Device as device: efficienza digitale garantita

Nell’epoca odierna, caratterizzata da grandi trasformazioni tecnologiche e innovazione, l’efficienza digitale gioca un ruolo importante per le aziende.

Viviamo il futuro

Sono innumerevoli le derivazioni dell’economia digitale e le sue ramificazioni nelle differenti attività quotidiane, sia professionali che private. Oggi più che mai stiamo andando verso un cambiamento del paradigma culturale. Pensiamo che i bambini che frequentano le scuola elementari andranno a svolgere dei lavori che fra 20 anni non esisteranno, così come i professionisti attivi oggi nel mercato del lavoro, utilizzano metodologie, modelli di business e spazi di lavoro che domani potrebbero sparire.
Recentemente – il 31 maggio scorso – è altresì stata inaugurata e stata resa funzionante la prima antenna 5G in Ticino: segno che il futuro dell’era digitale è già qui.

Sono questi gli spunti dell’introduzione di Lisa Pantini, Responsabile delle relazioni con i soci Cc-Ti, all’evento del 3 giugno “Efficienza digitale: la cultura del device-as-device“, organizzato in collaborazione con DOS Group, volto ad una riflessione a 360° gradi sui mutamenti in atto, sulla sensibilizzazione ed accompagnamento alle aziende già portato avanti negli anni con diverse sfaccettature dalla Cc-Ti (modelli di business, smart life, cyber security, ecc.).

Device as device per le aziende

Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA, ha presentato un nuovo modello di business che sta prendendo piede, chiamato “Everything-as-a-Service” in cui il cliente non acquista il prodotto fisico, bensì acquista un servizio che include il prodotto in questione assieme al suo supporto completo.

Si tratta di un sistema economico basato su politiche di prezzo a consumo, che garantiscono un’efficienza digitale e permettono all’azienda che lo assume di avere un budget IT più sistematico, allocando al meglio le risorse. Non si acquista più un prodotto, ma un servizio che comprende diversi elementi che, insieme, formano pc, prevenzione e assistenza.

Nell’ottica di un’ottimizzazione delle risorse e, dunque, di una gestione efficiente  dell’azienda, questo metodo possiede elementi vincenti poiché permette di analizzare e divenire proattivi, permettendo al contempo, anche la gestione unificata di più dispositivi e sistemi operativi diversi.

Nello specifico è stato presentato HP Device as a Service (DaaS), che  offre dispositivi ed accessori performanti che, con il giusto supporto ed assistenza, permette la gestione sinergica del parco dispositivi sotto un unico contratto. In questo modo è quindi possibile restare focalizzati sul proprio core business, avere un maggio controllo dei costi e nessun rischio di obsolescenza dell’infrastruttura IT.
Un ecosistema efficiente con analytics e report per l’azienda, sempre più orientata al digitale.

Proseguiamo il discorso…

Tratteremo un’altra sfaccettatura dell’economia digitale il prossimo 12 giugno, nell’evento “Check digitale: analizzarsi per crescere“, che si terrà presso l’USI a Lugano. Maggiori informazioni ed iscrizioni sono disponibili qui.

Un’intervista mirata

In questa video intervista con Stefano Doninelli, CEO di DOS Group SA e Jessica Tagliabue, Marketing Manager DOS Group SA, scopriamo le novità sul tema. Buona visione!

Il virtuale è sempre più reale

La Cc-Ti al servizio delle imprese ticinesi per sfruttare meglio le opportunità date dalle trasformazioni tecnologiche: tutti i dettagli in un evento dedicato il prossimo 12 giugno.

