Innovazione, anche finanziaria
Roberto Grassi, Direttore Generale Fidinam Group Holding, e membro del nostro Ufficio Presidenziale, ci parla della piazza finanziaria luganese, della sua riconversione e dell’innovazione nel mondo finanziario.

La piazza finanziaria luganese ha, nel tempo, subito una profonda riconversione, e nonostante un contesto non sempre facile il settore si presenta oggi dinamico e in crescita. Quali gli sviluppi futuri?
La piazza finanziaria luganese ha dimostrato nel tempo una importante capacità di adattamento e di sfruttamento delle opportunità legislative che presentava il mercato. Il settore classico, il private banking, è stagnante, confrontato con una concorrenza internazionale e a modifiche legislative e operative importanti. In questo campo il futuro non sarà più come prima, e non sono solo paradigmi operativi a mutare, ma anche l’attitudine del cliente e le sue esigenze. Non dimentichiamo poi le competenze legate al Trade Finance, presenti su piazza da oltre quarant’anni e tanto importanti per l’insediamento di nuove realtà legate al Commodity Trading.
La ricerca di collaboratori specializzati e talentuosi è uno degli atout imprescindibili per una crescita aziendale sostenibile. Quali ritiene siano oggi le chiavi del successo su cui puntare nel mondo del lavoro?
Ormai non esiste più un mestiere imparato e svolto durante tutta la propria attività lavorativa. Le nuove leve sul mercato del lavoro devono dimostrare una capacità di inventiva e adattamento importanti. Queste permettono loro di cogliere le opportunità che sempre si presentano sul mercato e di svilupparle anticipando la concorrenza. Il confronto è ormai globale, e la velocità di reazione è fattore competitivo determinante. Prendiamo l’esempio di blockchain e criptovalute: non solo a Zugo, nella “cryptovalley”, ma anche da noi si è riusciti a creare un centro di competenze.





Non è un caso che da tempo cerchiamo di stimolare un dibattito costruttivo, volto a sottolineare soprattutto le molte occasioni di crescita legate non solo all’aspetto tecnologico, ma anche a possibili nuovi modelli di business, ecc.. Questo ovviamente senza negare il potenziale di rischio insito in ogni trasformazione, se pensiamo ad esempio alle questioni legate sicurezza cibernetica. L’innovazione, non solo tecnologica, ma anche di approccio e di mentalità, è un elemento essenziale per ogni imprenditore ed è importante che anche il contesto sociale e politico realizzi l’importanza di questo termine, troppo spesso erroneamente identificato solo con determinati ambiti iper-tecnologici. È per questo che non ci stanchiamo di sottolineare l’importanza dei valori svizzeri, fondamentali per mantenere competitivo il nostro Paese. Perché sotto il termine “Swissness” non ricadono solo norme tecniche o definizioni legate all’origine della merci, bensì una serie di fattori che contraddistinguono il modo di fare impresa elvetico, che ingloba innovazione, creatività, rispetto delle regole, partenariato sociale, qualità, precisione, ecc.. Ed è quasi superfluo sottolineare che l’approccio elvetico non ha un valore importante solo all’interno dei nostri confini, ma rappresenta qualcosa di quasi inestimabile nel contesto internazionale, come lo dimostrano ampiamente i contatti stabiliti durante le nostre numerose missioni economiche all’estero. Non che ci fosse un bisogno particolare di ulteriori verifiche, ma è comunque importante toccare con mano come questo fattore sia decisivo anche per le aziende ticinesi che operano nel contesto internazionale. Le aziende ticinesi in questi anni hanno dato prova di flessibilità, capacità di adattamento, e propensione agli investimenti, sfidando con coraggio e successo le avversità date da un contesto internazionale che ha portato situazioni difficili. A testimonianza che il tessuto economico ticinese è sano, vivace e robusto, come confermato dal recente studio di BAK Economics.












