A fianco delle aziende nella sfida sui mercati esteri

Dall’Asia all’Europa, dalle Americhe agli Emirati Arabi, gli Eventi Paese promossi dalla Cc-Ti, toccano i mercati di tutto il mondo. A Valentina Rossi,  Responsabile del Servizio Export della Cc-Ti, domandiamo quali sono i Paesi che suscitano maggiore interesse per le imprese ticinesi.

“Il principale mercato per le aziende ticinesi e svizzere– spiega – è sicuramente l’Unione Europea che assolve oltre il 50% dell’export elvetico, con Germania, Francia e Italia ai primi posti. Per le singole nazioni a dominare sono gli USA che offrono delle grandi opportunità. Da non sottovalutare poi il mercato asiatico, con in testa la Cina che, contando 1,4 miliardi di abitanti, è una delle realtà più stimolanti e in piena  espansione che attira molte aziende elvetiche”.

Con quali criteri vengono scelti gli Stati per gli Eventi Paese?

“Gli Eventi Paese vogliono essere delle occasioni interessanti, e soprattutto con un taglio molto pratico, per gli imprenditori che desiderano scoprire o conoscere meglio i mercati esteri. Concentriamo, quindi, la nostra attenzione sia su nazioni più vicine a noi geograficamente e culturalmente, come la Germania o il Regno Unito ad esempio, sia su Paesi più lontani e magari più difficili da affrontare, quali l’Ucraina o le nazioni del Mercosur”.

La diversificazione dei mercati oggi gioca un ruolo chiave per il nostro export, in che misura questa necessità è avvertita dalle imprese?

“In un territorio relativamente piccolo come quello ticinese per le aziende è quasi naturale guardare ai mercati esteri, in particolare a quelli a noi più vicini. La maggior parte delle PMI svizzere ha  meno di 10 dipendenti e, sebbene richieda tempo e risorse sviluppare con successo un processo di internazionalizzazione, si ritiene sicuramente opportuno espandere la propria attività all’estero. Oggi, inoltre, la digitalizzazione e le innovazioni commerciali rappresentano un importante  supporto per gli imprenditori che possono agire con maggior immediatezza”.

Oltre agli Eventi Paese e alle missioni economiche all’estero quali altri servizi offrite alle aziende dell’export?

“La Cc-Ti e il suo Servizio Export sono a disposizione dei propri associati con un sostegno a 360 gradi. Forniamo consulenze per chi esporta in tutto il mondo, rispondendo puntualmente ad una grande varietà di domande, spaziando dai dazi, all’origine della merce per arrivare agli Incoterms. Temi questi che rientrano anche nell’ampia offerta formativa della Cc-Ti, nella quale c’è un ambito proprio dedicato all’export, con corsi specifici basati sulle esigenze pratiche delle  imprese. Come Cc-Ti desideriamo fornire un supporto sempre più concreto e diretto alle aziende e ai loro collaboratori”.

Da parte degli imprenditori vi vengono segnalati Paesi che per loro potrebbero essere interessanti?

“Assolutamente. Siamo sempre ricettivi e attenti alle indicazioni degli imprenditori. Cerchiamo di dare il nostro massimo apporto per poter soddisfare le singole richieste”.

Scoprite il Servizio Export e i suoi differenti servizi!

Un progetto senza alternative

Vi proponiamo l’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, in merito al progetto Riforma fiscale e finanziamento dell’AVS, in votazione il 19 maggio prossimo.

 

La legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) in votazione il prossimo 19 maggio presenta molti aspetti positivi, fra cui uno cruciale per il buon funzionamento dell’economia e per il benessere di tutti, cioè la certezza giuridica. In un contesto mondiale quantomeno agitato, le aziende necessitano di un quadro generale giuridico chiaro e affidabile, anche per quanto riguarda l’imposizione fiscale. Affidabilità tipicamente elvetica e che con l’abolizione degli statuti speciali per le aziende viene rafforzata in maniera decisiva, perché i regimi preferenziali per talune società sono ormai banditi a livello internazionale. Le multinazionali non riceveranno pertanto regali, anzi, subiranno un aumento dell’imposizione fiscale. Saggiamente, esse lo considerano però sostenibile in cambio della già citata certezza giuridica. Quanto alle aziende che oggi sono in regime fiscale ordinario, cioè prevalentemente le circa 500’000 piccole e medie imprese presenti sul territorio svizzero, avranno una pressione fiscale ridotta. Si ristabilisce così anche un’equità fiscale fra le imprese. Difficile capire come si potrebbe intervenire diversamente senza creare sconquassi pesanti al tessuto economico svizzero. Taluni criticano il fatto che si voti su un pacchetto che unisce due temi diversi (fisco e AVS) e che non vi sarebbe una vera riforma dell’AVS. Essi però non propongono alcuna alternativa. Chi invocava misure a favore delle persone fisiche sembra stranamente non accontentarsi del consistente aiuto finanziario annuale previsto per l’AVS, il più importante pilastro sociale del sistema elvetico. Difficile comprenderne i motivi, tanto più che questa votazione non esclude la più che necessaria riforma strutturale della stessa AVS, che dovrà essere affrontata a parte, ma magari con qualche patema d’animo in meno, vista l’iniezione annua di 2 miliardi di franchi supplementari. È chiaro che mischiare più temi è sempre delicato e non solo per motivi giuridici dovuti al principio dell’unità della materia. Nella fattispecie, il compromesso proposto è però l’unica via per risolvere il problema fiscale che non ammette ulteriori tentennamenti.

Maggiori informazioni sul sito informativo del comitato di sostegno alla votazione.

Fra eccellenze e scetticismo

L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Qualche tempo fa mi è capitato di vedere una vignetta raffigurante le tre celebri scimmiette del “non vedo, non sento, non parlo”, ma con le espressioni “non leggo, non capisco, ma commento”.

Tendenza ormai purtroppo diffusissima a tutti i livelli e di cui abbiamo avuto una dimostrazione eclatante qualche settimana fa con la presentazione della seconda edizione dello studio di BAK Economics sull’evoluzione dell’economia ticinese.

Comprendo che parlare delle tante eccellenze ticinesi a taluni possa dare fastidio, ma rifiutare a prescindere ogni discussione è irresponsabile. Come abbiamo sottolineato centinaia di volte, evidenziare i nostri punti di forza non significa ignorare le situazioni che necessitano dei correttivi. Ma questo apparentemente non interessa e impressionante è stata la corsa quasi generalizzata a relativizzare (nella migliore delle ipotesi).

Non sono mancati tempestivi interventi di “esperti” (o ritenuti tali) che non hanno nemmeno letto lo studio completo (pubblicato dopo che essi avevano già rilasciato interviste…) né i documenti riassuntivi di accompagnamento.

Ci hanno messo in bocca toni trionfalistici che non abbiamo mai usato (mutuando invece un titolo inventato da un portale Internet), affermazioni apparentemente avventate su taluni settori ma mai espresse né in forma scritta né in forma orale, per terminare con le ridicole accuse di complotti a fini elettorali. Dimenticando che da dieci anni presentiamo l’inchiesta congiunturale che ha un taglio in parte analogo allo studio di BAK Economics e che lo stesso, come già detto, è stato presentato pure nel marzo 2018 e lo sarà anche nel 2020. Situazione molto triste ma che apparentemente alle nostre latitudini è diventata la normalità, purtroppo. E che malauguratamente ha completamente cancellato tutto l’approfondimento sull’innovazione in Ticino, elemento essenziale per lo sviluppo del cantone.

Peccato, un’ulteriore occasione persa per impostare un dibattito costruttivo e affrontare con cognizione di causa e reale volontà di risolvere alcuni delle situazioni che si ritengono problematiche nel contesto economico e sociale cantonale. Questo non ci distoglierà comunque minimamente dal continuare a mettere sul tavolo tutti gli elementi che caratterizzano la nostra economia.

Manteniamo l’attrattività elvetica

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) appoggia il progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio che permetterà di rafforzare le condizioni quadro elvetiche e l’attrattività della Svizzera.

Due punti in più per il nostro Paese. Con questa chiara affermazione il comitato interpartitico favorevole al progetto AVS-riforma fiscale, al quale ha aderito anche la Cc-Ti, si è presentato lo scorso 9 aprile.