Nel 2007, quando Steve Jobs lanciò il primo iPhone, nessuno avrebbe mai immaginato cosa sarebbe diventato quello che sino allora era stato un semplice telefonino. Come, nel giro di un decennio, avrebbe cambiato la nostra vita e il modo di lavorare. Oggi con lo smartphone trasmettiamo foto e immagini, facciamo videochiamate, guardiamo film, ascoltiamo musica, leggiamo i giornali online, da lontano controlliamo le nostre case, ordiniamo e paghiamo la spesa. Senza lo smartphone, la sharing economy non avrebbe avuto una crescita così rapida, il mercato mondiale delle app non avrebbe già superato i 100 miliardi di dollari.
Più di ogni altro dispositivo, l’evoluzione dello smartphone dimostra le potenzialità enormi e gli sviluppi pratici della grande trasformazione indotta dall’economia digitale. Un’economia basata su un progresso tecnologico continuo, sempre più integrato e convergente, sistemico e pervasivo, che investe tutti gli ambiti dell’attività umana. Ecco perché per ogni impresa è indispensabile valutare l’uso e l’efficienza delle proprie risorse digitali, che vanno ben oltre l’utilizzazione del web e gli investimenti per aggiornare l’hard e il software aziendali.
A questa necessità è finalizzato l’evento “Check digitale: analizzare per crescere”, proposto dalla Cc-Ti per il prossimo 12 giugno presso l’Auditorium USI a Lugano.
Un appuntamento per esaminare concretamente l’avanzamento e l’impatto delle nuove tecnologie nell’impresa, per capire come sfruttare meglio le opportunità offerte dalla digitalizzazione. Ma l’economia digitale non è più solo una questione di risorse tecnologiche.

Sia per l’attività produttiva sia per la governance sociale, essa richiede oggi una visione prospettica capace di ripensare i confini tra virtuale e reale. Con l’avvento dell’Internet delle cose siamo, difatti, alla vigilia di un’altra grande ondata tecnologica. Nel 2020 oltre 40 miliardi di oggetti saranno collegati tra di loro in tutto il mondo, attraverso una rete planetaria di sensori che produrranno, scambieranno e utilizzeranno dati per migliorare, in ogni campo, beni e servizi già esistenti e crearne di nuovi.
Quel flusso incessante di dati, definito l’oro del terzo Millennio, che si va moltiplicando di anno in anno, subirà un’ulteriore, poderosa accelerazione. Si apriranno scenari inediti per l’analisi e il trattamento dei big data che già ora, oltre ad ottimizzare le catene della produzione e dei consumi, permettono anche una gestione più efficiente dei servizi collettivi: dalla distribuzione di acqua ed energia allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla sicurezza, dai trasporti pubblici alla soluzione dei problemi del traffico.
Possibilità da noi ancora poco utilizzate, perché manca una diffusa cultura pubblica ispirata alla filosofia “Open data”, con un approccio più dinamico e innovativo nell’affrontare i problemi collettivi. Si resta così intrappolati in quel “deficit percettivo” che non consente di vedere, e quindi di sfruttare, tutte le potenzialità delle tecnologie digitali.

Giappone: tra innovazione e tradizione

Nella nuova era denominata “bellissima armonia” (Reiwa), il Giappone rappresenta una nazione stabile e innovativa, pronta ad affrontare le sfide economiche e sociali del futuro. Le Olimpiadi di Tokyo nel 2020 non mancheranno di fornire opportunità anche per le aziende elvetiche, com’è stato sottolineato durante l’Evento-Paese del 21 maggio organizzato dalla Cc-Ti, in collaborazione con i partner Export (Switzerland Global Enterprise, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M. Zardi & Co.).

I relatori, da sinistra: Naoko Wada, Aurélie Barthère, Takashi Wada, Gabriel Haering, Valentina Rossi 

Primo mercato asiatico con il quale la Svizzera ha concluso un accordo di libero scambio bilaterale nel 2009, il Giappone è una nazione che gode di interessanti vantaggi competitivi, ha esordito Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. I nostri due Paesi sono inoltre molto similari, scarsi di materie prime ma riconosciuti entrambi per una cultura ricca di precisione e di affidabilità, a cui non manca la qualità dei servizi e dei prodotti.

Stabilità tra le incertezze globali

L’industria manifatturiera sta puntando ad una ripresa della produzione, ha sottolineato Aurélie Barthère, Vicepresident, Multi Asset Investment Management di Credit Suisse, ma le recenti tensioni a livello globale hanno rallentato la situazione finanziaria. I dati mostrano però come vi sia un aumento della forza lavoro e una migliore governance aziendale. La fiducia dei consumatori tende invece a diminuire nonostante le contromisure messe in atto.

