10 anni LIFT Ticino: festeggiamenti e visioni future

LIFT ha come principale obiettivo quello di creare un ponte tra mondo scolastico e mondo professionale, per facilitare la transizione dei e delle giovani che terminano la scuola media. Dopo aver preso avvio nel 2006 nella Svizzera tedesca, il progetto è giunto dal 2013 anche nel Canton Ticino, dove quest’anno si sono celebrati i primi 10 anni di attività.

Per l’occasione si è tenuta una serata-evento lo scorso 10 maggio presso la scuola media di Agno. Alla serata hanno partecipato una settantina di persone, tra rappresentanti del mondo scolastico, istituzionale e aziendale.
Era presente anche l’On. Marina Carobbio Guscetti, Consgliera di Stato e Direttrice del Dipartimento educazione, cultura e sport, che è intervenuta con un breve discorso nel quale ha spiegato di conoscere bene il progetto LIFT già dalla sua precedente attività politica a Berna e di apprezzarne i contenuti e i benefici che porta ai giovani e alle giovani.

In seguito, il pubblico ha potuto assistere ad una breve presentazione del programma LIFT e del suo sviluppo nel Cantone, e alla proiezione di un filmato, realizzato appositamente per l’occasione grazie alla collaborazione tra LIFT e il CERDD, il centro di risorse didattiche e digitali del Cantone Ticino (è possibile vedere il filmato tramite questo link).

A conclusione dell’evento, si è svolta una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Agata Galfetti, sul tema degli sbocchi professionali per gli allievi e le allieve di quarta media. Alla discussione hanno partecipato Oscar Gonzalez (Divisione della formazione professionale), Massimo Genasci-Borgna (Ufficio orientamento scolastico e professionale), Daniela Bührig (AITI), Sara Rossini Monighetti (in rappresentanza della Cc-Ti), Christian Romanenghi (ex allievo LIFT) e Alex Manfredi (LIFT).

È noto che molti ragazzi e ragazze riscontrano delle difficoltà, di vario tipo, nel percorso di transizione tra mondo scolastico e mondo professionale. Oppure la difficoltà non emerge tanto nel trovare un posto di apprendistato, bensì nel riuscire a mantenerlo. I giovani da aiutare sono molti ma fortunatamente essi possono anche contare su una vasta rete di misure. È quindi importante che tutti gli attori presenti sul territorio collaborino strettamente per il bene di ragazzi e ragazze e per il raggiungimento dell’obiettivo comune che è quello di diminuire la disoccupazione giovanile.

Il principale obiettivo di LIFT resta quello di permettere ai giovani di sperimentare concretamente il mondo del lavoro, già durante la terza e la quarta media. Grazie al programma di LIFT, avranno così maggiori possibilità di ottenere un posto di apprendistato (o altra collocazione) ed iniziare il loro percorso professionale nel migliore di modi.

LIFT ha infatti molteplici effetti positivi sui giovani. Ne aumenta l’autostima e la motivazione, arricchisce il loro curriculum vitae e amplia la rete di conoscenze professionali e sociali. Tutti questi elementi permettono loro di trovare più facilmente un posto di apprendistato. Le cifre per il 2022 mostrano che, a livello nazionale, il 63% dei giovani che hanno partecipato a LIFT hanno trovato una soluzione di formazione (AFC o CFP) immediatamente al termine della scuola media.

Il futuro: concretezza per i giovani

Attualmente le sedi di scuola media che offrono LIFT ai loro allievi e alle loro allieve sono undici: dieci scuole pubbliche e una privata. Ci auguriamo che in futuro altre sedi possano seguire l’esempio e lanciarsi nell’avventura LIFT.

I giovani che possono beneficiare del programma e le loro famiglie sono riconoscenti alle scuole che decidono di inserire LIFT nella loro offerta. Citiamo l’esempio di Chiara (nome noto alla redazione), ragazza molto timida che in terza media accetta di partecipare a LIFT. Le viene offerta la possibilità di effettuare uno stage (posto di lavoro di settimanale) nel settore marketing e relazioni pubbliche di una banca. Le prime settimane ha un atteggiamento molto chiuso, esegue i compiti con impegno, ma quasi non parla e si relaziona solo con la persona responsabile dello stage LIFT all’interno della banca. Ma col passare del tempo, Chiara acquista pian piano maggior fiducia, diventa più estroversa e comunica molto più facilmente con gli adulti. Tanto che collabora con profitto all’allestimento di un evento nel foyer della banca, occupandosi anche dell’accoglienza del pubblico. Chiara ha poi concluso la quarta media e trovato un posto di apprendistato, anche se non nel settore bancario.

Queste storie di successo potranno continuare in futuro grazie a LIFT e a tutti i suoi partner (statali e non), che sono fondamentali sotto il profilo finanziario – ricordiamo che LIFT è un’associazione no profit – o nel fornire un aiuto pratico alla crescita del programma.  

Il ruolo della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi è per LIFT molto importante perché permette a LIFT di farsi conoscere nel mondo economico e aziendale. Sappiamo che potremo contare anche in futuro sul sostegno della Cc-Ti e ci impegneremo a ripagare la fiducia continuando a puntare su risultati concreti, per il bene dei e delle giovani che cercano di trovare e di percorrere la loro strada nel mondo professionale.


Filmato su Youtube


Articolo a cura di Alex Manfredi, Coordinatore regionale Ticino del progetto LIFT

Evento Paese EAU-KSA: retrospettiva

Su iniziativa della Camera di commercio dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti), con il supporto dei “Partner dell’Internazionale 2023” Allianz Trade Switzerland, Cippà Trasporti SA, Switzerland Global Enterprise, il polo linguistico e formativo capeggiato da Ti-Traduce e M. Zardi & Co, e con la partecipazione di Fidinam DMCC, dell’imprenditore seriale Matteo Boffa e di Pini Group, il 25 maggio scorso presso il Suitenhotel Parco Paradiso si è tenuto un evento volto a presentare alle PMI della Svizzera italiana le opportunità offerte da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Una sessantina i partecipanti.

Nei suoi saluti iniziali, Monica Zurfluh, responsabile del servizio Commercio internazionale della Cc-Ti, ha voluto da un lato evidenziare il ruolo della Cc-Ti nella tutela e promozione degli interessi di tutti i settori economici, anche in relazione con le loro attività internazionali, e dall’altro come l’informazione, la consulenza e la messa in rete con partner esperti, quali i Partner dell’Internazionale, siano alla base delle attività del servizio Commercio internazionale. In questo contesto, gli Eventi Paese organizzati in stretta collaborazione con i Partner dell’Internazionale vantano una lunga tradizione.

I due Paesi oggetto dell’evento rappresentano il primo rispettivamente il secondo partner commerciale della Svizzera nella regione. L’importanza di queste due Nazioni e più in generale dei Paesi del Golfo è considerevole, tanto dal punto di vista politico quanto da quello economico. Pur essendo diversi per dimensioni, forza economica e condizioni quadro, essi sono per lo più accomunati dalla forte dipendenza dal petrolio e dal gas e dalla necessità di attuare riforme economico-sociali. Dalle crisi nascono però le migliori opportunità: ecco quindi che temi quali la diversificazione, la privatizzazione, la necessità di sviluppare competenze e talenti locali, il bisogno di nuove tecnologie e innovazioni, ma anche di creare un clima favorevole agli investimenti e al business, non senza dimenticare che qualsiasi opportunità può anche sollevare problematiche e celare rischi, hanno costituito il fil rouge dell’evento.

