Lavorare uniti per la crescita del nostro Paese

di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti

Il Ticino oggi può vantare un tessuto imprenditoriale sano e dinamico, che crea lavoro e ricchezza per tutto il Cantone. Un articolato sistema d’imprese sempre più orientato all’innovazione e alla sostenibilità sociale, ambientale ed economica delle attività produttive.

Basti qui ricordare l’impegno dei nostri imprenditori per ridurre le emissioni nocive, gli esempi di mobilità aziendale alternativa per non sovraccaricare il traffico stradale, le misure per conciliare meglio lavoro e famiglia o lo sforzo delle imprese nella formazione per restare al passo con i tempi.

Come imprenditori sappiamo che il benessere dei nostri collaboratori, il legame col territorio e la società in cui operiamo sono le radici da cui si alimenta la forza delle imprese. È questo il concetto di sostenibilità a cui la Cc-Ti attribuisce una rilevanza fondamentale e che sarà sottolineato nell’evento del 25 settembre. Soprattutto alla luce delle trasformazioni indotte dalla rivoluzione digitale che sta destrutturando i vecchi schemi. Imponendo nuovi modelli di business, di gestione aziendale, di modalità di lavoro, di organizzazione sociale e di formazione, perché l’economia digitale avrà un bisogno crescente di manodopera qualificata. Sono queste le sfide che abbiamo davanti e che, oltre alla nostra tenacia, richiedono anche una forte dose d’innovazione istituzionale.

Per noi la sostenibilità è una vocazione spontanea nel fare impresa, da non soffocare con una schizofrenia regolamentatrice che, penalizzando le aziende, alla fine produce più danni che vantaggi. Al riguardo non mancano in Ticino segnali allarmanti, frutto di una cultura antindustriale che da anni ammorba il Cantone con la retorica dei famelici imprenditori che farebbero solo i loro interessi.

Siamo convinti che l’economia digitale offra opportunità inedite per una crescita sostenibile. Come Cc-Ti non possiamo che ribadire la volontà di lavorare assieme alle istituzioni e agli altri partner sociali per un progetto di sviluppo condiviso, che anche in futuro ci assicuri benessere.

Articolo apparso sul Corriere del Ticino il 17.9.2018

2 x NO all’iniziativa “Per alimenti equi” e all’iniziativa “Per la sovranità alimentare”

In vista della votazione federale del 23 settembre 2018, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) raccomanda di votare 2 x NO all’iniziativa “Per alimenti equi” e all’iniziativa “Per la sovranità alimentare”.

La Cc-Ti prende posizione sulle due iniziative sull’agricoltura lanciate dai Verdi e dal sindacato agricolo Uniterre e attira l’attenzione sulle implicazioni che potrebbe avere una loro implementazione.

L’Iniziativa per alimenti equi vuole che siano presenti sulla tavola degli Svizzeri unicamente alimenti derivanti da una produzione “equa”. Se  l’iniziativa venisse accettata, occorrerebbe creare un apparato di controllo costoso e rigoroso per verificare le importazioni. Oltre ad essere di impossibile attuazione, le conseguenze dirette consisterebbero nell’aumento dei prezzi, nella diminuzione delle possibilità di scelta e in un incremento del turismo degli acquisti. L’iniziativa porterebbe inoltre a un isolamento del mercato, violerebbe gli obblighi internazionali e metterebbe a rischio gli accordi di libero scambio. Riteniamo che l’iniziativa non sia necessaria poiché a livello nazionale i suoi obiettivi sono già soddisfatti grazie alla sostituzione e a diverse leggi. Per i beni di importazione, l’iniziativa sarebbe, inoltre, praticamente inapplicabile. L’iniziativa “Per la sovranità alimentare” si pone l’obiettivo di promuovere la produzione nazionale e un approvvigionamento che dia la priorità alle derrate alimentari e ai mangimi svizzeri. In quanto paese esportatore, la Svizzera non può permettersi di non rispettare i suoi obblighi internazionali, perché ha bisogno di accedere ai mercati esteri. Se dovesse tentare questa strada, rischierebbe di entrare in conflitto non solo con le organizzazioni internazionali ma anche con i più partner commerciali, con i quali è vincolata da accordi di libero scambio.

I rischi di entrambe le iniziative sono quindi molto simili: riduzione della scelta dei consumatori, più burocrazia, alimenti più cari e conseguente aumento del turismo degli acquisti verso l’estero da parte dei consumatori.

