo del PIL del Paese, e vi hanno sede circa il 90% delle più importanti istituzioni bancarie. Presenta anche uno spiccato interesse turistico in quanto ha stazioni sciistiche e un aeroporto internazionale. La firma dell’accordo di collaborazione ci consente di creare un tessuto di relazioni su ampia scala, finalizzato a promuovere i rispettivi territori”.
Dopo il saluto del sindaco, i municipali Cristina Zanini Barzaghi e Michele Foletti hanno illustrato nel dettaglio alcune politiche settoriali e progetti dell’amministrazione cittadina che riguardano in particolare lo sviluppo territoriale, la mobilità e la gestione finanziaria.

La Cc-Ti e la LCTA sono soddisfatte per la concretizzazione dell’accordo di cooperazione tra le due città nell’interesse di uno sviluppo economico e tecnico sempre più stretto. Marco Passalia, vicedirettore della Cc-Ti e segretario generale della LCTA, conferma la volontà delle aziende ticinesi di internazionalizzare le proprie attività: “La diversificazione della clientela e dei paesi di sbocco è un elemento essenziale per creare valore e competenze nel nostro tessuto industriale e finanziario. In quest’ottica il supporto ufficiale dell’Ambasciata svizzera, della Città di Lugano, di Switzerland Global Enterprise, della Cc-Ti, della LCTA e di altre istituzioni importanti fornisce un apporto rilevante e complementare alle relazioni d’affari”. Il Kazakistan è stato identificato dalla CC-Ti fra i paesi prioritari per lo sviluppo della promozione economica ticinese, e Almaty è un centro economico e finanziario di riferimento per l’Asia centrale.

Nel corso dell’incontro cinque aziende di Lugano e della regione hanno presentato tre progetti di collaborazione nel campo della certificazione energetica, della pianificazione della gestione dei rifiuti urbani e della produzione di energia idroelettrica, coordinati dalla CC-Ti.

L’evento di oggi contribuisce a rafforzare le relazioni con la Città di Almaty e rappresenta un esempio concreto di come i rapporti istituzionali privilegiati possono favorire collaborazioni in rete con i partner attivi sul nostro territorio, sostenendo i settori economici, finanziari e turistici ticinesi. Al termine dell’incontro a Palazzo Civico è seguita una visita al LAC a cura di Lorenzo Sganzini, direttore della Divisione cultura.

Anche il Brasile adotta i Carnet ATA

A partire dallo scorso luglio anche il Brasile, uno dei Paesi più protezionisti al mondo, ha approvato l’utilizzo del Carnet ATA, il documento doganale per l’ammissione temporanea di beni. Si tratta del primo Paese membro del Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale, ad aver aderito al sistema ATA. La notizia era giunta proprio a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Rio. Grazie a questa novità, numerose squadre sportive provenienti da tutto il mondo hanno potuto portare in Brasile le loro attrezzature beneficiando dell’ammissione temporanea e, quindi, non pagando eventuali dazi all’importazione.

Ad oggi sono 75 i Paesi che hanno aderito alla Convezione di Istanbul, ultimi in ordine di tempo possiamo citare l’Indonesia (2015) e l’Albania (2013). Ricordiamo che il Carnet ATA (Admission temporaire/Temporary admission) è un documento doganale internazionale che consente l’importazione temporanea di merci nei Paesi non comunitari aderenti alla convenzione ATA, senza dover depositare diritti e tasse. Il Carnet ATA ha una validità di 12 mesi. Entro il termine di scadenza, la merce deve essere reimportata nel Paese di partenza ed il documento deve essere restituito alla Camera di Commercio emittente. Questo documento può essere richiesto per campioni commerciali, attrezzatura necessaria allo svolgimento della propria professione, merci da esporre presso fiere, manifestazioni commerciali, manifestazioni sportive, ecc. Il Carnet ATA non copre né i prodotti deperibili o di consumo (come ad esempio bottiglie di vino destinate ad una degustazione) né le merci destinate ad operazioni di trasformazione o riparazione. Inoltre, materiali professionali specifici sono esclusi dalla Convenzione, come ad esempio quelli necessari all’esecuzione di lavori in ambito edile (pensiamo alle gru o alle betoniere).