I profondi cambiamenti in atto nella regione e le opportunità, anche settoriali, che si vengono a creare sono stati ampiamente illustrati da Abier Nasr e Larbi El Attari, rispettivamente Deputy Head e Commercial Counsellor presso lo Swiss Business Hub Middle East, l’ufficio congiunto del Dipartimento federale degli affari esteri e di Switzerland Global Enterprise (S-GE) nella regione.

A seguire, Marco Arrighini, Manager Credit Risk e responsabile della regione sud di Allianz Trade Switzerland ha tracciato una mappa dei rischi, un esercizio indispensabile per essere in grado di prendere decisioni informate.

Gaetano Loprieno, consulente logistico di Cippà Trasporti SA ha poi illustrato le principali modalità di trasporto e i più comuni termini di consegna delle merci nella regione, sottolineando altresì che dal 2014 tra AELS e GCC vige un accordo di libero scambio (l’UE non dispone ancora di tale accordo, ndr).

Il Managing Director di Fidinam DMCC Stefano Menotti ha quindi fatto il punto sugli aspetti amministrativi e fiscali da conoscere per chi opera in loco, con particolare riferimento alla tassazione diretta e indiretta, alla doppia imposizione e alla gestione delle buste paghe nei due Paesi, nonché alle condizioni offerte dalle free zone negli Emirati Arabi Uniti e dalle costituende zone economiche speciali in Arabia Saudita.

Le testimonianze sono state affidate a Matteo Boffa, giovane imprenditore ticinese e investitore a impatto, e a Umberto Ceccarelli, Innovation & Business Developer dello studio d’ingegneria Pini Group. Il primo ha illustrato come gli EAU siano terreno fertile per dar voce alle nuove generazioni che hanno idee impattanti e innovative, con un modello di business sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale e finanziario. Il secondo ha invece ha condiviso preziosi spunti di riflessione sulla conduzione degli affari in particolare in Arabia Saudita, sottolineando la necessità di stabilire una presenza locale e di coltivare relazioni affidabili e durature.

Per i partecipanti, una sessantina, l’aperitivo a seguire è stata un’occasione preziosa per fare networking.

Un evento a 360° gradi quello del 25 maggio, senza presunzione di esaustività e completezza, ma che ha voluto dare ai presenti importanti basi di riflessione per operare su questi mercati nonché strumenti e, soprattutto, contatti utili per i necessari approfondimenti.


Partner dell’Internazionale 2023

Risultati inchiesta congiunturale 2022-2023

2022 tutto sommato positivo per le aziende ticinesi, le incertezze inducono a previsioni meno favorevoli per il 2023.

Sulla base dell’annuale inchiesta congiunturale condotta presso i soci della Cc-Ti, alla quale hanno partecipato 247 aziende, l’anno 2022 è stato in generale di segno tutto sommato positivo per le imprese ticinesi, malgrado le crescenti difficoltà legate ai costi dell’energia, alle reperibilità e ai prezzi delle materie prime e, per le aziende esportatrici, alla forza del franco. Difficoltà che per talune aziende raggiungono livelli anche molto preoccupanti.

Fra i parametri più importanti, va rilevato che il livello degli investimenti, è rimasto buono nel 2022 e sembra stabile anche nel 2023, con il 44% delle aziende che ha investito e intende investire. Il valore è leggermente superiore ai due anni precedenti caratterizzati dalle note difficoltà causate dalla pandemia. Soprattutto nel settore industriale/artigianale vi è stato un incremento dal 61 al 67% delle imprese che hanno investito o che investiranno.

L’autofinanziamento è rimasto costante, con il 33% delle aziende che lo considera buono e il 37% soddisfacente, valori praticamente invariati rispetto agli anni passati.

Preoccupa comunque in prospettiva la costante riduzione dei margini di utile, in atto già da qualche anno, e che potrebbe portare a medio termine ad una perdita di competitività e quindi avere anche con riflessi sull’occupazione, che per il momento si conferma stabile.

Le previsioni per il 2023 indicano un andamento un po’ meno positivo, considerate le molte incertezze nel panorama internazionale.   Rispetto al 2022, anno considerato buono dal 36% delle imprese, si passa al 32% di andamento buono previsto per il primo semestre 2023 e al 28% per il secondo semestre del 2023. In generale gli indicatori restano su livelli considerati soddisfacenti, ma prevale comunque l’attesa di una certa flessione nel 2023 qualora si confermassero le difficoltà con le materie prime e nell’ambito dell’energia. In effetti, ben il 74% delle aziende segnala aumenti del costo dell’elettricità di oltre il 10% nel 2023. Malgrado praticamente tutte le aziende che si sono espresse abbiano previsto misure per ridurre i costi energetici, i timori di dover sospendere almeno parzialmente la produzione sono considerevoli, con conseguenze importanti sulle forniture, sui prezzi, sui margini e sugli investimenti. A questo proposito, grazie alla collaborazione con Enerti SA, la società delle aziende di distribuzione di energia elettrica in Ticino, le imprese possono avere la possibilità di ottenere modelli tariffali con prezzi bloccati per un determinato periodo. L’andamento 2022 e le previsioni 2023 sono perfettamente in linea con quanto rilevato negli altri Cantoni.


1.         Andamento generale degli affari

L’andamento generale degli affari nel 2022 è risultato di segno positivo, sostanzialmente confermando le aspettative espresse nel 2021, con un recupero rispetto ai due anni caratterizzati dalla pandemia di Covid. Il 77% delle imprese ha valutato in maniera favorevole l’andamento degli affari nello scorso anno (soddisfacente per il 41% delle aziende, buono per il 36%). Le tendenze sono simili per le aziende esportatrici (soddisfacente per il 42% e buono per il 38%), malgrado le note difficoltà a livello internazionale.

Per quel che riguarda le previsioni sull’andamento degli affari a breve termine, cioè̀ per i prossimi 6 mesi, la tendenza è invece in calo. Prevale una certa positività, ma un buon andamento degli affari è in calo e previsto dal 32% delle aziende (41% lo valuta soddisfacente, mentre il trend negativo/mediocre passa dall’attuale 21% al 25%).

Per il secondo semestre del 2023, le previsioni sono di un’evoluzione soddisfacente per il 46% delle aziende, ma le previsioni di andamento buono scendono ulteriormente al 28%. Il segno negativo concerne il 25% delle imprese, anche se un andamento pessimo è segnalato “solo” dal 5-6% delle risposte.

2.         Margine di autofinanziamento delle imprese

Come sempre, particolare attenzione viene data ai valori espressi quanto al margine di autofinanziamento delle aziende, perché si tratta di un indicatore importante del loro stato di salute. Il valore resta costante con il 70% delle imprese che giudica positivamente il margine di autofinanziamento (37% soddisfacente, 33% buono) e la conferma di questa tendenza è un indicatore importante della capacità competitiva del nostro sistema.

3.         Investimenti

Riflessi della situazione pandemica e dell’incertezza generale si notano negli investimenti. Pur rimanendo il livello molto buono, anche se paragonato agli altri cantoni, si nota una certa flessione. Il 44% delle aziende ha investito (come termine di paragone vi sono il 2018 con il 50% e il 2019 con il 46%). Si conferma comunque, senza sorprese, che la quota maggiore di investimenti è nel settore industriale (67% delle aziende ha investito) e nella categoria delle aziende grandi (con oltre 100 dipendenti), nella quale il 77% delle imprese ha effettuato investimenti.  

Il calo è tutto sommato entro limiti fisiologici date le molte incertezze di questi ultimi anni, legate soprattutto agli effetti della pandemia anche sulle supply chain, alla difficile reperibilità delle materie prime e ai loro prezzi, così come gli aumenti dei costi dell’energia.

Per il 2023 il valore di chi prevede investimenti è invariato (44%), di per sé fatto rassicurante, visto che d’altra parte si prevede un rallentamento congiunturale.