Il pacchetto proposto fornisce una soluzione equilibrata e pragmatica a due questioni urgenti per il nostro Paese: il problema degli statuti fiscali speciali e il rafforzamento dell’AVS. La parte fiscale del progetto prevede un aggiornamento del sistema d’imposizione delle imprese. Da un lato, si andrà ad abolire gli statuti fiscali speciali – di cui hanno beneficiato fino ad oggi determinate categorie di aziende e che non sono più ammessi a livello internazionale – dall’altro, si osserverà una riduzione della tassazione per le PMI ticinesi. Questo porterà ad un riequilibrio della fiscalità delle aziende che verranno quindi tassate tutte allo stesso modo. Quelle aziende internazionali che attualmente beneficiano di tassi d’imposizione agevolati pagheranno più imposte, ma sono comunque favorevoli alla riforma perché se la Svizzera non dovesse abolire gli statuti speciali rischierebbe di essere inserita in liste nere e questo sarebbe nefasto per il loro operato. L’aumento dell’onere per le società a statuto speciale sarà sopportabile e la loro situazione fiscale sarà sicura e riconosciuta a livello internazionale. Inoltre, le nuove aliquote fiscali (decise dai Cantoni) rimarranno interessanti nel confronto internazionale, favoriranno le aziende a tassazione ordinaria e quindi prevalentemente le PMI ticinesi che vedranno le loro imposte diminuire. La riforma permetterà pertanto di rafforzare le condizioni quadro elvetiche e l’attrattività della Svizzera sul piano internazionale. Parallelamente è previsto un importante consolidamento dell’AVS, principale pilastro della nostra previdenza sociale, nell’attesa di una riforma strutturale comunque necessaria. Si tratta quindi di un compromesso equilibrato che consentirà di affrontare due questioni urgenti sulle quali il nostro Paese non può più permettersi di tergiversare.

La Cc-Ti sostiene anche il secondo oggetto in votazione il 19 maggio: la trasposizione nel diritto svizzero di una modifica della direttiva UE sulle armi. Quale membro Schengen e Dublino, la Svizzera deve impegnarsi a inserire nella propria legislazione questa modifica, altrimenti rischia di compromettere la sua collaborazione in materia di sicurezza e asilo con gli altri paesi europei. Il Consiglio Federale e il Parlamento hanno quindi elaborato un progetto che tiene conto della tradizione del tiro e della caccia e che permette a militari, cacciatori e tiratori di conservare la propria arma, garantendo al contempo il mantenimento di due accordi essenziali per la Svizzera nel campo della sicurezza e della gestione delle migrazioni legate all’asilo.

Ricerca e Sviluppo da evidenziare

Un approfondimento sul tema dell’innovazione nell’ambito farmaceutico, con un’intervista a Giorgio Calderari, Presidente Farma Industria Ticino e General Manager Helsinn Group.

Il settore farmaceutico è risultato ancora decisivo per il territorio ticinese. In che modo potenziare maggiormente il settore, permettendogli di espandersi?

Lo studio BAK mostra un 10% di crescita sul periodo 2006-17 confermando la farmaceutica come il settore di più grande espansione. Crescita quantitativa e qualitativa. Il fatturato delle 30 imprese ad oggi associate a Farma Industria Ticino (FIT) è aumentato nello stesso periodo del 55%, il personale occupato del 45% e il monte salari del 70 %, mostrando un’importante forbice remunerativa. Il numero di società è aumentato di poche unità, comprovando una crescita organica dei singoli attori. Esaminando quindi le possibilità di espansione, l’arrivo di nuove società sul territorio potrebbe rappresentare un fattore di potenziamento importante per il settore. Con le nostre attività comuni, ad esempio presentandoci in modo unito in manifestazioni di settore e creando nuovi format di comunicazione come il Pharma Summit, cerchiamo di attrarre nuovi clienti e nuovi investitori. La politica dovrebbe dare il suo contributo, tramite chiari segnali in materia di incentivi fiscali e non solo, con il supporto di un promovimento economico determinante in un mondo sempre più competitivo e complesso. Crescere è innovare attraverso ricerca di qualità, processi industriali, governance aziendale, nuovi mercati e nuovi talenti. I dati BAK sulla crescita di brevetti ottenuti a livello mondiale testimoniano l’eccellenza della ricerca. Ricerca che permette alle società ticinesi di lanciare prodotti innovativi in tutto il mondo incluso l’ottenimento di approvazioni sanitarie e convalide ispettive quali produttori di eccellenza da parte di Stati Uniti, Europa, Giappone, Cina.

