Il cumulo con materiali di origine norvegese nei Paesi in via di sviluppo e l’accettazione di dichiarazioni d’origine sostitutive norvegesi SPG con un riferimento al cumulo con materiali turchi sono possibili senza restrizioni.
In caso di cumulo con prodotti originari della Turchia, la prova di origine rilasciata per la Svizzera nel Paese in via di sviluppo in questione deve recare la dicitura “CUMUL TR” o “TR CUMULATION”. Se per uno stesso prodotto vengono utilizzati materiali originari della Svizzera, dell’UE, della Norvegia o della Turchia, nella prova dell’origine devono essere inserite tutte le relative menzioni.
Dopo 16 anni di negoziati, la Svizzera e gli altri Stati dell’AELS sono riusciti a portare a casa l’accordo commerciale e di partenariato economico con l’India. L’accordo dovrà ora essere ratificato dai vari Stati contraenti. La sua entrata in vigore è prevista a tre mesi dalla ratifica.
L’accordo commerciale e di partenariato economico(Trade and Economic Partnership Agreement, TEPA) concluso il 10 marzo 2024 rappresenta una pietra miliare nella storia della politica commerciale svizzera: il nostro Paese e gli altri Stati dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) sono infatti il primo partner europeo a concludere un accordo di questo tipo con l’India, assicurando quindi alle loro aziende un vantaggio competitivo rispetto ai loro concorrenti, in primis europei e britannici (con cui il gigante asiatico ha pure avviato negoziati), in un mercato con 1.4 miliardi di consumatori.
L’accordo contiene disposizioni sul commercio di beni industriali (inclusi il pesce e altri prodotti del mare) e di prodotti agricoli di base e trasformati, sugli ostacoli tecnici al commercio, sulle misure sanitarie e fitosanitarie, sulle regole d’origine, sulle agevolazioni commerciali, sul commercio di servizi, sulla protezione e sull’applicazione della proprietà intellettuale, sulla concorrenza, sugli appalti pubblici, sulla composizione delle controversie nonché sul commercio e lo sviluppo sostenibile e sulla promozione degli investimenti. Esso è destinato a portare significativi benefici economici, come catene di approvvigionamento meglio integrate e più resistenti e nuove opportunità per le aziende, con conseguente aumento dei flussi commerciali e degli investimenti.
Di seguito i punti principali:
Prodotti industriali
Oltre il 95% dei prodotti industriali svizzeri (tranne l’oro) beneficerà da subito o dopo un periodo transitorio massimo di 10 anni di uno sgravio totale o parziale dai dazi. In sostanza: orologi e gran parte dei macchinari saranno esenti da dazi. Allo scadere dei tempi previsti anche i prodotti chimico-farmaceutici beneficeranno di un accesso al mercato senza dazi o con dazi ridotti (esenzione per quasi tutti i prodotti farmaceutici e per il 74% dei prodotti chimici), stesso dicasi per i prodotti ottici (compresi i prodotti medici). Le concessioni dell’India ai prodotti di origine svizzera possono essere visionate nell’appendice 2C.3 dell’allegato 2C. La ricerca può essere effettuata tramite voce di tariffa doganale, per gli acronimi vedasi le note introduttive all’allegato 2C.
Prodotti agricoli di base e trasformati
Dopo un periodo transitorio massimo di 10 anni l’India concederà alla Svizzera l’accesso al mercatoin franchigia doganale per determinati prodotti, tra cui il cioccolato, le capsule di caffè e alcune preparazioni alimentari e l’eliminazione dei dazi per vari prodotti ortofrutticoli e prodotti di base di origine animale e vegetale. Il vino svizzero beneficerà di riduzioni tariffarie scaglionate su 10 anni. Le concessioni dell’India ai prodotti di origine svizzera possono essere visionate nell’appendice 2C.3 dell’allegato 2C. La ricerca può essere effettuata tramite voce di tariffa doganale, per gli acronimi vedasi le note introduttive all’allegato 2C.
Ostacoli tecnici al commercio e misure sanitarie e fitosanitarie
I capitoli sugli ostacoli tecnici al commercio e sulle misure sanitarie e fitosanitarie si basano sulle disposizioni degli accordi OMC pertinenti. In entrambi i settori le Parti hanno concordato una clausola di revisione che prevede la negoziazione tra loro di eventuali vantaggi che entrambe avrebbero negoziato con una terza Parte. Pertanto, se l’India e l’UE, che stanno anch’esse negoziando, concluderanno successivamente un accordo di questo tipo, l’India dovrà concedere alla Svizzera un trattamento equivalente a quello dell’UE, qualora la Svizzera abbia concordato un trattamento simile con l’UE.