4.         Attenzione verso l’occupazione

Come negli anni scorsi, l’attenzione verso l’occupazione è confermata anche nel 2022 con una sostanziale stabilità dell’effettivo espressa dal 63% delle aziende. Un aumento è segnalato dal 24% e una diminuzione dal 13%, in linea con quanto sempre rilevato. Malgrado le difficoltà e le incertezze di vario genere, l’occupazione non ha subito contraccolpi. Dato interessante è che, anche qui, nonostante vi siano aumenti di costi (v. energia) e altre problematiche non da poco, ben il 72% prevede una stabilità dell’effettivo per il 2023 e solo il 7% stima che vi possa essere una diminuzione.

5.         Problematica dell’energia

Una delle domande dell’inchiesta verteva sulla questione energetica. In termini di consumi, il 52% delle aziende risulta essere sotto i 100 Mwh/anno di consumo all’anno, il 29% fra i 100 e i 500 Mwh/anno e il 19% sopra i 500 Mwh/anno. Nel settore industriale/artigianale e per le aziende oltre i 30 collaboratori, senza sorprese, aumenta la proporzione di chi consuma oltre i 100 Mwh/anno.

L’aumento dei costi tocca praticamente quasi tutti, in proporzioni diverse, Ben il 17% delle risposte indica un aumento di oltre il 50%, valore che sale al 29% delle risposte per il settore secondario e raggiunge picchi del 33% delle risposte per le aziende più grandi.

Interessante notare che i vettori energetici più utilizzati quali l’elettricità (40%), il gas (34%) e il gasolio (38%), anche se va rilevato che spesso le aziende usano più vettori contemporaneamente.

Fra le misure prese per cercare di contenere i costi (risposte multiple possibili), figurano la negoziazione del prezzo con i fornitori (24%), l’autoproduzione (21%), il miglioramento dei processi (34%), l’adattamento dell’illuminazione (57%), del riscaldamento (19%). Oltre a misure varie (21%). È molto basso il numero di aziende che NON hanno preso alcuna misura (25 sulle 247 che hanno partecipato).

In caso di limitazione dell’approvvigionamento energetico (elettricità o altro), l’8% delle aziende prevede di sospendere completamente l’attività, una sospensione parziale è prevista dal 39% e il telelavoro è un’alternativa per il 51% (con ovviamente una proporzione molto maggiore nei servizi rispetto al settore secondario). Comportamenti anticipatori sono la modifica della fonte di approvvigionamento usata finora (8%), un piano di continuità (21%) e le istruzioni date dalle autorità (79%).

6.         Difficoltà di approvvigionamento di materie prime

La percentuale rispetto allo scorso anno è chiaramente aumentata da circa il 30% al 44%. Con un picco del 71% per le aziende del secondario (industria/artigianato), mentre per servizi e commercio la percentuale si inverte.

Le conseguenze sono molteplici: ritardo di forniture (85%), aumento dei prezzi di acquisto (81%), aumento dei costi di trasporto (59%), riduzione dei margini (56%), rallentamento dell’attività (48%) e la sospensione o lo spostamento di progetti (28%).

Le misure prese vanno dalla ripercussione sui prezzi di vendita (60%), all’utilizzo di materiale sostitutivi (26%), passando per la diminuzione della produzione (14%) e la rinegoziazione di contratti (24%). Per arrivare alla diversificazione dei fornitori (53%) e all’aumento degli stock (41%). Solo il 6% segnala la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto per parte del personale.

I prezzi delle componenti sono aumentati praticamente per tutti, fino al 10% per il 50% delle imprese, per le restanti gli aumenti variano dall’11 al 100% e oltre. In media, per il 2023, sono previsti aumenti dello stesso tenore, con un 46% che rileva un incremento fra l’11 e il 50%.

Hanno partecipato all’inchiesta 247 imprese associate alla Cc-Ti, che impiegano in tutto 14’470 dipendenti nel cantone.

Si tratta di 83 aziende del settore industria-artigianato e di 164 del comparto commercio e servizi.       
Un campione di aziende consolidato da un rilevamento che si svolge ormai da oltre dieci anni, per cui i risultati sono da considerarsi attendibili e, inoltre, le tendenze che emergono sono sempre confermate da altre ricerche congiunturali condotte da istituti federali e cantonali e dai dati ufficiali.

L’indagine della Cc-Ti, che ha coinvolto 143 realtà̀ aziendali che operano sul mercato interno e altre 104 orientate invece all’export, mira appunto a fornire indicazioni sulle tendenze generali dell’economia ticinese, senza volersi sostituire ad analisi più mirate effettuate da singoli settori economici.

L’inchiesta è stata condotta unitamente alle Camere di commercio e dell’industria di Friborgo, Ginevra, Giura, Neuchâtel, Vaud e Vallese.Le Camere di commercio e dell’industria della Svizzera tedesca operano individualmente, ma seguendo lo stesso schema.


Link ai risultati delle Camere degli altri Cantoni che hanno condotto l’inchiesta comune (alcuni dati sono accessibili solo ai soci delle rispettive Camere)

VD:      www.cvci.ch/fr/conjoncture/actualites/details/news/un-bilan-economique-2022-positif-laisse-place-a-davantage-dincertitudes-pour-2023-notamment-sur-le-front-de-lelectricite.html

JU:      www.ccij.ch/News/Enquete-conjoncturelle-dautomne-2022-la-confiance-predomine-malgre-tout-

NE:      www.rtn.ch/rtn/Actualite/Region/20221024-L-economie-neuchateloise-tient-le-coup-mais-2023-sera-difficile.html

FR:      www.laliberte.ch/info-regionale/economie/l-industrie-fribourgeoise-s-attend-a-une-degradation-des-conditions-economiques-666190

GE:      www.ccig.ch/blog/2022/11/Une-belle-annee-2022-mais-perspectives-plus-compliquees

Inchieste condotte da altre Camere di commercio e dell’industria svizzere con i propri associati

BS/BL: ww.hkbb.ch/Stimmungsbarometer/Stimmungsbarometer_Herbst_2022.php

Svizzera orientale (SG, TG, AI, AR): www.konjunkturboard.ch/ostschweizer-wirtschaft-weiter-guter-verfassung-%E2%80%93-kommt-die-wirtschaftliche-abk%C3%BChlung-0

ZH: www.zhk.ch/de/wirtschaft-und-politik/konjunktur-und-wachstum/zuercher-wirtschaftslage-bleibt-erfreulich.html

Alcune Camere di commercio e dell’industria si basano di regola sui rapporti degli Uffici cantonali di statistica oppure su valutazioni del KOF.


Materiale informativo


Archivio delle edizioni passate

Dovuta diligenza in materia di diritti umani: una guida per le aziende

Dopo aver dedicato un webinar a questo importate tema lo scorso settembre, segnaliamo la pubblicazione di una guida aggiornata edita dalla Confederazione, nel quadro del Piano d’azione nazionale “Imprese e diritti umani” della Svizzera 2020–2023 (PAN).

Aspettative crescenti sulla condotta aziendale responsabile

Le imprese, in particolare quelle attive a livello globale, sono valutate sempre più spesso in base all’impatto delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente. Allo stesso tempo, le aspettative dei Governi, della società, dei clienti privati e commerciali e degli investitori che le aziende rispettino i diritti umani stanno aumentando.