L’innovazione va a braccetto con la formazione e la ricerca. Nel gruppo Helsinn come si affronta questo connubio?

Il tema va affrontato con grande passione e con la consapevolezza dei rischi legati al R&D. Portare un nuovo prodotto sul mercato significa superare infiniti ostacoli scientifici, regolatori, produttivi, finanziari e bisogna accettare i fallimenti. Fondamentale è far crescere una cultura aziendale solida, investire in risorse finanziarie e umane molto importanti. Negli ultimi cinque anni Helsinn ha investito una media del 25% del fatturato in ricerca, con circa 120 collaboratori qualificati che coordinano studi clinici in tutto il mondo. La nostra squadra di chimici a Biasca sviluppa continuamente nuovi processi produttivi, con competenza e motivazione, attraendo e formando nuovi talenti. Formazione supportata anche da FIT, a livello cantonale con centinaia di apprendisti, e a livello svizzero con il Progetto Talenti rivolgendosi alle università per mostrare la specificità e l’eccellenza del settore e offrendo stages formativi presso le nostre aziende.

Un buon equilibrio tra fiscale e sociale

L’opinione di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, in merito alla votazione federale inerente il progetto AVS-riforma fiscale.

La campagna in favore della legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) è stata lanciata ufficialmente anche in Ticino lo scorso 9 aprile. Questo pacchetto fornisce una soluzione pragmatica a due problemi urgenti per il nostro paese e consolida le condizioni quadro essenziali per un’economia prospera.

I consiglieri federali Alain Berset e Ueli Maurer erano entrati nel vivo del tema a livello svizzero lo scorso febbraio difendendo insieme la legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS, sulla quale saremo chiamati ad esprimerci il 19 maggio. Il loro messaggio era chiaro: questo pacchetto eterogeneo è un buon compromesso, realistico e capace di rilanciare due progetti di capitale importanza che sono stati respinti nel recente passato: l’imposizione delle imprese e il finanziamento delle pensioni. Inutile sottolineare quanto sia vitale questo progetto per l’economia del nostro paese e per il benessere di tutti, visto che la RFFA prevede l’abrogazione degli statuti fiscali speciali che pongono problemi a livello internazionale e al contempo garantisce la stabilizzazione dell’AVS. Si tratta di una soluzione di compromesso che non ha alternative.

Più modi per investire

In Ticino la campagna in favore del progetto AVS-riforma fiscale è stata lanciata il 9 aprile da un comitato interpartitico a cui ha aderito, insieme ad altre associazioni economiche, anche la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti).

Da un punto di vista imprenditoriale, l’aggiornamento del nostro sistema fiscale permette di rafforzare le condizioni quadro del paese e allo stesso tempo la sua attrattività. Il pacchetto fiscale ha come scopo quello di abolire i regimi fiscali speciali, non più accettati a livello internazionale. Questo porterà a un riequilibro della fiscalità delle aziende, con un aumento per quelle che beneficiano oggi di tali statuti e una diminuzione per tutte le altre imprese. Ciò significa che si ridurrà in modo sostanziale la tassazione soprattutto delle PMI, che, non dimentichiamolo, sono la spina dorsale dell’economia elvetica, visto che si tratta di circa 500’000 aziende. Invece, molte delle tanto deprecate multinazionali subiranno un aumento dell’imposizione fiscale, quindi è assolutamente sbagliato parlare di regalo alle aziende internazionali, come fanno gli oppositori. Da sottolineare è il fatto che le aziende per le quali vi sarà un aumento di imposte appoggiano la riforma, perché questa in cambio garantisce un sistema fiscale sicuro e stabile. Per non penalizzare l’innovazione, il progetto in votazione prevede deduzioni per la ricerca e lo sviluppo e i brevetti. Questo contribuirà in modo decisivo a mantenere alta la competitività svizzera, visto che il nostro paese rimarrebbe terreno molto interessante per tutte le aziende innovative, che avrebbero a avrebbero a disposizione più risorse da investire nella ricerca e nell’innovazione.