Per questi motivi, la Cc-Ti raccomanda di respingere l’iniziativa “Per alimenti equi” e l’iniziativa “Per la sovranità alimentare” in votazione il prossimo 23 settembre.

Puntare alle “località”

Nell’intervista ad Augusto Chicherio, Rappresentante Federcommercio, analizziamo alcuni aspetti legati al futuro del commercio al dettaglio.

Quali ritiene siano i nuovi modelli di business che stanno nascendo, sia online che offline, da cui il commercio al dettaglio può trarre spunto per diversificarsi e progredire?

Oltre al servizio al cliente, che rimane uno dei punti forti del commercio al dettaglio, l’informatica permette di sviluppare svariate possibilità per far conoscere le proprie offerte e fidelizzare la clientela. Ad esempio le carte-clienti si sviluppano continuamente con le più svariate offerte. In questo senso la grande distribuzione diversifica l’offerta con buoni differenti. Inoltre la possibilità di ordinare la merce e ritirarla successivamente in negozio o farsela inviare a domicilio è una possibilità per promuovere un ulteriore servizio alla clientela.

 

In un’ottica di valorizzazione dell’intero comparto quale commercio al dettaglio il binomio ‘grande distribuzione-piccolo commercio è ormai obsoleto?

Sì. Il cliente sceglie una “località” per fare gli acquisti e meno frequentemente un singolo negozio: ad esempio: Lugano Centro o Grancia. Chi ci guadagna o ci perde sono tutti i negozi che si trovano nella località piccoli o grandi che siano. È quindi importante contribuire tutti, grandi e piccoli, a sostenere e rendere attrattiva la “località”. L’esempio di Lugano centro è significativo. È quindi importante offrire una scelta completa di prodotti, potersi spostare facilmente fra i negozi, essere raggiungibili facilmente e avere posteggi a sufficienza, se possibile gratuitamente.

Hotellerie, turismo e sinergie

In quest’intervista con Lorenzo Pianezzi, Presidente cantonale Hotelleriesuisse Ticino e membro dell’UP della Cc-Ti, riflettiamo sul ruolo dell’hotellerie nel turismo e sulla possibilità di ricercare nuove sinergie.

In un territorio ricco e vasto come quello ticinese, il turismo ha sempre giocato un ruolo predominante, così come l’associazione che presiede. Su cosa occorre far leva nell’immediato per consentire una crescita durevole?

È importantissimo non fermarsi mai, ogni volta che ci sembra di aver raggiunto un obiettivo, ecco che le regole del gioco vengono nuovamente stravolte con la complicità dei vari trend che subiscono continuamente delle variazioni. È imprescindibile far leva sugli aggiornamenti continui che interessano gli associati di hotelleriesuisse, con conferenze, assemblee e formazioni.

Quali sinergie potrebbero venir create per sfruttare appieno il potenziale di crescita con altri settori?

‘Sinergie’ è la parola d’ordine, soprattutto per un Cantone come il nostro, dove i diversi settori hanno la possibilità e la facilità di interagire tra loro. La  politica  declinata nelle destinazioni stesse, e, per “destinazioni” intendo le regioni turistiche che compongono il Ticino, richiedono sempre maggiormente collaborazioni con associazioni di categoria come la nostra e con le organizzazioni turistiche regionali. Con ‘sinergie’ desidero portare l’accento anche sulle collaborazioni tra Comuni e settori turistici, per quanto riguarda l’organizzazione di eventi, anche internazionali, legati al leisure o al congressuale, che generino quindi pernottamenti e importanti indotti economici per i diversi attori presenti sul territorio ticinese.

Una visione “elettrica” concertata

Proseguono gli approfondimenti settoriali con i membri del nostro Ufficio Presidenziale. In quest’intervista a Giovanni Leonardi, Presidente AET, scopriamo qualcosa di più sul settore delle energia elettrica.

Tra i settori trainanti della crescita in Ticino, secondo lo studio BAK Economics, figura anche quello dell’energia elettrica. Quali sono le sfide di riforme e pianificazioni a cui sarà confrontato nell’immediato?