Di fronte alle richieste di maggiore responsabilità da parte delle aziende, le Nazioni Unite hanno adottato nel 2011 i Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani che descrivono la responsabilità fondamentale delle imprese di garantire il rispetto dei diritti umani e di non incidere negativamente su tali diritti attraverso le loro attività o le loro relazioni commerciali lungo l’intera catena di fornitura. Inoltre, gli stessi principi sono contenuti nelle Linee Guida dell’OCSE destinate alle Imprese Multinazionali, che comprendono un catalogo più ampio di tematiche relative al comportamento responsabile dell’impresa (RBC). Nel quadro del Piano d’azione nazionale “Imprese e diritti umani” della Svizzera 2020–2023 (PAN), anche la Confederazione promuove il comportamento responsabile delle imprese. Il Consiglio federale richiede alle imprese che si assumano la loro responsabilità in materia di diritti umani. La condotta aziendale responsabile è un importante motore per lo sviluppo sostenibile ed assume un’importanza strategica per le aziende. Secondo gli standard internazionali l’attuazione della dovuta diligenza in materia di diritti umani si articola in sei fasi (v. grafico esplicativo).

Nuovi requisiti legali in Svizzera

Sono sempre più numerosi gli obblighi legali sulla dovuta diligenza e trasparenza per le aziende. In Svizzera, ad esempio, sulla base del controprogetto indiretto all’iniziativa popolare “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente”, si introducono nuovi obblighi per le aziende in tre aree tematiche:

  • la rendicontazione non-finanziaria,

e obblighi di dovuta diligenza e trasparenza nell’ambito

  • dei minerali dei conflitti e
  • del lavoro minorile.

Le disposizioni sono entrate in vigore il 1° gennaio 2022, e si applicheranno per la prima volta nell’anno fiscale 2023.

Iniziare a cimentarsi nell’implementazione della dovuta diligenza

La maggior parte delle aziende si è già dotata di varie misure e processi relativi alla dovuta diligenza in materia di diritti umani, per esempio nell’area della salute e sicurezza sul lavoro, della non discriminazione o del lavoro minorile. Spesso, tuttavia, questi processi non sono stati istituiti nel contesto della dovuta diligenza sui diritti umani e, quindi, non sono immediatamente riconducibili ad essa. Un buon punto di partenza per implementare efficacemente la dovuta diligenza è quindi condurre un’analisi delle misure esistenti per valutare in che misura l’azienda già soddisfa i sei elementi fondamentali della dovuta diligenza e quali sono, eventualmente, le lacune da colmare. L’obiettivo è di partire da quello che già esiste e funziona. Sulla base di quest’analisi, si identificano misure utili per l’ulteriore sviluppo dei processi di dovuta diligenza e si può elaborare un primo rapporto sull’argomento.

Peculiarità per le PMI

La responsabilità di rispettare i diritti umani si applica a tutte le aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni. Tuttavia, l’implementazione concreta della dovuta diligenza varia a seconda delle dimensioni e del profilo di rischio dell’azienda, che deve sempre essere vincolato alle circostanze specifiche e al contesto operativo dell’azienda. Le peculiarità per le PMI derivano, per esempio

  • dalla capacità e il grado di formalizzazione dei processi aziendali e della struttura di gestione associati alla dovuta diligenza;
  • dalla natura delle relazioni con i fornitori e la complessità della catena di approvvigionamento. Infatti, le PMI mantengono relazioni più strette con i fornitori e presentano catene di fornitura che permettono di semplificare notevolmente i processi di dovuta diligenza.

Ciononostante, le misure specifiche adottate devono sempre tenere conto della gravità degli impatti sui diritti umani. Gli impatti gravi richiedono misure appropriate indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. Una PMI con un alto profilo di rischio dovrebbe quindi implementare processi di dovuta diligenza più stringenti di una PMI caratterizzata da rischi meno elevati. Pertanto, il contesto e l’attività di un’azienda sono il primo elemento da considerare nel progettare la dovuta diligenza, mentre la dimensione dell’azienda rimane un aspetto secondario.

Nuova pubblicazione sul tema

Una guida pratica per le aziende è stata realizzata da focusright nell’ambito del Piano d’azione nazionale per le imprese e i diritti umani (PAN), su incarico della Segreteria di Stato dell’economia SECO e del Dipartimento federale degli affari esteri DFAE. La guida aiuta sia le PMI che le grandi aziende a sviluppare e implementare processi pragmatici ed efficaci per integrare la dovuta diligenza in materia di diritti umani in linea con i Principi Guida delle Nazioni Unite e le Linee Guida dell’OCSE. Inoltre, indica i primi passi che possono risultare utili alle aziende per impostare la dovuta diligenza. Questa pubblicazione è disponibile attraverso questo link.


Articolo a cura di Regula Meng, Senior Consultant, focusright GmbH

DOCUMENTI UTILI
– pubblicazione “Linee guida pratiche sull’attuazione della diligenza in materia di diritti umani
sito focusright
sito ufficio di coordinazione del Piano nazionale per le imprese e i diritti umani e collegato alla SECO e alla Divisione Pace e diritti umani del DFAE

Rivedere il webinar “Due diligence (Dovuta diligenza) in materia di diritti umani” del 6 settembre 2022

Imprese responsabili per un Ticino sostenibile

Anche la Cc-Ti ha partecipato all’evento del DFE dedicato alle micro e piccole-medie aziende ed al tema CSR.

Si è svolto il 13 ottobre scorso a Stabio, alla presenza del Consigliere di Stato Christian Vitta e di un folto pubblico, l’evento “Imprese responsabili per un Ticino sostenibile”, a cui hanno partecipato in veste di relatori anche Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti e Gianluca Pagani, CSR Manager Cc-Ti.


È stata un’occasione preziosa per dare rilievo ad alcuni degli strumenti concreti che il DFE mette a disposizione delle micro e piccole medie imprese in questo ambito vieppiù importante per l’economia cantonale.

Come emerso anche dai lavori del Gruppo strategico per il rilancio del Paese, la responsabilità sociale delle imprese è sempre più centrale per favorire una crescita sostenibile e orientata al futuro del nostro tessuto economico e del nostro territorio. Pertanto il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), con l’obiettivo di rafforzare la promozione della responsabilità sociale delle imprese e sensibilizzare le aziende sull’importanza di consolidare il proprio impegno verso questo tema, ha organizzato l’evento “Imprese responsabili per un Ticino sostenibile”.  

L’evento si è aperto con i saluti del Consigliere di Stato Christian Vitta, del Sindaco di Stabio Simone Castelletti, del Direttore della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) Luca Albertoni e della Presidente dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (ERS-MB) Roberta Pantani Tettamanti.

A seguire, gli interventi della Docente ricercatrice della SUPSI Jenny Assi e del CSR Manager della Cc-Ti Gianluca Pagani hanno dato ampio spazio alla promozione delle buone pratiche di responsabilità sociale che le aziende possono adottare e dello strumento del rapporto di sostenibilità semplificato. Quest’ultimo è stato voluto dal DFE, in collaborazione con la Cc-Ti e con il supporto scientifico della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Questo modello semplificato di rapporto di sostenibilità, facilmente accessibile online al sito www.ti-csrreport.ch, aiuta le aziende nell’allestire un rendiconto sull’impatto sociale e ambientale delle loro attività.

Si è tenuta in seguito una presentazione da parte del Direttore dell’ERS-MB, Claudio Guidotti, inerente al nuovo strumento di cui si è dotato l’ente nell’ambito della responsabilità sociale delle imprese.  

Il pomeriggio si è concluso con una tavola rotonda, moderata dal giornalista della RSI Paolo Bobbià, che ha messo in evidenza le esperienze concrete di alcune aziende del territorio che applicano buone pratiche di responsabilità sociale delle imprese negli ambiti economico, sociale e ambientale.  