Il servizio Export della Cc-Ti rilascia quotidianamente numerosi Carnet ATA sia ad aziende sia a privati che necessitano di attraversare le frontiere con merce che poi ritornerà in Svizzera senza subire nessuna modifica. Questo documento doganale è parte di una catena internazionale garante degli eventuali tributi doganali richiesti che è gestita dalla WCF (World Chambers Federation). La Cc-Ti, come i suoi istituti gemelli nel mondo, ha la funzione di garante nei confronti della propria Amministrazione doganale ed è tenuta ad anticipare alle Autorità doganali le somme che si rendessero necessarie pagare per irregolarità riscontrate nell’utilizzo dei Carnet. Al fine di proteggersi da eventuali rischi a suo carico, al momento del rilascio del documento di ammissione temporanea, la Cc-Ti richiede quindi a sua volta una garanzia. Alla chiusura del Carnet ATA ed in assenza di irregolarità, la Cc-Ti provvede naturalmente a sbloccare tale cauzione. Il Carnet ATA può essere richiesto attraverso il sito internet www.ataswiss.ch. È necessario registrarsi. A registrazione avvenuta si procede alla compilazione del formulario elettronico e all’inoltro dei documenti doganali. Il tutto si svolge nella massima semplicità e celerità del servizio Export della Cc-Ti: previa la ricezione della garanzia, il rilascio del documento avviene infatti entro le 24 ore.

Infine, una curiosità statistica: a livello internazionale, la Svizzera si situa al secondo posto dopo la Germania tra i Paesi che utilizzano maggiormente i Carnet ATA. I dati del 2014 indicano che sono stati emessi 28’598 documenti per l’esportazione temporanea per un totale di oltre 4 milioni di dollari di valore delle merci[1].

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia,
vice direttore e responsabile Export Cc-Ti 


[1] Cfr: www.iccwbo.org/WorkArea/DownloadAsset.aspx?id=19327359757

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Per maggiori informazioni contattare il Servizio Export della Cc-Ti (export@cc-ti.ch)
oppure consultare la piattaforma online Ataswiss che consente di compilare le domande di Carnet ATA via Internet: www.ataswiss.ch

SOLAS: maggiori standard di sicurezza per le navi

La sicurezza della navigazione per la salvaguardia della vita umana in mare sembra un tema astratto per una nazione senza sbocco sul mare, come è il caso della Svizzera. Non va però dimenticato che il nostro Paese dispone di una flotta navale mercantile e che la sicurezza della navigazione è comunque una problematica fondamentale per l’export e il settore delle spedizioni. Con un breve excursus storico, ricordiamo che è dall’inizio del secolo scorso – dopo disastri marittimi importanti, come quello del Titanic nel 1914 – che si è sentita la necessità di creare una regolamentazione a livello internazionale che sopperisse alle carenze tecniche a favore del bene comune. È così quindi che nacque la Convenzione SOLAS, Safety Of Life At Sea, un testo per la salvaguardia della vita in mare, che venne, negli anni, continuamente aggiornato grazie alla creazione dell’Organizzazione internazionale marittima (IMO). Questo accordo ha ufficializzato l’impegno di quasi tutti gli Stati del mondo a far rispettare norme minime di sicurezza alle proprie navi: paratie stagne ed ignifughe anche orizzontalmente per tutto lo scafo; strumenti per la salvaguardia della vita umana in mare; mezzi di prevenzione e spegnimento degli incendi; radiotelegrafo a bordo e funzionante. La Convenzione SOLAS nelle sue forme successive è generalmente considerata come la più importante di tutti i trattati internazionali in materia di sicurezza delle navi mercantili.

Le novità del 2016

Lo spunto storico ci fa tornare ai giorni nostri per presentare l’ultimo aggiornamento della SOLAS, entrato in vigore il 1 luglio 2016 (con un periodo transitorio di 3 mesi), che inserisce l’obbligo di dichiarare la massa lorda verificata (l’accertamento del “gross weight”, definito semplicemente come “VGM”, Verified Gross Mass) di ogni container prima del carico a bordo della nave. Il responsabile di tale verifica del peso del container è lo spedizioniere (“shipper”) indicato sulla polizza di carico. Il dato della VGM e i dettagli della spedizione devono essere comunicati tramite un documento redatto su carta intestata, allegando la ricevuta della pesatura. Queste informazioni dovranno essere trasmesse con sufficiente anticipo rispetto all’imbarco per la preparazione e l’attuazione del piano di stivaggio nave nel rispetto dei tempi. Il dato VGM dovrà poi essere conservato, da tutte le parti coinvolte (shipper, nave, terminalista), fino allo sbarco del singolo container e, comunque, per almeno 3 mesi. Riguardo alle tolleranze, tenendo conto anche che “svariati carichi trasportati in container possono subire modifiche naturali della loro massa dal momento del confezionamento e pesatura al momento della consegna”, il livello di tolleranza è fissato in più o meno il 3% del valore scritto sul certificato.

