Gli effetti della Riforma fiscale USA sulle PMI svizzere

La nuova riforma fiscale del Presidente USA Donald Trump interessa anche gli esportatori svizzeri. Gli imprenditori svizzeri, presenti negli Stati Uniti con una società affiliata o che curano rapporti commerciali indiretti con il Paese, beneficiano della nuova legge.

A causa della diminuzione dellʼimposta sulle società, le imprese svizzere pagheranno meno tasse.

La più alta aliquota progressiva marginale è stata ridotta dal 35% al 21% forfetario.

Al contempo, le imprese svizzere possono beneficiare anche indirettamente di questa riduzione delle imposte, perché le imprese americane, grazie a questa modifica hanno maggior denaro a disposizione. La domanda di beni e servizi dovrebbe, così, aumentare.

Punto dolente “imposta BEAT”

La nuova riforma fiscale negli USA è anche legata a ostacoli. Un punto dolente è la nuova imposta “Base Erosion and Anti-Abuse Tax (BEAT)”. Questa imposta può, ad esempio, essere applicata nel pagamento di interessi, royalties oppure commissioni di gestione. Qui si corre il rischio che tali importi vengano doppiamente tassati. Da un lato tramite lʼimpresa affiliata sottoforma di imposta BEAT, dallʼaltro tramite la casa madre, a causa dellʼimposta sul reddito svizzera.

La maggior parte delle PMI non dovrebbe, però, esserne interessata, perché lʼimposta BEAT è diretta ad aziende quotate in borsa e a grandi imprese private. Ciò nonostante tutte le aziende devono essere informate al riguardo….

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Esportazione temporanea: qualche linea guida

Vero e proprio passaporto per le merci che devono essere esportate temporaneamente all’estero, il Carnet ATA (o Carnet CPD per Taiwan) riduce al minimo le formalità doganali ed elimina i pagamenti dei dazi e dei tributi dovuti all’entrata nel Paese estero di destinazione o di transito. Nell’arco dell’anno della sua validità, il Carnet ATA può essere utilizzato per più passaggi attraverso le dogane dei Paesi aderenti alla Convenzione ATA.

Accettato da 76 nazioni in continuo aumento, il Carnet ATA è un documento doganale internazionale emesso dalle Camere di commercio volto ad agevolare tutte quelle operazioni di spostamenti di merci che non devono subire nessuna modifica all’estero. Il Carnet ATA può essere utilizzato per tre principali campi d’applicazione: fiere internazionali, campioni commerciali e materiale professionale. Vi sono però delle eccezioni come ad esempio l’esportazione temporanea di merce deperibile, oppure di alcuni tipi di materiale professionale, come gru o betoniere. Si consiglia quindi di verificare sempre a priori se sono segnalate eventuali restrizioni nell’utilizzo del Carnet ATA nel Paese di destinazione delle merci (materiali non ammessi, lista degli uffici doganali e gli orari, procedure particolari) consultando la propria Camera di commercio.

“Si consiglia di verificare sempre a priori se sono segnalate eventuali restrizioni nell’utilizzo del Carnet ATA nel Paese di destinazione delle merci consultando la propria Camera di commercio”.

Fiera in arrivo? Il caso pratico

Nel caso in cui un’azienda desideri partecipare ad una fiera all’estero e deve esporre della merce per attirare dei clienti, ecco che il Carnet ATA è la soluzione migliore e più rapida. Prima di partire si contatta la propria Camera di commercio, in questo caso la Cc-Ti, e si richiede il Carnet ATA tramite la piattaforma Ataswiss. Riempiendo il formulario online, il titolare deve stilare una lista precisa di tutta la merce che intende esportare all’estero e che poi rientrerà, senza aver subito nessuna modifica, in Svizzera. Attenzione, nel caso di una fiera, sul Carnet ATA non dovrà essere inserito il materiale pubblicitario (ad esempio flyer o gadget) che sarà distribuito in fiera. Al termine della procedura online, il titolare sarà contattato dalla Cc-Ti per la richiesta della garanzia e, nell’arco di 24 ore, potrà ritirare il documento che sarà valido per un anno dalla data di emissione. Ad ogni passaggio doganale, il possessore del Carnet ATA deve assolutamente controllare che il doganiere tolga la parte interessata (“volet”) e apponga il timbro e la firma sulla “souche” (parte che rimane nel Carnet). Al rientro in Svizzera, o alla scadenza del documento, bisognerà riconsegnare il Carnet ATA alla Cc-Ti e – se sono state rispettate tutte le formalità – verrà restituita la garanzia.