Concessioni da parte svizzera relativamente ai prodotti
Le concessioni fatte dalla Svizzera all’India relativamente ai prodotti industriali e ai prodotti agricoli di base e trasformati possono essere visionate qui. In sostanza la Svizzera applica all’India concessioni simili a quelle fatte in altri accordi. Quale prova dell’origine preferenziale indiana fa stato il certificato d’origine.
Servizi
L’accordo, e nello specifico l’allegato 6A, contiene norme supplementari rispetto all’Accordo generale dell’OMC sugli scambi dei servizi (GATS) e migliora la certezza del diritto. Nel settore finanziario, i fornitori di servizi attivi in Svizzera potranno beneficiare di termini chiari e trasparenti per l’autorizzazione delle licenze. Inoltre, l’accordo rende più trasparenti i criteri e le procedure adottati durante la verifica delle richieste di autorizzazione. Nel settore assicurativo la quota di capitale straniero viene portata al 49%, mentre nel settore bancario passerà dal 51% al 74%. Il personale addetto all’installazione e alla manutenzione di macchinari è autorizzato a soggiornare in India fino a 3 mesi l’anno.
Proprietà intellettuale
La proprietà intellettuale è regolata nell’allegato 8A. Viene migliorata la protezione della Swissness e un accordo accessorio disciplina il trattamento della Swissness nelle domande di registrazione di marchi. Per quanto riguarda la protezione dell’innovazione, l’accordo contiene garanzie affinché i prodotti protetti da brevetto esportati dalla Svizzera verso l’India non vengano discriminati rispetto a quelli fabbricati in loco. Inoltre, l’accordo semplifica e abbrevia la procedura di opposizione per i brevetti nonché le procedure di rendicontazione, obbligatorie in India. Nel campo della protezione dei risultati dei test sui farmaci e sui prodotti fitosanitari è previsto un livello di protezione conforme all’accordo TRIPS che non limita l’accesso ai medicamenti in India. Per quanto concerne le indicazioni geografiche, come i nomi dei formaggi, l’accordo prevede una protezione più elevata dietro apposita richiesta. Questa misura si applica anche alle denominazioni di prodotti non agricoli come gli orologi.
Commercio e sviluppo sostenibile
L’accordo commerciale e di partenariato economico con l’India contiene un capitolo esaustivo sul commercio e sullo sviluppo sostenibile.
Promozione degli investimenti e cooperazione
Gli Stati dell’AELS si impegnano a portare avanti diverse attività di promozione per incentivare gli investimenti in India. È stato definito un valore target pari a 100 miliardi di investimenti e 1 milione di posti di lavoro da raggiungere entro i prossimi 15 anni. In caso di mancato raggiungimento di questo valore target, vi saranno consultazioni volte a definire le misure per il conseguimento degli obiettivi fissati. Qualora al termine delle consultazioni l’India continui a ritenere che gli Stati dell’AELS non hanno adempiuto ai propri obblighi, dopo un ulteriore termine di 3 anni (grace period) può sospendere le concessioni fatte nell’ambito degli scambi di merci.
La presente scheda non ha presunzione di esaustività.
Tensioni geopolitiche, transizione sostenibile, questioni doganali… numerosi scenari incerti, anche di ordine pratico, attendono le PMI in questo 2024 e negli anni a venire. Vediamone alcuni.
Tensioni geopolitiche e polarizzazione
Le tensioni USA-Cina e Cina-Taiwan, le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, gli attacchi alle navi nel Mar Rosso e il traffico contingentato nel Canale di Panama a causa della siccità pesano sul commercio internazionale. Oltre all’aumento dei tempi di percorrenza delle merci e dei costi di trasporto e assicurativi, le aziende che operano con l’estero devono tener conto anche dei costi per la revisione dei contratti, la conformità alle sanzioni internazionali, la due diligence più severa e l’implementazione di nuovi e sempre più stringenti controlli all’esportazione.
