Una crescita composta da tre elementi

di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino e Presidente FTAF

Nell’economia odierna la digitalizzazione investe tutta la società, aziende incluse. Non si tratta più di parlare del futuro, ma di operare nel presente scelte che riguarderanno l’avvenire, in quanto toccano tutte le imprese. La digitalizzazione evolverà ancora in modo preponderante.

Come ogni tecnologia, anche quella digitale da sola non basta per dispiegare il suo potenziale positivo. Essa va orientata e sostenuta con l’impegno di tutti gli attori in gioco, ossia imprenditori, politica, istituzioni, sindacati e società civile. Per una crescita completa possiamo allora identificare tre elementi chiave, che abbinati, formano una strategia di governance sulla quale crediamo si debba investire. I driver della crescita sono la formazione, l’informazione e la comunicazione: è questa la formula vincente per affrontare le sfide che la trasformazione digitale ci pone, una svolta che non è retorico definire epocale. In questo senso sono state articolate e strutturate numerose proposte eventistiche e formative (con un particolare accento anche alla comunicazione) che, come Cc-Ti, proporremo da settembre, lungo tutto il secondo semestre del 2018. Infatti quale associazione mantello dell’economia ticinese, rappresentando differenti settori con peculiarità diverse, vogliamo da un lato sottolineare l’importanza di questi tre fattori, e dall’altro offrire ai soci ed alle aziende ticinesi le basi per una crescita, anche nell’ambito digitale, che sappia cogliere le molteplici  possibilità che si presentano. Nella mia veste di presidente della Federazione Ticinese delle Associazioni di Fiduciari (FTAF), in questi ultimi anni, ho toccato direttamente con mano le profonde trasformazioni, che hanno investito il settore fiduciario-finanziario. Non solo: quale vicepresidente della Cc-Ti, posso affermare quanto l’economia in generale sia pure investita dai mutamenti digitali in atto. In che modo? Pensiamo all’irrompere delle tecnologie informatiche e delle nuove regolamentazioni o al cambio radicale di paradigma che ha imposto una visione diversa delle procedure di lavoro, dei modelli di business e dei  rapporti con i clienti. Una strategia che non può prescindere dalla costante valorizzazione della formazione, dell’informazione e della comunicazione in modo da recepire immediatamente le mutevoli esigenze e le continue novità di mercati sempre più interconnessi e interdipendenti. Questi assunti valgono per l’economia tutta, non solo nel settore fiduciario. Ecco dunque perché la Cc-Ti si fa interprete dei trend in atto e li pone, con un’offerta mirata e diversificata a livello formativo ed eventistico, accanto ai servizi per i soci, in primo piano: per una crescita costante ed aziende dinamiche.

Una multicanalità sempre più performante

Il secondo semestre Cc-Ti inizia con slancio innovativo, proprio per continuare sulla scia tracciata dall’inizio del 2018. Molte le novità sia a livello delle proposte targate Cc-Ti sia a livello dei nostri mezzi di comunicazione.

Da un lato un’offerta eventistica e formativa ancora più assortita e in linea con i bisogni del vasto e dinamico tessuto imprenditoriale che abbiamo l’onore di poter rappresentare. A livello tematico proseguiremo sulla via tracciata nel primo semestre, ossia quella di approfondire le macro aree strategiche sulle quali nel 2018 abbiamo deciso di focalizzarci: internazionalizzazione e swissness, digitalizzazione, sostenibilità e smart life. Continueremo a farlo attraverso approfondimenti specifici sui nostri diversi canali di informazione, così come sui diversi media e attraverso eventi mirati, missioni economiche e formazioni puntuali. Resteremo inoltre come sempre molto ricettivi alle esigenze degli imprenditori – con i quali intratteniamo un costante dialogo – così come agli argomenti di stretta attualità economica.