La Cc-Ti è sempre disponibile a fornire informazioni dettagliate inerenti i Carnet ATA e il loro utilizzo. In caso di dubbi o di domande, potete contattare il Servizio Export e Legalizzazioni.

Valentina Rossi, responsabile Servizio Export Cc-Ti

Opportunità sportstech per PMI svizzere innovative e startup in UK e Irlanda

Lʼindustria della tecnologia sportiva nel Regno Unito e in Irlanda sta crescendo a un ritmo sfrenato. La tecnologia e lʼinnovazione sono sempre stati fattori trainanti in particolare in campi industriali dove una frazione di secondo decreta il successo o il fallimento, ovvero i vincitori e i perdenti.

Lʼindustria dello sport è cambiata radicalmente negli scorsi anni. La tecnologia nello sport non è più qualcosa che è consigliato avere, bensì rappresenta un must per le prestazioni e un motore di rendita per lʼintero ecosistema sportivo.

Questo ecosistema è più ricercato di quanto sembri. Le aziende SportsTech devono valutare cinque potenziali gruppi target con fattori scatenanti distinti per adottare innovazioni: lʼatleta e il suo team, il club o la lega, lo sponsor, i media/broadcaster e il tifoso, che talvolta pratica sport a livello amatoriale.

Nel complesso, secondo le ultime stime del mercato, lʼintera industria globale dello sport genera, ogni anno, entrate pari a circa 700 miliardi di dollari USA. Inoltre, per le startup/scale up che mirano ad aumentare lʼinteresse degli investitori, dovrebbero prendere seriamente in considerazione di aggiungere un angolo SportsTech nel loro business: oltre 5 miliardi di dollari USA sono stati investiti in tecnologie sportive su scala globale tra il 2014 e il 2016.

Lʼecosistema della tecnologica dello sport

Nel settore chiave SportsTech vi sono le seguenti tendenze:

Media

Lʼaccesso a piattaforme multiple permette agli utenti di praticare illimitatamente il loro sport preferito tramite diversi strumenti notte e giorno. Le piattaforme stanno colmando il divario tra…

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Nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali (GDPR): toccate anche le aziende svizzere

Il Regolamento europeo n. 2016/679 sulla protezione dei dati (GDPR) intende rafforzare e rendere più omogenea la tutela dei dati di carattere personale dei cittadini europei, attuando una serie di misure volte a favorire più trasparenza nella gestione di tali dati e a garantire ai cittadini europei un maggiore controllo sul loro utilizzo. Il GDPR entrerà in vigore il 25 maggio 2018 e sarà direttamente applicabile a tutti gli attori attivi sul territorio dell’Unione europea (UE), ovvero a tutte le imprese che offrono beni o prestazioni di servizi a persone nell’UE (ad esempio tramite il proprio sito di e-commerce o altre piattaforme di vendita online) oppure alle imprese che analizzano il comportamento di queste persone. La portata di tale regolamento è ampia e riguarda anche le aziende non europee che elaborano/trattano dati di cittadini europei (art. 3), tra cui anche le aziende svizzere. Il GDPR non va preso alla leggera: in caso di sua violazione sono infatti previste sanzioni che possono arrivare sino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale.

Maggiori diritti per i cittadini

Grazie al nuovo regolamento, i cittadini europei hanno maggiori diritti: innanzitutto devono essere informati in modo preciso, trasparente, completo e semplice sul trattamento previsto per i loro dati, in particolar modo nel caso di informazioni destinate ai minori (artt. 11-14). Essi hanno inoltre diritto di ottenere la conferma che sia o meno in corso un trattamento di dati personali che li riguardano e di avere accesso a tali dati nonché ad eventuali informazioni complementari (diritto di accesso, art. 15), possono altresì chiedere rettifiche o completamento dei dati (art. 16) nonché la loro cancellazione (“diritto all’oblio”, art.17). In determinati casi, essi possono ottenere una limitazione di trattamento dei loro dati personali (art. 18), nel qual caso questi ultimi possono essere conservati ma non possono più essere adoperati per ulteriori operazioni. Inoltre, ogni rettifica, cancellazione o limitazione del trattamento dei dati deve essere notificata a chi li sta utilizzando (art. 19). I diretti interessati hanno il diritto di ricevere i loro dati personali in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico e di trasmettere tali dati ad altri operatori (diritto alla portabilità dei dati, art. 20). In qualsiasi momento, essi possono opporsi al trattamento dei dati che li riguardano, anche per finalità di marketing diretto (art. 21) e hanno il diritto di non essere sottoposti a processo decisionale automatizzato (art. 22), ivi compresa la profilazione. Infine, ma non meno importante, hanno il diritto ad essere informati in caso di violazione dei loro dati personali (art. 34).