Gerontech: super-invecchiamento della popolazione

Numerose le opportunità per le aziende elvetiche soprattutto nei settori Gerontech, Medtech, Agritech, HR Tech e Fintech, come ha sottolineato Naoko Wada, Senior Trade Advisor dello Swiss Business Hub Japan. Una delle sfide maggiori per il Giappone è quella generata dal super-invecchiamento della popolazione. Si stima infatti che entro il 2050 quasi il 40% dei cittadini avrà superato i 65 anni e servono quindi soluzioni per aiutare i residenti anziani nonché migliorare le strutture e le cure a loro fornite. Ecco quindi perché le prospettive per tutto ciò che concerne i settori appena citati – soprattutto nell’ambito del Medtech e Gerontech – rappresentano un interessante mercato di sbocco per le aziende elvetiche.

Naoko Wada ha inoltre voluto rimarcare come sia importante affrontare il Giappone in modo preparato e oculato: studiare il mercato, conoscere il proprio cliente o fornitore e prendere coscienza che il Paese del Sol Levante ha le sue regole sono fattori essenziali per poter approcciare adeguatamente. L’Asia non è infatti un grande unico partner: Cina, Corea del Sud o altre nazioni sono molto differenti nel modo di fare business giapponese e bisogna quindi sapersi adattare alla cultura e ai modi di porsi locali.

Un Paese sofisticato e innovativo

Perché quindi espandere le proprie attività in Giappone? Per Takashi Wada, direttore generale di Jetro Ginevra, il Paese del Sol Levante è innanzitutto un mercato in piena espansione che si situa al terzo rango delle economie mondiali. Una nazione sofisticata e innovativa con infrastrutture adatte per promuovere il business – il Giappone è difatti al 4° posto a livello mondiale –  oltre che ad essere una nazione dove è piacevole soggiornare, dato che tra le prime 10 città al mondo vi sono Osaka e Tokyo.

Parola chiave: pazienza

Infine, Gabriel Haering, CEO di Cerbios-Pharma SA ha fornito un’interessante testimonianza aziendale di un’azienda leader nel campo farmaceutico. In Giappone dal 2003, oggi Cerbios-Pharma è presente nella nazione asiatica con prodotti e servizi con il 12,5% del suo fatturato. È fondamentale conoscere le abitudini utilizzate nel mondo del business: all’arrivo bisogna consegnare il biglietto da visita tenendolo con due mani e fare un inchino. Molto apprezzato dall’interlocutore se il biglietto ha il fronte retro in giapponese. Per Gabriel Haering la parola chiave è “pazienza”: i partner del Sole Levante devono prendere fiducia prima nella persona e in seguito con l’azienda. Non bisogna farsi scoraggiare dagli incontri che possono essere molto lunghi (dovuti anche alle esigenze di traduzione), mantenendo un distacco serio e professionale che viene però allentato durante le cene di lavoro che possono rivelarsi molto distensive. Lavorando bene si creeranno dei buoni rapporti di amicizia e i giapponesi saranno partner fedeli e di lungo termine, ha concluso Haering.

 

Scarica le presentazioni:
Business opportunities, Naoko Wada, Trade Advisor, Swiss Business Hub Japan
Business Environment in Japan, Takashi Wada, Director Generale, JETRO Geneva
La testimonianza aziendale, Gabriel Haering, CEO, Cerbios-Pharma SA
– Video: Quale logistica da e verso il Giappone, Gaetano Loprieno, Sales Manager, Cippà Trasporti SA

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner export:
S-GE, Cippà Trasporti, Credit Suisse, Euler Hermes, PwC e M.Zardi & Co SA

 

Con gli Eventi Paese e le missioni economiche si promuove l’internazionalizzazione

A sostegno degli imprenditori nella ricerca di nuovi sbocchi commerciali

Negli ultimi anni le nostre esportazioni non si sono orientate solo sui mercati vicini, ma hanno saputo guardare a Paesi lontani, diversificando con successo gli sbocchi commerciali per merci e servizi. Una crescente vocazione internazionale che la Cc-Ti sostiene fattivamente anche con le missioni economiche all’estero e gli Eventi Paese, per dare la possibilità agli imprenditori di conoscere più a fondo realtà che potrebbero offrire loro opportunità interessanti.

