Risultati inchiesta congiunturale 2024/2025

2024: bene i servizi, difficoltà per alcuni settori industriali

Le tendenze generali dell’economia ticinese ricalcano quelle delle altre regioni svizzere

Nel 2024 i risultati delle aziende ticinesi sono stati in generale soddisfacenti, anche se, rispetto al 2023, vi è stata una flessione dovuta soprattutto alle difficoltà per le aziende del settore industriale, legate al difficile contesto internazionale e in particolare alla forte crisi economica della Germania. Per il 36% delle aziende l’andamento è stato sufficiente (40% nel 2023), per il 34% buono (35% nel 2023) e per il 4% eccellente (2% nel 2023). Il settore dei servizi ha registrato risultati migliori di quello secondario (77% di risultati di segno positivo contro il 67%), in linea con le previsioni espresse a fine 2023.
Per il 2025 la tendenza resta sostanzialmente simile, con maggiori difficoltà per le aziende del settore secondario rispetto a quelle del terziario. Si riscontra l’identica tendenza in tutte le altre regioni svizzere.  

Malgrado le difficoltà, il livello degli investimenti, parametro fondamentale nell’ottica della competitività delle aziende e del territorio è rimasto complessivamente stabile, confermando i valori fatti registrare nel 2023, con il 46% delle aziende che ha dichiarato di avere effettuato investimenti. Questo benché sia scesa in maniera marcata la percentuale per le aziende del settore secondario (dal 67% al 60%). La media generale rappresenta un consolidamento degli investimenti rispetto agli anni difficili della pandemia, che avviene malgrado un contesto internazionale molto instabile, catene di approvvigionamento più complesse e costose e rincari diffusi (materie prime, energia, ecc.). Resta aperta la questione della costante erosione dei margini, in atto da diversi anni, che al momento non sembra avere però effetti eccessivi. Il buon grado di investimenti, comparato anche a quello delle altre regioni svizzere, costituisce un importante segnale di fiducia verso il territorio.

L’autofinanziamento, altro parametro a cui prestiamo sempre particolare attenzione per comprendere lo stato di salute delle imprese, si è confermato stabile anche per il 2024, con il 34% delle aziende che lo considera buono e il 36% che lo ritiene soddisfacente.

Le previsioni per il 2025, in parte difficili a causa del forte panorama di incertezza internazionale e di diverse iniziative politiche interne che creano notevole insicurezza, sono improntate a una sostanziale stabilità, sebbene prevalga una maggiore prudenza rispetto al passato. Il 71% delle imprese prevede un andamento da sufficiente a buono nel primo semestre del 2024 e leggermente migliore per il secondo semestre. Più preoccupante per contro il dato concernente gli investimenti previsti, con il 39% delle aziende che manifesta tale intenzione, in calo rispetto al 2024 (46%). Anche qui pesano particolarmente le difficoltà di taluni settori industriali.

Come avviene regolarmente da quando vengono effettuati questi rilevamenti, i risultati del 2024 e le attese per il 2025 sono in linea con quanto rilevato negli altri Cantoni.

Analisi dei risultati nello specifico

1. Andamento generale degli affari

L’andamento generale degli affari nel 2024 è risultato di segno tutto sommato positivo, benché, come previsto a fine 2023, leggermente inferiore al passato. Il 74% delle imprese (77% nel 2023) ha valutato in maniera favorevole l’andamento degli affari nello scorso anno (soddisfacente per il 36% delle aziende, buono per il 34%, eccellente per il 4%). Sul fronte delle aziende esportatrici i dati sono, senza sorprese, leggermente inferiori, sebbene restino ancora di buon livello, con il 36% delle aziende che definisce l’andamento soddisfacente e il 28% che lo considera buono e il 3% eccellente (per un complessivo 67%).

La differenza con il settore dei servizi è facilmente spiegabile con le difficoltà nell’ambito delle esportazioni. Difficoltà che fortunatamente non sono generalizzate, ma colpiscono solo taluni settori, in particolare l’industria MEM per la parte metallurgica e metalmeccanica, come sottolineato da Swissmem qualche settimana fa: Industria tecnologica: la crisi continua – Swissmem. Dato che le nostre aziende sono strettamente legate all’esportazione, direttamente o indirettamente attraverso le collaborazioni con altre imprese elvetiche, il risultato deve essere considerato “normale” ed era atteso. In effetti, per questi ambiti industriali, la Germania, in grave difficoltà, rappresenta ancora il primo mercato di esportazione.

Per le previsioni sull’andamento degli affari a breve termine, cioè̀ per i prossimi 6 mesi, le cifre sono sostanzialmente stabili, con il 38% delle aziende che si attende un’evoluzione sufficiente e il 33% che prevede un andamento buono (il 2% prevede un’evoluzione eccellente, in totale quindi abbiamo un 73% di previsioni di tendenza favorevole). Anche qui il settore secondario è più negativo, con “solo” il 64% di attese positive. Chi esporta è tendenzialmente più negativo di chi opera solo sul mercato interno (la differenza, a dipendenza della parte di export della cifra d’affari, varia dai 7 ai 12 punti).

