Campione d’Italia: cambiamenti in atto

Dallo scorso 1° gennaio, con l’entrata in vigore della direttiva UE 2019/475, il territorio del comune di Campione d’Italia è entrato a far parte del territorio doganale dell’Unione Europea. Come devono comportarsi le aziende ticinesi?

Da sinistra: L. Albertoni, E. Cavadini, G. Binda, F. Maltauro

Nella mattinata del 27 gennaio si è svolto presso la Cc-Ti il primo Networking Business Breakfast del 2020. L’evento ha voluto centrare la propria attenzione su un tema di stretta attualità: la nuova realtà campionese, territorio che dal 1°.1.2020 è passato a tutti gli effetti sotto il regime doganale dell’UE. Cosa ha comportato questo cambiamento? Quale è l’impatto delle diverse normative per le aziende ticinesi che si recano a Campione d’Italia per forniture o prestazione di servizi? Quali le implicazioni?
Ne abbiamo parlato con Giorgio Binda, Capo-sezione tariffe e regimi doganali, AFD Lugano; Eros Cavadini, ispettore dell’ID Chiasso Strada e Francesco Maltauro, Capo Servizio Sezione della circolazione, Camorino; davanti ad una sala gremita di interessati.
Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, ha aperto l’evento passando subito la parola a Giorgio Binda ed Eros Cavadini.

Alcuni cenni su Campione d’Italia

Il Comune di Campione d’Italia conta oggi circa 2’000 abitanti e si situa in territorio svizzero, affacciandosi sul lago di Lugano. Si tratta di un exclave italiana. Dall’inizio del 2020, su richiesta dell’Italia, la Commissione Europea ha approvato la direttiva UE 2019/475 che prevede l’inclusione del comune nel territorio doganale dell’Unione Europea.

Conseguenze dal profilo doganale

Se fino alla fine del 2019, dal punto di vista doganale, la Confederazione considerava Campione come facente parte del territorio doganale svizzero in base al diritto consuetudinario internazionale, a partire dal 1° gennaio 2020 l’exclave doganale di Campione d’Italia e le acque italiane del Lago di Lugano sono entrate a far parte del territorio doganale dello Stato italiano/dell’UE.

L’entrata e l’uscita nel/dal territorio campionese è quindi soggetta, analogamente a quanto avviene già oggi agli altri valichi di frontiera italo/svizzeri, all’espletamento delle formalità doganali e valutarie, oltre a quelle derivanti dall’applicazione delle rimanenti normative dei rispettivi Stati. È stato creato un «ufficio doganale» al nuovo confine tra Bissone e Campione (suddivisione Bissone dell’Ispettorato doganale di Chiasso-Strada), vista l’assenza della necessaria superficie logistica per la realizzazione fisica dell’ufficio e la relativa area di controllo, sono e saranno previsti controlli mobili per il traffico turistico e controlli materiali presso uno spazio allo svincolo autostradale di Bissone per il traffico commerciale.
La situazione è in evoluzione, l’obiettivo generale è quello di implementare dei processi che, con i debiti accorgimenti, possano facilitare il disbrigo delle procedure. Vi sarà la possibilità di ulteriori adeguamenti futuri sulla base delle esperienze raccolte durante le prime settimane di gennaio, in materia di tipologie e volumi di traffico.

Cosa è emerso finora?
Il traffico campionese è basato esclusivamente su fornitori di prestazioni ticinesi, per cui si tratta di esportazioni di beni/merci di quantità ridotta, con un raggio d’azione entro – circa – i 50 km. Per determinati servizi vi è la necessità di assicurare il servizio 7 giorni su 7, giorno e notte (24/h). Quest’analisi ha permesso di stilare un elenco dei settori economici operativi in loco e delle loro specifiche necessità.
Per queste e altre situazioni incontrate son stati implementati dei processi (anche temporanei), come ad esempio:

  • Implementata procedura semplificata all’esportazione per invii sino a CHF 1000.- / 100 kg
  • Ove giustificato, autorizzato export/import di merce al di fuori degli orari d’apertura dell’ufficio doganale, senza riscossione della tassa fuori orario
  • Autorizzati concarichi laddove imprescindibile (esempio: ossigeno medicale)
  • Concluso accordi per casi particolari (servizi urgenti alla clientela, ecc.)
Visto l’evolversi della situazione e una mancata regolamentazione in essere dalla controparte italiana, invitiamo le aziende che avessero domande mirate per l’Amministrazione Federale delle Dogane a rivolgersi all’Ispettorato doganale Chiasso-Strada (tel. +41 58 483 41 02).