Il nuovo appuntamento degli Eventi Paese, il 21 maggio, sarà sul Giappone. Nonostante una crescita rallentata, il Giappone resta, come PIL, la terza potenza economica mondiale. Se da un lato l’invecchiamento demografico ha  frenato l’economia nipponica, dall’altro ha favorito le esportazioni svizzere di prodotti  farmaceutici e tecnologie mediche. Ma anche l’industria MEM è ben piazzata con un export pari a 840 milioni di franchi. Grazie all’accordo di libero scambio, in vigore dal 2009, le esportazioni hanno conosciuto un crescente dinamismo, che avrà ulteriori impulsi con la ripresa prevista con le Olimpiadi di Tokyo del 2020.
Altrettanto interessante l’Evento Paese del 19 settembre dedicato alla Germania, il nostro principale partner commerciale. Quasi un quinto dell’export elvetico è destinato, difatti, al mercato tedesco, con una netta preminenza dei prodotti farmaceutici e delle forniture per l’industria automobilistica.

Il 20 novembre al centro dell’Evento Paese saranno gli Emirati Arabi Uniti con cui l’interscambio ha raggiunto i 13,9 miliardi di franchi. Dal 2014 l’accordo di libero scambio con gli Stati del Golfo ha decisamente migliorato l’accesso al mercato degli Emirati, le condizioni quadro e la certezza giuridica nelle transazioni commerciali. Nei primi due trimestri del 2018 si è registrato un aumento del 26% dell’export elvetico, rispetto allo stesso semestre  dell’anno precedente. L’Expo 2020 darà nuovi stimoli ad un’economia che sta diversificando la monocoltura petrolifera, incentivando il turismo, le costruzioni, il commercio e i consumi privati.

Sempre a novembre la Cc-Ti proporrà un’altra missione economica in Cina, visto l’interesse suscitato dalla trasferta dell’anno scorso a Shenzhen e Shanghai. I  apporti commerciali tra Cina e Svizzera, primo Stato europeo ad aver siglato un accordo di libero scambio con Pechino, si intensificheranno ulteriormente dopo la recente firma del memorandum sulla nuova “Via della Seta”. La missione multisettoriale aperta a tutte le aziende interessate al mercato cinese, permetterà di visitare anche la “China International Import Expo”, la prima Fiera mondiale delle importazioni, in un Paese la cui domanda di beni e servizi dall’estero supererà presto i 30 trilioni di dollari. La Cina che, sta aprendo il suo immenso mercato agli altri Paesi, riducendo le tariffe, facilitando lo sdoganamento delle merci e  rafforzando la tutela di patenti e brevetti, dal 5 al 10 novembre offrirà nel Centro  espositivo di Shanghai una vetrina planetaria alle migliori imprese del mondo.

Il Consiglio d’Amministrazione e i suoi compiti

La supervisione dell’azienda a tutti i livelli (societario, gestionale, finanziario, ecc.) è uno dei compiti di un CdA. Ecco una panoramica in merito alle diverse responsabilità di quest’organo gestionale.

Le aziende, insieme alle PMI, giocano una parte rilevante del mercato, differenziandosi per forma giuridica in varie tipologie (SA, Sagl, …) con compiti e ruoli specifici.  All’interno di un’azienda, strutturata in modo efficiente, il Consiglio d’Amministrazione (CdA) rappresenta la società nei confronti dei terzi ed è il responsabile del buon andamento dei processi interni, così come della stessa azienda sul mercato.

In un’ottica di corporate governance l’andamento aziendale assume una connotazione strategica, poiché determina il successo societario sul mercato – rappresentato direttamente dal CdA, che ne è responsabile.

Quali sono le responsabilità in merito al conto annuale della società nel ruolo di membro del Consiglio di Amministrazione o di gestore? Chi deve allestire il conto annuale? Chi lo deve controllare? Di questo complesso ma stimolante tema si è parlato il 6 maggio nell’evento “Il ruolo del consiglio di amministrazione in relazione all’allestimento e alla verifica del conto annuale“, tenutosi presso la Cc-Ti a Lugano, davanti ad una sala gremita di partecipanti interessati.