È da sottolineare che senza questa “pesatura anticipata”, il vettore marittimo dovrà rifiutare il container ma questo problema può essere risolto, nel caso in cui vi sia dell’apparecchiatura certificata, pesando il container confezionato direttamente al porto. Il vettore inoltre non avrà nessun obbligo di verifica circa la correttezza della pesatura. Tutto è quindi in mano allo spedizioniere che può comunque delegare a un soggetto terzo la responsabilità di certificare il peso del container.

La ratio della nuova norma è quindi quella di ampliare gli standard di sicurezza, evitando così problemi di sbilanciamento durante la navigazione, di stabilità durante le fasi di carico e scarico dei container nonché di un non corretto o improprio “lashing and securing” della merce a bordo. Per realizzare tale obiettivo si è quindi deciso di anticipare gli strumenti preventivi ad un momento precedente la fase di imbarco, ponendo un maggiore onere di cooperazione in capo allo “shipper”.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

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Nuove opportunità grazie all’accordo di libero scambio tra l’AELS e le Filippine

Lo scorso 28 aprile 2016 è stato siglato a Berna un nuovo ed importante accordo di libero scambio (ALS) tra gli Stati dell’AELS (Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda) e le Filippine. È un trattato fondamentale con un Paese in piena espansione che conta oltre 100 milioni di abitanti, situandosi al 12° posto tra le nazioni più popolose al mondo. Le Filippine sono il 6° partner commerciale della Svizzera nel sud-est asiatico dove vengono esportati soprattutto prodotti farmaceutici (36,9%), macchine (19,9%), orologi (13,1%) e prodotti agricoli (9,1%). Nel 2015 il volume delle esportazioni si è attestato a 311 milioni di franchi. La Confederazione importa invece dallo Stato asiatico soprattutto metalli e pietre preziose (55,8%), macchine (23,6%) e strumenti medici (6,5%).

Come riportato dalla SECO in una nota informativa, grazie all’ALS si aprono nuove porte per le aziende elvetiche dato che le barriere commerciali verranno eliminate sul 91.6% dei prodotti industriali, dei pesci e di altri prodotti del mare. Più in particolare, l’accordo prevede l’eliminazione immediata dei dazi doganali già dalla sua entrata in vigore, anche se per alcuni prodotti sensibili è stata stabilita una diminuzione graduale dei tributi nell’arco di 3-10 anni. Alcune merci dell’industria automobilistica non avranno un’eliminazione totale dei dazi ma potranno contare su un sostanziale abbassamento. In generale si constata comunque che per gli interessi svizzeri i prodotti non inclusi nell’ALS sono generalmente marginali.

Inoltre, grazie all’accordo di libero scambio le Filippine ridurranno o elimineranno i dazi sulle principali esportazioni di prodotti agricoli da parte della Svizzera. L’ALS tocca anche il settore dei servizi, stabilendo delle ulteriori regolamentazioni per i servizi finanziari, di telecomunicazione, energetici e i servizi marittimi. Per quanto concerne la proprietà intellettuale, l’accordo rafforza alcuni aspetti inerenti i brevetti, la protezione dei marchi, le indicazioni di provenienza nonché i diritti di proprietà intellettuale e delle procedure giudiziarie. Inoltre, sono regolamentati anche la concorrenza, l’agevolazione degli scambi, nonché il commercio e lo sviluppo sostenibile. L’accordo stabilisce ancora disposizioni sugli investimenti e sugli appalti pubblici.

