Discorso del Presidente eletto Andrea Gehri in occasione della 103esima AGO Cc-Ti

Ecco la versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente eletto Andrea Gehri alla nostra 103esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 16.10.2020 presso l’Espocentro di Bellinzona.

Caro Glauco,
Caro Luca,
Stimate autorità politiche nazionali, cantonali e comunali presenti,
Stimati soci della Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino
Cari collaboratori della Camera,
Gentili signore, Egregi signori,

innanzitutto, permettetemi di esprimere i miei più sinceri ringraziamenti per avermi confermato come nuovo Presidente della Camera di commercio dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino.

Un privilegio, un onore al quale, fino a poche settimane fa, non pensavo neppure di ambire!

Riprendere le redini dell’Associazione mantello per eccellenza dell’economia in Ticino, ruolo ricoperto negli anni scorsi da illustre ed affermate personalità del mondo imprenditoriale ticinese, costituisce sicuramente motivo di grande soddisfazione e responsabilità che mi appresto ad affrontare con molto rispetto, altrettanta passione e umiltà.

Glauco Martinetti, che ha presieduto la Camera durante gli ultimi 5 anni, ne è l’esempio più recente, oltre che un modello al quale ispirarsi. Il suo modo di fare garbato, la sua capacità di dialogo, di sintesi e di conferire con le parti, la sua competenza ed esperienza, la sua personalità che esprime simpatia e favorisce l’empatia, sono caratteristiche che hanno ben identificato e rappresentato la Camera durante gli ultimi anni nel tessuto economico in Ticino.

Ben comprendo i vertici dell’Ente ospedaliero cantonale nell’averlo designato futuro CEO, scelta azzeccatissima.

Qualche cenno ora sulla mia persona. Per coloro che non mi conoscono, ritengo sia doveroso raccontarmi.

Sono del 1964, quindi ho 56 anni, non proprio più un pivello e di primo pelo, nato e cresciuto a Lugano-Pregassona dove risiedo tuttora con mia moglie Manuela nel comune di Cadro. Abbiamo due figli, Deborah e Jonathan, oramai adulti anche loro. Permettetemi a tal proposito di ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre permesso di rincorrere i miei obiettivi, assecondandomi nei tanti miei impegni.

Ho conseguito la formazione commerciale e, in seguito, presso la Camera di commercio e dell’industria ho conseguito il diploma di “Capo azienda”, ora definito “Scuola Manageriale per specialista nella gestione di PMI”.

In seguito, ho calzato le cosiddette “salopette” e affrontato il percorso formativo in cantiere per poi ottenere l’Attestato di capacità di piastrellista. Seguito poi da quello di Capo piastrellista, di Maestro piastrellista e infine dal riconoscimento massimo nella professione, ossia quello di Esperto perito federale.

Conduco oramai dal 1990 l’azienda di famiglia, la Gehri Rivestimenti SA che conta un’ottantina di collaboratori attiva nel settore secondario della costruzione, ossia quello dell’artigianato, dove ci occupiamo del commercio, della lavorazione e posa di rivestimenti in ceramica, in pietra naturale e/o artificiale. Stiamo introducendo la terza generazione nel solco della continuità ad una realtà giunta proprio quest’anno ai 50 anni di vita.

Nell’ambito associativo posso vantare una discreta esperienza, ho ricoperto la carica di presidente nazionale dell’Associazione Svizzera dei commercianti di piastrelle dal 2001 al 2007 e quella di Presidente dell’Associazione Svizzera delle piastrelle, sezione Ticino dal 2007 al 2017, mentre siedo nell’Ufficio presidenziale della Camera di commercio dal 2016.

Nutro grande passione per la natura e la montagna che cerco di frequentare durante i ritagli di tempo libero a disposizione, durante il periodo estivo camminando o in mountain bike, mentre in inverno praticando lo sci che, è di fatto, l’altra mia grande passione.