Con l’ingresso di Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, i Paesi BRICS (l’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) rappresentano ora il 45% della popolazione mondiale, il 28% del PIL globale e il 44% della produzione globale di petrolio. Questo blocco commerciale riunisce alcuni dei maggiori produttori di energia e dei maggiori consumatori tra i Paesi in via di sviluppo e si rende attrattivo anche per alcuni Stati sanzionati, alterando significativamente gli equilibri economici internazionali e, in sostanza, le “regole del gioco”, e richiedendo sempre più attenzione e cautela da parte delle aziende.
Transizione sostenibile e ESG
La transizione verso un’economia verde da parte dell’Unione europea, che resta pur sempre il principale mercato di sbocco e di approvvigionamento del nostro Paese, e la lotta ai cambiamenti climatici richiedono riforme, costi e oneri burocratici per le aziende che operano a livello globale: pensiamo ad esempio alla tassa sul carbonio (CBAM) che pesa sulle importazioni di prodotti energivori (ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno), a una serie di normative sugli imballaggi e sui prodotti e a obblighi di rendicontazione in materia di sostenibilità.
Il CBAM impone agli importatori europei di fornire alle autorità comunitarie informazioni mirate sull’impronta di carbonio dei prodotti importati, obbligo che di riflesso si può applicare anche ai loro fornitori svizzeri. Sulla scia di questo meccanismo, il Regno Unito ha ora posto in consultazione un suo CBAM di più ampia portata, che vede toccare anche i settori del vetro e della ceramica, aggiungendo ulteriori vincoli alle aziende che commerciano con il Paese.
L’introduzione, il 1° gennaio 2024, del divieto degli imballaggi monouso in Germania e, a luglio 2024, della tassa sugli imballaggi in plastica non riutilizzabili in Italia, solo per fare alcuni esempi, si inseriscono invece nella lotta europea contro lo spreco di imballaggi, mentre il futuro Regolamento della Commissione europea sulla progettazione eco-compatibile per prodotti sostenibili (Ecodesign for Sustainable Products Regulation, ESPR), che dovrebbe essere finalizzato a breve e sarà applicabile a quasi tutte le categorie di prodotti (ad es. lavastoviglie, televisori, finestre, caricabatterie per auto, ecc.), obbligherà i produttori a rendere i loro prodotti non solo efficienti dal profilo energetico e delle risorse, ma anche più durevoli, affidabili, riutilizzabili, migliorabili, riparabili e riciclabili e, sostanzialmente, più facili da gestire in termini di manutenzione.
La Direttiva europea sulla due diligence della sostenibilità aziendale (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CS3D), su cui il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo di massima a metà dicembre (e che deve quindi ancora essere approvata e in seguito recepita nelle leggi dei vari Stati membri), si applicherà non solo alle aziende europee, ma anche alle aziende di Stati terzi (tra cui la Svizzera) che forniscono beni o servizi nell’UE, con soglie di applicazione potenzialmente più basse per le industrie ad alto impatto (es. tessile, alimentare, mineraria, edile). L’impatto previsto di questa misura, che dovrebbe applicarsi dal 2026-2027, sarà significativo e le aziende sono chiamate a prepararvisi sin d’ora.
Questioni doganali e accordi di libero scambio
Il 1° gennaio la Svizzera ha abolito i dazi sui prodotti industriali per rafforzare la piazza economica. Le autorità elvetiche hanno però anche annunciato un aumento delle aliquote di dazio sui prodotti agricoli trasformati per combattere l’aumento dei prezzi delle materie prime. Per rimanere in tema di dazi, dal 1° gennaio 2025 nel commercio tra i paesi dell’area paneuromediterrranea si applicheranno norme di origine preferenziale più moderne, che implicheranno alcuni cambiamenti a livello documentale già da febbraio 2024.