La Cc-Ti, conscia dell’importanza della tematica per le società e i manager e dirigenti, ha dunque proposto un’importante momento di riflessione per evidenziare, con consapevolezza, le responsabilità e le implicazioni di questo specifico compito.

Definizione e compiti di un CdA

Le diverse funzioni imputabili al CdA sono  definite dal Codice delle obbligazioni (CO), che specifica, all’art. 716 i principali compiti che spettano ai membri del CdA.

Il CdA è l’organo costitutivo e di sorveglianza supremo di una società anonima (SA). Esso gestisce direttamente una SA e/o delega la gestione ad una Direzione.
Il CO definisce sette attribuzioni inalienabili e irrevocabili per i membri di un CdA e la sua gestione:

  1. Il CdA è l’alta direzione della società e impartisce le direttive necessarie a tale scopo
  2. Il CdA stabilisce l’organizzazione della società
  3. Il CdA è responsabile per la struttura del settore della contabilità, del controllo delle finanze e della pianificazione finanziaria
  4. Il CdA ha il compito di nominare e di revocare la direzione d’azienda e gli aventi potere di rappresentanza
  5. Il CdA ha la sorveglianza suprema sulla direzione d’azienda nell’ambito dell’osservanza delle leggi, degli statuti, dei regolamenti e delle direttive
  6. Il CdA è responsabile per la stesura del rapporto di gestione nonché per la preparazione dell’assemblea generale e l’esecuzione delle deliberazioni di quest’ultima
  7. Informazione del giudice in caso di eccedenza di debiti o di insolvenza da parte della società

Specificità finanziarie

Ogni azienda deve dotarsi di accorgimenti specifici che le permettano di strutturarsi con un sistema di controllo interno volto all’efficienza finanziaria ed al controllo dello stesso, mediante gli strumenti preposti.  Inoltre vi sono delle peculiarità relative all’organizzazione, alla gestione e alla rendicontazione finanziaria da rispettare.

Sempre aggiornati con la Cc-Ti

Come anticipato questo argomento ha suscitato grande interesse. Oltre all’evento dedicatovi (nel quale sono intervenuti Cassia Casagrande, Responsabile Comunicazione ed eventi Cc-Ti e Stefano Caccia, Partner EY), proseguiremo ad informare i soci con aggiornamenti specifici, tramite due corsi di formazione puntuale mirati, a cui vi invitiamo ad iscrivervi:

Contattateci per ogni evenienza, saremo lieti di rispondere alle vostre domande!

Aprirsi a nuovi mercati

Il prossimo evento Paese sarà dedicato alla terza economia mondiale: il Giappone. 

La diversificazione dei mercati è la chiave di volta per garantire ad un’azienda il giusto equilibrio del proprio business e mettersi al riparo da eventuali crisi economiche o cambiamenti improvvisi, che possono minare l’equilibrio aziendale.

È con questa spinta che la Cc-Ti e S-GE s’impegnano ad informare gli imprenditori sulle opportunità di esportazione attraverso l’organizzazione di conferenze durante le quali vengono esplorati nuovi mercati. È il caso ad esempio del prossimo 21 maggio (dettagli nel box a lato), quando gli imprenditori avranno modo di conoscere le opportunità di business in Giappone, che si presenta come la terza economia più grande al mondo.

Per andare più nel dettaglio, nel 2017 la crescita del PIL giapponese è stata superiore al previsto (1,7%), rallentando poi pero all’1% nel 2018. Per il 2019, le previsioni indicano un ulteriore leggero indebolimento. Lo sguardo al futuro rimane tuttavia positivo, soprattutto in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che il governo giapponese spera diano un contributo significativo e stimolino l’economia nei prossimi anni, specialmente in ambito turistico ed edilizio. Tra le sfide con cui si trova confrontato il Paese del Sol levante si possono citare l’invecchiamento della popolazione, l’innovazione e la sostenibilità.

