Contratti pubblicitari a nome Cc-Ti – attenzione

A scadenze regolari constatiamo purtroppo che vi sono operatori che cercano di ottenere contratti pubblicitari a nome della Cc-Ti.

Rendiamo attenti gli associati della Cc-Ti che la raccolta pubblicitaria per i nostri vari canali di comunicazione e gli eventi avviene esclusivamente attraverso i collaboratori e le collaboratrici del team della Cc-Ti  oppure attraverso partner designati ufficialmente e muniti di relativa autorizzazione scritta della Cc-Ti.

Chiunque altro si presentasse presso i vostri uffici o vi contattasse in altri modi per richieste di sponsorizzazione o offerte varie, non ha l’autorizzazione della nostra associazione e vi chiediamo di segnalarcelo immediatamente scrivendo un’e-mail a info@cc-ti.ch.

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Ascolto e impegno per una maggior rappresentatività femminile

Nell’intervista a Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e della Federazione delle Associazioni di Fiduciarie del Cantone Ticino, parliamo di donne attive in politica e nell’economia e del suo percorso. 

Dal 1848 al 1984, lo Stato federale svizzero è stato esclusivamente governato da uomini, in seguito il Parlamento ha eletto la prima donna in Consiglio federale (CF). Nel 2010 vi è stata per la prima volta una maggioranza femminile in Governo e recentemente sono state elette altre due donne in CF, Viola Amherd e Karin Keller-Sutter . Nonostante si tratti di un processo tardivo, sembra che qualcosa stia cambiando, anche se in tutti i comparti, non solo in quello politico, permangono resistenze importanti. Come incentivare le candidature femminili in un Paese dove le donne ai vertici (politici, aziendali, nei Consigli d’Amministrazione, ecc.) rimangono modeste?

Effettivamente è la realtà odierna che l’avanzamento delle donne in politica, come pure nei consessi economici rappresenti una sfida non di poco conto. È davvero esiguo il loro numero e l’elezione delle due nuove Consigliere Federali lascia ben sperare. Il processo, come già sottolineato nella domanda, è lento e tardivo, rispetto ad altre realtà europee, anche se è possibile che questo input raffiguri un’accelerazione verso un cambiamento giusto nel quale anche le donne potranno portare il proprio contributo alla vita politica, economica, amministrativa e di tutti i consessi più importanti. Le resistenze c’erano e ci sono tutt’ora, è compito delle donne stesse e degli uomini intelligenti traghettare questo cambiamento di mentalità verso il futuro, con tenacia, esempi positivi, progetti ed idee innovative e risultati concreti. Un paio di dati a sostegno della causa: nelle Camere federali vi sono il 70% di uomini in Consiglio Nazionale e l’85% in Consiglio degli Stati. Il numero delle donne è quindi assai ridotto. Recentemente la prima cittadina svizzera, Marina Carobbio, ticinese, si è espressa per incentivare la presenza femminile in politica. Sicuramente una visione interpartitica e trasversale alla politica, che è anche possibile riportare alle nostre latitudini, nell’economia e/o nei gremi rilevanti quali associazioni di categoria, vertici aziendali e Consigli d’Amministrazione. Non parlo appositamente di “quote rosa”, poiché non credo abbiano senso. Occorre invece mettere in pratica strategie nelle quali si valorizzino i talenti e condizioni quadro che favoriscano la rappresentatività femminile. L’economia svizzera, così come la politica, devono incoraggiare le donne nell’assumere i vertici aziendali, con obiettivi chiari, perseguibili e vincenti. In esse vanno esaltati il talento, le competenze e la meritocrazia, affinché si possa dirottare questo cambiamento pragmatico e di apertura democratica.

 

La Consigliera Federale Viola Amherd ha assunto la Direzione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), al quale sottostanno gli affari militari. Si tratta di una prima per la Confederazione, con una donna ai vertici di un comparto solitamente maggioritariamente maschile. Le donne stanno acquisendo più determinazione?

Credo che occorra uscire dalla logica “uomo – donna”, ed avere una visione più globale e relativa alle giuste condizioni-quadro nelle quali fare politica (e impresa, mi verrebbe da aggiungere) per il bene della Nazione (e dell’economia). Non esistono più ambiti dove una donna non possa dare il proprio contributo. Occorre portare avanti una visione determinata? Sì, certo. Come ha sicuramente fatto la Signora Amherd. Bisogna favorire l’accesso delle donne alla politica ed ai posti dirigenziali promuovendo le loro competenze quale vantaggio competitivo. La democrazia è rappresentata da una chiara visione, dove le diversità, la cultura ed i sessi sono potenziati e differenziati, orientandoli al talento ed alla leadership femminile.