Infine, la Svizzera ha messo in consultazione un progetto di mandato per negoziare un nuovo pacchetto di accordi bilaterali con l’Unione europea e per modificare, su alcuni punti, altri accordi esistenti. Il nostro Paese sta intensificando anche la cooperazione con altri partner commerciali. Nel suo Rapporto sulla politica economica esterna 2023, il Consiglio federale ha elencato i negoziati in corso sia per la revisione di accordi di libero scambio (ALS) esistenti sia per la finalizzazione di nuovi accordi: lo scorso anno è stato firmato l’ALS con la Moldavia e il rinnovo dell’ALS con il Regno Unito ha fatto passi avanti. I veri progressi sono però stati fatti a gennaio 2024: si sono conclusi i negoziati per un aggiornamento dell’ALS con il Cile, è stato avviato il dialogo per l’aggiornamento dell’ALS con la Cina ed è stata raggiunta un’intesa sulle “grandi linee” dell’accordo con l’India. Il rinnovo e l’estensione della rete degli accordi di libero scambio, con i conseguenti sgravi daziari e l’allineamento di normative tecniche sui prodotti, si rivelano di fondamentale importanza per le nostre aziende, che devono fare i conti con l’apprezzamento del franco una concorrenza estera sempre più agguerrita.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2024/01/ART24-Sfide-business-internazionale.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2024-01-30 08:00:002024-01-22 15:34:50Le sfide del business internazionale
Il Comitato misto della Convenzione paneuromediterranea (PEM) ha adottato il nuovo set di regole di origine preferenziale: le attuali norme transitorie applicate provvisoriamente su base bilaterale diventeranno le norme standard a partire dal 1° gennaio 2025.
La convenzione paneuromediterranea sulle norme di origine preferenziali (PEM) stabilisce norme di origine comuni e il cumulo tra le parti contraenti. Ad oggi, le parti contraenti sono 25: Svizzera, Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Cisgiordania e Striscia di Gaza, Egitto, Georgia, Giordania, Isole Faroe, Israele, Kosovo, Libano, Macedonia del Nord, Marocco, Moldavia, Montenegro, Serbia, Siria, Tunisia, Turchia, Ucraina. La Convenzione si applica tuttavia solo se tra le parti vige un accordo di libero scambio: per la Svizzera, è il caso di UE, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Cisgiordania e Striscia di Gaza, Egitto, Georgia, Giordania, Isole Faroe, Israele, Libano, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Serbia, Tunisia, Turchia e Ucraina. In data odierna sono pertanto escluse dal cumulo con la Svizzera: Algeria, Kosovo, Moldavia e Siria.
La Convenzione PEM è stata riveduta nel 2019, tuttavia poiché alcuni Stati rifiutavano ancora il testo, la maggior parte degli Stati contraenti ha deciso di applicare transitoriamente su base bilaterale le regole rivedute. Attualmente, quindi, esistono due sistemi paralleli di cumulo dell’origine: l’attuale Convenzione PEM e le norme transitorie. La Matrix Euro-Med (PDF) illustra nel quadro di quali ALS è consentito il cumulo con l’applicazione delle norme transitorie.
Lo scorso 7 dicembre 2023, il Comitato Misto PEM ha definitivamente adottato il nuovo set di regole di origine preferenziale: a partire dal 1° gennaio 2025, si applicherà solo la Convenzione PEM riveduta e quindi un solo insieme di norme di origine.
In vista di questo passaggio, a partire da febbraio 2024 sarà introdotta gradualmente la cosiddetta “permeabilità automatica” delle norme, che consentirà alle aziende che applicano le norme transitorie di effettuare il cumulo anche se il loro fornitore ha rilasciato una prova di origine in conformità con le norme di origine dell’attuale Convenzione PEM. La Matrix Euro-Med sarà adattata di conseguenza.
Dal 1° gennaio 2025 si applicherà invece unicamente la Convenzione PEM riveduta (*).
Le norme rivedute consentono semplificazioni amministrative per le imprese, tra cui:
la prova d’origine EUR-MED è soppressa, vengono mantenuti unicamente il certificato di circolazione EUR.1 e la dichiarazione di origine (*);
il prezzo franco fabbrica e il valore dei materiali non originari possono essere calcolati sulla base dei valori medi nel corso di un anno fiscale;
se viene applicato il criterio del valore, la percentuale autorizzata di materiali non originari passa dal 40% al 50% del prezzo franco fabbrica del prodotto.
le soglie di tolleranza per i materiali non originari aumentano dal 10% al 15% del prezzo franco fabbrica per i prodotti industriali e dal 10% al 15% del peso netto per i prodotti agricoli;
per i prodotti tessili il carattere originario può essere ottenuto sulla base di un maggior numero di fasi di trasformazione;
la regola del trasporto diretto è sostituita dalla regola di non modificazione, più conforme alle catene logistiche internazionali.
(*) L’entrata in vigore della Convenzione PEM riveduta potrebbe essere differita per Israele, Marocco e Tunisia, in quanto i rispettivi accordi di libero scambio riconoscono attualmente solo il protocollo di origine Euro-Med e devono pertanto essere aggiornati. A causa delle lunghe procedure interne di approvazione nei Paesi partner è possibile che per taluni casi ciò non sia fattibile entro il 31 dicembre 2024, pertanto il Comitato congiunto della Convenzione PEM sta valutando disposizioni transitorie.