Automobili e circolazione

Un altro degli importanti cambiamenti con cui i cittadini campionesi dovranno confrontarsi è l’immatricolazione dei veicoli con targa svizzera (ticinese) con targhe italiane, in quanto le automobili dei residenti a Campione non potranno più essere immatricolate in Ticino.
Il processo riguarda oltre 1800 veicoli, che risulta abbastanza snello per la parte burocratica ticinese, ma può richiedere un po’ di tempo per il disbrigo della pratica a livello italiano. Visto che non è stata formalmente definita una transizione e l’accordo è in fase di definizione, presumibilmente la data termine potrebbe essere il 31.12.2020.

È stato anche posto l’accento su alcune problematiche assicurative, per quanto attiene delle disdette di contratti di assicurazione e di leasing delle automobili.

Per maggiori informazioni, il nostro Servizio giuridico resta a disposizione per le aziende associate alla Cc-Ti.

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Tendenze cantonali a confronto con le altre regioni svizzere

Da 10 anni a questa parte rileviamo presso i nostri associati l’andamento degli affari e le prospettive per l’anno successivo. L’indagine avviene in collaborazione con le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere, secondo uno schema uniforme e consolidato.

Per quanto riguarda il Ticino, il campione è costantemente di circa 300 aziende (330 per il 2019/2020) e interessante è il fatto che le tendenze che rileviamo sono in seguito sempre regolarmente confermate dai dati ufficiali cantonali e federali. Malgrado lo scetticismo che alle nostre latitudini accompagna ormai ogni notizia positiva riguardante l’economia cantonale, è un fatto che i dati ticinesi illustrano sempre un’evoluzione in linea con quella delle altre regioni svizzere. Per alcuni, con parametri addirittura migliori di zone come l’Arco lemanico, considerate unanimamente fra le più dinamiche e innovative. Come sottolineiamo sempre, non si tratta di esaltare oltre modo gli aspetti positivi e l’accusa di ignorare qualche fattore negativo è totalmente ingiustificata e ingenerosa. Si tratta piuttosto di aiutare a capire quali sono i punti di forza della nostra economia e far emergere le questioni delicate, magari meno note al grande pubblico, ma utili per un dibattito politico sereno e basato sui fatti.

Andamento stabile

Un elemento importante che emerge da vari anni e che è stato riconfermato anche dall’indagine 2019/2020 è la sostanziale stabilità della nostra economia. Stabilità che non è mai venuta meno anche in periodi molto difficili di grandi crisi (pensiamo alla questione franco-euro) e che conferma l’importanza di un tessuto economico diversificato come quello ticinese. Sono innegabili, e noi ne siamo consapevoli, le difficoltà di taluni settori (non segnatamente rilevate nella nostra inchiesta che osserva solo le tendenze generali dell’economia), ma queste per fortuna non hanno inficiato la situazione globale e i risultati tutto sommato positivi che risultano a saldo di tutte le situazioni specifiche. Non è un caso se, malgrado i brutali assestamenti del settore bancario, il gettito fiscale delle persone giuridiche negli ultimi dieci anni è rimasto costante, con importanti contributi di aziende di altri ambiti che hanno compensato quanto è venuto a mancare sul fronte della finanza. Non deve quindi stupire se dalle risposte dei nostri associati emergono tendenze positive, come attestato da 3 aziende su 4 che hanno confermato le aspettative espresse nel 2018. L’andamento generale degli affari, fra chi lo considera soddisfacente (42%) e chi lo ritiene buono (32%), può essere considerato di segno positivo. Così come le previsioni per il 2020 che, salvo cataclismi imprevedibili, sono improntate alla fiducia per il 74% delle imprese che hanno partecipato all’inchiesta. Interessante è il fatto che anche per le imprese votate all’esportazione, le cifre sono sostanzialmente le stesse, malgrado un contesto internazionale molto nervoso o ondivago, l’inasprimento dei conflitti commerciali, l’incertezza dei rapporti con l’Unione europea (UE) e sull’esito della Brexit, nonché le difficoltà di alcuni importanti mercati di riferimento.