 

Vice Presidente della Cc-Ti, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e della Federazione delle Associazioni di Fiduciarie del Cantone Ticino, ma non solo. Titolare di una brillante attività fiduciaria, dove impiega sole donne. È l’esempio di un risultato vincente dove con impegno e determinazione si raggiungono gli obiettivi prefissati. Sono ruoli, i suoi, dalle mille sfaccettature. Quali i “segreti” alla base del suo successo imprenditoriale e personale?

Ho sempre amato le sfide e mi piace pensare che il mio percorso – che ho seguito con tenacia e non senza qualche difficoltà dalla quale non mi sono fatta abbattere – possa essere un’ispirazione per altre donne. Ho cominciato il lavoro da giovane, aiutando mio padre nella sua attività di installatore elettrico. Qui ho sviluppato l’interesse per la finanza e la contabilità. Conseguito il relativo attestato federale nel 1989, ho seguito il mio istinto, lanciando uno studio in proprio di fiduciario commercialista. Ho lavorato sia come insegnante presso istituti professionali, sia quale fiduciaria. Operando a stretto contatto con le persone, vero capitale umano sia in politica che in economia, ho appreso e sviluppato la capacità di ascolto. Credo che sia proprio quest’ultima a rappresentare un buon punto di partenza dalla quale trarre spunto per capire, analizzare e riflettere sulle situazioni che ci troviamo dinnanzi. Con motivazione e un animo prettamente concreto mi sono messa al servizio delle persone, a contatto con realtà diverse, tutte arricchenti. Ritengo che sia proprio la risolutezza nell’affrontare le sfide che il quotidiano ci porta, insieme all’empatia, che mi permette di riconoscere ed anticipare i bisogni di chi ho di fronte.

Maggiori competenze a favore del territorio

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Anche il 101° anno della nostra storia sta volgendo al termine. Esso è stato caratterizzato da un’ulteriore intensificazione del lavoro mirato svolto a favore delle aziende, grazie soprattutto al consolidamento delle offerte informative e formative già esistenti e alla creazione di nuove proposte.

Sempre in linea con i grandi temi come ad esempio la trasformazione digitale e tutte le relative declinazioni sul mondo aziendale (modelli di business, problematiche di diritto del lavoro, ecc.). Una linea chiara, quella della difesa della libertà imprenditoriale, che si gioca sia sul piano politico sia su quello della trasmissione delle competenze e della creazione di rete fra le aziende grandi e piccole e fra i vari settori. Un incastro di pezzi che crea un mosaico dinamico come quello dell’economia ticinese e che continueremo anche nei prossimi anni a sviluppare. Quale associazione-mantello dell’economia ticinese percepiamo l’onore ma anche l’onere di questo ruolo, votato completamente all’accompagnamento e al sostegno delle imprese, soprattutto in un contesto che si ostina spesso a sottolineare solo taluni aspetti negativi, ergendoli a regola generale. È un vero peccato che il valore del nostro tessuto economico venga spesso disconosciuto. Non molti anni fa si parlava di “economia a traino”, oggi che non è più così sembra quasi vi sia un certo fastidio ad ammetterlo. Non si tratta di negare l’esistenza di problemi che vanno risolti senza tentennamenti, ma a nostro avviso questo va fatto con approccio ragionato e costruttivo, non sparando nel mucchio. Noi cerchiamo di farlo senza tanti clamori e l’intensificazione dell’offerta formativa e informativa va proprio in questa direzione, perché dà quegli strumenti che servono alle aziende e ai loro dipendenti per reggere una concorrenza sempre più aggressiva. Le conoscenze specialistiche sono fornite giustamente dalle associazioni professionale e di categoria. Noi lavoriamo su quelle competenze che sono trasversali a tutti i settori, ma non per questo meno importanti. E l’apprezzamento delle aziende e delle associazioni dimostra che siamo sulla strada giusta.

Entusiasmo e propositività per il 2019

Nell’intervista a Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti,  scopriamo qualche anticipazione sulle attività targate Cc-Ti e tutte le novità a cui stiamo lavorando per il  prossimo anno.

Il 2018 ha comportato molte innovazioni tecnologiche per il mondo aziendale, a cui avete dedicato grande attenzione. Come evolveranno le attività nel 2019?