Nell’ambito della Convenzione paneuromediterranea (PEM), le norme transitorie possono ora essere applicate anche con la Georgia.
In deroga al principio secondo cui le merci devono essere interamente fabbricate nel Paese d’esportazione o essere sufficientemente elaborate in questo Paese, il cumulo dell’origine consente di trattare le merci di una parte contraente di un accordo di libero scambio alla stessa stregua di quelle originarie del Paese di esportazione.
La Convenzione regionale sulle regole di origine preferenziale paneuromediterranee – meglio nota come Convenzione PEM – è stata ratificata dai seguenti Paesi vedi territori: UE, AELS, Turchia, Isole Faroe, Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco,Palestina, Siria, Tunisia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Kosovo, Moldavia, Georgia, Ucraina e si applica laddove tra le Parti è stato concluso un accordo di libero scambio.
Nel 2012 sono iniziate le discussioni per modernizzare la Convenzione e aggiornare le regole d’origine. Poiché la revisione deve essere approvata all’unanimità e alcuni Paesi hanno espresso delle riserve, altri Paesi hanno deciso di iniziare ad applicare in anticipo le nuove norme, definite come norme transitorie.
I due insiemi di norme di origine coesistono tra le Parti contraenti applicatrici e gli operatori economici possono scegliere se applicare le norme d’origine della Convenzione attuale o le norme d’origine rivedute. Tale scelta deve essere effettuata per ciascuna spedizione: prima di optare per le regole di origine transitorie, è infatti necessario considerare i diversi partner coinvolti nel flusso commerciale in quanto le prove d’origine rilasciate nell’ambito della convenzione PEM non possono essere utilizzate per il cumulo ai sensi delle norme transitorie.
Per quanto riguarda la Svizzera, le norme transitorie si applicano già ai seguenti accordi di libero scambio:
Svizzera-Unione europea (dal 01.09.2021)
Associazione europea di libero scambio (AELS) (dal 01.11.2021)
AELS-Albania e AELS-Serbia (dal 01.01.2022)
AELS-Macedonia e AELS-Montenegro (dal 01.04.2022)
AELS-Bosnia ed Erzegovina (dal 01.09.2023)
e dal 1° dicembre 2023 anche all’accordo AELS-Georgia.
A supporto degli operatori economici, l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) ha realizzato la “Matrix”, ovvero una tabella aggregata con la panoramica dei Paesi e dei territori che applicano tra di loro la Convenzione PEM, sia sotto forma di norme attuali sia di norme rivedute/transitorie. La Matrix aggiornata può essere visionata qui.
A partire dal 1° gennaio 2024, la Svizzera abolirà i dazi sui prodotti industriali e, in parallelo, semplificherà la sua tariffa doganale. I dettagli in un webinar congiunto Cc-Ti, S-GE, SECO e UDSC svoltosi il 20 novembre 2023.
Ai saluti introduttivi da parte di Monica Zurfluh, responsabile Commercio internazionale alla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) e di Luca Degiovannini, Senior Director Market Southern Switzerland di Switzerland Global Enterprise (S-GE), ha fatto seguito l’intervento dell’Ambasciatore Thomas A. Zimmermann, Delegato del Consiglio federale agli accordi commerciali, Capo «Servizi specializzati economia esterna» della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) che, dopo un excursus sul dilemma liberalizzazione – protezionismo, ha illustrato il panorama svizzero dei dazi e i motivi che hanno spinto la Confederazione alla loro abolizione per quanto riguarda i prodotti industriali, per terminare il suo intervento con informazioni di dettaglio sulle misure che entreranno in vigore dal 1° di gennaio 2024 e gli effetti attesi. Un ampio spazio è stato dedicato alla sessione di “Domande e risposte”, a cui sono intervenute le esperte dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) Sabrina Morillo Conconi, Controllore aziendale presso la Dogana Sud, Chiara Bertoletti, Controllore aziendale presso la Dogana Sud e Karin Vonnez, Capa basi tariffali, UDSC Berna.
La presentazione consolidata in formato PDF può essere scaricata qui.