Come detto sopra, i contrari denunciano i “regali fiscali ” concessi alle grandi aziende, che “prosciugheranno le entrate pubbliche”. Sbagliato. Sarebbe proprio il rifiuto del progetto in votazione che potrebbe mettere a rischio i conti dello Stato, perché la RFFA metterebbe la Svizzera su una lista grigia – o forse addirittura nera – dei paradisi fiscali, che comprometterebbe in maniera sostanziale il nostro tessuto economico. È quindi essenziale che questa riforma venga accettata, visto che risponde a una parola d’ordine chiara: equilibrio. Il compromesso tra aspetto fiscale ed elemento sociale è la chiave del successo, che auspichiamo per la RFFA il prossimo 19 maggio.

 

La manualità resta imprescindibile

Nell’intervista ad Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA, affrontiamo i temi dell’innovazione legati allo specifico comparto settoriale dell’artigianato.

Lo studio BAK ha evidenziato un’economia dinamica, con una forte connotazione innovativa. Nell’artigianato in che modo si traduce quest’affermazione?

L’artigianato fa leva su componenti legate all’abilità ed alla creatività. La dinamicità è senza ombra di dubbio legata alla capacità di proporre con innovazione, qualità e sostenibilità, soluzioni che incontrino i gusti del cliente e soddisfano le tendenze del mercato. Più è alto il gradimento, più è garantito il successo dell’opera creata dall’artigiano che sforna soluzioni attraverso un paziente e preciso lavoro manuale.

L’innovazione presuppone la centralità dell’essere umano, che sviluppa e crea rinnovate idee. Come incentivare maggiormente l’orientamento scolastico e professionale sulle professioni artigianali?

I giovani devono poter accedere alle formazioni artigianali e i canali per promuovere tali professioni devono essere potenziati a livello scolastico e d’orientamento. Troppo spesso i giovani vengono dirottati verso le nostre professioni, solo dopo aver sondato soluzioni alternative in settori dell’economia terziaria. La centralità dell’individuo nell’artigianato costituisce le fondamenta per sviluppare nuove idee. L’integrazione della tecnologia fa dell’artigiano un lavoratore che riesce ad offrire un prodotto sempre più performante. Il potere di innovazione, tipicamente svizzero, è intriso nella nostra cultura di artigiani e dev’essere tramandato alle future generazioni.

Progetto AVS-riforma fiscale: un’occasione da non perdere

L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino, Presidente FTAF e deputata al Gran Consiglio.

Il prossimo 19 maggio saremo chiamati ad esprimerci sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA). Il pacchetto proposto fornisce una soluzione equilibrata a due problemi urgenti: la questione degli statuti fiscali speciali e il rafforzamento dell’AVS. Due temi estremamente importanti per i quali bisogna intervenire senza perder tempo. In merito alla parte fiscale del progetto, è previsto un adattamento del sistema d’imposizione delle aziende. Si andranno ad abolire i privilegi fiscali ad oggi in essere a favore di determinate categorie di società, in prevalenza  a matrice internazionale, uniformando l’imposizione a carico di tutte le categorie di imprese. A seguito della crisi finanziaria del 2008, l’approccio verso la fiscalità delle imprese è infatti radicalmente cambiato a livello globale. Numerose pratiche fino ad allora ammesse, oggi non lo sono più e vanno modificate. Anche la Svizzera deve quindi adattare la propria fiscalità delle imprese: in caso di accettazione della riforma, tutte le aziende saranno come detto tassate con le stesse modalità, che ovviamente devono venire aggiornate. Attualmente le aziende internazionali che beneficiano di tassi d’imposizione agevolati rappresentano il 7% dei contribuenti, ma ben il 50% delle entrate dell’imposta sull’utile delle persone giuriche della Confederazione. L’apporto di queste società non si limita al contributo fiscale, esse forniscono infatti 150’000 posti di lavoro e creano un importante indotto che va mantenuto. Numerose PMI svizzere sono infatti controparti di queste grandi imprese e beneficiano della loro attività. Questa è la ragione per cui la proposta di riforma riconosce che un’abolizione tout court dei regimi fiscali speciali farebbe esplodere il carico fiscale di importanti aziende, che potrebbero decidere di delocalizzarsi. Di qui la necessità di abbassare le aliquote ordinarie in futuro che andranno applicate a tutti.