Dall’altro lato l’inserimento di nuovi e rinnovati mezzi di comunicazione che si compenetrano in una logica di una multicanalità sempre più performante. A livello di novità nei mezzi di comunicazione punteremo ancora di più sul digitale, con un nuovo sito internet ancor più fruibile e intuitivo e contenuti multimediali pensati appositamente per questi nuovi strumenti esistenti.

Negli scorsi mesi questa nuova strategia di comunicazione chiara, consapevole e ambiziosa ha infatti suscitato molto interesse anche al di fuori della nostra struttura. In un mondo sempre più interconnesso in cui le relazioni rappresentano un caposaldo imprescindibile questo nuovo modo di porci ci ha infatti permesso di instaurare nuove collaborazioni in ambiti strategici, adempiendo così ancor meglio al nostro obiettivo e scopo principale: la tutela e la promozione degli interessi imprenditoriali.

In questo breve video un assaggio di queste novità!

Comunicare per innovare

Intervista a Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti

Le necessità d’informazione degli imprenditori così come i mezzi di comunicazione cambiano. Come si muove la Cc-Ti in questo contesto?

Come Cc-Ti raccogliamo le esigenze dei soci per adattare al meglio la nostra attività e restare così al passo con i tempi. Proprio perché per  l’imprenditore moderno l’innovazione è vitale, matura costantemente nuovi bisogni. Sta quindi alla Cc-Ti adeguarsi per accompagnare al meglio gli associati nella loro attività quotidiana. È stato quindi cardinale elaborare una nuova strategia di comunicazione: chiara, consapevole ed ambiziosa. È infatti grazie a obiettivi mirati, scelte specifiche, una buona dose di passione e coraggio, così come di flessibilità e di voglia di imparare, e a una valorizzazione costante della multicanalità, che siamo riusciti a stravolgere il nostro modo di comunicare con i diversi pubblici target. Questo processo è però solo agli inizi e molte sono ancora le  idee e i passi importanti che vogliamo intraprendere, con lo stesso spirito entusiasta, ambizioso e ricettivo che ci caratterizza, proprio perché consapevoli del tessuto imprenditoriale dinamico e competente, che abbiamo la fortuna di poter rappresentare.

Il primo semestre 2018 è stato ricco di novità (un nuovo concept di Ticino Business, un ampliato ciclo di approfondimento mediatico, un’offerta eventistica e formativa ancora più assortita, …). Il  secondo semestre continuerà sulla stessa scia?

Certamente sì! In particolare a livello tematico proseguiremo sulla via tracciata negli scorsi mesi, ossia quella di approfondire le macro aree tematiche sulle quali nel 2018 abbiamo deciso di   focalizzarci: internazionalizzazione e swissness, digitalizzazione, sostenibilità e smart life. Continueremo a farlo attraverso approfondimenti specifici sui nostri diversi canali di informazione, così come sui diversi media e attraverso eventi mirati, missioni economiche e formazioni puntuali. Resteremo inoltre molto ricettivi alle esigenze degli imprenditori. A livello di novità nei mezzi di comunicazione punteremo ancora di più sul digitale, con contenuti multimediali ideati per questi nuovi strumenti. Ad agosto lanceremo inoltre il nostro nuovo sito web, che sarà maggiormente fruibile e intuitivo. Stiamo anche lavorando su alcuni servizi che possano rispondere ancora meglio alle esigenze dei nostri associati. Insomma, continuiamo a lavorare, con passione, per voi!

 

Innovazione, anche finanziaria

Roberto Grassi, Direttore Generale Fidinam Group Holding, e membro del nostro Ufficio Presidenziale, ci parla della piazza finanziaria luganese, della sua riconversione e dell’innovazione nel mondo finanziario.

La piazza finanziaria luganese ha, nel tempo, subito una profonda riconversione, e nonostante un contesto non sempre facile il settore si presenta oggi dinamico e in crescita. Quali gli sviluppi futuri?