Le regole dell’origine dell’ALS corrispondono in linea generale al modello europeo. Sono comunque meno restrittive e prevedono anche una tolleranza del 15% del valore aggiunto per la lavorazione al di fuori delle parti contraenti (“outward processing”), quando in generale questa cifra si attesta al 20%. Le disposizioni concernenti il cumulo prevedono per i capitoli relativi ai prodotti industriali il cumulo diagonale (tra gli Stati dell’AELS e le Filippine) e la regola della non alterazione permette di dividere gli invii delle merci nei Paesi di transito senza che l’origine vada persa. Questa regola accresce la flessibilità logistica dell’industria di esportazione svizzera e facilita nel contempo anche le importazioni. Infine la dichiarazione d’origine è la sola prevista come prova d’origine, compresa anche la possibilità del sistema di esportatore autorizzato.

Infine, ci permettiamo sottolineare ulteriormente che l’accordo di libero scambio con le Filippine permetterà agli Stati dell’AELS – tra cui naturalmente la Svizzera – di rafforzare le relazioni economiche e commerciali con i partner asiatici e di disporre di un vantaggio competitivo essenziale verso i principali concorrenti esteri che non dispongono ancora di un ALS (ad esempio rispetto all’Unione Europea che ha avviato le trattative con la nazione asiatica lo scorso dicembre). È quindi sempre doveroso rimanere costantemente aggiornati sulle novità in merito agli ALS e alle opportunità e ai vantaggi che offrono alle aziende elvetiche volte all’internazionalizzazione.

Marco Passalia, vice direttore Cc-Ti
Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana

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Industria 4.0 e la digitalizzazione nelle aziende esportatrici

La quarta rivoluzione industriale è arrivata: Industria 4.0, ovvero l’applicazione dell’Internet delle cose (IoT) alla produzione industriale e il collegamento in rete di persone, prodotti e macchine, sta stravolgendo i modelli organizzativi e cambiando il business in generale e quello internazionale in particolare. L’interconnessione e la digitalizzazione dei processi produttivi creano la “Smart Factory” (la fabbrica intelligente che si adatta da sola), abbattono i costi di produzione, consentono una maggiore customizzazione e favoriscono l’entrata su nuovi mercati.

Nella “Smart Factory” l’integrazione verticale e orizzontale diventano fattori importanti. L’integrazione verticale offre grande potenziale di ottimizzazione in quanto i processi informatici e di comando sono messi in rete, abilitando lo scambio di dati tra reparti aziendali (sviluppo, pianificazione, produzione, vendite, distribuzione), che possono in seguito organizzarsi da sé. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, le grandi quantità di dati scambiati consentono di prevedere gli sviluppi futuri e valutare la domanda potenziale nei vari mercati. Nell’ambito dell’internazionalizzazione è però la dimensione orizzontale dell’integrazione ad apportare i cambiamenti più incisivi in quanto le catene del valore classiche tra aziende si trasformano in reti di creazione del valore, dove le imprese lavorano insieme su uno stesso prodotto al di là dei confini organizzativi e nazionali. Le aziende più grandi assegnano sempre più processi a quelle più piccole e specializzate, indipendentemente dalla loro ubicazione. Le PMI, sempre più attive in reti di sviluppo, produzione e cooperazione globali, si possono concentrare sulle loro competenze specifiche. Esse sono però anche chiamate a rivedere l’approccio ai mercati esteri e uno dei primi passi da fare è sicuramente quello di digitalizzarlo.

Le opportunità offerte dal connubio digitalizzazione e internazionalizzazione possono essere sfruttate meglio di quanto non sia stato fatto sinora: un progetto di esportazione può infatti essere portato avanti in molti modi sul web, cominciando dall’analisi della domanda nei mercati target, dalla valutazione di clienti potenziali e così via sino al marketing online e alle vendite tramite l’e-commerce. Un primo strumento utile è sicuramente la piattaforma www.exportdigital.ch, frutto della partnership tra Switzerland Global Enterprise (S-GE) e Google Switzerland. Essa mette a disposizione circa 100 video tutorial su questioni inerenti l’export, il marketing digitale e l’acquisizione di clienti online nonché uno strumento di ricerca dei mercati potenzialmente interessanti (tramite parole chiave che descrivono il prodotto o servizio in poco tempo si ottiene una classifica dei mercati che offrono le maggiori opportunità e informazioni di base ad es. sulla concorrenza, il comportamento di acquisto dei consumatori online e i sistemi di pagamento).