Le imprese che perderanno lo statuto speciale e che pagheranno più imposte sono comunque favorevoli ad una riforma che permetterà alla Svizzera di evitare di essere inserita su liste grigie o addirittura nere, ciò che andrebbe a compromettere seriamente il loro operato e metterebbe a rischio la loro competitività a livello internazionale. Potranno così beneficiare di una sicurezza giuridica indispensabile per la pianificazione e gli investimenti. Tengo a sottolineare che la riforma non sarà un regalo alle multinazionali, anzi esse pagheranno di più, ma il loro onere fiscale rimarrà interessante nel confronto internazionale e, inoltre, non rischieranno più di essere tassate due volte in altri Paesi. Il Ticino dovrà da parte sua affrontare la sfida di rimanere in linea con gli altri Cantoni per restare competitivo in termini di aliquota applicabile.

La bocciatura nel 2017 (a livello nazionale, ma non in Ticino) della Riforma III delle imprese ha portato ad un nuovo pacchetto di strumenti fiscali volto a gestire al meglio questo importante cambiamento di paradigma fiscale, pacchetto che considero equilibrato. Un suo elemento importante sono le deduzioni che favoriranno la ricerca e lo sviluppo e che sono riconosciute a livello internazionale. Per esempio, le spese di ricerca e sviluppo realizzate in Svizzera potranno essere dedotte in ragione del 150% al massimo e i redditi derivanti dai brevetti potranno essere dedotti del 90% al massimo.

La Svizzera non può più permettersi di evitare di affrontare il problema della fiscalità delle aziende e questo progetto è una valida soluzione. Inoltre, consentirà di rafforzare il nostro principale pilastro della previdenza sociale e di guadagnare tempo in vista di una riforma strutturale dell’AVS. La riforma permetterà di consolidare le condizioni quadro essenziali per un’economia prospera. È quindi un’occasione da non perdere.

Per questa ragione invito ad appoggiare il progetto AVS-riforma fiscale il prossimo 19 maggio. Un sistema fiscale equilibrato per una Svizzera competitiva e attrattiva.

 

Un’occasione storica da non perdere

L’opinione di Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, in relazione all’innovazione tecnologica nel Cantone

Certezza del diritto, rafforzamento delle condizioni quadro, difesa della libertà imprenditoriale: ecco cosa si aspetta il mondo economico dal nuovo Governo e dal nuovo Parlamento cantonale. Affinché si continui a lavorare per un Ticino, che può vantare un sistema produttivo dinamico e innovativo, di cui essere orgogliosi.  Ci sono, indubbiamente, delle distorsioni che vanno corrette e dei problemi da risolvere. Ma ciò  non può sminuire o svalorizzare un successo frutto del costante impegno dei nostri imprenditori che, anche in tempi difficili, hanno investito per salvaguardare la competitività delle aziende, e del forte senso di responsabilità dei loro dipendenti. Un’economia sana e in crescita che merita attenzione. È questa la premessa su cui ragionare per progettare il futuro di un Cantone che ha davanti a sé enormi potenzialità. Potendo contare anche su centri di eccellenza internazionali quali l’Istituto Dalle Molle di Studi sull’Intelligenza Artificiale, il Centro Nazionale di calcolo scientifico, l’Istituto di Ricerche in biomedicina, l’USI, la SUPSI e sul nuovo polo tecnologico di UBS a Manno. Inoltre, da nord a sud  i vanno schiudendo per il Ticino nuove opportunità, con l’adesione alla Greater Zurich Area e il  possibile collegamento allo Switzerland Innovation Park Zurich,  mentre a due passi da noi, a Milano, sta sorgendo il Mind, uno dei parchi scientifici più importanti d’Europa. Siamo di fronte ad un’occasione storica per la crescita del Cantone che non possiamo perdere. Abbiamo gli atout per una sfida vincente nei nuovi scenari prefigurati dall’economia digitale, a patto, però, che ci si scrolli di dosso quel masochismo cantonale che fa vedere tutto nero, che ci si liberi da pericolosi desideri di chiusura e si guardi con più fiducia alle nostre  imprese. Come Cc-Ti non possiamo che rinnovare il nostro appello al dialogo e alla collaborazione tra aziende, sindacati, associazioni di categoria, politici e Governo per lavorare assieme su una visione concertata dello sviluppo del nostro Paese.