Per il secondo semestre del 2025, le previsioni sono di un’evoluzione soddisfacente per il 41% delle aziende e l’andamento buono si attesta sul 34% (eccellente per il 2%, per un totale del 77%). Anche qui quanto espresso dal settore secondario è inferiore al terziario (71% contro il 79%), anche se le aspettative per il secondo semestre del 2025 risultano essere migliori di quelle del primo semestre.

2. Margine di autofinanziamento delle imprese

I valori del margine di autofinanziamento delle aziende sono sempre osservati con attenzione particolare, trattandosi di un indicatore importante dello stato di salute delle imprese e quindi anche della capacità competitiva del sistema in generale. Il valore è in crescita rispetto al 2023, con il 78% delle imprese che giudica positivamente il margine di autofinanziamento (36% soddisfacente, 34% buono, 8% eccellente). In questo ambito non si osservano differenze marcate fra settore secondario e terziario, né fra aziende di piccole e grandi dimensioni. Il dato è evidentemente importante anche nell’ottica della capacità di investimento.

3. Investimenti

Gli investimenti si confermano in media su livelli stabili, con il 46% delle aziende che segnala investimenti, malgrado la flessione nel settore secondario (60% dopo il 67% del 2023) che tocca le aziende di tutte le dimensioni. Visto quanto detto in precedenza, ossia le difficoltà legate alla situazione internazionale e all’export, non si tratta di una contrazione inattesa.

Per il 2025 queste incertezze pesano parecchio, perché la previsione di investimenti scende al 39% (55% per il settore secondario e 33% per quello terziario). Si tratta di una tendenza riscontrata anche nelle altre regioni ed è figlia, oltre che dell’usuale e comprensibile prudenza, di fattori come un certo rallentamento nel settore delle costruzioni e delle ormai note incertezze che gravano sul settore industriale soprattutto per le tensioni internazionali e anche in parte per la forza del franco.

4. Occupazione e politica salariale

Come emerge anche dalle cifre ufficiali concernenti l’impiego che sono pubblicate a scadenza regolare, resta sostanzialmente alta l’attenzione verso l’occupazione, con il 59% delle aziende che segnala una stabilità dell’effettivo e il 21% che ha riscontrato aumenti. È però aumentata la percentuale di riduzione dell’effettivo, che si attesta al 20% (contro il 12% dello scorso anno), con una non inaspettata incidenza maggiore nel settore secondario (30% di aziende che rileva riduzioni dell’effettivo). Un dato che emerge soprattutto nelle aziende medie e grandi. Spesso si tratta di modifiche di qualche unità, legate anche a chiusure di attività non più richieste dal mercato, oltre alle note difficoltà congiunturali legate al panorama internazionale. Un elemento diverso rispetto al passato è costituito dal fatto che è difficile individuare settori particolari in cui vi sono interventi sull’effettivo del personale, perché la situazione varia molto a dipendenza delle strutture delle singole aziende, per cui è attualmente difficile trarre conclusioni di tendenze generali. Anche perché dai dati ufficiali del lavoro ridotto non emerge per ora un rallentamento diffuso e da quelli sulla disoccupazione non risultano impennate particolarmente importanti, per cui vi è da ritenere che, al di là di qualche chiusura aziendale, si tratti appunto piuttosto di interventi su qualche unità aziendale e quindi numericamente contenuti o comunque riguardanti personale frontaliero o facilmente ricollocabile.

Confortante è il fatto che per il 2025 le previsioni sono di segno più positivo, con il 75% delle aziende che prevede una stabilità dell’effettivo e il 17% un aumento. Per contro solo l’8% ipotizza una riduzione dell’effettivo, percentuale da considerare fisiologica e che riporterebbe in linea con gli altri anni.  

Da rilevare che è in aumento la percentuale di impiegati a tempo parziale (17% rispetto al 77% di impiegati a tempo pieno) e che la percentuale di interinali si attesta sul 2%. Il 3% di apprendisti nell’effettivo è da considerare un valore buono e in linea con una generale tendenza alla valorizzazione dell’apprendistato e a un conseguente aumento di questa figura professionale nel contesto del personale aziendale.

In ambito di politica salariale, il 66% delle aziende che hanno risposto alla domanda hanno concesso aumenti di stipendio di varia entità nel 2024.

5. Commercio estero e accordi Svizzera-Unione europea (UE)

Come da tradizione, parte dell’inchiesta congiunturale prevede domande legate a un tema di attualità e quest’anno le aziende sono state chiamate ad esprimersi sul tema del commercio internazionale in generale e sugli accordi bilaterali Svizzera-UE in particolare.