Investimenti sotto pressione, ma molte iniziative per il territorio

Vi sono settori, come quello farmaceutico, che hanno investito e investono moltissimo in Ticino. Dobbiamo constatare però che a livello generale abbiamo osservato una flessione degli investimenti, soprattutto da parte delle aziende di più piccole dimensioni. Se le strutture grandi sembrano reggere alle insidie delle incertezze globali, quando le dimensioni si fanno più ridotte si osserva invece qualche comprensibile maggiore difficoltà. I 4 punti percentuali in meno rispetto al 2018 e le previsioni più prudenziali del solito per il prossimo futuro sono certamente riconducibili agli elementi di insicurezza derivanti dalla situazione internazionale caratterizzata da tensioni e guerre commerciali, ma non vanno trascurati elementi rilevanti anche sul fronte interno, visto che il cambiamento radicale di sistema fiscale a livello svizzero e cantonale, al momento dei rilevamenti, non era ancora completamente acquisito. E indubbiamente anche la pressione sui margini di utile ha giocato un ruolo. Interessante è comunque che, nel quadro della valutazione dei parametri riconducibili alla Responsabilità sociale delle imprese (CSR), si è registrato un buon livello di iniziative da parte delle imprese, che hanno fatto registrare ben 138 buone pratiche suddivise in 32 diverse tipologie di intervento in ambiti come la governance d’impresa, i rapporti con gli attori del mercato, con i collaboratori e con la comunità, senza dimenticare le differenti misure in campo ambientale.

Ritrova tutti i documenti relativi ai risultati dell’inchiesta congiunturale.

Presentati i risultati dell’Inchiesta congiunturale 2019-2020

Giunta alla decima edizione, l’Inchiesta congiunturale della Cc-Ti ha evidenziato trend e prospettive economiche cantonali.

Da sin.: L. Albertoni, G. Martinetti, J. Assi e A. Vergamini

In anteprima, i soci che hanno partecipato all’inchiesta congiunturale rispondendo al questionario inviato alla loro attenzione, sono stati invitati alla presentazione ufficiale dei risultati emersi all’evento dedicato tenutosi il 13 gennaio 2020, e che ha anticipato la conferenza stampa del giorno successivo rivolto esclusivamente ai media.

Durante l’evento, tenutosi presso il centro “Splash & Spa” di Rivera, sono intervenuti Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti; Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Jenny Assi, Ricercatrice SUPSI e Antonio Vergamini, Co-fondatore della Compagnia Finzi Pasca che ha raccontato la propria esperienza aziendale, ponendo l’accento sulle proprie misure nell’ambito della CSR.

Sulla base dell’annuale inchiesta congiunturale condotta presso i soci della Cc-Ti, emerge un andamento economico generale stabile e di segno abbastanza positivo malgrado le numerose incertezze del panorama internazionale. Ciò risulta essere in linea con le tendenze delle altre regioni svizzere e quelle nazionali.

Flessione degli investimenti

Si nota una flessione degli investimenti effettuati e previsti nel 2020. Malgrado i valori rimangano a buoni livelli, occorre prestare attenzione a questa tendenza che può essere imputata a varie cause, come ad esempio alle tensioni internazionali, ad alcune incertezze a livello interno e alla costante erosione dei margini in atto da diversi anni e che ora si manifesta anche nel campo degli investimenti.

Le previsioni per il 2020 restano comunque in linea con l’andamento del 2019, a differenza di altri cantoni che, disponendo di un’economia meno diversificata, prevedono un rallentamento degli affari.

Focus sulla responsabilità sociale delle imprese (CSR)

L’inchiesta ha anche fatto emergere un buon livello di sensibilità delle imprese verso il tema della Responsabilità sociale delle aziende (CSR), con molte azioni e iniziative concrete messe in atto soprattutto da aziende di grandi dimensioni. I risultati dimostrano come il tema sia sentito e venga tradotto in azioni concrete di diverso tipo. Sono infatti state individuate 138 buone pratiche suddivise in 32 tipologie, che toccano tutti gli ambiti della CSR (dalla governance, ai rapporti con il mercato, con i collaboratori, con la comunità e con l’ambiente). Anche la mobilità aziendale è stato un argomento sollevato: sono emersi infatti dati interessanti per quanto attiene piani di mobilità o la promozione di misure per l’uso dei mezzi pubblici.