L’evento è inoltre stato un’occasione preziosa per far emergere e valorizzare maggiormente le numerose buone pratiche che le imprese già adottano a favore, ad esempio, del personale, della comunità e dell’ambiente, e per dare rilievo a un tema vieppiù importante per l’economia cantonale. 

Documenti utili


Il Report di sostenibilità – www.ti-csrreport.ch
È possibile avere dettagli in merito sul tema e consulenze dirette, contattando Gianluca Pagani, CSR Manager Cc-Ti o Sergio Trabattoni, Collaboratore CSR.

Malgrado un’economia che si sta dimostrando solida, le preoccupazioni sono date da tutte le incertezze che contraddistinguono il periodo attuale

Comunicato stampa della 105esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti

Il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis, il Presidente della Cc-Ti Andrea Gehri e la Vice Presidente della Cc-Ti Cristina Maderni

La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) ha tenuto il 14 ottobre 2022, presso l’Espocentro di Bellinzona, la sua 105esima Assemblea Generale Ordinaria.
L’evento si è svolto con il fedele supporto dei due ‘Main Sponsor’ EFG Bank e Swisscom SA.

Alla presenza di circa 400 partecipanti si è svolta con successo la 105esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti.
Si sono svolti i lavori i previsti lavori assembleari, che hanno visto la nomina di quattro nuovi membri dell’Ufficio presidenziale (composto di 21 elementi in rappresentanza di tutti i settori economici del Cantone).
Sono stati nominati all’unanimità dall’Assemblea Generale Ordinaria
(in ordine alfabetico):

  • Dario a Marca, Capo vendita per la regione Ticino di Coop, in rappresentanza del settore della grande distribuzione;
  • Alessandra Juri Zanolari, contitolare della Adolfo Juri elettronica industriale SA, in rappresentanza del settore dell’industria elettronica;
  • Giuseppe Perale, professore, ricercatore e imprenditore, presidente della sezione ticinese di SwissMedtech, in rappresentanza del settore Medtech;
  • Piero Poli, CEO della Rivopharm SA e Presidente di Farma Industria Ticino, in rappresentanza del settore farmaceutico.

In seguito, vi sono stati gli interventi del Presidente Cc-Ti, Andrea Gehri, della Vicepresidente Cc-Ti, Cristina Maderni, il saluto al Presidente della Confederazione da parte del Presidente del Consiglio di Stato ticinese, On. Claudio Zali e del Consigliere di Stato Christian Vitta.
Ospite d’onore è stato, come citato, il Presidente della Confederazione Ignazio Cassis, intervistato dal capo edizione del telegiornale e responsabile del settore nazionale della RSI Pietro Bernaschina. L’evento è stato chiuso con la presentazione di un’opera artistica eseguita appositamente durante questa occasione dall’apprezzata artista poliedrica Serena Maisto, nata a Mendrisio e residente a Lugano.
                                                                              

Fra tessuto economico sano, incertezze mondiali e necessità di riforme

Il Presidente Andrea Gehri e la Vicepresidente Cristina Maderni hanno ribadito un’economia ticinese in linea con le tendenze del resto della svizzera da tutti i punti di vista. Le incertezze internazionali legate alla reperibilità e ai costi delle materie prime e alle difficoltà nell’ambito energetico, in particolare, rendono però la vita difficile a moltissime imprese, che si trovano a dover operare nell’insicurezza di costanti di riferimento, con evidenti difficoltà di pianificazione e di investimento.

Per questa ragione, la Cc-Ti sta lavorando da tempo a stretto contatto con le aziende ticinesi produttrici e distributrici di energia e con le Autorità per cercare di trovare soluzioni praticabili, che non creino disparità di trattamento e permettano un piano strategico valido da proporre al mondo economico.

Proprio in quest’ottica il Presidente della Cc-Ti, Andrea Gehri, ha sottolineato l’importanza di un gesto politico concertato da parte di Confederazione, Cantone e Comuni sospendendo almeno temporaneamente l’incasso dei tributi pubblici che rincarano il prezzo dell’energia. Su un tema così complesso, tutti devono essere chiamati a fare la loro parte.

È stata ribadita e sottolineata la necessità di procedere anche a concrete riflessioni in materia di riforme fiscali sul piano cantonale, mettendo in atto quanto già deciso dal popolo e promuovendo modifiche che migliorino la competitività del nostro territorio, soprattutto sul piano della fiscalità delle persone fisiche.

L’intervento presidenziale non ha tralasciato di citare i numerosi servizi che la Cc-Ti, quale associazione-mantello dell’economia cantonale, mette a disposizione dei propri associati e l’impegno costante profuso a favore di cittadini e imprese quale mediatore in tutti i temi di attualità d’importanza per il migliore sviluppo auspicato del nostro territorio.

Unità d’intenti per centrare gli obiettivi

Il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, Christian Vitta, ha sottolineato la grande incertezza del periodo che stiamo attraversando e i suoi risvolti concreti, in particolare per quanto concerne l’ambito energetico. Il Cantone ha istituito un apparato organizzativo al fine di monitorare costantemente la situazione ed essere pronto a reagire in caso di problemi di approvvigionamento energetico.

Ha inoltre rimarcato l’importanza di rendere il Ticino sempre più attrattivo e competitivo nel contesto nazionale e internazionale. Con questo obiettivo il Cantone continua a lavorare nella direzione di un aggiornamento del quadro fiscale: dopo le importanti riforme fiscali promosse negli scorsi anni sono attualmente in corso degli approfondimenti in vista di una futura riforma della Legge tributaria cantonale.

Il Cantone punta inoltre con determinazione sul tema dell’innovazione, in particolare attraverso la concretizzazione del Parco dell’innovazione ticinese e lo sviluppo dei suoi centri di competenza.

Ha infine ricordato l’importanza dell’unione d’intenti e del gioco di squadra, elementi che si sono rivelati fondamentali nell’affrontare la crisi pandemica e che saranno indispensabili anche per affrontare le sfide future.

In conclusione il Consigliere di Stato ha rivolto i propri ringraziamenti alla Cc-Ti per la costruttiva collaborazione e agli imprenditori che, nonostante le difficoltà del contesto, contribuiscono allo sviluppo economico del nostro Cantone e al mantenimento di posti di lavoro sul nostro territorio.  

Economia e politica internazionale

L’assemblea si è fregiata dell’intervista al Presidente della Confederazione Ignazio Cassis, sollecitato su vari temi di politica internazionale dal capo edizione del telegiornale e responsabile del settore nazionale della RSI Pietro Bernaschina. È stata l’occasione per ribadire la complessità del contesto attuale e gli effetti per l’economia svizzera. Sottolineando però quanto l’economia elvetica, in un contesto di forte interdipendenza fra paesi, continui a giocare un ruolo importante anche a livello internazionale.

“Il futuro è sempre in costruzione”

Da quella frase che rappresenta lo spirito della 105esima Assemblea Generale Ordinaria Cc-Ti, l’artista svizzera Serena Maistro ha rappresentato con in un’opera pittorica, la spinta che immagina essere in ogni imprenditore davanti alle tante sfide: “Non essendo alberi, possiamo muoverci, provare, reinventarci, capire e vedere cosa si può creare di nuovo e cosa possiamo modificare di già esistente. Il cambiamento arriva. Che sia per decisione propria, per necessità o per obbligo, è qualcosa che ci fa evolvere.”