Sì al progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio

In vista della votazione federale, la Cc-Ti esprime il proprio sostegno alla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA). La campagna in favore del progetto è stata lanciata ufficialmente in Ticino il 9 aprile. Abbiamo il piacere di condividere il comunicato stampa del gruppo interpartitico, al quale ha aderito anche la Cc-Ti.

Due punti in più per il nostro Paese: sì al progetto AVS-riforma fiscale in votazione il 19 maggio

Il progetto AVS-riforma fiscale offre una soluzione equilibrata a due problemi urgenti: risolve il problema degli statuti fiscali speciali per le imprese, che non sono più conformi agli standard internazionali, e rafforza l’AVS.

Il progetto mira a preservare l’attrattività e la competitività della piazza economica svizzera, garantendo posti di lavoro, entrate fiscali e investimenti nella ricerca e sviluppo. Grazie a questa riforma, la Svizzera potrà adattarsi ai nuovi standard internazionali e rimanere fiscalmente competitiva. Inoltre, il progetto AVS-riforma fiscale assicura un finanziamento supplementare a favore dell’AVS che permette di consolidare il nostro principale pilastro della previdenza sociale.

Un punto in più per la Svizzera come piazza economica e di ricerca

Grazie in particolare agli statuti fiscali speciali, la Svizzera è da tempo molto competitiva in ambito di fiscalità internazionale per le imprese che offrono centinaia di migliaia di posti di lavoro e di formazione e trasmettono numerosi ordini alle imprese svizzere, comprese le PMI. Tuttavia, il contesto fiscale è radicalmente cambiato a livello mondiale. Sulla scena internazionale, non si ammette più che le imprese internazionali siano sottoposte a tassi d’imposizione inferiori a quelli applicati alle imprese svizzere. Se rifiutassimo di adattare il sistema fiscale, le imprese svizzere rischierebbero di essere penalizzate all’estero. Il progetto AVS-riforma fiscale modifica l’imposizione delle imprese in una forma accettata a livello internazionale rafforzando la certezza del diritto e della pianificazione. In caso d’accettazione, tutte le imprese sarebbero tassate in maniera identica. I tassi d’imposizione applicati alle imprese internazionali avranno tendenza ad aumentare, poiché i loro statuti fiscali speciali saranno aboliti. Dal canto loro, le PMI, pagheranno globalmente meno imposte.

Un punto in più per l’AVS

Per quanto riguarda l’AVS, la situazione finanziaria del pilastro centrale delle nostre pensioni si degrada a vista d’occhio e le prospettive sono preoccupanti. Questo risulta dal rapido aumento del numero di pensionati e dal fatto che la speranza di vita è aumentata. L’AVS, la nostra principale assicurazione sociale, ha un grave problema di finanziamento valutato in miliardi. Sempre meno lavoratori devono finanziare le rendite di un numero crescente di pensionati. Già oggi, l’AVS spende ogni anno un miliardo in più per le rendite di quanto non incassi attraverso i contributi. Senza contromisure, gli averi del fondo AVS saranno esauriti nell’arco di dieci anni un risanamento è dunque urgente. Il progetto AVS-riforma fiscale consolida le finanze a medio termine, grazie ad un contributo di 2 miliardi di franchi annui di entrate supplementari all’AVS. Questo contributo consente di guadagnare tempo in vista di una riforma strutturale dell’AVS.

Un rifiuto non risolve nulla

Un rifiuto del progetto prolungherebbe la situazione di stallo politico. Senza ulteriori finanziamenti, la situazione dell’AVS continuerebbe a deteriorarsi. Inoltre, la Svizzera dovrebbe abolire i suoi regimi fiscali speciali, superati, per evitare qualsiasi discriminazione nei confronti delle imprese svizzere all’estero. Un rifiuto sarebbe grave in particolare per i Cantoni, le Città e i Comuni, poiché la necessità di una riforma fiscale rimarrebbe invariata, ma essi dovrebbero fare a meno del sostegno finanziario della Confederazione.

Il Consiglio federale, il Parlamento, i Cantoni, l’Unione delle Città svizzere, l’Associazione dei Comuni Svizzeri, economiesuisse, l’Unione svizzera delle arti e mestieri, l’Unione svizzera degli imprenditori, il sindacato Travail.Suisse e diversi partiti a livello nazionale PLR, PPD, PS, PBD sostengono il progetto.

Maggiori informazioni sul sito informativo del comitato di sostegno alla votazione.

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