Un CCL per crescere

Nell’intervista a Flavio Franzi, Rappresentante ASIAT e membro dell’UP della Cc-Ti, facciamo il punto anche sull’introduzione del nuovo Contratto Collettivo di Lavoro settoriale (per studi d’ingegneria e di architettura).

In un settore in evoluzione quale quello degli studi d’ingegneria e di architettura, l’introduzione di un contratto collettivo di lavoro metterebbe ordine e farebbe chiarezza. A che punto siamo?

L’assemblea ordinaria 2016 dell’ASIAT ha approvato il nuovo CCL. Al momento il documento è in fase di approvazione da parte della SECO. Il CCL con decreto di forza obbligatoria ci permetterebbe di migliorare la qualità del lavoro prodotto rendendo il nostro settore competitivo con una partnership sociale stabile. Inoltre permetterebbe di creare condizioni quadro, combattendo il dumping salariale, migliorando la credibilità politica, sostenendo meglio la formazione e il perfezionamento e non da ultimo migliorando l’attrattività del settore della progettazione.

Nel mondo associativo le sinergie sono sempre più imprescindibili. Come si muove la vostra associazione a riguardo?

La nostra associazione padronale, unica nel cantone, ha da sempre riconosciuto la necessità di mettere in campo tutte le possibili sinergie tra le molte associazioni presenti nel settore della progettazione. L’ASIAT è stata tra i promotori della costituzione della Conferenza delle Associazioni Tecniche (CAT) che attualmente è riconosciuta quale unico referente istituzionale per il settore sia per consultazioni che per consulenze specifiche. Le associazioni membri di CAT, mantenendo le loro rispettive specificità, collaborano tra di loro con efficacia anche grazie alla recente nomina di un direttore e ad un segretariato con sede a Bellinzona.

Innovazione da oltre 100 anni

Prosegue il viaggio alla scoperta di opinioni e riflessioni all’interno dell’Ufficio Presidenziale Cc-Ti. Nell’intervista a Mauro Galli, Presidente SSIC Sezione Ticino, possiamo vedere come anche quest’associazione abbia raggiunto il traguardo del Centenario proprio nel 2018.

Anche la SSIC Ticino è giunta, quest’anno, al 100° di fondazione. Quali i messaggi chiave dell’edilizia nell’economia cantonale oggi?

Nella sua assemblea costitutiva la SSIC Ticino dichiarava i suoi principali intenti: unione delle forze per la tutela degli interessi comuni, formazione degli apprendisti, lotta contro la concorrenza sleale. Obiettivi attualissimi che sono anche i messaggi principali che l’edilizia manda oggi all’economia ticinese. La SSIC TI con i suoi 180 membri rappresenta l’80% della forza lavoro nelle costruzioni. Siamo costantemente impegnati nella ricerca di condizioni quadro sostenibili, di qualità e sicurezza sul lavoro, di formazione professionale adeguata ai tempi, di collaborazione con i partner contrattuali e istituzionali.

 

La digitalizzazione sta rivoluzionando tutti i settori professionali. Artigianato, nello specifico l’edilizia, e progresso tecnologico, come si combinano?

La tecnologia digitale ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare. L’intelligenza artificiale potrebbe effettivamente sconvolgere il settore nel prossimo futuro. Per il momento la componente umana, penso all’arte del muratore, e le variabilità continue del cantiere rendono la vita difficile all’avvento di questi processi. Seguiamo con interesse l’evoluzione e soprattutto cerchiamo di adeguarci con la formazione professionale dei nostri giovani.

Lavorare uniti per la crescita del nostro Paese

di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti

Il Ticino oggi può vantare un tessuto imprenditoriale sano e dinamico, che crea lavoro e ricchezza per tutto il Cantone. Un articolato sistema d’imprese sempre più orientato all’innovazione e alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle attività produttive.

Basti qui ricordare l’impegno dei nostri imprenditori per ridurre le emissioni nocive, gli esempi di mobilità aziendale alternativa per non sovraccaricare il traffico stradale, le misure per conciliare meglio lavoro e famiglia o lo sforzo delle imprese nella formazione per restare al passo con i tempi.

Come imprenditori sappiamo che il benessere dei nostri collaboratori, il legame col territorio e la società in cui operiamo sono le radici da cui si alimenta la forza delle imprese. È questo il concetto di sostenibilità a cui la Cc-Ti attribuisce una rilevanza fondamentale e che sarà sottolineato nell’evento del 25 settembre. Soprattutto alla luce delle trasformazioni indotte dalla rivoluzione digitale che sta destrutturando i vecchi schemi. Imponendo nuovi modelli di business, di gestione aziendale, di modalità di lavoro, di organizzazione sociale e di formazione, perché l’economia digitale avrà un bisogno crescente di manodopera qualificata. Sono queste le sfide che abbiamo davanti e che, oltre alla nostra tenacia, richiedono anche una forte dose d’innovazione istituzionale.