Attenzione però: la digitalizzazione dell’approccio all’export va integrata in una strategia globale. A prescindere dai canali digitali, nel mercato di riferimento può essere comunque necessario disporre di una rete di partner locali e di ulteriori canali di marketing e di vendita. Non vanno inoltre sottovalutate le differenze culturali e normative, come pure le questioni fiscali. L’entrata su nuovi mercati resta quindi un processo complicato e in questo senso Camera di commercio e S-GE sono a disposizione come sempre con corsi, consulenze ed eventi per informare e consigliare al meglio le imprese ticinesi.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Brevetto unitario: sfide e opportunità per l’innovazione made in Switzerland

Il 13 aprile 2016 si è tenuto presso la sede della Cc-Ti l’evento “L’innovazione made in Switzerland e il nuovo sistema brevettuale europeo“. Attraverso quest’incontro (scarica il flyer) la Cc-Ti, congiuntamente ad AIPPI (associazione leader per la tutela della proprietà intellettuale), ha voluto rendere attente le aziende ticinesi sulla svolta epocale che l’introduzione del nuovo strumento brevettuale a tutela dell’innovazione da parte dell’Unione Europea comporta per il mondo della proprietà intellettuale. In particolare, grazie a due case studies, sono state presentate le implicazioni concrete che quest’introduzione comporta per le aziende svizzere e quali sono le strategie che quest’ultime dovranno adottare.

Dopo un breve saluto del Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni, ha preso la parola il Fondatore della M. Zardi & Co. SA, l’Ing. Marco Zardi, che, dopo aver portato il saluto da parte dell’associazione AIPPI Svizzera, di cui è Vicepresidente, ha fornito una panoramica del tema dell’incontro, mettendo in risalto la centralità di un’adeguata protezione brevettuale per l’innovazione. La parola è quindi passata a Paolo Gerli, European Patent Attorney presso M. Zardi & Co. SA, che ha fatto un sunto del sistema brevettuale europeo vigente e del nuovo strumento del brevetto unitario. Il ciclo introduttivo d’informazione si è concluso con la relazione di Stefano Sinigaglia, European Patent Attorney presso M. Zardi & Co. SA, che si è concentrato sulla spiegazione del funzionamento della nuova Corte Unificata.

Nella seconda parte dell’evento, dedicata agli effetti del nuovo strumento brevettuale per le aziende e alle strategie che quest’ultime dovranno implementare per garantire al meglio l’innovazione made in Switzerland, si è quindi passati all’esposizione di casi concreti. A prendere inizialmente la parola è stato Cornelis Schüller, responsabile brevetti di Nestlé SA, che ha fornito il punto di vista di una multinazionale, risaltando come questa novità sia da loro in sostanza percepita positivamente in quanto comporta una netta riduzione di costi per l’azienda depositante. A fornire un’opinione parzialmente diversa è stata Mariagrazia Zotti, Head of Patent Department at Helsinn Healthcare SA, che ha portato invece il punto di vista di un’azienda di dimensioni più contenute. La Signora Zotti ha in particolare messo in luce come – al di là di un’effettiva riduzione dei costi – la strada del brevetto unitario comporti ancora alcuni dubbi; che riguardano sia alcune dinamiche proprie del suo settore, quello farmaceutico, che ambiti più trasversali, per ciò che concerne la prassi da adottare.

L’evento si è concluso con una riflessione da parte di Marco Zardi che – dopo aver brevemente riassunto quanto emerso dall’evento, ha sottolineato l’importanza per gli specialisti di brevettualistica di entrare in contatto con aziende leader nell’innovazione, per recepire al meglio le difficoltà, perplessità o possibilità che potrebbero sorgere con l’utilizzo del brevetto unitario.

L’aperitivo che ha seguito l’evento è stato l’occasione per i partecipanti di conoscere i relatori, ponendogli delle domande più dirette, e di tessere nuove relazioni.

Il successo dell’evento è stata la conferma dell’interesse da parte degli associati Cc-Ti per il tema, che continueremo quindi ad approfondire in momenti diversi e attraverso diversi canali.