Come Cc-Ti non potevamo esimerci dal cambiamento che stiamo vivendo a tutti i livelli. Dal 2018 abbiamo optato per una trasformazione progressiva delle nostre attività per renderle in
linea con le esigenze dei nostri associati, che restano per noi l’obiettivo principale a cui fornire
delle risposte competenti. Il 2019 si appresta ad essere un anno altrettanto dinamico, nel quale
continueremo con approfondimenti costanti a sostegno dell’attività aziendale, offrendo ai nostri associati strumenti e spunti di riflessione innovativi. Attraverso le nostre diverse attività
– siano esse informazioni mirate, eventi e missioni economiche, formazioni puntuali o nuovi
percorsi della Scuola manageriale – continueremo a trattare le tematiche che ci stanno a cuore:
dall’internazionalizzazione alla digitalizzazione passando per la fiscalità, l’innovazione e la
sostenibilità. Insomma temi ampi e apparentemente disparati ma che appartengono ad una
stessa maglia che se ben tessuta può generare benefici importanti per l’intera società. E noi
non vediamo l’ora di contribuire a questo disegno.

Con quale spirito affrontate i mutamenti repentini caratterizzanti la società odierna e le necessità imprenditoriali?

Con spirito propositivo e grande passione per il ruolo che abbiamo la fortuna di poter svolgere, quello di rappresentante di un tessuto economico sano e  dinamico, quale quello ticinese. L’accompagnamento alle aziende, calibrato con servizi concreti e personalizzati, nonché la ricerca continua di stimoli, soluzioni dinamiche sono i principi sui quali operiamo.

Quali sono i progetti a cui state lavorando?

Stiamo continuando a raccogliere le necessità dei nostri soci e ad agire di concerto con attori competenti nelle tematiche a noi più care, per offrire soluzioni concrete. La messa in rete delle aziende, imprescindibile per un business di successo, sarà inoltre ancor più valorizzata, attraverso un accresciuto numero di momenti di incontro e scambio, così come grazie ad un ampliamento dell’“Area soci”, una zona del nostro sito web interamente dedicata a loro.

 

 

Il lavoro cambia e le leggi?

Il nostro sistema produttivo si va adattando rapidamente alla rivoluzione digitale, lo stesso, purtroppo, però non succede a livello di pubblica amministrazione e di legislazione.  L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino e Presidente FTAF.

Sebbene già nel 2016 il Consiglio federale abbia avviato una prima strategia per “La Svizzera digitale, nelle amministrazioni cantonali e federali, come notava qualche settimana fa il Consigliere nazionale Rocco Cattaneo, la digitalizzazione non decolla. Si scontano pesanti ritardi nello sfruttare risorse tecnologiche che potrebbero alleggerire la burocrazia e ottimizzare i rapporti dei cittadini e delle imprese con lo Stato. Un ritardo analogo si registra anche a livello politico e legislativo. È ormai risaputo che la digitalizzazione sta trasformando il modo di produrre, di lavorare e i nostri stili di vita. Una svolta epocale che richiederebbe, innanzitutto, innovative riforme del diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali. Il lavoro è ormai fuoriuscito dai rigidi schemi del secolo scorso, con gli orari predefiniti, il posto fisso e le carriere lineari e automatiche. È già fuori dalle gabbie di mansioni e posizioni prestabilite per sempre.  Aumentano gli impieghi part-time e quelli con più datori di lavoro, si afferma lo smart working, cresce la discontinuità lavorativa e nascono figure professionali inedite, mentre ogni attività si arricchisce di contenuti cognitivi. Oggi il lavoro è governato da nuove logiche, risponde ad un diverso sentimento etico-sociale, si commisura con altre esigenze economiche e di status. Anche la spesso vituperata gig economy, che si sviluppa negli interstizi di una società in rapida evoluzione, risponde a nuovi bisogni di beni e servizi, offrendo a migliaia di persone, che altrimenti resterebbero al di fuori del mercato del lavoro, la possibilità di restare attive e avere dei guadagni. Un grande cambiamento questo che non si può più gestire con l’armamentario del vecchio diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali.

Articolo apparso sul CdT del 3 dicembre 2018

Parliamo di queste tematiche e di molto altro, con esempi, testimonianze ed esperienze, nell’evento Cc-Ti di oggi “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità

Maggiori spinte alla crescita

Proseguono le interviste ai membri del nostro Ufficio Presidenziale. Con Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA, parliamo di condizioni quadro e digitalizzazione.

 Occorrono condizioni quadro performanti per fare impresa secondo le esigenze aziendali (in evoluzione costante, viste le trasformazioni tecnologiche in atto). Come implementarne sempre di migliori? Su cosa far leva?