Un campione rappresentativo

Hanno partecipato all’inchiesta 330 imprese associate alla Cc-Ti, che impiegano in tutto 19’978 dipendenti nel cantone. Si tratta di 97 aziende del settore industria-artigianato e di 233 del comparto commercio e servizi. È ormai un campione di aziende consolidato di un rilevamento che si svolge da dieci anni. I risultati sono quindi da considerarsi attendibili e rispecchiano la situazione reale del nostro Cantone. Inoltre, le tendenze che emergono sono sempre confermate da altre ricerche congiunturali condotte da istituti federali e cantonali e dai dati ufficiali della Confederazione.

L’inchiesta è stata condotta unitamente alle Camere di commercio e dell’industria di Friborgo, Giura, Neuchâtel e Vaud.

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L’evento nei media

Quotidiani, radio e TV

Media online

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Zoom sull’evento “Click, informazione, formazione”

Un approfondimento televisivo curato da Teleticino dedicato all’evento della Cc-Ti dello scorso 26 novembre.

Click, informazione, formazione” è stato l’ultimo evento del 2019 per la Cc-Ti, organizzato in collaborazione con i partner tematici Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA, Cornèrcard Swisscom. Durante questo appuntamento, tenutosi il 26 novembre nella suggestiva cornice del Cinema Lux a Massagno, l’attenzione è stata posta alla manipolazione delle informazioni e delle news in rete, all’importanza di essere flessibili e capaci di rispondere in modo incisivo all’adattamento dei modelli di business e alla formazione continua dei dipendenti.

In questa puntata speciale di Zoom, curata ed andata in onda su Teleticino, ritroviamo spunti interessanti sul tema. Intervengono Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti;  Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA;  Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA e Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA.

Scopriamo allora insieme quanto emerso. Buona visione!

Zoom sulla missione in Cina della Cc-Ti

Dall’1 all’11 novembre la Cc-Ti ha accompagnato in Cina una numerosa delegazione ticinese. Ecco un approfondimento video curato da Teleticino su quest’esperienza.

La Cc-Ti ha organizzato, in collaborazione con la Città di Lugano, Swiss Chinese Chamber of commerce, Swiss Centers China e Switzerland Global Enterprise (S-GE), una missione in Cina dall’1 all’11 novembre 2019. L’intenso programma prevedeva incontri e visite imprenditoriali in 4 città: Pechino, Hangzhou, Shanghai e Shenzhen.

In questa puntata di Zoom,  curata e andata in onda su Teleticino, intervengono Chiara Crivelli, Head of the International Desk Cc-Ti; il Sindaco di Lugano On. Marco Borradori; Massimo Cerutti di Caffè Cerutti e Matteo Paolocci di Suisse Frame. 

Scopriamo allora insieme quanto emerso. Buona visione.

Per un pugno di “click”!

Nell’ottica della sensibilizzazione verso il ‘digitale’ per il mondo imprenditoriale, abbiamo posto l’attenzione su consapevolezza, attuali business model e formazione continua.

I relatori della serata: Luca Albertoni, Andrea Gehri, Roberto Pezzoli e Francesco Arruzzoli

Nella serata del 26 novembre 2019, nella suggestiva cornice del Cinema Lux a Massagno, si è svolto l’ultimo evento tematico del 2019 – organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con i suoi partner tematici 2019 Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, Swisscom – intitolato “Click, informazione e formazione“.
Sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA; Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA e Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA.

Nuovi elementi al dibattito

L’ampio lavoro di sensibilizzazione che la Cc-Ti sta portando avanti da tempo sull’economia digitale (con eventi, approfondimenti, prese di posizione, formazioni mirate, ecc.) atto ad accrescere il dialogo e le conoscenze sul tema, si è arricchito in quest’occasione di nuovi spunti di riflessione. È stato questo il tema del saluto di benvenuto di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, che ha poi moderato l’evento del 26 novembre 2019. Un’attenzione peculiare è stata dedicata alla manipolazione delle informazioni e delle news in rete, all’importanza di essere flessibili e capaci di rispondere in modo incisivo all’adattamento dei modelli di business e alla formazione continua dei dipendenti.