Leggete l’intervista a Marco Zardi, apparsa sul numero di gennaio/febbraio di Ticino Business
L’evento nei media: CdT, 14.04.2016 – Brevetto europeo, una possibilità con molti vantaggi
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“Oltre i confini”: un progetto mediatico a 360 gradi della Cc-Ti

Dal mese di aprile ha preso avvio un nuovo ed interessante progetto del settore Export della Cc-Ti in collaborazione con il gruppo MediaTI e Switzerland Global Enterprise, intitolato “Oltre i confini”.
La Cc-Ti – con articoli a firma di Marco Passalia, responsabile del settore Export e vice direttore Cc-Ti e di Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana – sarà presente una volta al mese con approfondimenti tematici che si declineranno in articoli specifici sul Corriere del Ticino e il Giornale del Popolo oltre che nella rubrica apposita sul portale web Ticinonews.ch.

Non solo carta stampata e articoli digitali, ma il progetto mediatico “Oltre i confini” trova spazio anche su Teleticino il lunedì alle ore 19.25 sotto forma di interviste a imprenditori ticinesi. Tutte le puntate saranno inoltre nuovamente disponibili nella rubrica su Ticinonews.

Con questo progetto mediatico a 360 gradi, la Cc-Ti desidera dare maggiore visibilità alle aziende volte all’internazionalizzazione. Il nostro Cantone offre una grande ed interessante varietà di imprese troppo spesso poco conosciute al grande pubblico. Grazie a “Oltre i confini” il mondo economico reale ticinese, quello fatto di impresa e di persone che quotidianamente sono confrontate con problematiche concrete, può finalmente essere presentato tramite una modalità innovativa e accattivante. Parallelamente, “Oltre i confini” permetterà anche di presentare i servizi e le attività del settore Export della Cc-Ti oltre che alle esperienze all’estero con le missioni commerciali.

Sperando di attirare anche il vostro interesse, vi auguriamo una buona lettura e buona visione.

Link agli articoli di approfondimenti “Oltre i confini”
Le puntate della trasmissione “Oltre i confini”

Sostegni finanziari per le aziende esportatrici

Anche per il 2016 le aziende ticinesi potranno beneficiare di contributi di supporto tramite la Legge per l’innovazione economica. Qui di seguito vogliamo citare in particolare due sostegni interessanti per le imprese esportatrici e le novità entrate in vigore quest’anno.

Partecipazione a fiere specialistiche

Dal 2010 l’autorità cantonale sostiene le aziende e le associazioni di categoria che intendono partecipare a fiere specialistiche in Svizzera o all’estero. Questo credito, che ammonta a 1’000’000 di franchi, è stato rinnovato anche per il 2016. L’aiuto cantonale viene concesso sotto forma di contributo a fondo perso, con una percentuale del 50% dei costi computabili, che nella fattispecie sono: la tassa di partecipazione alla fiera, l’affitto dell’area espositiva, le spese per la realizzazione o l’affitto dello stand. Sono invece escluse le prestazioni proprie (anche per l’allestimento dello stand), le spese di pernottamento, di vitto, di viaggio, di propaganda e altre spese. Ogni richiedente può beneficiare di un contributo complessivo massimo di 20’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste. Vengono considerate unicamente le richieste che prevedono un costo computabile complessivo di almeno 4’000.- CHF. La richiesta di sostegno va presentata entro la data dell’evento.

Costi computabili:
• tassa di partecipazione alla fiera
• affitto dell’area espositiva
• spese per la realizzazione o l’affitto dello stand
La richiesta di sostegno va presentata entro la data dell’evento.

Sostegno per progetti di internazionalizzazione

Per promuovere l’internazionalizzazione delle aziende, il Cantone può concedere contributi per mandati di consulenza affidati a Switzerland Global Enterprise (S-GE) e volti a realizzare analisi di mercato, ricerca di partner, missioni esplorative, analisi della regolamentazione e della legislazione del mercato. L’aiuto cantonale è concesso sotto forma di contributo a fondo perso, con una percentuale del 50% del costo computabile del progetto fino ad un massimo di 10’000.- CHF per anno civile indipendentemente dal numero di richieste. Importante novità: a partire da quest’anno la richiesta di sostegno va presentata entro 30 giorni dall’accettazione dell’offerta di S-GE.

Costi computabili:
• analisi del mercato
• ricerca di partner
• missioni esplorative
• analisi della regolamentazione / legislazione del mercato
La richiesta di sostegno va presentata entro 30 giorni dall’accettazione dell’offerta di S-GE.