Per noi la sostenibilità è una vocazione spontanea nel fare impresa, da non soffocare con una schizofrenia regolamentatrice che, penalizzando le aziende, alla fine produce più danni che vantaggi. Al riguardo non mancano in Ticino segnali allarmanti, frutto di una cultura antindustriale che da anni ammorba il Cantone con la retorica dei famelici imprenditori che farebbero solo i loro interessi.

Siamo convinti che l’economia digitale offra opportunità inedite per una crescita sostenibile. Come Cc-Ti non possiamo che ribadire la volontà di lavorare assieme alle istituzioni e agli altri partner sociali per un progetto di sviluppo condiviso, che anche in futuro ci assicuri benessere.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 17.9.2018

2 x NO all’iniziativa “Per alimenti equi” e all’iniziativa “Per la sovranità alimentare”

In vista della votazione federale del 23 settembre 2018, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) raccomanda di votare 2 x NO all’iniziativa “Per alimenti equi” e all’iniziativa “Per la sovranità alimentare”.

La Cc-Ti prende posizione sulle due iniziative sull’agricoltura lanciate dai Verdi e dal sindacato agricolo Uniterre e attira l’attenzione sulle implicazioni che potrebbe avere una loro implementazione.

L’Iniziativa per alimenti equi vuole che siano presenti sulla tavola degli Svizzeri unicamente alimenti derivanti da una produzione “equa”. Se  l’iniziativa venisse accettata, occorrerebbe creare un apparato di controllo costoso e rigoroso per verificare le importazioni. Oltre ad essere di impossibile attuazione, le conseguenze dirette consisterebbero nell’aumento dei prezzi, nella diminuzione delle possibilità di scelta e in un incremento del turismo degli acquisti. L’iniziativa porterebbe inoltre a un isolamento del mercato, violerebbe gli obblighi internazionali e metterebbe a rischio gli accordi di libero scambio. Riteniamo che l’iniziativa non sia necessaria poiché a livello nazionale i suoi obiettivi sono già soddisfatti grazie alla sostituzione e a diverse leggi. Per i beni di importazione, l’iniziativa sarebbe, inoltre, praticamente inapplicabile. L’iniziativa “Per la sovranità alimentare” si pone l’obiettivo di promuovere la produzione nazionale e un approvvigionamento che dia la priorità alle derrate alimentari e ai mangimi svizzeri. In quanto paese esportatore, la Svizzera non può permettersi di non rispettare i suoi obblighi internazionali, perché ha bisogno di accedere ai mercati esteri. Se dovesse tentare questa strada, rischierebbe di entrare in conflitto non solo con le organizzazioni internazionali ma anche con i più partner commerciali, con i quali è vincolata da accordi di libero scambio.

I rischi di entrambe le iniziative sono quindi molto simili: riduzione della scelta dei consumatori, più burocrazia, alimenti più cari e conseguente aumento del turismo degli acquisti verso l’estero da parte dei consumatori.

Per questi motivi, la Cc-Ti raccomanda di respingere l’iniziativa “Per alimenti equi” e l’iniziativa “Per la sovranità alimentare” in votazione il prossimo 23 settembre.

Puntare alle “località”

Nell’intervista ad Augusto Chicherio, Rappresentante Federcommercio, analizziamo alcuni aspetti legati al futuro del commercio al dettaglio.

Quali ritiene siano i nuovi modelli di business che stanno nascendo, sia online che offline, da cui il commercio al dettaglio può trarre spunto per diversificarsi e progredire?

Oltre al servizio al cliente, che rimane uno dei punti forti del commercio al dettaglio, l’informatica permette di sviluppare svariate possibilità per far conoscere le proprie offerte e fidelizzare la clientela. Ad esempio le carte-clienti si sviluppano continuamente con le più svariate offerte. In questo senso la grande distribuzione diversifica l’offerta con buoni differenti. Inoltre la possibilità di ordinare la merce e ritirarla successivamente in negozio o farsela inviare a domicilio è una possibilità per promuovere un ulteriore servizio alla clientela.

 

In un’ottica di valorizzazione dell’intero comparto quale commercio al dettaglio il binomio ‘grande distribuzione-piccolo commercio è ormai obsoleto?

Sì. Il cliente sceglie una “località” per fare gli acquisti e meno frequentemente un singolo negozio: ad esempio: Lugano Centro o Grancia. Chi ci guadagna o ci perde sono tutti i negozi che si trovano nella località piccoli o grandi che siano. È quindi importante contribuire tutti, grandi e piccoli, a sostenere e rendere attrattiva la “località”. L’esempio di Lugano centro è significativo. È quindi importante offrire una scelta completa di prodotti, potersi spostare facilmente fra i negozi, essere raggiungibili facilmente e avere posteggi a sufficienza, se possibile gratuitamente.