L’oro nero del terzo millennio

In un’economia globale connessa e tecnologica i dati rappresentano ciò che viene definito “l’oro nero del terzo millennio”. È incredibile come nella società odierna la condivisione di informazioni (spesso anche rilevanti come numeri di carte di credito, foto, opinioni, adesioni ad associazioni varie, ecc.) e di dati, avvenga spesso in modo inconsapevole, con un click. Francesco Arruzzoli, Cyber security Architect di Gruppo Sicurezza SA ha portato numerosi esempi nella sua presentazione, in primis quello dei social network o di aziende attive in settori diversi nell’ambito della sharing economy. A ciò si aggiungono sempre nuove minacce, come le recent “deep fake news” (ossia una nuova tecnica di creazione di notizie false utilizzando un doppiaggio video e audio tramite intelligenza artificiale. Così combinate, si sovrappongono nuovi contenuti falsi a immagini e video originali, creando delle distorsioni).
Chi trae vantaggio da questo numero di informazioni “fuori controllo”? Le aziende che acquistano questi dati per vendere prodotti e/o servizi a terzi e vere e proprie organizzazioni criminali che collezionano miliardi di credenziali e dati per poi rivenderli.
Nonostante protezioni e tecnologia abbiano fatto passi da gigante nell’implementazione di misure di sicurezza, così come una maggiore attenzione è sempre più data alla formazione continua dei collaboratori per responsabilizzare e sensibilizzare il personale, l’anello “debole” della “catena della sicurezza” continua a restare l’essere umano.

L’azienda deve reagire

La risposta va data in modo propositivo. Perché è così importante conoscere i modelli di business ed essere flessibili nell’innovarsi? Viste le sfide con cui le aziende sono confrontate, analizzare il proprio business model e attuare misure di adattamento/innovazione è imperativo. Occorre stravolgere la logica dominante, valutare le possibilità che offrono i business model esistenti e dotarsi di un approccio sistematico. Roberto Pezzoli, Partner, Gruppo Multi SA ha fatto una panoramica sui differenti approcci al ‘Business Model Innovation’, illustrando con numerosi esempi i casi di successo (Nespresso, Ikea, Gillette, ecc.), sottolineando come le aziende e le organizzazioni siano entità composte da persone, dove uno degli elementi chiave per il successo sia sempre la costante cura della formazione e dell’aggiornamento dei dipendenti.

La centralità della persona

Nella relazione di Andrea Gehri, Direttore Gehri Rivestimenti SA – intervistato da Luca Albertoni – è stato posto l’accento sulla rilevanza dell’individuo, malgrado lo sviluppo tecnologico. Soprattutto nell’ambito artigianale, di cui Gehri è testimone, la manualità e la creatività restano le caratteristiche fondamentali, valido trasversalmente anche per altri settori economici. L’innovazione digitale gioca certamente un ruolo incisivo nella governance aziendale, ciononostante la vera centralità è l’essere umano e la sua crescita personale.
I settori scolastico e formativo sono chiamati a responsabilizzarsi e aggiornare i propri percorsi in modo continuo per garantire la necessaria preparazione e attualizzare le competenze degli individui.

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Missione Cc-Ti nell’Impero Celeste: la voce ai protagonisti

Vi proponiamo alcune testimonianze dirette raccolte fra i partecipanti della delegazione ticinese che si è recata in Cina all’inizio di novembre.

Alessandra Gianella, economiesuisse

La missione in Cina organizzata dalla Cc-Ti è stata una grandissima opportunità per vivere di persona i cambiamenti in atto e i nuovi trend, soprattutto quelli della digitalizzazione. Beijing, Hangzhou e Shanghai sono delle realtà in continuo sviluppo e grazie alle visite aziendali in loco abbiamo approfondito il dialogo con vari attori per future collaborazioni. Da molti anni la Svizzera e la Repubblica popolare cinese intrattengono relazioni bilaterali molto intense e nel 2020 festeggeremo i 70 anni. Inoltre, dal 2010 la Cina è il principale partner commerciale della Svizzera in Asia e il terzo partner commerciale in assoluto dopo l’UE e gli USA. Grazie all’accordo di libero scambio tra Svizzera e Cina in vigore dal 2015 le relazioni si sono ulteriormente intensificate. In conclusione, ci tengo a ringraziare la Cc-Ti, Chiara Crivelli per l’ottima organizzazione e tutto il gruppo per le interessanti riflessioni e condivisioni emerse da questo viaggio. Sono certa che in futuro avremo altre occasioni per incontrarci e riflettere su possibili scenari futuri legati alla Cina.