Diversificazione dei mercati

Senza sorprese, quasi tutte le aziende (81%) rilevano la necessità di rafforzare le relazioni economiche con partner commerciali diversi dall’Unione europea, strategia del resto già adottata da tempo dalla Confederazione con la conclusione di Accordi di libero-scambio e dalle aziende, anche quelle ticinesi, sempre orientate a diversificare il portafoglio di clienti. In questo contesto, fra i paesi indicati quali mercati a cui dare la priorità, primeggiano senza sorpresa gli Stati Uniti (45%), divenuti primo mercato di esportazione (come paese singolo) per la Svizzera e perché vi sono fondate speranze che si possa riprendere il discorso di un eventuale Accordo di libero scambio, già discusso durante la prima presidenza di Donald Trump.

Altri paesi citati sono, nell’ordine, l’India (41%), la Cina (37%) e poi seguono aree geografiche o continenti come il resto dell’Asia (34%), il Sudamerica (23%) e l’Africa (22%).

Fra i motivi indicati per negoziare nuovi Accordi di libero scambio o aggiornare quelli esistenti, figurano la facilitazione amministrativa (73%), la riduzione dei dazi doganali (59%), la protezione della proprietà intellettuale (36%) e la protezione vincolante delle norme ambientali e sociali (31%).

UE e Accordi bilaterali III

Per quanto riguarda le domande più specifiche concernenti l’UE, il 79% delle aziende ha risposto di impiegare personale proveniente dall’UE (di ogni categoria di permesso, non solo i frontalieri) e in caso di restrizioni all’assunzione di lavoratori stranieri il 50% delle aziende ha indicato che proverebbe a intervenire per aumentare la formazione del personale locale, a patto ovviamente che questo sia disponibile. Per il 32% vi sarebbe invece la rinuncia a progetti di sviluppo aziendale (percentuale molto più alta nel settore secondario rispetto al terziario con 46% contro il 26%), per il 18% vi sarebbe un’esternalizzazione dei servizi all’estero e per un altro 18% la delocalizzazione all’estero.

L’impatto degli attuali Accordi bilaterali con l’UE viene valutato positivamente dal 42% delle imprese (il 2% lo valuta estremamente positivo), mentre per il 39% non vi è stato nessun impatto economico diretto. Una valutazione negativa è espressa dal 17% delle imprese.

Fra gli Accordi considerati essenziali da concludere o rinnovare sono stati menzionati: la libera circolazione delle persone (60%), ricerca e formazione (57%), riconoscimento reciproco (MRA, 43%), elettricità (35%), trasporti aerei e terrestri (34%), sanità (28%), sicurezza alimentare (25%) e agricoltura (19%).

Una firma degli Accordi bilaterali III attualmente negoziati non avrebbe un impatto economico diretto per il 56%, mentre per il 33% avrebbe effetti positivi. Conseguenze negative sono segnalate dal 10% di chi ha risposto alla domanda. La firma avrebbe per contro un impatto positivo sullo sviluppo economico per la Svizzera per il 54% delle imprese.

Alla domanda se ritengono che la protezione salariale prevista dal nuovo pacchetto di Accordi bilaterali sia sufficiente, il 64% delle aziende ha risposto di non essere in grado di formulare un’opinione, a dimostrazione della complessità del dossier e della difficoltà a esprimersi prima di potersi confrontare con gli esiti concreti dei negoziati.

Per le imprese, la firma degli Accordi bilaterali III rafforzerebbe la cooperazione economica, sociale e politica fra i 2 partner (48%), ma per il 46% imporrebbe al contempo obblighi alla Svizzera (fiscalità, concorrenza, protezione dei lavoratori, ecc.) Per il 38% garantirebbe un migliore accesso al mercato interno europeo, mentre per il 17% aumenterebbe la disoccupazione e la pressione sulle assicurazioni sociali.

Infine, il 39% delle aziende si esprime in maniera favorevole sulla firma degli Accordi bilaterali III, mentre rimane una percentuale alta (47%) di imprese che non sono ancora in grado di esprimere un’opinione.

In sostanza, i risultati non sono molto differenti da quanto è emerso negli altri cantoni. Si riconosce l’importanza delle relazioni con l’UE, manifestando al contempo la volontà di diversificare le attività, laddove possibile, su altri paesi. Vi sono dossier nell’ambito delle trattative con l’UE che sono considerati assolutamente imprescindibili, anche se gli impatti per molte aziende non sarebbero diretti. Anche fra chi non è direttamente toccato emerge comunque che Accordi aggiornati accrescerebbero lo sviluppo economico della Svizzera in generale. È importante sottolineare l’alto numero di risposte che indica come la tematica sia complessa e non ancora compiutamente valutabile nei suoi effetti. Data la complessità della materia e le scarse informazioni a disposizione su quello che sarà il contenuto effettivo di eventuali Accordi bilaterali III, la cosa non stupisce e anche in Romandia, tradizionalmente favorevole alle questioni di politica europea della Svizzera, vengono espresse le medesime riserve. Se vi sarà una firma fra Svizzera e UE, pareri più precisi potranno essere espressi nel contesto della relativa procedura di consultazione.