Le modifiche dall’01.01.2024 in breve
Dal 1° gennaio 2024, la Svizzera abolirà i dazi sui prodotti industriali, indipendentemente dall’origine delle merci. L’abolizione dei dazi industriali interesserà quasi tutti i prodotti dei capitoli 25–97 della tariffa doganale, ad eccezione di alcuni prodotti dei capitoli 35 e 38, classificati come prodotti agricoli. I prodotti industriali potranno, pertanto, essere importati in Svizzera in franchigia doganale.
Per importare prodotti industriali per i quali è certo, al momento dell’importazione, che rimarranno o saranno consumati in Svizzera non sarà più necessario basarsi su un accordo di libero scambio (ALS) o sul sistema di preferenze generalizzate a favore dei Paesi in sviluppo (SPG) e fornire la prova dell’origine preferenziale.
Rimarrà necessario presentare i certificati di origine preferenziale qualora siano previste lavorazioni nel territorio svizzero (applicazione del cumulo) e/o riesportazioni.
Non ci saranno cambiamenti nelle procedure doganali, rimarrà quindi l’obbligo di dichiarazione doganale rimane.
Parallelamente all’abolizione dei dazi industriali, la struttura della tariffa doganale svizzera per i prodotti industriali sarà semplificata: le modifiche incideranno sulle ultime due cifre dei codici doganali a 8 cifre che saranno sostituite con “00”. Tabelle excel con la struttura tariffaria valida dal 1° gennaio 2024 e la lista di concordanza (2022 vs 2024) sono già disponibili sul sito web dell’UDSC. Eventuali informazioni tariffarie vincolanti (ITV) interessate dalla semplificazione della struttura della tariffa doganale (adeguamento delle ultime due cifre del numero della tariffa doganale a “00”) continueranno a essere riconosciute valide dal UDSC entro il proprio periodo di validità (max. 6 anni). Le chiavi statistiche (elementi di controllo / numeri convenzionali di tre cifre che fungono da suddivisioni supplementari dei numeri di tariffa a otto cifre) saranno trasferite alla nuova struttura tariffaria se necessarie all’esecuzione di disposti federali di natura non doganale. Rimarrà l’obbligo del pagamento degli altri tributi all’importazione quali ad esempio l’imposta sugli oli minerali, la tassa d’incentivazione sui composti organici volatili (COV), ecc.
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2021/11/EVT23-Abolizione-dazi-industriali.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-12-01 08:00:002023-11-30 16:47:31Abolizione dei dazi industriali dal 01.01.2024
Il 23 novembre 2023 si è riunito a Bruxelles il Comitato misto dell’Accordo di libero scambio tra la Svizzera e l’Unione europea (UE). Al centro dei colloqui anche il commercio dell’acciaio.
Riunitesi a Bruxelles, le delegazioni di Svizzera e UE hanno riconosciuto l’importanza delle strette relazioni economiche tra la Svizzera e l’UE e discusso le difficoltà legate al reciproco accesso al mercato.
La Svizzera ha nuovamente richiesto all’UE di sospendere le misure di salvaguardia sui prodotti siderurgici o di garantire che non ostacolino il commercio bilaterale e proposto l’esenzione dall’obbligo di fornire una prova di origine per l’importazione dei fattori produttivi siderurgici nel contesto delle sanzioni contro la Russia, un obbligo che non solo rappresenta un onere per le imprese, ma che, dal punto di vista elvetico, non è nemmeno necessario poiché il nostro Paese ha introdotto sanzioni analoghe a quelle dell’UE.
All’UE è stato inoltre chiesto di ridurre al minimo l’onere amministrativo per le imprese in relazione al meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) per non compromettere gli scambi commerciali. In questo contesto, la Svizzera ha accolto favorevolmente l’esenzione dall’obbligo di versamento del tributo grazie al collegamento esistente dei sistemi di scambio delle quote di emissioni (SSQE/ETS).
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/11/ART23-ALS-CH-UE-prodotti-siderurgici.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-11-30 08:00:002023-11-28 10:03:24Libero scambio CH-UE: l’acciaio al centro dei colloqui del Comitato misto
Nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra l’AELS e la Bosnia-Erzegovina, le regole di origine transitorie sono state introdotte con effetto retroattivo dal 1° settembre 2023.
Tramite circolare R-30 (PDF) del 1° ottobre 2023, l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) comunica l’applicazione retroattiva delle norme transitorie a partire dal 1° settembre 2023 e istruisce in merito al possibile riesame delle importazioni dalla Bosnia-Erzegovina a partire da tale data, con l’eventuale rimborso dei dazi all’importazione.