Matteo Paolocci, Suisse Frame

Una missione più che utile, la definirei un’esperienza necessaria che mi ha permesso di allargare gli orizzonti, aprire ancora di più la mente lasciandomi ispirare da una realtà e una cultura in rapida evoluzione.
Ho avuto modo di vedere personalmente il funzionamento della società cinese su più aspetti e sono convinto che alcuni spunti mi saranno davvero utili per portare dei benefici concreti alla nostra realtà produttiva e commerciale.

Omar Beltraminelli, OB Multimedia

Con la missione Cc-Ti ho potuto recarmi in Cina. Ho toccato con mano i prodotti hi tech disponibili sul loro mercato e ho visto in dettaglio i loro sistemi di integrazione domotica. Grazie a questa esperienza, potrò anche io contribuire in maniera attiva allo sviluppo tecnologico del nostro cantone e delle nostre economie domestiche.
Molto stimolante è stata anche l’armonia che si è creata con i membri del gruppo, che ha creato sinergie interessanti.

Massimo Cerutti, Caffè Cerutti

La mia prima esperienza in Cina nella città di Shanghai, un viaggio ben organizzato dalla Cc-Ti, mi ha permesso di conoscere alcuni settori economici dove l’imprenditorialità e la digitalizzazione del mercato Cinese (interno ed estero) mi conducono ad alcune riflessioni che potremmo adottare per ottenere un migliore sviluppo economico per il Ticino come pure per la Svizzera.
A Shanghai si respira un’aria di “voglia di crescere e raggiungere standard sempre più elevati.
Grazie ai contatti avuti con ditte cinesi durante la “China International Import Expo”, organizzata dalla ICBC “China Europe CEO Summit” e la visita del parco industriale; gli scambi d’opinioni con svizzeri residenti sul posto, nonché con operatori svizzeri incontrati al “Swiss Center”, ho potuto farmi un’idea più realistica di questo mercato in continuo movimento ed estremamente digitalizzato. Le grandi aziende possono nascere oggi ed in breve tempo raggiungere fatturati importanti oppure, trovandosi in difficoltà, sparire rapidamente per l’avvento d’innovazioni. Le conferenze organizzate dalla Cc-Ti ci hanno illustrato in modo esaustivo come funziona il mercato cinese. Colossi come la piattaforma digitale ALIBABA e la visita ad un supermercato alimentare, in grado di consegnare prodotti freschi (per esempio pesce vivente nel lasso di 30 minuti dall’ordinazione) con le suggestioni di preparazione, cottura e provenienza del prodotto, mi hanno molto colpito.

Rileggete tutte le informazioni emerse dalla missione Cc-Ti in Cina!

Emirati Arabi Uniti: grande interesse da parte degli imprenditori ticinesi

Gli Emirati Arabi Uniti sono stati al centro dell’Evento Paese organizzato il 20 novembre presso l’Hotel Villa Sassa a Lugano dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co).

I relatori della serata, da sinistra: Gaetano Loprieno, Gehrard Romanescu, Donald McKernan, Patricia Ceppi Bota, Valentina Rossi, Marco Arrighini, Roberto Nanni e Ruedi Büchi.

L’interesse verso gli Emirati Arabi Uniti è alto e ne è stata la prova il numeroso pubblico presente alla conferenza dedicata a scoprire questo mercato. Gli Emirati Arabi Uniti sono un hub centrale che collega il mondo occidentale con quello orientale. La Svizzera, in seno all’AELS, può inoltre godere dei vantaggi dell’accordo di libero scambio siglato con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) ed entrato in vigore nel 2014, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. E gli EAU non mancheranno sicuramente di stupire in vista dell’Expo 2020, che renderà Dubai il fulcro mondiale dell’economia.