Hotellerie, turismo e sinergie

In quest’intervista con Lorenzo Pianezzi, Presidente cantonale Hotelleriesuisse Ticino e membro dell’UP della Cc-Ti, riflettiamo sul ruolo dell’hotellerie nel turismo e sulla possibilità di ricercare nuove sinergie.

In un territorio ricco e vasto come quello ticinese, il turismo ha sempre giocato un ruolo predominante, così come l’associazione che presiede. Su cosa occorre far leva nell’immediato per consentire una crescita durevole?

È importantissimo non fermarsi mai, ogni volta che ci sembra di aver raggiunto un obiettivo, ecco che le regole del gioco vengono nuovamente stravolte con la complicità dei vari trend che subiscono continuamente delle variazioni. È imprescindibile far leva sugli aggiornamenti continui che interessano gli associati di hotelleriesuisse, con conferenze, assemblee e formazioni.

Quali sinergie potrebbero venir create per sfruttare appieno il potenziale di crescita con altri settori?

‘Sinergie’ è la parola d’ordine, soprattutto per un Cantone come il nostro, dove i diversi settori hanno la possibilità e la facilità di interagire tra loro. La  politica  declinata nelle destinazioni stesse, e, per “destinazioni” intendo le regioni turistiche che compongono il Ticino, richiedono sempre maggiormente collaborazioni con associazioni di categoria come la nostra e con le organizzazioni turistiche regionali. Con ‘sinergie’ desidero portare l’accento anche sulle collaborazioni tra Comuni e settori turistici, per quanto riguarda l’organizzazione di eventi, anche internazionali, legati al leisure o al congressuale, che generino quindi pernottamenti e importanti indotti economici per i diversi attori presenti sul territorio ticinese.

Una visione “elettrica” concertata

Proseguono gli approfondimenti settoriali con i membri del nostro Ufficio Presidenziale. In quest’intervista a Giovanni Leonardi, Presidente AET, scopriamo qualcosa di più sul settore delle energia elettrica.

Tra i settori trainanti della crescita in Ticino, secondo lo studio BAK Economics, figura anche quello dell’energia elettrica. Quali sono le sfide di riforme e pianificazioni a cui sarà confrontato nell’immediato?

Il settore elettrico cantonale si trova di fronte a sfide di duplice natura: quelle dettate dall’evoluzione tecnologica e quelle legate ai mutamenti del quadro legislativo nazionale. Sul fronte della tecnologia le aziende devono adeguare infrastrutture e modelli di vendita ai mutamenti imposti dalla diffusione di nuove forme di produzione rinnovabile e decentralizzata. Sul piano normativo è necessario allineare gli obiettivi a quelli imposti dalla Strategia energetica 2050 della Confederazione, votata da popolo lo scorso anno.


Come è possibile rendere ancora più performante l’innovazione in un settore dove, di norma, la si vive costantemente?

Le trasformazioni in atto riguardano gli ambiti tecnologici e normativi così come quelli economici e commerciali. In un quadro così complesso, dove la modifica di singoli elementi genera un effetto a cascata su tutto il sistema, bisogna mantenere una visione d’insieme capace di guardare all’interesse di tutti i settori socioeconomici del Paese.

Soluzioni assicurative del futuro

Nell’intervista a Mauro Canevascini, membro di Comitato ASA Ticino e FSAGA Svizzera, egli parla del settore assicurativo e delle sfide con cui è confrontato.

Come sta vivendo il settore assicurativo in Ticino i numerosi cambiamenti in atto avvenuti grazie alla digitalizzazione?

La digitalizzazione ha già modificato il comportamento dei clienti in ambito assicurativo e di conseguenza quello degli operatori del settore. Prodotti assicurativi semplici possono venir stipulati online ed in parte anche la consulenza avviene già ora attraverso sistemi di video-chat. Per i prodotti più complessi vi è sempre la consulenza personale. La digitalizzazione avrà ulteriori ripercussioni sul modo di comunicare. Anche il processo di produzione è in forte e costante evoluzione, dove attualmente si stanno testando le tecnologie legate alle blockchain.

 

Alla luce dei futuri mutamenti in campo, vi saranno nuovi sbocchi per un settore che da anni è una locomotiva di crescita (dato confermato dallo studio BAK Economics) per l’economia cantonale?