L’evento nei media

Stampa e portali online

L’incertezza è un’ipoteca sulle scelte delle imprese – CdT , 14.10.2022

“Chiediamo di sospendere determinati tributi” –  RSI, 14.10.2022

‘No a sfrenate corse redistributive della ricchezza’  – La Regione, 14.10.2022

105esima AGO della Cc-Ti: malgrado un’economia che si sta dimostrando solida, le preoccupazioni sono date da tutte le incertezze che contraddistinguono il periodo attuale – etcinforma.ch, 14.10.2022

Gehri: “la sensazione è che la politica stia facendo poco” –  Ticinonews, 14.10.2022

Energia, Gehri: “Serve un gesto politico da parte di tutti”. Vitta: “Monitoriamo la situazione” – Libera Tv 15.10.2022

105esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti. Ospite d’onore, Ignazio Cassis – Moneymag.ch, 14.10.202

105° Assemblea CcTi: il Ticino è pronto a reagire alle difficoltà internazionali – La pagina, 17.10.2022

Servizi video

(RSI Il Quotidiano/ Teleticino / Ticinonews)


Discorsi ed interventi

Intervento del Consigliere di Stato Christian Vitta in occasione della 105esima AGO – Repubblica & Cantone Ticino, 17.10.2022


Gallery fotografica

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Approfondimenti

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Una bussola per orientarsi nella ‘giungla’ delle certificazioni

Da anni la Cc-Ti è impegnata in una costante attività di sensibilizzazione delle nostre aziende sulla responsabilità sociale delle imprese (CSR). In collaborazione con il Cantone, associazioni e fondazioni, supporta anche gli imprenditori nell’implementare le buone pratiche della CSR, grazie ad un’offerta mirata di informazione e formazione. Un impegno che scaturisce dalla convinzione che sostenibilità e responsabilità sociale siano ormai elementi imprescindibili nelle strategie di crescita produttiva e di rilancio competitivo.

Oggi, tuttavia, non è per nulla facile orientarsi e scegliere tra le numerose certificazioni CSR (tra quelle volontarie delle stesse imprese e quelle invece richieste espressamente dal mercato), per comunicare all’esterno il valore, non solo economico, ma anche sociale e ambientale creato dall’azienda, rafforzando così la sua immagine e la sua reputazione. Tanto più che la responsabilità sociale è ora contemplata tra i requisiti previsti dalla nuova legge cantonale sulle commesse pubbliche. Un problema delicato e pressante per le aziende, a cui la Cc-Ti il prossimo 13 settembre dedicherà un evento di approfondimento, in collaborazione con la Divisione dell’economia del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), la sezione ticinese della Società Svizzera impresari costruttori e la SQS, l’Associazione Svizzera per Sistemi di Qualità e di Management. Sarà un incontro incentrato proprio sugli interrogativi che si pongono tanti imprenditori: Districarsi tra certificazione e labels in tema di CSR. Quali sono le certificazioni che contemplano gli indicatori CSR scelti per la nuova Legge sulle commesse pubbliche?”. 

Come orientarsi, dunque, nella ‘giungla’ delle certificazioni?

“È oramai assodato che la CSR rappresenti un contributo delle aziende allo sviluppo sostenibile. Da alcuni anni la International Organization for Standardization (ISO), principale istituto di normazione con sede a Ginevra, ha allineato le proprie strategie all’Agenda Globale delle Nazioni Unite per il 2030 e ai suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Come ISO, anche altri istituti di standardizzazione e normazione si sono attivati in tal senso. Ne consegue un progressivo e crescente sviluppo di standard certificabili e non certificabili, la cui scelta di adozione richiede un minimo di cultura sul tema”, risponde Silvio Genovese, membro della Direzione e responsabile di Divisione della SQS, che sarà tra i relatori dell’incontro di settembre. Con lui facciamo il punto su una materia complessa che investe sempre più direttamente l’attività imprenditoriale.

Per orientarsi in questa ‘giungla’, spiega Genovese, è necessario in primo luogo fare i conti con i  bisogni delle imprese, con la visione strategica a medio e lungo termine in relazione alle tendenze di mercato, ma anche con lo status quo dell’azienda dal punto di vista organizzativo e culturale. “L’adozione di standard ISO e loro certificazione è una scelta strategica- puntualizza-. Se la loro implementazione avviene con convinzione e consapevolezza, può innescare una virtuosa trasformazione organizzativa e culturale delle aziende e della loro catena di fornitura. È pertanto importante che i vertici aziendali guidino questa scelta con senso di responsabilità e consapevolezza”.

Se la CSR è un requisito con cui tutte le aziende devono confrontarsi, allo stesso tempo si assiste, però, ad un proliferare di consulenti, esperti ed enti certificatori. Perciò, non è sempre facile la scelta giusta. Come capire cosa fare, come fare e, soprattutto, con chi fare?

“Data la complessità del tema, è probabile che l’azienda non disponga al suo interno di tutte le competenze necessarie per destreggiarsi tra i vari requisiti normativi, pertanto, l’accesso a consulenti esterni o a esperti in materia diventa una necessità – afferma Genovese -.  È doveroso però fare una distinzione di ruoli tra consulenti, esperti, personale di organismi di certificazione non accreditati e personale di organismi di certificazione accreditati. Le persone appartenenti a quest’ultima categoria, di cui anche l’organismo SQS che rappresento fa parte, sono sottoposti a rigorosi processi di qualifica e valutazione e a vincoli di imparzialità, verificati ciclicamente dagli enti di accreditamento nazionali (in Svizzera il Servizio Svizzero di Accreditamento – SAS), che per tutte le altre categorie menzionate non sono richiesti”.

Ne consegue che gli interlocutori degli organismi di certificazione accreditati siano esperti in materia, in grado di fornire informazioni imparziali, affidabili e utili per approcciarsi al tema, per svolgere attività di valutazione, ma non autorizzati a supportare le aziende con servizi di consulenza. “La separazione dei ruoli deve essere netta -avverte-. Se l’azienda necessita di un supporto consulenziale è bene appoggiarsi a soggetti conosciuti sul territorio e ben referenziati, incentrando i criteri di scelta su professionalità ed esperienza delle persone coinvolte, piuttosto che ricercare il prezzo più basso o il risultato più facile. L’approccio alla sostenibilità comporta una conoscenza totale dell’azienda e dei suoi processi, oltre che la condivisione di informazioni sensibili. Per questo è necessario essere accompagnati da soggetti e istituzioni riconosciuti ed affidabili”.  

Dal 2021, con la nuova legge cantonale sulle commesse pubbliche, la CSR è un criterio previsto anche nei bandi dei concorsi pubblici. Al riguardo la Cc-Ti, assieme al DFE e alla SUPSI, ha sviluppato un modello online di “Rapporto sulla sostenibilità”, con relativa “Dichiarazione di conformità”, rilasciata dalla stessa Cc-Ti. Uno strumento che si sta rivelando di grande utilità pratica per le aziende.

“La scelta di stimolare le aziende che forniscono beni e servizi alla collettività ad affrontare le tematiche di CSR è un’iniziativa importante – osserva Genovese -. Il modello di rapporto, sebbene definito ‘semplificato’ è comprensivo di tutte le problematiche principali in ambito CSR, pertanto rappresenta uno strumento efficace e di semplice implementazione per avviare un processo di sviluppo sostenibile per le PMI. Il rapporto rappresenta un importante strumento di dialogo per più categorie di stakeholder: collaboratori, clienti, fornitori, enti finanziatori, enti pubblici e media. La certificazione della Cc-Ti è un ulteriore valore aggiunto che permette alle aziende di rendere lo strumento non autoreferenziale e pertanto più credibile, consentendo loro il diretto accesso alle commesse pubbliche con informazioni verificate”.

Ma quali sono gli elementi chiave a cui bisogna prestare maggiore attenzione tra i numerosi indicatori della CSR che figurano nella nuova legge sulle commesse pubbliche?