Hanno partecipato all’inchiesta 268 imprese associate alla Cc-Ti, che impiegano in tutto 14’035 dipendenti nel cantone.

Si tratta di 73 aziende del settore industria-artigianato e di 195 del comparto commercio e servizi.       
Un campione di aziende consolidato da un rilevamento che viene effettuato da 15 anni con risultati attendibili e sempre confermati da altre ricerche congiunturali condotte da istituti federali e cantonali e dai dati ufficiali.

L’indagine della Cc-Ti, che ha coinvolto 133 realtà̀ aziendali che operano sul mercato interno e altre 135 orientate in parte o totalmente all’export, mira appunto a fornire indicazioni sulle tendenze generali dell’economia ticinese, senza volersi sostituire ad analisi più mirate effettuate da singoli settori economici.

L’inchiesta è stata condotta unitamente alle Camere di commercio e dell’industria di Friborgo, Ginevra, Giura, Neuchâtel, e Vaud. Le Camere di commercio e dell’industria della Svizzera tedesca operano individualmente, ma seguendo lo stesso schema.


Link ai risultati delle Camere degli altri Cantoni che hanno condotto l’inchiesta comune (alcuni dati sono accessibili solo ai soci delle rispettive Camere)

VD :    
CVCI – Chambre vaudoise du commerce et de l’industrie – Enquêtes conjoncturelles

JU :     
Chambre de commerce et d’industrie du Jura – Chambre de commerce et d’industrie du Jura

NE :     
Les entreprises neuchâteloises, en particulier les industrielles, entrent dans le dur.  CNCI

FR :      
CCIF – Communiqué : L’activité ralentit toujours dans les entreprises fribourgeoises – Perspectives compliquées

GE :    
Geneva Chamber of Commerce, Industry and Services – Chambre de commerce, d’industrie et des services de Genève

Inchieste condotte da altre Camere di commercio e dell’industria svizzere con i propri associati

BE :
https://www.baerntoday.ch/bern/kanton-bern/der-fachkraeftemangel-bereitet-den-berner-kmu-am-meisten-sorgen-155171646

BS/BL
Stimmungsbarometer | Handelskammer beider Basel HKBB – Handelskammer beider Basel

SO :

Wirtschaftsinformationen

Svizzera centrale :
Wirtschaftscockpit | IHZ

Svizzera orientale (SG, TG, AI, AR) : 
Konjunkturanalysen – IHK St.Gallen-Appenzell

ZH
Zürcher Wirtschaftsmonitoring September 2024

Alcune Camere di commercio e dell’industria si basano di regola sui rapporti degli Uffici cantonali di statistica oppure su valutazioni del KOF.


Materiale informativo


Archivio delle edizioni passate

Sostenibilità: 7 novembre 2024, al Centro Professionale del Verde di Mezzana

Si è svolta il 7 novembre 2024, al Centro Professionale del Verde di Mezzana, la serata dedicata al rapporto di sostenibilità semplificato organizzata dall’Ente Regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ERS-MB) e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti), in collaborazione con la Società commercianti del Mendrisiotto, l’Organizzazione turistica del Mendrisiotto e Basso Ceresio (OTR-MB) e con il sostegno di SUPSI e di Banca Stato.

Quattro associazioni, sostenute dalla SUPSI e da Banca Stato, hanno unito le forze per trattare un argomento di interesse comune e di crescente rilevanza internazionale: la responsabilità sociale d’impresa. Un tema che concerne tutti; i colossi multinazionali, le grandi e medie imprese, ma anche le pmi, i piccoli commerci, i Comuni, le associazioni, i patriziati, fino ad arrivare alle famiglie e ai singoli cittadini quali parti attive di una comunità.

Nei saluti di apertura, il direttore di ERS-MB Claudio Guidotti e il CSR Manager della Cc-Ti Gianluca Pagani hanno subito spiegato come l’obiettivo, posto dai rispettivi enti per la serata, fosse quello di aiutare gli oltre cento partecipanti – appartenenti a quasi tutte le categorie sopra elencate – a fare, tutti insieme, un passo concreto verso la sostenibilità; condividendo esperienze e buone pratiche. Il singolo impegno conta e investire nella misurazione e nel monitoraggio del proprio impatto ambientale e sociale, oltre ad essere un importante elemento competitivo, permette di intraprendere un percorso arricchente che tocca tutti i valori aziendali.