Le relazioni bilaterali con la Svizzera sono regolate da un importante accordo di libero scambio in vigore dal 2009, grazie al quale sono stati eliminati quasi tutti i tributi doganali sui beni industriali, salvo su taluni prodotti agricoli dove vige un certo protezionismo. Di recente, però, l’Unione Europea è entrata a gamba tesa nel mercato nipponico, siglando un importante accordo di libero scambio che è entrato in vigore il 1° febbraio 2019. Il trattato ha eliminato i dazi su circa il 99% dei beni giapponesi importati nell’UE e ha azzerato i tributi sulle merci europee importate in Giappone. Le aziende elvetiche hanno quindi perso un po’ di terreno, ma possono sempre vantare prodotti innovativi e di eccellenza e posizionarsi in modo competitivo sul mercato nipponico.

Articolo a cura di

Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e
Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Interessati a partecipare al business lunch del 21 maggio? Le iscrizioni sono aperte online.

La Cc-Ti torna in Russia

Dato l’interesse sempre vivo per la Russia, la Cc-Ti organizza una missione a Mosca dal 2 al 5 giugno.

La JCC (Joint Chamber of Commerce – Switzerland) – il cui scopo è quello di promuovere le relazioni bilaterali tra Svizzera e Russia, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Asia Centrale e Caucaso del Sud – inaugurerà il 4 giugno il proprio “Russia Chapter” a Mosca. In questa occasione, verrà organizzata la conferenza “Russian Regions Meet Swiss Cantons” che permetterà di favorire gli scambi tra imprenditori svizzeri e russi. Uno dei panel della conferenza sarà dedicato al Ticino. L’evento si iscrive nel programma della visita in Russia della Segretaria di Stato dell’economia, Marie Gabrielle Ineichen-Fleisch, che aprirà la conferenza. Da parte russa, presenzieranno numerosi rappresentanti di diverse regioni russe (autorità, imprenditori,..). Un’ottima occasione questa per ampliare la rete di contatti locale.

La Cc-Ti è lieta di partecipare all’evento e di accompagnare gli imprenditori ticinesi che desiderano partecipare alla missione che proseguirà con ulteriori momenti interessanti. Sarà inoltre data la possibilità alle aziende di organizzare incontri B2B con potenziali partner commerciali locali (selezionati in maniera mirata ed organizzati col supporto di S-GE).

L’organizzazione logistica della missione sarà gestita dalla Cc-Ti (in collaborazione con la JCC).

Interessati a saperne di più? Consultate il programma e richiedeteci maggiori informazioni

Svizzera e Regno Unito: relazioni stabili

Anche in caso di “no deal” le relazioni bilaterali rimarranno stabili e si potrà contare sugli accordi stipulati dal Consiglio federale nell’ambito della strategia “Mind the gap”.

Era il 23 giugno 2016 quando il popolo britannico decise, con il 51,9% di voti, di uscire dall’Unione Europea (“Leave”). Da allora si è assistito a un iter particolarmente articolato che avrebbe dovuto portare, entro lo scorso 30 marzo, a un distacco del Regno Unito dall’UE. Come la cronaca di questi giorni ci riporta, non è però stato così e le discussioni sono tutt’ora in atto. Il Parlamento britannico non ha ancora trovato un accordo su un piano di uscita ed ora, dopo una prima scadenza che era stata fissata al 30 marzo e poi al 12 aprile, l’UE ha concesso all’UK un’estensione di ulteriori sei mesi, dando così al Regno Unito tempo fino al 31 ottobre per decidere come procedere. L’accordo di recesso potrà entrare in vigore a una data anteriore, se le parti dovessero completare le rispettive procedure di ratifica prima della fine di ottobre (aggiornamenti sulle decisioni disponibili al seguente link – nda).

La Brexit è stata al centro dell’evento dello scorso 9 aprile organizzato da Switzerland Global Enterprise in collaborazione con la Cc-Ti, l’Ambasciata britannica a Berna e la British-Swiss Chamber of Commerce, durante il quale le aziende presenti hanno potuto ripercorrere quanto accaduto dal 2016 e porre domande dirette sulle conseguenze per il business elvetico.