I cittadini hanno il diritto di ottenere la conferma che sia o meno in corso un trattamento di dati personali che li riguardano e di avere accesso a tali dati nonché ad eventuali informazioni complementari.

Il ruolo proattivo delle aziende

Dal canto loro, le aziende che operano con dati di cittadini europei, e sono titolari o responsabili del trattamento di tali dati, oltre agli accresciuti obblighi in materia di trasparenza e di informazione di cui sopra e a dover ottenere il loro consenso espresso alla raccolta e al trattamento dei dati (artt. 6-8), hanno ora anche un ruolo più proattivo e degli obblighi più pregnanti, finalizzati non soltanto al rispetto formale delle regole, ma anche all’adozione di misure tecniche e organizzative che garantiscano sia la protezione dei dati (incluse la pseudonimizzazione e la minimizzazione) sin dal momento della progettazione (privacy by design, art. 25) sia l’utilizzo dei soli dati personali necessari per ogni specifica finalità di trattamento (privacy by default, art. 25). Salvo eccezioni (ovvero le imprese con meno di 250 dipendenti, ma solo se non effettuano trattamenti che possano presentare un rischio per gli interessati), le aziende devono anche tenere un registro delle operazioni di trattamento (i cui contenuti sono elencati all’art. 30). Le misure tecniche e organizzative a protezione dei dati devono essere adeguate (art. 32) e volte a garantire che eventuali lacune nella sicurezza vengano scoperte immediatamente e che, in caso di violazione, esse vengano notificate entro 72 ore sia alle autorità di controllo competenti (in Svizzera: l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza) sia al diretto interessato (data breach, artt. 33-34). Laddove il trattamento dei dati possa presumibilmente presentare un rischio elevato, le aziende devono dapprima effettuare una valutazione dei rischi (valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, art. 35). In caso di attività di monitoraggio regolare, sistematica e su larga scala oppure in caso di trattamento su larga scala di dati sensibili (artt.- 37-39) le aziende sono obbligate a dotarsi di un responsabile della protezione dei dati (RPD o anche Data Protection Officer, DPO), scegliendo se formare del personale internamente oppure rivolgersi ad agenzie esterne. Le aziende titolari o responsabili del trattamento che non sono stabilite nell’UE, ma comunque soggette al GDPR, devono nominare un rappresentante nell’UE (art. 27). La mancata nomina di tale rappresentante comporta una multa fino a 10 milioni di euro (art 27 e art. 83 par. 4).

Le aziende titolari o responsabili del trattamento che non sono stabilite nell’UE, ma comunque soggette al GDPR,
devono nominare un rappresentante nell’UE. La mancata nomina di tale rappresentante comporta
una multa fino a 10 milioni di euro.

E la Svizzera come si adatta?

Anche la Confederazione si sta muovendo di pari passo con il nuovo regolamento europeo GDPR. È infatti attualmente in corso la revisione della Legge federale sulla protezione dei dati (LPD) per renderla compatibile con il diritto UE. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale desidera tuttavia che la revisione avvenga per tappe. Si dovranno dapprima effettuare i necessari adeguamenti al diritto europeo e, successivamente, si potrà procedere alla revisione totale della legge sulla protezione dei dati. Dal fronte svizzero bisognerà quindi attendere l’esito dell’iter politico, che richiederà ancora parecchio tempo.

 

Disclaimer: questo articolo ha unicamente scopo informativo e non può in nessun caso essere considerata parere legale o consulenza professionale. Si declina ogni responsabilità per eventuali danni causati da errori od omissioni.

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

 

 

 

 

 

 

 

Il servizio Export della Cc-Ti e S-GE sono a vostra disposizione per consulenze
in ambito di esportazioni.
Interessati ad approfondire l’argomento? Vi aspettiamo al Networking business breakfast:
“Anche le nostre aziende devono adattarsi al nuovo GDPR”
che si terrà lunedì 9 aprile alle ore 8.00 presso la Cc-Ti

Prospettive economiche 2018 in Spagna: un anno da esaminare

Con 46,3 milioni di abitanti, 82 milioni di visitatori, registrati lo scorso anno, la domanda interna in crescita che promuove il PIL e lʼaumento dellʼinflazione, la Spagna offre alle PMI lo scenario perfetto per unʼespansione internazionale.