Il settore elettrico cantonale si trova di fronte a sfide di duplice natura: quelle dettate dall’evoluzione tecnologica e quelle legate ai mutamenti del quadro legislativo nazionale. Sul fronte della tecnologia le aziende devono adeguare infrastrutture e modelli di vendita ai mutamenti imposti dalla diffusione di nuove forme di produzione rinnovabile e decentralizzata. Sul piano normativo è necessario allineare gli obiettivi a quelli imposti dalla Strategia energetica 2050 della Confederazione, votata da popolo lo scorso anno.


Come è possibile rendere ancora più performante l’innovazione in un settore dove, di norma, la si vive costantemente?

Le trasformazioni in atto riguardano gli ambiti tecnologici e normativi così come quelli economici e commerciali. In un quadro così complesso, dove la modifica di singoli elementi genera un effetto a cascata su tutto il sistema, bisogna mantenere una visione d’insieme capace di guardare all’interesse di tutti i settori socioeconomici del Paese.

Soluzioni assicurative del futuro

Nell’intervista a Mauro Canevascini, membro di Comitato ASA Ticino e FSAGA Svizzera, egli parla del settore assicurativo e delle sfide con cui è confrontato.

Come sta vivendo il settore assicurativo in Ticino i numerosi cambiamenti in atto avvenuti grazie alla digitalizzazione?

La digitalizzazione ha già modificato il comportamento dei clienti in ambito assicurativo e di conseguenza quello degli operatori del settore. Prodotti assicurativi semplici possono venir stipulati online ed in parte anche la consulenza avviene già ora attraverso sistemi di video-chat. Per i prodotti più complessi vi è sempre la consulenza personale. La digitalizzazione avrà ulteriori ripercussioni sul modo di comunicare. Anche il processo di produzione è in forte e costante evoluzione, dove attualmente si stanno testando le tecnologie legate alle blockchain.

 

Alla luce dei futuri mutamenti in campo, vi saranno nuovi sbocchi per un settore che da anni è una locomotiva di crescita (dato confermato dallo studio BAK Economics) per l’economia cantonale?

Le maggiori compagnie assicurative investono parecchio venture-capital in start-up innovative per poi integrare le tecnologie sviluppate nei propri processi produttivi o per creare degli eco-sistemi che andranno in parte a sostituire il singolo classico prodotto assicurativo con una catena di prodotti o servizi formati attorno ad un tema. Il Ticino, grazie alla sua economia molto diversificata, beneficia fortemente di questi risvolti, grazie alla presenza di start-up innovative che vengono coinvolte nei processi di sviluppo dei nuovi prodotti assicurativi o che sono all’avanguardia in ambito informatico.

Digitalizzazione al servizio delle imprese

Intervista apparsa sull’edizione del Corriere del Ticino il 26.08.2018

Dall’inizio dell’anno la Cc-Ti  ha potenziato la sua comunicazione differenziandola anche su più canali. “Per adattarla ancora di più alle nuove esigenze del vasto e diversificato tessuto economico ticinese”, come spiega Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi della Cc-Ti.

Un primo bilancio di questa strategia?
“Possiamo dire di aver intrapreso la strada giusta. La nuova linea è stata ben recepita dai nostri associati e ha suscitato molto interesse anche al di fuori della Cc-Ti. In un mondo sempre più interconnesso, in cui le relazioni rappresentano un caposaldo  imprescindibile, questa strategia ci ha permesso di instaurare nuove collaborazioni in ambiti strategici, adempiendo così ancora meglio al nostro obiettivo principale: la tutela e la promozione degli interessi imprenditoriali. Ma siamo solo agli inizi. Molte sono le idee e i passi ulteriori che vogliamo concretizzare”.

La Cc-Ti ha avviato un importante dibattito sull’economia digitale, oggi c’è più consapevolezza su opportunità e rischi della trasformazione digitale?
“Come Cc-Ti non potevamo non impegnarci a fondo su un fenomeno così dirompente  per l’intera società. Il nostro tessuto economico ha dimostrato anche questa volta di essere ricettivo alle nuove opportunità e pronto ad impegnarsi per raccoglierle. È vero però che se alcune aziende hanno saputo adattarsi senza difficoltà, per altre questo processo richiede uno sforzo maggiore, ma ciò è normale. Siamo consapevoli che ogni grande cambiamento è accompagnato da dubbi, timori e rischi possibili che a volte rallentano il processo. Affinché si possa beneficiare al meglio delle opportunità di questa trasformazione, anche il mondo imprenditoriale deve adoperarsi per sviluppare alcune competenze e capacità fondamentali. Proprio per fornire un supporto concreto alle aziende continueremo a lavorare con impegno su questo  cambiamento accompagnando i nostri associati passo per passo. Tutto ciò avverrà fornendo loro un costante sostegno in termini di informazione e  formazione, agevolando al contempo il  contatto con partner competenti e rappresentando i loro interessi inmodo adeguato”.