Le maggiori compagnie assicurative investono parecchio venture-capital in start-up innovative per poi integrare le tecnologie sviluppate nei propri processi produttivi o per creare degli eco-sistemi che andranno in parte a sostituire il singolo classico prodotto assicurativo con una catena di prodotti o servizi formati attorno ad un tema. Il Ticino, grazie alla sua economia molto diversificata, beneficia fortemente di questi risvolti, grazie alla presenza di start-up innovative che vengono coinvolte nei processi di sviluppo dei nuovi prodotti assicurativi o che sono all’avanguardia in ambito informatico.

Digitalizzazione al servizio delle imprese

Intervista apparsa sull’edizione del Corriere del Ticino il 26.08.2018

Dall’inizio dell’anno la Cc-Ti  ha potenziato la sua comunicazione differenziandola anche su più canali. “Per adattarla ancora di più alle nuove esigenze del vasto e diversificato tessuto economico ticinese”, come spiega Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi della Cc-Ti.

Un primo bilancio di questa strategia?
“Possiamo dire di aver intrapreso la strada giusta. La nuova linea è stata ben recepita dai nostri associati e ha suscitato molto interesse anche al di fuori della Cc-Ti. In un mondo sempre più interconnesso, in cui le relazioni rappresentano un caposaldo  imprescindibile, questa strategia ci ha permesso di instaurare nuove collaborazioni in ambiti strategici, adempiendo così ancora meglio al nostro obiettivo principale: la tutela e la promozione degli interessi imprenditoriali. Ma siamo solo agli inizi. Molte sono le idee e i passi ulteriori che vogliamo concretizzare”.

La Cc-Ti ha avviato un importante dibattito sull’economia digitale, oggi c’è più consapevolezza su opportunità e rischi della trasformazione digitale?
“Come Cc-Ti non potevamo non impegnarci a fondo su un fenomeno così dirompente  per l’intera società. Il nostro tessuto economico ha dimostrato anche questa volta di essere ricettivo alle nuove opportunità e pronto ad impegnarsi per raccoglierle. È vero però che se alcune aziende hanno saputo adattarsi senza difficoltà, per altre questo processo richiede uno sforzo maggiore, ma ciò è normale. Siamo consapevoli che ogni grande cambiamento è accompagnato da dubbi, timori e rischi possibili che a volte rallentano il processo. Affinché si possa beneficiare al meglio delle opportunità di questa trasformazione, anche il mondo imprenditoriale deve adoperarsi per sviluppare alcune competenze e capacità fondamentali. Proprio per fornire un supporto concreto alle aziende continueremo a lavorare con impegno su questo  cambiamento accompagnando i nostri associati passo per passo. Tutto ciò avverrà fornendo loro un costante sostegno in termini di informazione e  formazione, agevolando al contempo il  contatto con partner competenti e rappresentando i loro interessi inmodo adeguato”.

Per il secondo semestre del 2018 la Cc-Ti ha ampliato l’offerta formativa dando molto spazio alle nuove forme di comunicazione nella strategia aziendale. In che misura la comunicazione oggi è fondamentale anche per le piccole imprese?

“Il comunicare è da sempre al centro vita umana e, quindi, anche dell’attività aziendale. Oggi l’importanza di questa capacità si è imposta ancor di più, diventando un fattore imprescindibile. In un mondo fortemente interconnesso  e dove l’agilità aziendale è ormai un punto di forza strategico, le imprese, qualsiasi sia la loro grandezza, il loro settore o il mercato e pubblico target di loro riferimento non possono più esimersi dal comunicare in modo efficiente. Come per gli altri ambiti della gestione aziendale anche per la comunicazione c’è una parte di conoscenze trasmissibili e una di competenze legate alle capacità personali di innovazione e creazione. È sulle prime che come Cc-Ti focalizziamo maggiormente la nostra attività, offrendo approfondimenti vari sui nostri canali di comunicazione e nei corsi di formazione. Allo stesso tempo sosteniamo e tuteliamo gli interessi imprenditoriali in questo ambito e favoriamo la messa in rete dei nostri associati con specialisti diversi del settore. Una buona preparazione è infatti un trampolino di lancio per sviluppare quelle capacità più personalizzate e creative che, sommandosi alle prime, rendono unico, e di successo, il  proprio lavoro”.

Un rebranding a 360 gradi

Un’interessante video intervista a Julien Daulte, titolare dello Studio Daulte di Locarno, ci svela i passaggi fondamentali che hanno toccato il rebranding della Cc-Ti.

Una rinnovata comunicazione che su diversi canali sfrutta appieno il potenziale che essi offrono strettamente legati alla digitalizzazione, un fenomeno sempre più presente nel modo di comunicare ed informare i diversi pubblici target.

La grande novità del secondo semestre è anche rappresentata dal sito web della Cc-Ti, che grazie ad un’attenta architettura dell’informazione è ora più performante, semplice ed immediata.