Il quotidiano economico EXPANSION, uno dei principali in questo ambito in Spagna, ha recentemente pubblicato il risultato di oltre cento interviste realizzate alle principali imprese con sede in Spagna. Nonostante i rischi che potrebbero nuocere allʼeconomia (ad esempio la Brexit, la politica fiscale, lʼimmigrazione), i CEO concordano sul risultato positivo che lʼeconomia spagnola otterrà nel 2018.

I manager delle imprese affermano che il 2018 vedrà una crescita generale del PIL trainata dallʼevoluzione positiva, ancora percepita nellʼattività economica e nellʼoccupazine, velocità della domanda interna, un contesto internazionale favorevole che sostiene le esportazioni, una politica monetaria espansiva, il settore del turismo e buone condizioni di finanziamento.

Attività economica

Lʼeconomia spagnola ha chiuso nel 2017 con il terzo anno consecutivo di crescita del PIL superiore al 3% (2015: 3,4%, 2016: 3,3%, 2017: 3,1%). Per il 2018, …

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Consigli di business etiquette per l’Egitto – video intervista

Avere successo negli affari richiede anche una conoscenza delle varie culture e dei modi di fare nel mondo. Come comportarsi con un partner estero? Quali parole bisogna utilizzare e che cosa, soprattutto non bisogna fare? A margine dell’evento-Paese dedicato all’Egitto che si terrà lunedì 26 febbraio alle ore 11.45 presso la Cc-Ti, abbiamo incontrato Hazem Basuny, collaboratore di Titraduce, che ci ha fornito qualche suggerimento su come costruire un’immagine vincente con un partner egiziano.

Per maggiori informazioni ed iscrizioni al Business Lunch dedicato all’Egitto, visitate il nostro sito internet.

Giochi olimpici di Tokyo 2020 – Opportunità per le PMI svizzere

I giochi olimpici estivi di Tokyo offrono interessanti opportunità di business per le PMI svizzere. Per partecipare alle procedure del bando di gara, gli esportatori svizzeri possono usufruire del supporto di Switzerland Global Enterprise (S-GE).

Nel 2020, Tokyo ospiterà i giochi olimpici e paralimpici. Il governo metropolitano di Tokyo si aspetta che le Olimpiadi generino effetti economici del valore di CHF 275 miliardi in Giappone, compresi i CHF 173,6 miliardi della sola capitale nipponica. Si stima inoltre che tali giochi permetteranno di creare 1,94 milioni di posti di lavoro.

Il Comitato organizzativo dei giochi olimpici e paralimpici di Tokyo (TOC) ha stilato linee guida per tutti i bandi di gara delle Olimpiadi. Allʼinizio ci si focalizzerà sugli appalti legati alle infrastrutture nel 2017 e nei primi mesi del 2018, in seguito, alla fine del 2018 sulle forniture e potenzialmente poi sulla ristorazione. Le informazioni sui bandi di gara saranno pubblicate su vari siti web, a dipendenza di chi emette il bando di gara. Alcuni bandi sono disponibili in inglese, altri saranno pubblicati solo in giapponese.

I potenziali fornitori svizzeri devono sapere che…

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L’export svizzero registra numeri da record

La Svizzera è uno dei dieci principali Paesi esportatori al mondo. Prova di questo successo sono i dati presentati dall’Amministrazione Federale delle Dogane concernenti il commercio con l’estero per il 2017. Numeri record su tutta la linea, sia per le esportazioni che hanno registrato un netto miglioramento rispetto all’anno precedente (+4.7%), sia per le importazioni che hanno avuto un dinamismo eccezionale che non si registrava dal 2010.

Il benessere che possiamo vantare in Svizzera si fonda proprio sul commercio con l’estero: 2 franchi su 5 sono guadagnati grazie alla politica esterna. I settori trainanti sono la chimico-farmaceutica – che grazie ai risultati record degli ultimi anni può investire ulteriormente nella ricerca – e il settore dei metalli che già da parecchi mesi trascina le esportazioni elvetiche. Segnali positivi anche dal settore orologiero che dopo due anni di profonda crisi ha ripreso con fervore e ha contribuito al dinamismo del commercio estero.

Non solo la perdita della forza del franco e l’evoluzione dei prezzi hanno avuto un ruolo fondamentale per l’eccedenza record della bilancia commerciale, ma anche la politica degli accordi di libero scambio sta mostrando concretamente i suoi risultati. Il trattato con la Cina, entrato in vigore nel 2014, ha dato una spinta significativa alle esportazioni verso il dragone asiatico. Nel 2017 infatti la Cina ha superato la Gran Bretagna, posizionandosi al 5° posto nella classifica dei partner commerciali elvetici. Contrariamente si nota invece una diminuzione dell’interesse verso i Paesi della zona euro e una diversificazione dei mercati esteri.