Per il secondo semestre del 2018 la Cc-Ti ha ampliato l’offerta formativa dando molto spazio alle nuove forme di comunicazione nella strategia aziendale. In che misura la comunicazione oggi è fondamentale anche per le piccole imprese?

“Il comunicare è da sempre al centro vita umana e, quindi, anche dell’attività aziendale. Oggi l’importanza di questa capacità si è imposta ancor di più, diventando un fattore imprescindibile. In un mondo fortemente interconnesso  e dove l’agilità aziendale è ormai un punto di forza strategico, le imprese, qualsiasi sia la loro grandezza, il loro settore o il mercato e pubblico target di loro riferimento non possono più esimersi dal comunicare in modo efficiente. Come per gli altri ambiti della gestione aziendale anche per la comunicazione c’è una parte di conoscenze trasmissibili e una di competenze legate alle capacità personali di innovazione e creazione. È sulle prime che come Cc-Ti focalizziamo maggiormente la nostra attività, offrendo approfondimenti vari sui nostri canali di comunicazione e nei corsi di formazione. Allo stesso tempo sosteniamo e tuteliamo gli interessi imprenditoriali in questo ambito e favoriamo la messa in rete dei nostri associati con specialisti diversi del settore. Una buona preparazione è infatti un trampolino di lancio per sviluppare quelle capacità più personalizzate e creative che, sommandosi alle prime, rendono unico, e di successo, il  proprio lavoro”.

Un rebranding a 360 gradi

Un’interessante video intervista a Julien Daulte, titolare dello Studio Daulte di Locarno, ci svela i passaggi fondamentali che hanno toccato il rebranding della Cc-Ti.

Una rinnovata comunicazione che su diversi canali sfrutta appieno il potenziale che essi offrono strettamente legati alla digitalizzazione, un fenomeno sempre più presente nel modo di comunicare ed informare i diversi pubblici target.

La grande novità del secondo semestre è anche rappresentata dal sito web della Cc-Ti, che grazie ad un’attenta architettura dell’informazione è ora più performante, semplice ed immediata.

Informazione, formazione e comunicazione nelle attività Cc-Ti del secondo semestre

Il futuro è già cominciato. L’economia digitale può offrire una reale prospettiva di crescita per tutti, solo se si è consapevoli dei suoi effetti e dei suoi rapidi sviluppi. Innanzitutto, dell’inarrestabile diffusione delle nuove tecnologie in ogni ambito produttivo e sociale, con l’affermarsi di inediti modelli di business e di gestione  aziendale, di organizzazione della vita collettiva e, in particolare, con una crescente richiesta di lavoro qualificato e di competenze manageriali sempre più avanzate.

Oggi si agita lo spettro della fine del lavoro sotto la pressione dell’impetuoso sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Si parla però poco della valorizzazione del lavoro, ad ogni livello, indotta dalla digitalizzazione dell’economia che richiederà sempre più manodopera qualificata. Si parla poco di un lavoro che è ormai fuori dalle gabbie del Novecento, dai sicuri fortini della vecchia civiltà industriale con le sue mansioni ripetitive e le carriere lineari, che l’economia odierna sta trasformando in una funzione aperta, suscettibile di una continua e positiva evoluzione sulla base delle competenze, dell’impegno e dell’abilità individuale. Qualità che per ogni impresa sono una risorsa irrinunciabile.