È innegabile che condizioni quadro interessanti e attrattive rappresentino fattori imprescindibili che determinino la capacità di una regione e/o nazione di attirare l’attenzione dell’economia e attrarre nuove realtà imprenditoriali verso le stesse. Le aziende pongono un’elevata attenzione a fattori e condizioni quadro favorevoli, che permettono loro di favorire uno sviluppo sostenibile. Occorre ottimizzare la crescente burocratizzazione statale, come pure migliorare l’approccio pubblico e politico verso gli imprenditori seri che desiderano mantenere e sviluppare le loro basi in Ticino.

Come si abbina la digitalizzazione alla formazione professionale nel suo settore?

Inizierei con l’affermare che il nostro settore è di connotazione artigianale e in tale contesto e per certi versi fortunatamente è ancora la capacità e l’estro manuale che fanno la differenza. Dobbiamo tuttavia essere coscienti che, probabilmente con minor intensità e rapidità di altre professioni, anche il settore artigianale verrà toccato dall’evoluzione digitale e, di conseguenza, anche la formazione professionale dovrà dimostrare attenzione all’evoluzione che si prospetta. Ostacolare o ignorare tale sviluppo significherebbe  regredire anche dal punto di vista artigianale.

Specializzazione industriale quale atout

Nell’intervista con Aleardo Cattaneo, Amministrazione delegato Ferriere Cattaneo SA e membro dell’Ufficio presidenziale della Cc-Ti, analizziamo il comparto industriale ticinese, parlando di mutamenti in atto, flessibilità e formazione professionale.

L’industria è sempre stato uno dei pilastri dell’economia cantonale. Visti i mutamenti nel mondo del lavoro e la richiesta di maggiore flessibilità, come risponde il comparto industriale?

Con la crisi del settore finanziario, l’industria in Ticino sta riprendendo importanza. Per rimanere competitivo il tessuto industriale cantonale deve puntare su prodotti di nicchia. I fornitori conto terzi ripensano continuamene i loro processi di produzione, snelliscono l’organizzazione, investono in macchinari moderni ed affiancano il cliente già in fase di progettazione. Gli OEM (Original Equipment Manufacturer) devono dapprima essere “state of the art” con le nuove tecnologie e adattare i loro prodotti alle richieste dei clienti. Essendo inoltre la Svizzera un Paese esportatore, una buona organizzazione di marketing/vendita a livello aziendale risulta fondamentale.

 

La formazione professionale, di base continua, è un atout imprescindibile del sistema elvetico. Come avvicinare i giovani alle professioni legate al mondo industriale?

Il tessuto industriale svizzero ha sempre considerato valido il modello apprendistato con possibilità di post- frequentare studi superiori. Questo permette di avere del personale qualificato sia in produzione che negli uffici. Alfine di rendere più attrattive le professioni industriali, dobbiamo meglio istruire il personale degli uffici predisposti. Fondamentale rimane l’aiuto alle aziende formatrici di apprendisti e che investono in riqualifica personale.

Promuovere lo spirito imprenditoriale

Nell’intervista a Rocco Cattaneo, Amministratore delegato City Carburoil SA e membro del nostro Ufficio Presidenziale, parliamo di imprenditorialità e di come innovare costantemente le proprie attività.

Alla base del progresso economico vi è l’innovazione, e per fare impresa oggi ne serve una buona quantità. Come implementa questa visione nel suo Gruppo?

Innovazione significa osservare costantemente l’evoluzione dei bisogni dei clienti, anticipare i tempi e investire con passione. Solo attraverso l’innovazione un’azienda riesce a rimanere concorrenziale, superare periodi difficili e garantire posti di lavoro a lungo termine. Il nostro Gruppo comprende diversi settori, faccio alcuni esempi: per il settore turistico penso al riorientamento del Monte Tamaro e allo Splash e Spa. Per la City Carburoil SA la nostra strategia consiste nella continua messa in discussione dell’offerta per le persone in movimento. Nel settore della logistica con la Stisa SA, stiamo sempre più investendo per assecondare le esigenze legate all’evoluzione dell’e-commerce.

È possibile far collimare maggiormente gli interessi del mondo aziendale con quelli politici?

Noi imprenditori negli ultimi anni siamo stati troppo assenti dalla politica. L’universo delle PMI, vero motore della nostra economia, deve far sentire maggiormente la propria voce. Questo non è facile perché gestire aziende e al tempo stesso impegnarsi per trovare soluzioni ai problemi che interessano tutti (ciò significa fare politica) costa molta fatica. Però è necessario poiché sul nostro operato vi sono troppi pregiudizi e false percezioni. Lo spirito imprenditoriale, va promosso perché senza di esso non vi sarebbero investimenti, posti di lavoro, formazione professionale ed entrate fiscali.