La piazza finanziaria luganese ha dimostrato nel tempo una importante capacità di adattamento e di sfruttamento delle opportunità legislative che presentava il mercato. Il settore classico, il private banking, è stagnante, confrontato con una concorrenza internazionale e a modifiche legislative e operative importanti. In questo campo il futuro non sarà più come prima, e non sono solo paradigmi operativi a mutare, ma anche l’attitudine del cliente e le sue esigenze. Non dimentichiamo poi le competenze legate al Trade Finance, presenti su piazza da oltre quarant’anni e tanto importanti per l’insediamento di nuove realtà legate al Commodity Trading.

La ricerca di collaboratori specializzati e talentuosi è uno degli atout imprescindibili per una crescita aziendale sostenibile. Quali ritiene siano oggi le chiavi del successo su cui puntare nel mondo del lavoro?

Ormai non esiste più un mestiere imparato e svolto durante tutta la propria attività lavorativa. Le nuove leve sul mercato del lavoro devono dimostrare una capacità di inventiva e adattamento importanti. Queste permettono loro di cogliere le opportunità che sempre si presentano sul mercato e di svilupparle anticipando la concorrenza. Il confronto è ormai globale, e la velocità di reazione è fattore competitivo determinante. Prendiamo l’esempio di blockchain e criptovalute: non solo a Zugo, nella “cryptovalley”, ma anche da noi si è riusciti a creare un centro di competenze.

Occasioni per crescere

Come si sta muovendo il settore del commercio al dettaglio in Ticino? A che punto sono i lavori per l’introduzione della Legge Aperture Negozi (LAN)? Lorenzo Emma, Direttore Migros Ticino e membro dell’Ufficio Presidenziale della Cc-Ti, fa alcune considerazioni in merito.

I lavori per l’introduzione della Legge Aperture Negozi (LAN) sono al momento in stallo presso la SECO, che deve valutare i quorum per l’istanza di forza obbligatoria del CCL settoriale. L’entrata in vigore della LAN porterebbe nuova linfa al commercio al dettaglio?

La nuova legge regolerebbe con maggiore chiarezza le aperture straordinarie, dando qualche opportunità in più, ma molto limitata. La quantifico globalmente con circa l’1% di fatturato addizionale per i commercianti, forse un po’ di più per quelli  maggiormente favoriti dalla nuova legge, quelli piccoli situati nelle zone turistiche. Un impatto quindi modesto, ma pur sempre apprezzato da un commercio ticinese da diversi anni in difficoltà.

La digitalizzazione sta creando dinamiche e modelli di business innovativi nell’economia. Come viene affrontata questa “rivoluzione” dal commercio al dettaglio? 

Nel settore sono entrati produttori di marca che offrono i loro beni direttamente alla clientela finale. Soprattutto grosse aziende “tecnologiche”, che realizzano ricavi non solo con il commercio, ma anche offrendo servizi marketing (pubblicità e “vendita” dati). Tra gli operatori tradizionali alcuni sono nella situazione di poter continuare a lavorare come prima, altri sono destinati a sparire. Altri ancora hanno l’opportunità di adattarsi alle nuove tecnologie, combinando i vantaggi del commercio tradizionale (contatto umano, possibilità di vedere e toccare la merce, ecc.), con quelli del digitale, in particolare acquisti a qualsiasi ora, consegna a domicilio, offerte personalizzate. Una strategia, questa, non facile da perseguire perché presuppone cambiamenti radicali e importanti investimenti. I recenti investimenti in strutture di vendita da parte di “pure player” digitali indicano però che questa è la via del futuro.

Investire per crescere

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Le opportunità date dalle molte trasformazioni in atto oggi, compresa ovviamente quella digitale, sono un denominatore comune per tutta l’economia e toccano trasversalmente quasi tutti i settori.