“Gli accordi di libero scambio sono fondamentali per poter dare alle nostre aziende un vantaggio competitivo ed è quindi necessario continuare con le trattative in corso ed aprirne di nuove”.

La concorrenza internazionale per le nostre PMI è molto forte ed esse sono costrette ad affrontare un contesto estremamente dinamico. Oggi è compito della politica saper ampliare ancora di più le relazioni commerciali con i Paesi esteri. Gli accordi di libero scambio sono fondamentali per poter dare alle nostre aziende un vantaggio competitivo ed è quindi necessario continuare con le trattative in corso ed aprirne di nuove. Secondo uno studio del Credit Suisse, le PMI svizzere mirano ad avere un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, il nostro secondo partner commerciale dopo l’Europa. Certamente una facilitazione delle procedure doganali e un abbassamento dei dazi sarebbe un incentivo ulteriore per sviluppare questo mercato. Parallelamente, la Svizzera deve rimanere vigile sulle trattative che sta intavolando l’UE con altre nazioni, come ad esempio il trattato con i Paesi del Mercosur, che potrebbe fornire alle aziende europee – una volta siglato –  un netto vantaggio rispetto agli imprenditori elvetici.

Per poter contare anche in futuro su dati incoraggianti come quelli del 2017, siamo fiduciosi che la Svizzera sappia continuare a mantenere condizioni quadro favorevoli alle aziende e proseguire quindi con slancio le trattative internazionali per diminuire le barriere nel commercio con l’estero.

Valentina Rossi, responsabile Servizio Export Cc-Ti

Opportunità di business in Spagna: il settore delle infrastrutture viarie

Il governo spagnolo ha presentato il piano “Extraordinary Plan for Investment in Roads”, un nuovo meccanismo di finanziamento per le infrastrutture stradali che comporta un investimento di 5 miliardi di euro e che coprirà oltre 2ʼ000 km nei prossimi 4 anni.

Il piano “Extraordinary Plan for Investment in Roads” (Plan Extraordinario de Inversión en Carreteras PIC), il principale investimento privato nel settore stradale dal 2006, eviterà di gravare sul budget pubblico, grazie a un meccanismo di finanziamenti basato sul partenariato pubblico-privato e che garantirà inoltre finanziamenti europei attraverso la Banca europea per gli investimenti. In più, i progetti previsti in questo piano di investimento straordinario possono essere finanziati tramite il Piano di investimenti per lʼEuropa della Commissione europea (EC IPE).

Le misure del piano che includono investimenti…

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Fintech – Una nuova tendenza in Vietnam con opportunità per le PMI svizzere

Lʼecosistema fintech del Vietnam è in crescita, alimentato dal desiderio del governo di far progredire lo sviluppo fintech. Le PMI svizzere possono permettere il miglioramento dello sviluppo e partecipare alla “Fintech Challenge Vietnam”.

Il governo vietnamita ha emanato una decisione politica con lʼobiettivo di ridurre drasticamente le transazioni in contanti e per migliorare i metodi di pagamento elettronici entro il 2020. Il nuovo programma, non solo fornirà lʼinfrastruttura e lʼattrezzatura per eliminare i contanti dallʼeconomia del Vietnam, bensì intende anche cambiare profondamente il metodo di pagamento della popolazione del Paese. Nello specifico, il programma cerca di ridurre il numero delle transazioni in contanti a meno del 10% delle transazioni totali del mercato, in tutti i supermercati, centri commerciali e i distributori entro il 2020; a meno del 70% delle transazioni legate ai servizi di pubblica utilità e di telecomunicazioni; e a meno del 50% di tutti i nuclei familiari in zone urbane.

Con una popolazione di circa 95 milioni, di cui circa il 70% ha unʼetà compresa tra i 15 e i 64 anni, lʼeconomia internet del Vietnam ha un grande potenziale e il fintech si conferma unʼopportunità relativamente poco sfruttata. Secondo il rapporto sulle startup fintech del Vietnam datato 2016, tale industria è ancora ai primordi, con poco più di 30 attori, che stanno prevalentemente affrontando il mercato dei pagamenti.

Fintech Challenge Vietnam

Con la volontà di creare e promuovere un ecosistema per lʼinnovazione finanziaria che migliora lʼaccesso ai servizi finanziari per le micro, piccole e medie imprese in Vietnam e altre di popolazioni scarsamente servite.
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