Nell’ampio ventaglio di strumenti a disposizione, il rapporto semplificato sviluppato dalla Cc-Ti con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), ha il vantaggio di fornire uno strumento accessibile a tutti. La docente e ricercatrice della SUPSI Jenny Assi e il CSR Manager della Cc-Ti Sergio Trabattoni hanno spiegato come il modello sia nato proprio per rispondere a un’esigenza specifica: aiutare le piccole attività a dotarsi di un rapporto di comunicazione e di pianificazione di applicazione semplice, economica ed efficace. In questo senso le testimonianze del direttore di Borgovecchio SA Carlo Crivelli e della direttrice dell’OTR-MB Nadia Lupi hanno confermato come questi aspetti siano stati cruciali nella scelta di valersi di tale piattaforma, condividendo con i presenti le rispettive esperienze, i risultati raggiunti, ma anche i dubbi iniziali e gli elementi critici riscontrati durante il percorso. Entrambi hanno anche evidenziato come, per le aziende nel settore del turismo, tale rapporto permetta di ottenere il riconoscimento Swisstainable Level II. Infine, Walter Bizzozero, esperto in materia di commesse pubbliche, ha presentato le modifiche normative che hanno visto l’inserimento della CSR quale criterio di aggiudicazione con un peso specifico del 4% nella valutazione dell’offerente.

La serata si è conclusa con la presentazione da parte di Guidotti del Bando sostenibilità di ERS-MB che prevede la messa a disposizione di un importo complessivo di 10’000 franchi sull’arco di tre anni a sostegno delle realtà che desiderano valutare il proprio impegno nell’ambito della sostenibilità e della responsabilità sociale tramite il rapporto semplificato e l’eventuale ulteriore Dichiarazione di conformità rilasciata da Cc-Ti e riconosciuta sia dal DFE che dall’ufficio di vigilanza sulle commesse pubbliche. Step importanti che richiedono impegno, ma accessibili a tutti e dai risultati tangibili; da qui la necessità di fare, insieme, piccoli passi concreti.

Serata imprenditori del Comune di Mezzovico-Vira del 06.11.2024

Uniti nel presente per decidere il nostro futuro (COMUNICATO STAMPA)

Serata di grande significato quella del 06 novembre scorso per il Municipio.
Era infatti previsto il tradizionale momento che il Comune di Mezzovico-Vira dedica, dal 2009, con scadenza biennale, agli imprenditori attivi sul suo territorio.
Una serata pensata espressamente per ribadire la vicinanza dell’Autorità politica al proprio mondo industriale e sottolineare il felice connubio con lo stesso sin dai primi anni ’70.

Per rafforzare ancora di più questo sentimento di unione l’incontro è stato organizzato, simbolicamente, in collaborazione con la Camera di Commercio e dell’Industria del Canton Ticino con la presenza sia del suo Direttore Luca Albertoni sia del CSR Manager Gianluca Pagani quali graditi relatori; proprio a sottolineare come la collaborazione e il dialogo tra tutti gli attori potrà contribuire ad affrontare in maniera proattiva il futuro prossimo del mondo economico ed industriale ticinese.

Anche in questa occasione l’interesse suscitato è stato grande, con più di novanta partecipanti in rappresentanza di svariati settori economici,  sicuramente attratti anche dai temi di attualità proposti per questa occasione ovvero “L’andamento dell’economia ticinese in un contesto sempre più instabile” presentato appunto dal Direttore della Camera di Commercio e dell’Industria Luca Albertoni  e “gli strumenti messi a disposizione delle imprese da parte della Camera di commercio per gestire al meglio le questioni legate alla responsabilità sociale delle imprese” esposti dal CSR Manager Gianluca Pagani.

Il Sindaco Mario Canepa, visibilmente soddisfatto per la folta presenza ha voluto sottolineare, a questo proposito <<la determinazione e la forza d’animo che gli imprenditori hanno nel portare avanti, in situazioni non sempre facili, lo scopo aziendale, indicando  inoltre che  << ben conscio della qualificata realtà industriale, che ha fatto conoscere in maniera positiva il nome di Mezzovico-Vira in Ticino, in Svizzera e in molti importanti paesi all’estero,  il Municipio è sempre ricettivo e ben disposto nel sostenere progetti concreti. Occasioni come questa favoriscono il rafforzamento e il dialogo tra ente pubblico e privato; due mondi che, purtroppo e per svariati motivi, viaggiano a velocità diverse>>.

Al termine degli interventi i presenti hanno potuto continuare la serata in maniera conviviale con un ottimo aperitivo-cena offerto, occasione propizia per uno scambio di idee e approfondimento delle conoscenze reciproche, in un clima gioviale e rilassato, tra le diverse realtà economiche e politiche che hanno partecipato alla serata.


Comunicato stampa – Comune di Mezzovico-Vira

La certezza di un tessuto imprenditoriale dinamico è fondamentale per la solidità del Cantone

Comunicato stampa della 106esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) ha tenuto oggi, 20 ottobre 2023, presso l’Espocentro di Bellinzona, la sua 106esima Assemblea generale ordinaria.
L’evento si è svolto con il supporto dei due sponsor principali EFG Private Banking e Swisscom.

Alla presenza di circa 350 partecipanti, l’Assemblea ha confermato all’unanimità la Presidenza di Andrea Gehri per i prossimi quattro anni.  
Nell’Ufficio presidenziale (composto di 21 elementi in rappresentanza di tutti i settori economici del Cantone), Federico Haas, vicepresidente di Hotelleriesuisse Ticino, è stato nominato in sostituzione dell’uscente Lorenzo Pianezzi.