 Non è un caso che da tempo cerchiamo di stimolare un dibattito costruttivo, volto a sottolineare soprattutto le molte occasioni di crescita legate non solo all’aspetto tecnologico, ma anche a possibili nuovi modelli di business, ecc.. Questo ovviamente senza negare il potenziale di rischio insito in ogni trasformazione, se pensiamo ad esempio alle questioni legate sicurezza cibernetica. L’innovazione, non solo tecnologica, ma anche di approccio e di mentalità, è un elemento essenziale per ogni imprenditore ed è importante che anche il contesto sociale e politico realizzi  l’importanza di questo termine, troppo spesso erroneamente identificato solo con determinati ambiti iper-tecnologici. È per questo che non ci stanchiamo di sottolineare l’importanza dei valori svizzeri, fondamentali per mantenere competitivo il nostro Paese. Perché sotto il termine “Swissness” non ricadono solo norme tecniche o definizioni legate all’origine della merci, bensì una serie di fattori che contraddistinguono il modo di fare impresa elvetico, che ingloba innovazione, creatività, rispetto delle regole, partenariato sociale, qualità, precisione, ecc.. Ed è quasi superfluo  sottolineare che l’approccio elvetico non ha un valore importante solo all’interno dei nostri confini, ma rappresenta qualcosa di quasi inestimabile nel contesto internazionale, come lo dimostrano ampiamente i contatti stabiliti durante le nostre numerose missioni economiche all’estero. Non che ci fosse un bisogno particolare di ulteriori verifiche, ma è comunque importante toccare con mano come questo fattore sia decisivo anche per le aziende ticinesi che operano nel contesto internazionale. Le aziende ticinesi in questi anni hanno dato prova di flessibilità, capacità di adattamento, e propensione agli investimenti, sfidando con coraggio e successo le avversità date da un contesto internazionale che ha portato situazioni difficili. A testimonianza che il tessuto  economico ticinese è sano, vivace e robusto, come confermato dal recente studio di BAK Economics.
Un andamento in linea con il resto della Svizzera. Dal canto nostro, anche dopo la pausa estiva continueremo a operare con il nostro solito spirito propositivo.
Continuate a seguirci sui vari canali di comunicazione e scoprite i prossimi  appuntamenti.

Fintech e novità

Alberto Petruzzella è Presidente ABT e membro dell’Ufficio Presidenziale della Cc-Ti. In questa breve intervista ci spiega il valore della Swissness nel Fintech.

L’innovazione rappresenta oggi una costante per la crescita economica, così come lo “Swiss made”. Nel mondo bancario che valenza ha questo modo di fare impresa?

“Swiss made” è sinonimo di innovazione, precisione, qualità, affidabilità, tutte caratteristiche abbinate nel mondo al nostro Paese e alle nostre aziende. Questo vale anche per la piazza finanziaria: i clienti facoltosi di tutto il mondo vogliono che una parte del loro patrimonio sia al sicuro (in Svizzera, Nazione stabile, solida economicamente, neutrale) e gestito in modo professionale (da un sistema finanziario e bancario fra i migliori al mondo).

Nel settore bancario si stanno sviluppando nuove tendenze, come ad esempio, la decisione di UBS di portare in Ticino un il suo nuovo polo tecnologico. Quali trend sono in atto, dopo la riconversione della piazza finanziaria luganese?

Il momento è complesso in quanto si sommano un periodo congiunturalmente difficile (dalla crisi del 2007 ai tassi d’interesse negativi, passando per le diatribe fiscali con vari stati europei e con gli Stati Uniti) a profondi cambiamenti strutturali (la morte del segreto fiscale per i non residenti e il passaggio generalizzato allo scambio d’informazioni). Ogni banca è chiamata a riformulare la propria strategia definendo esattamente quali prodotti e servizi vuole offrire in quali mercati. Entra poi in gioco la tecnologia: Fintech raggruppa un’infinità di soluzioni informatiche (dalle più standardizzate alle più raffinate ed innovative) che permetteranno di mettere in opera la strategia in modo efficace e competitivo.

Tecnologie per la formazione

Il settore dell’artigianato, nello specifico quello elettrico, è al centro dell’intervista con Gianni Albertoni, Rappresentante AIET, Instalux SA e membro dell’Ufficio Presidenziale della Cc-Ti, fa propone alcune riflessioni a riguardo.