Nuovi criteri di ammissibilità

Con la nuova legge per l’innovazione economica entrata in vigore a febbraio 2016, sono stati introdotti dall’autorità politica cantonale nuovi criteri di ammissibilità per poter ottenere i sostegni finanziari sopra esposti. A partire da quest’anno infatti tutti i progetti devono sottostare ai criteri minimi d’accesso stabiliti dal Consiglio di Stato e definiti in due precisi decreti esecutivi. Il primo, relativo ai criteri salariali, indica che l’Ufficio per lo sviluppo economico entra nel merito di richieste di sostegno se il richiedente dimostra che almeno il 60% dei propri dipendenti percepisce un salario mensile lordo superiore a 4’000.- per 12 mensilità, garantendo altresì il rispetto continuativo della soglia e della percentuale per 10 anni.

Il secondo decreto rileva invece i criteri d’occupazione residente, secondo i quali il richiedente deve dimostrare che almeno il 60% dei propri dipendenti è residente in Svizzera. Per le aziende industriali la percentuale minima di lavoratori residenti deve essere almeno pari al 30%. A completezza d’informazione, al momento della richiesta è considerato residente il dipendente che dimostra di aver risieduto in Svizzera per una durata di almeno 3 anni complessivi. Come per il criterio di residenza, il beneficiario del sostegno garantisce il rispetto continuativo del criterio per 10 anni.

 

Monica Zurfluh, responsabile S-GE per la Svizzera italiana
Marco Passalia, responsabile Export e vice direttore Cc-Ti

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Apertura del mercato iraniano: nuove opportunità?

Lunedì 14 marzo 2016 si è tenuto presso la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del canton Ticino (Cc-Ti) l’evento “Iran, dopo le sanzioni: un Paese da riscoprire”. Una sessantina le persone presenti, questo a dimostrare il vivo interesse per un mercato, il cui ruolo economico a livello mondiale si prevede cambierà molto velocemente. L’incontro informativo intendeva offrire ai partecipanti una panoramica sulle potenzialità di sviluppo del commercio in vari settori, dare orientamenti sulla valutazione dei rischi e fornire consigli pratici sulle modalità d’entrata nel mercato iraniano.

Dopo un breve saluto da parte del Vice-Direttore della Cc-Ti, Marco Passalia, si è entrati nel vivo grazie agli interventi di Sonja Hürlimann (Head of Section Middle East and Africa, Bilateral Economic Relations, State Secretariat for Economic Affairs SECO), Suhail El Obeid (Senior Consultant Iran, Switzerland Global Enterprise), Alireza Azimzadeh (Partner, Persia Group – Legal and Business Consulting) e Seyed Ali Hosseini (giornalista e mediatore interculturale).

Svizzera e Iran

L’Iran rientra tra i primi dieci Paesi del Medio Oriente con cui la Svizzera ha relazioni commerciali. Le esportazioni elvetiche raggiungono un volume di 367 milioni di franchi, di cui il 36,6% riguardanti l’ambito farmaceutico e per 17,1% quello delle macchine di precisione, seguiti dall’orologeria e dai prodotti di base chimici. Per quanto riguarda i beni importati in territorio svizzero più della metà del totale, pari a 30 milioni di franchi, concernono il materiale tessile. In questo contesto, si tenga presente che a partire dal febbraio 2007 il Governo svizzero ha ratificato le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che prevedono sanzioni contro la Repubblica Islamica dell’Iran. Tali sanzioni sono poi state adeguate nel gennaio 2011 al livello applicato dai principali partner commerciali del nostro Paese. Il 16 gennaio 2016, d’intesa con ONU e UE, la Svizzera ha revocato le sanzioni mantenendo solo quelle inerenti il commercio e le prestazioni di servizi connessi agli armamenti, ai sistemi missilistici e ai beni che potrebbero essere utilizzati per repressioni interne. Il commercio di beni nucleari e di beni a duplice impiego nonché i servizi connessi continuano a sottostare all’obbligo di autorizzazione.

Le presentazioni

Iran Economic Overview
Suhail El Obeid, Senior Consultant Iran, Switzerland Global Enterprise
Chances and challenges for Swiss SMEs in Iran
Alireza Azimzadeh, Partner, Persia Group – Legal and Business Consulting
Cultural aspects of doing business with Iranian partners
Seyed Ali Hosseini, Journalist and Intercultural Mediator
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Chiara Crivelli, Head of the International Desk, crivelli@cc-ti.ch, 091 911 51 15.