Dopo i lavori assembleari vi sono stati gli interventi del Presidente delle Cc-Ti, Andrea Gehri, del Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta e del Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni. Quest’ultimo ha introdotto, unitamente al Consigliere di Stato e Direttore del DI Norman Gobbi, l’ospite d’onore. Il Comandante di corpo Thomas Süssli, capo dell’esercito svizzero.

La centralità del ruolo dell’imprenditore

Il Presidente Andrea Gehri ha incentrato il suo discorso sul ruolo fondamentale dell’imprenditore nella società. Ruolo purtroppo spesso misconosciuto, malgrado sia centrale per la crescita del paese. Senza l’assunzione di rischi, la spinta innovativa e gli investimenti delle imprese non sarebbe possibile creare e mantenere posti di lavoro. Quindi ne soffrirebbe tutto il paese. Anche le riforme invocate, come la recente proposta del Consiglio di Stato di intervenire su determinate aliquote per le persone fisiche e l’imposizione delle successioni e delle rendite previdenziali, non hanno certo lo scopo di provocare discriminazioni o favorire indebitamente determinati gruppi. Bensì sono essenziali per mantenere interessante il Ticino come terra del “fare impresa”, pena la perdita persone fisiche e aziende fondamentali per finanziare un sistema sempre più “costoso”.

Restano aperti molti fronti carichi di insidie, perché anche per le aziende l’inflazione ha conseguenze importanti e la crescita di molti costi rappresenta una minaccia per tutti. Dalle materie prime, all’energia, passando per i costi creati dalla crescente burocrazia, le incognite per il futuro sono parecchie. Solo permettendo al tessuto imprenditoriale di fare il proprio lavoro e di creare ricchezza per sostenere l’importante meccanismo ridistributivo, sarà possibile superare anche i momenti più difficili.

Il Direttore della Cc-Ti ha dal canto suo aggiunto come nelle altre regioni elvetiche non sia tabù parlare della centralità del ruolo delle aziende e come sia insensata l’ossessione di combattere i ricchi, visto che ad esempio, citando il padre dell’AVS, l’ex Consigliere federale Hans-Peter Tschudi, “I ricchi non hanno bisogno dell’AVS, ma l’AVS ha bisogno dei ricchi”. Aggiungendo che non solo l’AVS ha bisogno di contribuenti forti, bensì tutto il sistema fiscale e finanziario cantonale dipende da loro.

L’impegno del Cantone per rendere il Ticino un luogo sempre più attrattivo e favorevole all’imprenditorialità

Il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Christian Vitta, dopo una panoramica sulla situazione macro-economica attuale, ha rimarcato l’importanza di volgere lo sguardo al futuro, continuando a lavorare per rendere il Ticino un territorio sempre più attrattivo e, in maniera particolare, favorevole all’imprenditorialità. Il Consigliere di Stato si è così soffermato su alcuni fattori che contribuiscono a creare le migliori condizioni quadro e a favorire una crescita economica armoniosa e duratura. Proprio in questo senso, il Cantone continua a lavorare per un quadro fiscale moderno e competitivo, per rafforzare l’innovazione nel nostro territorio, per un mercato del lavoro dinamico e per ritrovare un equilibrio delle finanze pubbliche.
In conclusione, il Consigliere di Stato ha espresso i suoi ringraziamenti alla Camera di commercio in quanto interlocutore prezioso per il Dipartimento delle finanze e dell’economia che permette allo Stato di disporre di vigili antenne a stretto contatto con le realtà economiche del territorio.

Politica di sicurezza e sistema di milizia

L’intervento del Comandante di corpo e Capo dell’esercito svizzero ha sottolineato l’importanza del settore militare come attore economico. Ma soprattutto è stata evidenziata l’importanza del sistema di milizia, essenziale non solo per l’esercito stesso, ma anche perché costituisce un fondamentale elemento di permeabilità tra l’armata e l’economia, molto utile anche per le aziende, soprattutto negli aspetti gestionali. Il Comandante ha poi anche portato qualche riflessione sul ruolo della difesa svizzera nel teso contesto geo-politico internazionale.


L’evento nei media

Stampa e portali online

Video/audio


Discorsi


Gallery fotografica

Rivivete i momenti più importanti


Scoprite gli highlights della serata


Approfondimenti

Leggete quanto emerso nelle precedenti Assemblee:

Finanza pubblica e fiscalità: due facce della stessa medaglia

Comunicato stampa – 09.10.2023

È stato presentato oggi uno studio della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), commissionato dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino (Cc-Ti), che analizza la struttura della finanza pubblica e del sistema fiscale ticinesi. Si tratta del primo studio di questo genere per il Ticino, ispirato a un lavoro che la Camera di commercio, dell’industria e dei servizi di Ginevra svolge da anni. Lo scopo del lavoro è soprattutto di fotografare la situazione della finanza pubblica con dati oggettivi, per avere uno strumento attendibile anche quando si tratta di discutere di fiscalità e del margine di manovra del Cantone.