Quali passi sta compiendo il settore dell’artigianato, nel suo comparto specifico, quello elettrico, per mantenersi dinamico, con livelli di crescita ottimali?

Il nostro settore per rimanere competitivo si deve adattare alle nuove tecnologie. È impossibile fermarsi, il personale deve essere istruito costantemente e le aziende si adeguano a ciò. Faccio un esempio banalissimo: quando io terminai l’apprendistato un apparecchio aveva una durata di vita 15 o 20 anni, ora gli stessi  apparecchi contengono parti elettroniche sofisticate e la loro durata la si può quantificare in mesi. Da qui capiamo come il progresso incida sulla crescita del settore. Il fatto più importante rimane la formazione.

Quanto è importante la formazione allora? Anche pensando al progresso tecnologico in atto.

In modo preponderante sicuramente. Per avere una base solida da cui partire formando giovani leve, a cui poi segue la formazione continua per collaboratori aggiornati e specializzati. Il  mercato propone, le aziende devono agire. Un altro esempio: la gestione intelligente di stabili una volta non era neppure immaginabile, oggi è la quotidianità. Con un’app specifica si possono comandare tutti gli apparecchi di casa e sorvegliare,  tramite telecamere, le nostre abitazioni. Per questo servono condizioni quadro e una formazione di alti livelli.

Moda: evoluzione continua

Nell’intervista a Marina Masoni, Avv., Presidente Ticinomoda, nonché membro del nostro Ufficio Presidenziale, scopriamo qualche dettaglio in più sul comparto della moda in Ticino e di come anche in questo settore, la sostenibilità giochi un ruolo importante.

Il comparto della moda in Ticino, secondo lo studio BAK Economics, è quello che ha evidenziato la crescita maggiore, anche per specializzazioni. Quali le novità in corso?

L’industria della moda è forse la più bella novità nel Ticino economico degli ultimi tre decenni. Superata la crisi degli anni Novanta, profondamente ristrutturata, entrata nell’era dei Bilaterali, la moda è oggi una delle locomotive dell’economia cantonale. La fashion valley si è sviluppata perché ha trovato un territorio aperto. E questo territorio è aperto sul mondo anche grazie alla fashion valley. Non è solo questione di numeri economici: c’è una qualità che aggiunge valore a questi numeri e dà prestigio internazionale al Ticino che lavora e che produce. Un effetto moltiplicatore dato dall’eccellenza dei marchi. Ci impegniamo affinché questa conquista possa continuare a dare frutti: c’è molto da fare, ma il lavoro non ci spaventa.

Aziende e sostenibilità, un connubio vincente, anche nella moda. Può portarci qualche esempio virtuoso?

In così poche righe non si possono fare esempi senza fare torto a qualcuno. E quindi restiamo sul piano generale. L’industria della moda ha saputo farsi carico delle accresciute sensibilità su questo fronte e coniugare sempre più produttività e sostenibilità. Possiamo anzi dire che è uno dei tentativi più riusciti. È come far giocare due fuoriclasse nella stessa squadra. Come ci è riuscita? Con la creatività. Chi deve intuire i gusti del cliente, interpretarli, appagarli, sedurli, in un mercato sempre più selettivo, ha una marcia in più e può giocare d’anticipo. L’industria della moda ha fatto questo. Perciò è vincente.

La Cc-Ti sempre più social

Nella sua strategia di multicanalità e per sfruttare al meglio le differenti potenzialità dei moderni mezzi di comunicazione social, la Cc-Ti è presente, con la sua rinnovata comunicazione, anche sulle piattaforme di network sociali.

Tra le novità del 2018 spicca sicuramente la presenza della nostra associazione con una pagina ufficiale su Instagram.

Anche questo social network quindi si inserisce nel ventaglio di canali con cui comunichiamo con i nostri soci, i pubblici target e, più in generale, con l’opinione pubblica. Seguiteci dunque per non perdervi i nostri aggiornamenti!

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