Nel quadro del sistema di cumulo paneuromediterraneo dell’origine (Convenzione PEM), vige un cumulo diagonale tra la Svizzera/AELS e molti Paesi del libero scambio. La recente revisione della Convenzione, tuttavia, non ha fatto l’unanimità: se alcuni Stati rifiutano ancora il testo, altri hanno invece deciso di applicare transitoriamente su base bilaterale le regole rivedute. La Matrix Euro-Med (PDF) dell’UDSC illustra quali accordi di libero scambio consentono il cumulo con l’applicazione delle norme transitorie. Per quanto riguarda la Svizzera, le norme transitorie si applicano già ai seguenti accordi:
Svizzera-Unione europea (dal 01.09.2021)
Associazione europea di libero scambio (AELS) (dal 01.11.2021)
AELS-Albania e AELS-Serbia (dal 01.01.2022)
AELS-Macedonia e AELS-Montenegro (dal 01.04.2022)
NOVITÀ: AELS-Bosnia ed Erzegovina (dal 01.09.2023).
Per ulteriori ragguagli sull’origine preferenziale (definizione di prodotto originario, regole d’origine, cumulo, prove) si invita a consultare il dossier Cc-Ti dedicato all’Origine preferenziale o a contattare il servizio Commercio internazionale.
Tra poco meno di tre mesi, il 1° gennaio 2024, la Svizzera abolirà i dazi sui prodotti industriali e allo stesso tempo snellirà la sua tariffa doganale. A partire da tale data i prodotti industriali potranno essere importati in franchigia doganale anche senza prova dell’origine preferenziale. In alcuni casi, tuttavia, tale prova dovrà comunque essere richiesta e presentata.
A partire dal 1° gennaio 2024, la Svizzera abolirà i dazi sui prodotti industriali. Questa novità interessa quasi tutte le merci dei capitoli 25-97 della tariffa doganale (Tares), ad esclusione di alcuni prodotti dei capitoli 35 e 38, classificati come prodotti agricoli.
Cosa significa concretamente?
Diciamo innanzitutto che l’abolizione dei dazi industriali non comporta un adeguamento dei processi di sdoganamento: rimane quindi in vigore l’obbligo della dichiarazione d’importazione, compresa la corretta dichiarazione della voce di tariffa doganale dei prodotti. E a proposito di voce tariffale, ecco la prima novità.
Semplificazione della tariffa doganale svizzera per i prodotti industriali
Il 1° gennaio le attuali 9114 voci tariffarie svizzere (Tares) saranno ridotte a 7511. L’attuale suddivisione (minuziosa per consentire la riscossione di dazi differenziati sui prodotti industriali) verrà semplificata: fatte salve alcune eccezioni, le ultime due cifre delle otto cifre delle voci di tariffa svizzere saranno sostituite con “00”. Tabelle excel con la struttura tariffaria valida dal 1° gennaio 2024 e la lista di concordanza (2022 vs 2024) sono già disponibili sul sito web dell’UDSC a questa pagina. Alcuni documenti saranno aggiornati successivamente, a seguito di modifiche di altre ordinanze.
COSA FARE Analizzate la nuova struttura tariffaria, adottandola per tempo affinché le vostre dichiarazioni doganali possano continuare a essere accettate dal sistema e-dec o da Passar a partire da gennaio 2024.
Eventuali informazioni tariffarie vincolanti (ITV) interessate dalla semplificazione della struttura della tariffa doganale continueranno a essere riconosciute valide dall’UDSC entro il proprio periodo di validità (max. 6 anni).
Esempio di accorpamento / semplificazione tariffale e azzeramento dazi dal 01.01.2024
Dal 1° gennaio 2024 il capitolo 7226 si ridurrà a 6 singole voci:
ATTENZIONE L’abolizione dei dazi industriali non vi esonererà dal pagamento di tributi suppletivi (altri tributi all’importazione quali ad esempio l’imposta sugli oli minerali, la tassa d’incentivazione sui composti organici volatili, ecc.) o dai disposti di natura non doganale.
Esempio di MANCATO accorpamento / semplificazione tariffale legato ai TRIBUTI SUPPLETORI
La voce 2909.6010 è assoggettata all’imposta sugli oli minerali, la voce 2909.6090 non lo è. I dazi all’importazione vengono azzerati in entrambi i casi:
Origine e prove dell’origine
Poiché con l’abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali va a cadere il vantaggio competitivo dettato dagli accordi di libero scambio, si sollevano importanti questioni sull’esigenza o meno di continuare a richiedere le prove documentali dell’origine preferenziale (CCM o dichiarazione d’origine su fattura).