La perla del GCC

Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano la destinazione con il più alto volume di esportazioni svizzere tra i Paesi del GCC, ha sottolineato Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East di S-GE. Oltre alle classiche “tre T inglesi”, turismo, commercio e trasporti, gli EAU offrono opportunità interessanti anche in molti altri settori quali ad esempio la sanità, il medtech, le tecnologie aeronautiche e aerospaziali o ancora il cleantech, le energie rinnovabili o l’ICT. Quale migliore occasione quindi per conoscere gli EAU se non partecipare a Expo 2020? La Svizzera sarà presente con lo Swiss Pavilion, nel quale vi saranno momenti dedicati alle aziende elvetiche. Grazie al supporto di S-GE, gli imprenditori potranno attivamente prendere parte all’esposizione internazionale.

Per chi esporrà a Expo 2020, il supporto logistico sarà fondamentale. Gaetano Loprieno e Roberto Nanni di Cippà Trasporti SA suggeriscono di prepararsi per tempo e valutare l’utilizzo di un’esportazione temporanea della propria merce tramite il Carnet ATA. Gli Emirati Arabi Uniti non solo ospiteranno una fiera internazionale dai numeri da record, ma già oggi contano infrastrutture straordinarie come ad esempio il porto di Jebel Ali, il nono porto per container più grande al mondo.

Un settore di punta: il turismo

Gli EAU rappresentano una piazza interessante, ricca ed accogliente nonché facilitatrice nel fare business, ha evidenziato Gerhard Romanescu, Director di PwC. Con la giusta preparazione, possono infatti essere superati senza ostacoli le complicazioni legislative e culturali. Il turismo negli Emirati Arabi Uniti ha registrato un continuo progresso e diversificazione per diventare uno dei settori economici in maggiore crescita nel mondo. Secondo i dati presentati da Romanescu, 25 milioni di persone si recheranno a Dubai entro il 2025, portando la città ad essere la più visitata al mondo.

Rischio basso e inflazione modesta

Con un rischio di business considerato “basso”, gli EAU rappresentano un mercato relativamente sicuro. Le grandi società tendono inoltre ad avere un comportamento di pagamento adeguato. Le piccole e medie imprese possono invece rappresentare un rischio significativo di mancato pagamento, ha dichiarato Marco Arrighini, Head of Southern Region di Euler Hermes Switzerland, invitando a prestare attenzione poiché la legge sull’insolvenza non fornisce purtroppo molto sostegno.

Dall’inizio del 2019, il Paese ha subito una deflazione (2%) a causa del calo dei prezzi delle case e degli effetti dell’introduzione dell’IVA nel 2018 (5%). Nel 2019 Euler Hermes prevede che queste tendenze continueranno e che vi sarà una deflazione media per l’intero anno dell’1,4%, seguita da un ritorno a un’inflazione modesta di circa + 1,5%.

Sapersi adattare al mercato

A portare la propria esperienza diretta negli Emirati Arabi Uniti, la Soho Flordis International Switzerland SA (SFI), azienda di prodotti farmaceutici naturali presente a Bioggio – prima come Pharmanton poi come Ginsana – che oggi vende i propri prodotti in oltre 50 Paesi, come ha presentato Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands. SFI è presente negli EAU da oltre 33 anni e ha saputo adattare la sua strategia di vendita per penetrare in modo efficace sul mercato.  Come spiegato da Patricia Ceppi Bota, Sales Manager Middle East di SFI, anche il packaging dei prodotti venduti nelle farmacie è stato adattato alla cultura araba. Importante inoltre tenere conto delle diverse registrazioni necessarie per poter operare sul mercato, senza inoltre sottovalutare gli aspetti logistici per giungere a destinazione nelle tempistiche previste.  


Scarica le presentazioni:

Tourism & lodging sector in Dubai, Gerhard Romanescu, Director PwC

Trade Credit Risk Insights,  Marco Arrighini, Head of Southern Region, Euler Hermes Switzerland

Business Opportunities, Ruedi Büchi, Senior Consultant Middle East, S-GE

Gli aspetti logistici, Gaetano Loprieno, ufficio Commerciale e Roberto Nanni, capo area spedizioni aereo & mare, Cippà Trasporti SA

La testimonianza aziendale, Donald McKernan, Head of Business Unit SFI Brands e Patricia Ceppi Bota
Sales Manager Middle East, Soho Flordis International Switzerland SA


La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GECippà TrasportiCredit SuisseEuler HermesPwC e M.Zardi & Co SA

Aggiornamento delle competenze digitali

Risulta sempre più importante il perfezionamento dei collaboratori anche nell’ottica delle nuove tecnologie.