Il Presidente della Cc-Ti, Andrea Gehri, ha ribadito che una fiscalità attrattiva incoraggia lo sviluppo economico, perché le aziende, se dispongono di maggiori risorse finanziarie, possono investire e creare impieghi. Con innegabili benefici anche per le finanze pubbliche che permettono quindi anche al cantone di migliorare la propria competitività.

Il Responsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI, Professor Samuele Vorpe, e l’avvocato Francesca Amaddeo, docente-ricercatrice presso lo stesso Centro, hanno illustrato le due parti dello studio. È ad esempio emerso che il gettito fiscale nell’ultimo decennio è aumentato e, malgrado il difficile periodo pandemico, è rimasto sostanzialmente stabile. In questo senso, la situazione della finanza pubblica può essere inquadrata bene con l’indice di sfruttamento fiscale, che mostra come il Ticino, benché Cantone finanziariamente debole, abbia una crescita delle entrate fiscali rispetto al proprio potenziale di risorse. Dato che va rapportato alla costante crescita della spesa pubblica negli ultimi venti anni, che ha più motivi. Sulla struttura fiscale, lo studio ha valutato in particolare il rapporto tra PIL, gettito fiscale ed entrate, gli aspetti di concorrenza intercantonale e intercomunale, l’imposizione delle persone facoltose e dei cosiddetti “globalisti”, come pure su quella dei frontalieri, oltre ovviamente all’imposizione delle persone giuridiche.

Il Direttore della Cc-Ti, Luca Albertoni, ha rilevato come il tessuto economico estremamente dinamico e resistente alle varie crisi degli ultimi anni abbia garantito un’importante sstabilità delle entrate fiscali, ma insufficiente per rispondere a una spesa pubblica che sembra crescere in maniera incontrollata. Per la finanza pubblica emerge quindi soprattutto un problema sul fronte delle uscite e del conseguente indebitamento. Questione che potrebbe essere acuita a causa dell’evoluzione demografica che porta verso una popolazione più anziana e necessitante di maggiori cure e quindi di spese in materia sanitaria, a fronte di una diminuzione dei contribuenti. Anche i nuovi modelli di lavoro, con la crescente richiesta di modelli di occupazione a tempo parziale, vanno monitorati in relazione a possibili effetti fiscali.

Lo studio avrà una cadenza regolare e sarà costantemente aggiornato, in modo da contribuire costruttivamente al sempre vivace dibattito sulla finanza pubblica e sulla fiscalità.


SCARICATE LO STUDIO “Finanza pubblica e fiscalità 2023 Cantone Ticino”

(Questa versione dello studio verrà aggiornata prossimamente in modo definitivo)

Un passo fondamentale verso una fiscalità moderna

Comunicato stampa – 13.07.2023

Il progetto di riforma fiscale presentato in data odierna dal Consiglio di Stato, costituisce un passo fondamentale per rendere più moderno e al passo con i tempi il sistema fiscale ticinese. Gli interventi previsti per la Legge tributaria sono urgenti e assolutamente necessari, correggono delle distorsioni che penalizzano molti contribuenti e il Canton Ticino nella concorrenza intercantonale. La riforma, compatibile con la manovra di rientro finanziario del cantone, ha il pregio di tenere conto dell’evoluzione del contesto fiscale internazionale e nazionale, concretizzando il mandato conferito al Governo dal Parlamento cantonale nel 2019. Si tratta di misure che rendono il Canton Ticino maggiormente attrattivo per chi vuole investire e risiedere nel nostro cantone, generando in tal modo entrate fiscali e posti di lavoro a beneficio di tutti. 

E’ noto che i redditi alti in Ticino hanno un’imposizione fiscale molto elevata, non concorrenziale con quella degli altri cantoni. Un intervento in questo ambito, come previsto dal progetto di riforma fiscale, è quindi assolutamente necessario e urgente, perché è riferito a contribuenti fondamentali per le entrate delle casse cantonali e quindi anche per il sistema di ridistribuzione. Questa necessità di intervento è ancora più urgente se consideriamo l’introduzione dell’imposta minima globale per le aziende, accettata in votazione popolare lo scorso 18 giugno. Questo nuovo sistema porta a un innegabile cambio di paradigma, con un maggiore accento sulla concorrenza fiscale delle persone fisiche legate alle aziende, in particolare i dirigenti con redditi elevati. Intervenire sull’imposizione dei redditi alti significa garantire la permanenza in Ticino di professionisti e imprenditori essenziali per il nostro sistema, nonché poterne attrarre di nuovi.

Per i lavoratori dipendenti importante è anche la possibilità di aumentare le deduzioni fiscali per spese professionali, prendendo spunto e migliorando quanto già oggi applicato a livello federale. Una misura che va a favorire anche e soprattutto il ceto medio.