Relazioni bilaterali in crescita

Indipendentemente dall’esito della decisione britannica, “Deal o no Deal”, la Svizzera – grazie alla strategia del Consiglio federale denominata “Mind the Gap” – mira a mantenere stabili le relazioni tra i nostri due Paesi, come ha affermato Noel McEvoy, direttore del Dipartimento per il commercio internazionale dell’Ambasciata britannica a Berna e da Kris Camponi, secondo segretario per gli affari economici presso l’Ambasciata. McEvoy e Camponi hanno inoltre sottolineato l’importanza delle relazioni bilaterali tra UK e Svizzera con scambi di oltre 30 miliardi di sterline nel solo 2018 e con numeri crescenti sia negli investimenti sia nei flussi di persone. La Brexit, secondo McEvoy, ha creato nuove dinamiche sia per il Regno Unito sia per la UE stessa. L’export britannico è aumentato di 110 milioni di sterline e l’UK si posiziona al primo posto quale destinazione per gli investimenti esteri diretti in Europa e al terzo posto globalmente. Nei primi 6 mesi del 2018, l’UK è stata inoltre seconda solo alla Cina, attirando 65.5 milioni di dollari di investimenti contro i 70 milioni del dragone asiatico. La Brexit sembra dunque non far presa nel mondo del business lasciando alla politica le sue incertezze.

Mind the gap

Ad oggi le relazioni tra Regno Unito e Svizzera si basano sugli accordi bilaterali conclusi in seno all’UE. Dopo la Brexit questi trattati non saranno però più applicabili e, in vista della data di uscita, il Consiglio federale ha implementato sin dal 2016 il programma “Mind the gap” per garantire la continuità dei diritti e doveri esistenti.
La Svizzera ha quindi elaborato provvisoriamente cinque nuovi accordi con il Regno Unito che saranno applicati a partire dal momento in cui gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE non saranno più validi per il Regno Unito.  Se vi sarà un periodo transitorio, in questa fase continueranno ad avere efficacia gli accordi bilaterali tra Svizzera e UE nelle relazioni con il Regno Unito. I nuovi accordi entrerebbero in vigore solo allo scadere del periodo transitorio.

Informazioni sempre aggiornate sui rapporti bilaterali tra Svizzera e Regno Unito sono disponibili sul sito della Direzione degli affari europei (DAE).

Zoom su internazionalizzazione e digitalizzazione

Innovazione, economia digitale e trasformazioni tecnologiche abbinate all’export: il focus di questo Zoom, in occasione della “Giornata dell’export” del 2 aprile scorso

In collaborazione con i partner tematici  Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, Swisscom – la Cc-Ti ha organizzato la consueta “Giornata dell’export”, che è stata focalizzata sul connubio digitalizzazione-export, grazie all’apporto di spunti diversi e riflessioni ad ampio raggio.

In questa puntata di ZOOM, la trasmissione curata ed andata in onda su Teleticino, sono stati approfonditi alcuni aspetti relativi alla Giornata dell’export attraverso le interviste ai relatori. Intervengono qui: Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti; il Prof. Emanuele Carpanzano, Dipartimento tecnologie innovative SUPSI; Monica Zurfluh, Responsabile Svizzera italiana S-GE; Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti; Lars Schlichting, CEO Poseidon e Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution, Cornèrcard.

Scopriamo allora insieme quanto emerso!

Internazionalizzazione dinamica con le trasformazioni tecnologiche

La digitalizzazione accompagna anche le aziende esportatrici e i processi di internazionalizzazione, con nuovi strumenti e pratiche sempre più efficienti. La Giornata dell’export – edizione 2019 – è stata l’occasione per fare il punto sul commercio con l’estero e le innovazioni tecnologiche.