Già oggi le aziende interessate devono presentare una prova dell’origine precedente valida o, in alternativa, una decisione d’imposizione con indicazione dell’aliquota preferenziale se all’esportazione della merce in questione intendono rilasciare una prova dell’origine (cfr. Circolare D30, Semplificazione in materia di prove dell’origine precedenti). Questa pratica non cambierà con l’abolizione dei dazi industriali: per quanto riguarda l’importazione di merci o di materie prime che saranno trasformate in Svizzera e poi riesportate, occorre pertanto chiarire se al momento dell’esportazione sarà applicato o meno un cumulo dell’origine. Chi intende farlo deve poter contare anche in futuro, all’importazione della merce in questione, sulle prove dell’origine precedenti rilasciate dal proprio fornitore.
ATTENZIONE La prova dell’origine preferenziale resta necessaria se una merce originaria di un Paese partner di libero scambio
deve essere riesportata allo stato immutato con prova dell’origine
deve essere utilizzata in Svizzera come materiale per il cumulo (p. es. per essere installata in un macchinario che viene esportato con prova dell’origine).
COSA FARE
fate in modo che i vostri fornitori esteri continuino a fornire prove dell’origine valide, se le necessitate per la (ri)esportazione;
istruite i vostri fornitori di servizi di sdoganamento se all’importazione desiderate un’imposizione all’aliquota preferenziale.
Si ricorda infine che i giustificativi devono essere conservati almeno per tre anni dal rilascio della prova dell’origine all’esportazione, nel caso dell’ALS con la Corea del Sud per cinque anni. Si segnala infine che dal 1° gennaio 2024, dopo l’imposizione, le prove dell’origine all’importazione possono essereconservate in formato digitale.
Schema riassuntivo
Fonte: SECO
Il vostro contatto in Cc-Ti per ulteriori ragguagli: Monica Zurfluh, Responsabile Commercio internazionale, T +41 91 911 51 35, zurfluh@cc-ti.ch
https://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2023/10/ART23-Abolizione-dazi-concretamente-1.jpg8531280Giulia Scalzihttps://www.cc-ti.ch/site/wp-content/uploads/2020/05/LG-cc-ti-03.pngGiulia Scalzi2023-10-05 08:00:002023-10-02 14:14:09Abolizione dei dazi industriali: cosa significa concretamente
Il 1° ottobre sono scattati i primi obblighi previsti dal regolamento che istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) e, in sostanza, una tassa sul carbonio.
Come anticipato nel nostro articolo La carbon tax europea è realtà, lo scorso 1° ottobre ha preso l’avvio la prima fase del meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere dell’UE (Carbon adjustment mechanism, CBAM), che obbliga gli importatori di sei settori industriali ad alta intensità di carbonio a comunicare alle autorità europee le emissioni di carbonio dei prodotti importati da Stati terzi e, indirettamente, gli esportatori extra-UE a fornire tali dati ai loro business partner europei.
Secondo il Regolamento (UE) 2023/956 che istituisce un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), le merci di origine non preferenziale svizzera non sottostanno al CBAM. La situazione è però diversa per le aziende svizzere che esportano nell’UE merci di origine terza: in questa prima fase e fino al 31 dicembre 2025 esse devono comunicare trimestralmente all’importatore europeo o, se l’importatore è stabilito al di fuori dell’UE, al suo rappresentante doganale indiretto
i quantitativi di merci importate
le emissioni dirette
le emissioni indirette (limitatamente al cemento e ai fertilizzanti)
Per quanto riguarda il calcolo delle emissioni incorporate e per tutta la durata del periodo transitorio, il regolamento di esecuzione prevede un sistema flessibile: fino al 31 dicembre 2024 sarà infatti possibile fare riscorso a differenti modalità di rendicontazione (art. 4). La rendicontazione basata su valori di default potrà però essere impiegata solo fino al 31 luglio 2024. A partire dal 1° gennaio 2025 saranno invece accettati solo i metodi di rendicontazione completa (art. 4 par. 1).
Essendovi ancora molti punti aperti, la Commissione europea sta gradualmente mettendo a disposizione documenti e video utili, tra cui:
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