Secondo Genovese, tutte le tematiche sono importanti e la scala di priorità può variare da azienda ad azienda in base al momento storico in cui esse si trovano a vivere. Certamente tutto ciò che viene dichiarato nella stesura del rapporto deve essere veritiero, omettere questioni rilevanti mina la reputazione dell’azienda. “La trasparenza- precisa- è uno degli elementi vincenti nel processo di rendicontazione. Altrettanto fondamentale è definire obiettivi di sviluppo coerenti con le possibilità dell’azienda. Portare a termine gli impegni presi è sinonimo di credibilità e affidabilità. In ambito di sviluppo sostenibile fare poco e bene è decisamente meglio che voler strafare e non riuscire nell’intento”. A tale proposito, va sottolineato che con il rapporto di sostenibilità semplificato si ottiene il punteggio massimo già soddisfacendo i requisiti di 25 indicatori su 30.

Oggi, sotto la pressione di un’opinione pubblica sempre più sensibile ai temi della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale, le imprese spesso vogliono avere più certificazioni per conseguire un ulteriore valore aggiunto in termini di reputazione, immagine e competitività. La sfida è selezionare e conseguire gli attestati più idonei a raggiungere questo obiettivo. Ma le certificazioni richiedono impegno e risorse.

Il vero problema, però, non è di quante certificazioni disponga un’azienda, ma di quanto riesca a fare di queste certificazioni un investimento, spiega Genovese: “L’efficacia dell’investimento, nel caso delle certificazioni si misura con il miglioramento dell’impatto sociale, ambientale ed economico nel lungo periodo. Indipendentemente da quante certificazione ha un’impresa, se migliora la propria organizzazione, acquisisce quote di mercato, risponde alle richieste di shareholder e stakeholder e non da ultimo, consolida il proprio capitale reputazionale”.

Il responsabile di Divisione della SQS sbarazza il campo anche da un altro luogo comune secondo cui la CSR riguardi solo le medie e grandi aziende. In realtà ha, invece, un peso e un’importanza crescenti anche per le piccole imprese, che possono contare su molteplici sostegni per implementare le buone pratiche della responsabilità sociale. Genovese ricorda opportunamente che il tessuto dell’economia ticinese è formato per lo più da piccole e medie imprese che sono gli elementi fondanti della catena di fornitura delle medie-grandi aziende, e le politiche CSR di queste ultime devono tenerne conto. Il progressivo coinvolgimento di tutti i soggetti della catena di fornitura da parte delle medie-grandi imprese rispetto ai temi della CSR è pertanto fondamentale.   “La piccola impresa che si trova ad affrontare le tematiche CSR -dice- dovrà fare delle scelte di priorità, procedendo per gradi e con il sostegno di Governo, università, associazioni economiche e istituti finanziari attraverso iniziative di formazione, informazione e incentivi economici. Va ribadito che la diffusione dei temi CSR necessita del contributo di tutti gli attori economici”.


L’evento “Districarsi tra certificazione e labels in tema di CSR. Quali sono le certificazioni che contemplano gli indicatori CSR scelti per la nuova Legge sulle commesse pubbliche?” è in programma per il prossimo 13 settembre presso lo Splash & Spa a Rivera. Le iscrizioni sono aperte!

“Solare Ora” nel Luganese

Il secondo appuntamento di un ciclo di eventi organizzati dal Dipartimento del territorio e dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, si è tenuto il 14 giugno a Manno.

Con una media annuale di oltre 2’000 ore di sole a Lugano, la “Sonnenstube” Cantone Ticino supera di gran lunga il resto delle regioni di pianura del nostro paese.
Hic et nunc, direbbero i latinisti. È adesso il momento, non domani! È questo il messaggio principale lanciato dal Consigliere di Stato Claudio Zali durante il secondo incontro “Solare? Ora!” organizzato dal Dipartimento del territorio in collaborazione con la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino tenutosi oggi a Manno.
In Ticino, gli edifici di tipo industriale, artigianale e commerciale che dispongono di un tetto di almeno 300 m2 e che godono di una buona/ottima insolazione sono circa 13 mila. Se su ogni tetto venissero installati dei pannelli fotovoltaici si riuscirebbe a produrre circa un terzo dell’energia elettrica attualmente consumata in Ticino. Un risultato che permetterebbe al Cantone di essere molto più indipendente nella produzione di energia elettrica e maggiormente rispettoso dell’ambiente.

Nel Luganese la disponibilità di tetti di medie/grandi dimensioni e le condizioni di insolazione sono molto favorevoli: un terzo del fabbisogno di energia elettrica potrebbe essere prodotto con l’ausilio di pannelli fotovoltaici installati sugli edifici che dispongono di un tetto di almeno 500 mq di superficie.

L’incontro di oggi ha dato la possibilità a imprenditori e rappresentanti delle aziende ubicate nel Luganese di raccogliere diverse informazioni sull’iter procedurale e tecnico da seguire qualora si volesse dar seguito all’installazione di pannelli fotovoltaici. Due buone pratiche sono state presentate dal CEO della Gehri SA, Signor Andrea Gehri e dal CEO di AIL Signor Andrea Prati. Gehri, che è anche Presidente della Cc-Ti, ha evidenziato un bilancio economico ed ambientale positivo da quando la sua azienda si è munita di pannelli fotovoltaici. Andrea Prati di AIL ha invece messo in guardia gli imprenditori sull’incerto futuro dei prezzi energetici. Prezzi che in base alle attuali previsioni subiranno un importante crescita nei prossimi anni. Scegliere la via dell’energia solare permetterà a molti imprenditori di “dormire sonni” più tranquilli dal profilo energetico.

Il Cantone c’è e gli incentivi non mancano. Per esempio un impianto di pannelli fotovoltaici da 70 kW che costerebbe circa 115’000 franchi, verrebbe finanziato nella misura di circa 35’000 franchi sia dalla Confederazione sia dal Cantone. Il costo dell’investimento sarebbe inoltre ammortizzato in otto anni: se l’impianto ha una durata di circa 25 anni ciò significa che per 17 anni l’azienda otterrebbe soltanto dei ricavi.

Nel suo intervento il sindaco di Manno Giorgio Rossi ha evidenziato la politica energetica che i Comuni di Agno, Boggio e Manno stanno portando avanti insieme da diversi anni. Buoni i risultati finora ottenuti: 176 impianti fotovoltaici installati per una potenza totale di 4’562 kWp.

All’evento è intervenuto anche il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni.

Il terzo incontro sarà rivolto alle aziende del Sopraceneri a data da stabilire.

DOCUMENTI UTILI: – presentazione powerpoint

“Solare? Ora!” comincia dal Mendrisiotto

Un evento organizzato dal Dipartimento del territorio e dalla Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino

L’energia elettrica, oltre a essere un fattore che può avere un certo peso sui costi di produzione di un’azienda, è anche una risorsa strategica per la politica energetica di un paese come la Svizzera.
Riuscire a produrre sempre più elettricità con delle risorse rinnovabili è uno dei pilastri della Strategia energetica 2050 della Confederazione tant’è che l’obiettivo della Legge federale sull’energia è di rafforzare le energie rinnovabili indigene. Tra queste, oltre alla tradizionale energia idroelettrica, vi sono le nuove energie rinnovabili quali il sole, la legna, la biomassa, il vento e la geotermia.

Il Cantone Ticino è la regione più solatia di tutta la Svizzera e come tale è fondamentale che nel breve periodo la produzione di energia elettrica, per il tramite dei pannelli fotovoltaici, diventi la giusta strada da percorrere anche perché è relativamente di facile realizzazione.

Nel Mendrisiotto esiste un potenziale produttivo elevato sia per la sua importante esposizione solare sia per la disponibilità di tetti di medie/grandi dimensioni degli stabili industriali e artigianali.