L’economia digitale impone una costante predisposizione al cambiamento, non solo per il sistema produttivo ma per tutta la società. Ecco perché sarà su tre dei principali driver della crescita futura – ossia informazione, formazione e comunicazione -, che come Cc-Ti concentreremo i nostri sforzi per sostenere gli imprenditori nelle grandi sfide della digitalizzazione. Oltre ai tradizionali servizi alle aziende, il programma di attività della Cc-Ti per questo secondo semestre del 2018 si è arricchito di eventi tematici, approfondimenti diversi e corsi di formazione che spaziano dalla vendita alla conduzione delle risorse umane, dal diritto del lavoro all’organizzazione aziendale, dall’export alla specializzazione della gestione delle PMI. Per arrivare alla comunicazione nell’era digitale con una vasta scelta di corsi, tra cui: il linguaggio della conduzione aziendale, come parlare in pubblico, l’uso di Linkedln e  l’utilizzazione delle e-mail per aumentare le vendite, le presentazioni efficaci e il corporate storytelling, ovvero l’impresa in un racconto.

Informazione, formazione e comunicazione, una formula con cui scandagliare in profondità le quattro aree strategiche che la Cc-Ti ha individuato per uno sviluppo duraturo: internazionalizzazione delle imprese e Swissness, digitalizzazione, sostenibilità e Smart life. Un’offerta ad ampio raggio ma calibrata sui concreti bisogni degli imprenditori e sulle esigenze delle aziende che devono stare al passo con i rapidi mutamenti dei mercati. Parallelamente a questo lavoro di supporto diretto alle aziende, come Cc-Ti in questi primi sei mesi dell’anno abbiamo anche potenziato e diversificato su più canali la nostra comunicazione verso l’esterno.

Con la convinzione che sul tema dell’economia digitale, in tutte le sue sfaccettature, sia necessario stimolare un ampio dibattito pubblico. Perché viviamo già in una società completamente informatizzata che sta cambiando anche il nostro stile di vita, dunque oggi più che mai la continua innovazione tecnologica deve necessariamente combinarsi all’innovazione sociale. Vale a dire a modi nuovi d’immaginare la formazione in tempi in cui anche le competenze specifiche diventano rapidamente obsolete, con una nuova visione degli investimenti infrastrutturali e con l’uso delle nuove tecnologie nella pianificazione e nella gestione del territorio, per razionalizzare il traffico o rendere più efficienti i servizi collettivi, come lo smaltimento dei rifiuti, la distribuzione  idrica e dell’energia elettrica. Un’innovazione sociale capace di sperimentare anche nuove forme di Welfare State che sostengano l’auto promozione e la valorizzazione individuale, più che l’assistenza passiva. Con il nostro spirito da sempre orientato al costante dialogo tra le parti sociali e al confronto costruttivo con la politica, come Cc-Ti vogliamo essere un soggetto attivo di questo dibattito pubblico. Per far prosperare una cultura dell’innovazione e la comune consapevolezza della necessità di condizioni quadro in grado di sviluppare un ambiente favorevole alla produzione di ricchezza e di nuovo capitale sociale.

Inchiesta congiunturale 2018/2019

L’inchiesta congiunturale Cc-Ti, condotta in collaborazione con 4 Camere di commercio e dell’industria della Svizzera romanda, è giunta alla sua nona edizione. È diventata uno strumento irrinunciabile per la nostra attività. In effetti, grazie alla costante partecipazione di un numero molto consistente di aziende associate, i risultati sono particolarmente indicativi e sono regolarmente confermati dai dati statistici ufficiali.


Il contributo dei soci è pertanto assolutamente fondamentale per fare il punto sull’andamento generale dell’economia ticinese e stilare previsioni attendibili sull’evoluzione congiunturale del futuro prossimo. Occorre anche ribadire che l’inchiesta è molto utile per comprendere la posizione del Ticino rispetto ad altri Cantoni e per far emergere problematiche concrete che ci servono per difendere in maniera concreta e mirata gli interessi delle aziende.

Come sempre, l’inchiesta può essere compilata direttamente online sul sito Internet inserendo la SWISSFIRMS ID e la relativa password: www.enquetecci.ch

In caso di problemi, è possibile contattare il signor Gianluca Pagani allo 091 911 51 11 oppure via e-mail.

È altresì possibile compilare il formulario in forma cartacea, che poi può essere spedito per fax al numero 091 911 51 12.

I dati saranno trattati in modo assolutamente confidenziale e l’anonimato è garantito.

Chiediamo alle aziende affiliate di compilare e trasmetterci il questionario entro il 28 settembre 2018.
Anche quest’anno i risultati dell’inchiesta saranno presentati in occasione di una conferenza stampa e saranno poi pubblicati sui nostri usuali canali di comunicazione (Ticino Business, newsletter, sito internet, Facebook e Twitter).