La Cc-Ti ha organizzato, in collaborazione con i suoi partner tematici 2019 – Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA , Cornèrcard, e Swisscom – la consueta “Giornata dell’export”, un evento dedicato all’internazionalizzazione e al commercio estero nelle sue differenti sfaccettature. L’appuntamento – tenutosi il 2 aprile 2019 presso l’Hotel Villa Principe Leopoldo a Lugano – si inserisce nel ciclo dei 4 eventi tematici 2019 della Cc-Ti sugli argomenti focus sui quali puntare l’attenzione (internazionalizzazione, digitalizzazione, innovazione e sostenibilità). La conferenza ha riscosso l’interesse di un’ottantina di partecipanti tra cui imprenditori, manager di importanti realtà cantonali e rappresentanti istituzionali.

Focus sulla digitalizzazione

Si torna a parlare di economica digitale, abbinandola alle tematiche relative all’export. Un connubio vincente, che anche in questo comparto è stato oggetto di riflessioni e ha fatto emergere spunti differenti. La digitalizzazione ha rinnovato strategie e processi e anche le aziende attive sui mercati internazionali hanno dovuto – e devono continuare – ad adattarsi ai cambiamenti per mantenere la loro competitività, ha ricordato Valentina Rossi, Responsabile del Servizio Export Cc-Ti. Il Ticino ha dimostrato di saper cogliere l’onda dell’evoluzione in atto e grazie a una rete innovativa propone centri formativi e istituti all’avanguardia a sostegno dell’imprenditorialità e della formazione anche a livello terziario. Aziende virtuose e dinamiche hanno però bisogno di condizioni quadro migliori ed è qui che si inserisce il ruolo della Cc-Ti quale promotore di una solida rete per un lavoro che coinvolga tutti gli attori responsabili che possano sostenere gli imprenditori del nostro territorio.

Sistemi industriali 4.0

Dopo l’introduzione di Valentina Rossi, ha preso la parola il Prof. Emanuele Carpanzano del Dipartimento tecnologie innovative SUPSI. Il suo intervento è stato incentrato sulla digitalizzazione dei sistemi industriali e il ruolo del Ticino a livello internazionale, dove la Svizzera primeggia. I processi industriali si stanno indirizzando verso la cosiddetta “industria 4.0”, dove l’innovazione e le trasformazioni tecnologiche sono già parte integrante della quotidianità per la società e le aziende. Occorre perseguire una strategia  di informazione e formazione a diversi livelli che metta in luce le rinnovate necessità del sistema economico al fine di mantenere elevate le prestazioni in questi ambiti.

Un tema, molteplici esperienze

Durante la tavola rotonda che è seguita – moderata da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti – sono emerse testimonianze che hanno toccato tematiche differenti, unite dal fil-rouge comune della digitalizzazione. Sono intervenuti Davide Rigamonti, Direttore Marketing & Distribution, Cornèrcard; Lars Schlichting, CEO Poseidon e Monica Zurfluh, Responsabile Svizzera italiana S-GE. Sono stati toccati diversi esempi che abbinano l’economia digitale all’export con successo, come il Fintech, gli smart contract, e la blockchain con le sue tecnologie nella gestione delle transazioni online. Si è anche cercato di tratteggiare un profilo delle necessità degli esportatori negli ultimi anni, presentando gli strumenti principali per accedere ai mercati stranieri.

La Cc-Ti a fianco delle aziende esportatrici

Nella sua conclusione Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, ha sottolineato l’impegno dell’associazione mantello dell’economia ticinese nel sostenere e promuovere l’internazionalizzazione con servizi mirati. Far conoscere e fiorire le eccellenze virtuose del nostro territorio, permettendo loro di operare all’estero, mantenersi innovative e farsi conoscere è (anche) uno degli obiettivi della Cc-Ti, insieme alla diffusione di una migliore cultura sulle opportunità della digitalizzazione.

La Cc-Ti, con il suo Servizio Export, si pone a fianco delle aziende esportatrici, confrontate quotidianamente con questioni diverse.

Alla fine della serata i partecipanti hanno potuto beneficiare di un momento conviviale e di networking di qualità per incrementare la propria rete di contatti in modo fattivo, con la splendida cornice del golfo di Lugano.

La Cc-Ti ringrazia i partner tematici per la co-organizzazione dell’evento: Gruppo Sicurezza SA, Gehri Rivestimenti SA, Cornèrcard, e Swisscom.

Documentazione utile

L’evento nei media