L’incontro “Solare? Ora!” tenutosi il 20 maggio 2022 presso l’Azienda agraria cantonale di Mezzana, promosso dal Dipartimento del territorio del Cantone Ticino, in collaborazione con la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, ha avuto l’obiettivo d’incentivare tutte le aziende che dispongono di superfici di medie/grandi dimensioni sul tetto del proprio stabile a munirsi di pannelli fotovoltaici.

Oltre a informare sull’evoluzione delle condizioni quadro cantonali e dei relativi incentivi nel campo dell’energia solare, durante l’incontro sono state presentate le testimonianze di due aziende che hanno già realizzato un tetto solare sui propri stabili produttivi.

Questo incontro era destinato alle aziende del Mendrisiotto, ed è il primo di una serie di incontri che verranno proposti anche nelle altre regioni del Cantone.

Sono intervenuti: Andrea Gehri, Presidente Cc-Ti; Claudio Zali, Consigliere di Stato Direttore del Dipartimento del territorio del Canton Ticino; Samuele Cavadini, Sindaco di Mendrisio; Giovanni Bernasconi, Capo Sezione protezione aria, acqua e suolo; Fabrizio Noembrini, Direttore TicinoEnergia; Silvio Tarchini, Presidente FoxTown Mendrisio e Nicola Caronzolo, CEO Sintetica Mendrisio.


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Altre info: comunicato stampa del Dipartimento del Territorioslides presentate all’eventoinfo dal sito dell’Autorità cantonale

Prix SVC Svizzera italiana 2022

Tecnomec SA di Stabio si è aggiudicata il Prix SVC Svizzera italiana 2022, nell’evento del 18 maggio 2022. Anche la Cc-Ti è rappresentata nella giuria del Prix SVC Svizzera italiana, nella persona del Direttore Luca Albertoni.

Da sin.: Marzio Grassi, Presidente della giuria del Prix SVC Svizzera italiana; Iarno Mapelli, Direttore di Tecnomec SA e Andreas Gerber, Presidente SVC

Iarno Mapelli, Direttore di Tecnomec SA, ha preso in consegna il 18.5.2022 l’ambito primo premio del Prix SVC Svizzera italiana 2022.
L’azienda fondata nel 1981 è attiva nell’industria della meccanica di precisione, con un parco macchine costantemente all’avanguardia. Ha la sua sede a Stabio e dà lavoro a 70 persone. Il secondo premio è andato alla Jetpharma SA e al suo membro del Consiglio d’Amministrazione Stefano Martinoli, mentre R. Audemars SA e il suo CEO Mirko Audemars si sono aggiudicati il terzo posto. I premi speciali sono stati attribuiti ad Agriloro SA con Jacques Perler, Direttore, Campofelice SA con Simone Patelli, Direttore e Fontana Print SA con Ruben Fontana, Direttore.

Enorme successo per la nona edizione del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC è ormai diventato un appuntamento importante e atteso nella Svizzera italiana. Quest’anno quasi 1’000 persone del mondo economico, politico, accademico e culturale si sono incontrati al Palazzo dei Congressi di Lugano per assistere alla cerimonia di consegna del premio. Marzio Grassi, Presidente della giuria del Prix SVC Svizzera italiana, durante la laudatio ha così motivato la scelta del vincitore: “Ognuna delle sei finaliste avrebbe meritato di vincere. Alla fine, la giuria ha deciso di premiare Tecnomec, un ottimo esempio di azienda di famiglia, contraddistinta da un forte spirito imprenditoriale e da un orientamento all’innovazione e all’eccellenza. Radicata sul territorio, investe costantemente nella crescita dell’azienda e nei propri collaboratori”. Il Direttore Iarno Mapelli ha ritirato il primo premio consistente in un viaggio per imprenditori offerto da Credit Suisse e in un buono esclusivo, offerto da SUPSI, del valore di CHF 12’500 per seguire uno o più corsi di formazione continua SUPSI.

Secondo posto per Jetpharma SA e terzo posto per R. Audemars SA

Jetpharma SA, nata nel 1986 con sede a Balerna, si è aggiudicata il 2° premio. L’azienda offre servizi di micronizzazione per conto terzi. L’azienda è oggi uno dei pochi global players e dispone di una tecnologia proprietaria. Il premio ritirato da Stefano Martinoli, membro del CdA, è offerto da Ernst & Young e consiste nella partecipazione – con un accompagnatore – a un viaggio-studio o all’Entrepreneur of the Year Congress.
Il terzo premio è andato ad R. Audemars SA di Lamone-Cadempino. Grazie alle competenze maturate in oltre 120 anni nel settore orologiero svizzero, l’impresa di famiglia nata nel 1898, si è sviluppata in altri mercati, cooperando con produttori globali di dispositivi medici, che oggi rappresentano il suo mercato principale. Mirko Audemars, CEO, ha ritirato il premio offerto da Swisscom e consistente in un buono per la partecipazione a uno degli esclusivi appuntamenti promossi e sostenuti da Swisscom.

Premio speciale per tre aziende con ottime prestazioni

Le finaliste Agriloro SA, Campofelice SA e Fontana Print SA hanno ricevuto un premio speciale da Emil Frey, consistente in un buono del valore di CHF 3000 che può essere utilizzato presso le filiali Emil Frey.

Obiettivo: riconoscere e far conoscere le realtà imprenditoriali eccellenti

L’attività più conosciuta dello Swiss Venture Club è il Prix SVC che viene assegnato in ciascuna delle otto regioni in Svizzera. Andreas Gerber, presidente dello Swiss Venture Club, rimarca: “Il Prix SVC dà visibilità alle imprese di successo, spesso sconosciute al grande pubblico. Sono aziende che contribuiscono ogni giorno a rafforzare la piazza economica e il nostro Paese, creando valore aggiunto. Inoltre, mantengono e creano nuovi posti di lavoro e formano apprendisti e praticanti. Sono “perle nascoste” della nostra economia e rappresentano un modello da seguire per la prossima generazione”.

La giuria del Prix SVC Svizzera italiana

Il Prix SVC fa affidamento su una giuria composta da noti esponenti della scena economica del Cantone. Ne fanno parte Marzio Grassi, presidente, Luca Albertoni, Lorenza Bernasconi, Erico Bertoli, Beatrice Fasana, Carlo Hildenbrand, Daniele Lotti, Michele Masdonati, Roberto Pesare, Giambattista Ravano, Stefano Rizzi e Lino Terlizzi.
La data del prossimo Prix SVC Svizzera italiana – alla sua decima edizione – è già stata fissata: mercoledì 15 maggio 2024.

Lo Swiss Venture Club (SVC) è una piattaforma per il networking imprenditoriale, attiva a livello regionale e nazionale, indipendente e non orientata al profitto, con solidi partenariati in ambito economico, scientifico, mediatico, politico e culturale. Lo Swiss Venture Club propone ai suoi membri, che sono più di 3000 in tutta la Svizzera, diverse attività come il Prix SVC, e anche impulsi imprenditoriali e opportunità di networking. Lo SVC crea valore aggiunto per le PMI e opportunità d’affari per i propri associati. Lo SVC è stato fondato nel 2003 e può contare sul sostegno dei suoi partner d’oro Credit Suisse, Emil Frey, EY, Swisscom e La Mobiliare, come pure sul prezioso contributo di numerosi sponsor e sostenitori.
Il Prix SVC Svizzera italiana è stato assegnato per la prima volta nel 2006 e rappresenta l’attività più importante nella nostra regione. Esso è nato per premiare l’imprenditorialità e dare visibilità a imprenditori e imprese eccellenti. Nel 2019 il 1° premio è stato consegnato ad Alberto Belloli, comproprietario di Belloli SA.