In una società sempre più tecnologica e dove termini quali ‘digitalizzazione’, ‘digitale’ e ‘progresso tecnologico’ sono all’ordine del giorno, è bene che ogni azienda si concentri anche sull’aggiornamento delle competenze digitali delle proprie risorse umane.
Proprio perché il capitale umano risulta essere quello più importante per la struttura aziendale, concentrarsi sul perfezionamento delle qualifiche (anche digitali) dei dipendenti è una strategia sulla quale puntare. Parliamo di “digital upskilling“. Nella mattina del 18 novembre la Cc-Ti, in collaborazione con PWC, vi ha dedicato un evento di networking, in cui sono intervenuti Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC, Lugano.

Verso una maggiore consapevolezza, cavalcando l’onda del cambiamento

È noto come l’economia digitale possa offrire prospettive di crescita in svariati ambiti aziendali, come pure facilitare la vita di tutti i giorni (professionale e privata). Occorre però porre l’accento sulla richiesta di consapevolezza da parte degli attori in gioco degli effetti e sviluppi tecnologici, che mutano in modo repentino. Come? La diffusione delle nuove tecnologie in ogni ambito produttivo e sociale genera l’affermarsi di modelli di business e di gestione aziendale innovativi. In questo contesto è imperativo che ogni azienda possa disporre di personale qualificato per rispondere alle rinnovate esigenze del mondo del lavoro. Il cambiamento in atto è inarrestabile, con un’apertura verso le opportunità da cogliere è possibile sfruttare i vantaggi che il ‘digitale’ porta con sé.

Parola d’ordine: formazione continua

Un’analisi e il monitoraggio frequente delle performances aziendali – nell’ottica di una strategia a 360° – può identificare le aree dove si necessitano misure da intraprendere: la formazione è una di queste.
I ‘mestieri del futuro’ andranno immaginati e preparati con corsi ad hoc, vista la rapidità con cui le competenze specifiche diventano obsolete. A fronte di ciò la manodopera sarà sempre più specializzata. Ecco dunque perché ogni azienda dovrebbe “mappare” le competenze, specialmente quelle digitali, di ogni collaboratore e pianificare azioni volte all’incremento delle stesse.

Quali skills verranno richieste in futuro?

Vengono identificati 3 tipi di competenze, che si suddividono in: cognitive, sociali e digitali. Nell’ambito digitale occorrerà far leva sugli aspetti tecnici di conoscenza delle infrastrutture e dei tool con cui si opera, accanto all’interazione tra uomo e macchina.

Un esempio concreto

In sala durante il Networking Business Breakfast è stata presentata la testimonianza di PWC, che ha introdotto da un lato un’app tramite la quale ogni dipendente ha potuto conoscere il proprio QI digitale e migliorarlo costantemente grazie agli input offerti dall’app, dall’altra degli e-learning di ‘digital upskilling’ con l’obiettivo di migliorare la propria conoscenza di determinati programmi quali Alterix e Power BI. L’invito ai dipendenti a seguire gli e-learning e a usare l’app è stato attivato con due metodologie: quale obiettivo personale delle performaces annuali e con la creazione di una competizione interna più ludica. Il tutto ha portato ad un allineamento delle competenze digitali di base per tutti i collaboratori.

Documentazione utile

Scarica la presentazione completa

Ulteriore approfondimento

Scopri la video intervista con Glenda Brändli, Partner financial service e Responsabile PwC Lugano. Con lei abbiamo approfondito alcuni aspetti dell’upskilling digitale.

Zoom dedicato alla 102° AGO Cc-Ti

Il 18 ottobre 2019 a Bellinzona si è tenuta la 102esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti. In questa speciale puntata di Zoom, interamente dedicata all’evento, ripercorriamo i momenti salienti con interviste mirate ai relatori.  

Durante l’appuntamento, organizzato con i partner  EFG Bank e Swisscom, Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, ha auspicato – dal canto suo – che anche al mondo imprenditoriale venga riconosciuta la credibilità che merita, sanzionando chi non rispetta le regole, ma rispettando il lavoro della stragrande maggioranza degli imprenditori onesti che contribuiscono alla crescita quantitativa e qualitativa del cantone.

Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Professor Dr. Lino Guzzella, ETH Zürich e Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!