Il futuro è SMART

L’evoluzione costante dell’economia digitale sta trasformando la società ed il sistema aziendale, affermandosi quale nuovo paradigma culturale. Di questo tema parla Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti, lanciando l’evento “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità” del 5 dicembre 2018.

Con oggetti connessi ad internet, migliaia di dati, interconnessioni ed applicazioni dal potenziale infinito che, con l’incremento della tecnologia verso il 5 G – in continuo progresso –, sono e verranno trasmessi con una velocità mille volte superiore a quella attuale, mutando le abitudini e gli stili di vita personali e professionali.

L’internet delle cose – ovvero l’interconnessione e comunicazione dei diversi oggetti con e attraverso internet – è già realtà. Stiamo vivendo, pensando e facendo impresa nel futuro, qui, oggi. In questo contesto di mutamenti repentini e opportunità da cogliere date dalla digitalizzazione, parliamo anche di ‘Smart life’. In questo concetto così ampio conglobano economia digitale, progresso tecnologico ed innovazione, di cui nel corso del 2018 quale Cc-Ti abbiamo  ampiamente parlato, mettendo in luce sfaccettature diverse: big data, cyber-security, nuovi modelli di business, tecnologie innovative di comunicazione e molto altro ancora.

Una vita sempre più smart comporta un ‘ecosistema digitale’ dove tutte le attività umane (sia personali che aziendali, dal tempo libero alla produzione) sono interconnesse e facilitate da una rete di software e piattaforme intelligenti che, incrociando ed elaborando miliardi di dati, ci aiutano a rendere le nostre diverse attività più efficienti. Gli esempi da citare sono innumerevoli, basti pensare alla domotica, tramite cui si possono ottimizzare i propri consumi energetici, o all’analisi di dati legati alla mobilità che altrove hanno già permesso di gestire con efficacia ed economicità grandi infrastrutture. Ma anche alle forme di telelavoro e flessibilità nell’impiego, ossia modelli di business differenti che, con approcci innovativi, permettono di incrementare la produttività aziendale. O ancora alla sanità e alle biotecnologie, al fintech, alla governance aziendale ecc.

In ogni comparto economico le applicazioni risultano illimitate e aumentano a ritmo incessante, proponendo soluzioni inedite per temi complessi. Quale Cc-Ti rifletteremo su questi concetti per portare avanti un dibattito tematico costruttivo e propositivo, nello stile che ci contraddistingue.

In che modo? Con esempi, esperienze e testimonianze concrete di aziende attive sul territorio, nonché con un’analisi sull’intelligenza artificiale da parte di esperti, sviscerando così al meglio alcune delle opportunità che si presentano e che si creano.

Quando? Il prossimo 5 dicembre, presso il Centro Serrafiorita a Pambio Noranco, nell’evento tematico “Smart life, quando la tecnologia migliora la qualità. Le iscrizioni sono aperte!

Articolo apparso su La Regione del 26.11.2018

Elementi decisivi per la crescita

Prosegue il viaggio della Cc-Ti alla scoperta delle opinioni dei professionisti che fanno parte dell’Ufficio Presidenziale. Oggi conosciamo meglio Andrea Ghiringhelli, Avvocato, Studio legale e notarile Olgiati, Ghiringhelli ed associati, con cui parliamo della piazza finanziaria e degli elementi su cui puntare per una crescita sostenibile.

La piazza finanziaria ticinese è evoluta negli anni e con essa anche le imprese che si insediano sul territorio. Dal suo osservatorio come sono evolute le dinamiche?

I rapidi mutamenti legislativi che hanno caratterizzato la piazza finanziaria svizzera e ticinese in questi ultimi anni, in particolare l’introduzione dello scambio automatico di informazioni, nonché l’adeguamento delle norme fiscali svizzere agli standard europei, hanno sicuramente modificato le dinamiche delle aziende che si insediano sul nostro territorio. Sono venute meno le holding e le società di servizi. Assistiamo invece sempre più all’arrivo di aziende che si insediano sul territorio con attività legate ai settori tradizionali dell’economia e a comparti legati alle innovazioni tecnologiche.

Quali sono gli elementi che caratterizzano una crescita sostenibile globale?

Per una crescita sostenibile globale servono: una fiscalità maggiormente competitiva, visto il Canton Ticino ha le aliquote più alte tra tutti i Cantoni lungo la dorsale del Gottardo; una manodopera sempre più qualificata per essere al passo con l’evoluzione tecnologica in atto; una legge a supporto dell’innovazione più incisiva; una minore burocrazia e tempi decisionali più rapidi sia per quanto concerne la giustizia ordinaria (i tempi dei processi sia civili che penali sono troppo lunghi) sia per quanto concerne gli atti dell’amministrazione pubblica.