Le agevolazioni previste per la successione e le donazioni sono pure misure importanti e rispondo alle nuove realtà della famiglia e della società. Fondamentale per l’economia risultano le agevolazioni a favore della successione aziendale. Attualmente le regole sono molto penalizzanti e accentuano la già notevole difficoltà della trasmissione di un’azienda, spesso impossibile perché troppo costosa. La riforma permette di alleviare questo problema, favorendo anche il passaggio di un’azienda ai dipendenti e quindi permettendo di salvaguardare la continuità e il know-how di cui le imprese dispongono e quindi di riflesso di tutelare il tessuto economico cantonale.

Infine, la riduzione dell’imposizione sui capitali previdenziali ritirati è importante perché permette di mantenere in Ticino persone altrimenti attratte da altri cantoni vicini con imposizioni più favorevoli. In questo modo, la misura si finanzia da sé, attraverso appunto i contribuenti che rimangono o arrivano nel nostro cantone.

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino sostiene e invita a sostenere senza indugio la riforma proposta dal Consiglio di Stato.


MAGGIORI INFORMAZIONI: Cristina Maderni, Vicepresidente Cc-Ti, 079 620 49 83

Sì ad una fiscalità conforme al modello OCSE: per la Svizzera, per il Ticino

Il prossimo 18 giugno, i cittadini saranno chiamati alle urne su tre temi di carattere federale, tra cui la riforma OCSE per l’imposizione minima delle imprese attive a livello mondiale con un fatturato di almeno 750 milioni all’anno. Il Canton Ticino non figura tra i cantoni direttamente più toccati dalle modifiche tributarie. Ma indirettamente la riforma riveste una grande importanza per la nostra regione, per le imprese stesse e per l’erario. Per questa ragione l’Associazione imprese di famiglie (AIF), l’Associazione industrie ticinesi (AITI) e la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) invitano a votare Sì alla riforma OCSE.

COMUNICATO STAMPA

Garanzia della stabilità del mercato finanziario: il Consiglio federale approva e sostiene l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS

Il Consiglio federale approva la prevista acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Al fine di rafforzare la stabilità del mercato finanziario, fino alla conclusione dell’acquisizione la Confederazione concede una garanzia per un sostegno supplementare di liquidità a Credit Suisse da parte della Banca nazionale svizzera (BNS). Questo sostegno serve a garantire la liquidità di Credit Suisse e un’attuazione riuscita dell’acquisizione. L’intervento mira a tutelare la stabilità finanziaria e l’economia svizzera.

Fonte: CF

Comunicato stampa: Garanzia della stabilità del mercato finanziario: il Consiglio federale approva e sostiene l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS (admin.ch)

La nuova GMDSI a difesa della Svizzera italiana nelle comande militari

Si è presentata in data 13 febbraio 2023 ai media la neonata associazione “Gruppo materiale difesa e sicurezza della Svizzera italiana (GMDSI)”.

Associazione senza scopo di lucro, il GDMSI si propone di unire le forze dell’industria ticinese attiva in questo settore, per rafforzarne l’immagine, difenderne gli interessi presso le istituzioni e promuoverne la partecipazione alle operazioni di compensazione (i cosiddetti “offset”) degli acquisti militari svizzeri.

Come noto infatti, per ogni grande acquisto di nuovi sistemi d’arma esteri (in particolare di questi tempi nell’aviazione e nella difesa contraerea) i contratti prevedono degli acquisti di compensazione in Svizzera (sia diretti che indiretti, ovvero materiale militare, duale o anche puramente civile) che per legge devono essere ripartiti equamente fra le regioni linguistiche del paese.

Le aziende della Svizzera italiana, tuttavia, o non partecipano alle gare perché poco informate, o vengono regolarmente dimenticate da Berna in questa ripartizione, benché la relativa legge federale preveda che di regola il 5% della spesa debba giungere nella nostra regione.

Per questo motivo, un primo gruppo di aziende si è riunito in un comitato promotore che ha lanciato la neonata associazione, auspicando che nei prossimi mesi parecchie altre aziende interessate si uniscano a questo progetto.

Obiettivo primo è quello della circolazione dell’informazione – tutti i soci devono essere costantemente al corrente di quanto bolle in pentola in questo settore – del sostegno tecnico nelle gare di appalti e del lobbying presso le istituzioni nazionali.

Presieduto dall’on. Filippo Lombardi, il GMDSI può contare sull’appoggio del Dipartimento delle Istituzioni del Cantone Ticino, il cui sostegno è stato espresso in Conferenza stampa dal direttore On. Norman Gobbi, e della Camera di Commercio Cantone Ticino, per la quale ha preso la parola il direttore Luca Albertoni. Il segretario generale dell’Associazione è assunto dalla Swiss Communication Agency, nella persona della sig.ra Maria Luisa Bernini.

L’obiettivo è chiaro: unire gli sforzi per portare in Svizzera italiana contratti di fornitura, difendendo le capacità tecnologiche e soprattutto i posti di lavoro della regione.


SCARICA IL COMUNICATO STAMPA