Ecco alcuni brevi cenni personali, ma cosa rappresenta per me la Camera di commercio e dell’industria del Cantone Ticino?

La Camera di commercio, dell’industria del Cantone Ticino rappresenta senza ombra di dubbio l’associazione mantello dell’economia cantonale, punto di riferimento privilegiato per autorità politiche federali, cantonali e comunali e per le imprese del nostro territorio.

Credo molto nei valori ai quali si ispira la nostra organizzazione che decodifico come:

  • Indipendenza, garantita da finanziamenti provenienti esclusivamente da parte dei propri soci e dai servizi erogati
  • Equilibrio, ossia attraverso l’analisi, il confronto e la discussione riflettere un’opinione su temi di interesse economico
  • Creatività, significa favorire un approccio imprenditoriale variato e votato a soluzioni concrete ai problemi della quotidianità

Durante il periodo della mia candidatura a Presidente della Camera mi son chiesto a lungo quali fossero le ragioni e le motivazioni di coloro che avrebbero potuto sostenermi, rispettivamente quali fossero i criteri per adempiere ad una carica di tale prestigio.

Ebbene mi sono convinto che la Presidenza assunta da un artigiano, da qualcuno che provenisse dal mondo del fare, potesse in un qualche modo rappresentare le piccole medie aziende nell’ambito di questo nostro tessuto economico molto vasto e variegato.

Le PMI rappresentano senza ombra di dubbio la spina dorsale dell’economia nazionale e cantonale, sulla quale la Svizzera ha costruito il proprio modello di successo economico e anche in Ticino vi sono centinaia, o meglio, migliaia di aziende di piccola e media dimensione che lottano quotidianamente per il successo, per favorire la crescita, per offrire posti di lavoro e per incrementare il benessere dell’intera comunità.

Proprio in questo ambito mi sento particolarmente motivato a dare il mio contributo di imprenditore che, come tanti altri qui presenti e non, vive, ama e lotta quotidianamente per il bene della propria azienda ma anche per il bene del proprio Cantone e della sua economia.

Il Canton Ticino sarà chiamato, in particolare ora e nel futuro prossimo, a scelte strategiche, politiche, sociali ed economiche, per certi versi anche piuttosto dolorose. Il momento storico che stiamo vivendo ci porrà dinnanzi a sfide alle quali non potremo sottrarci ma, attraverso la creatività e la forza degli imprenditori seri, che credono e si identificano nel Ticino, sono convinto che sapremo proporre soluzioni efficaci e pragmatiche per non ipotecare troppo il futuro dei nostri giovani.

Le premesse per poterne uscire indenni devono essere tuttavia chiare ed inequivocabili per tutti gli attori sul mercato, la politica per prima:

  • Senza il varo di condizioni quadro ideali, senza l’abbattimento della burocrazia dilagante, senza il ritorno ad una coscienza e responsabilità sociale che favorisca il tessuto economico interno non potremo ambire ad un’economia virtuosa ed indirizzata alla crescita
  • Classificarsi al 23. esimo posto tra i Cantoni svizzeri in tema di attrattività per le aziende ci deve far riflettere, ma ancor di più ci deve spaventare assai. Società e persone fisiche godono oggigiorno di estrema mobilità e quindi scelgono il loro domicilio secondo criteri di attrattività della localizzazione e, soprattutto della pressione fiscale.
  • Già … La fiscalità! Il Ticino purtroppo non è assolutamente competitivo al contrario di altri Cantoni che, attraverso una politica mirata e lungimirante attraggono e hanno attirato interessanti contribuenti, siano esse persone giuridiche ma anche e soprattutto persone fisiche che, purtroppo da noi vengono pesantemente sfavorite, rischiando di perderle
  • Le imprese per poter superare le difficoltà devono sentire la vicinanza del settore pubblico, le amministrazioni pubbliche devono favorire soluzioni e non intralciare la virtuosità degli imprenditori con aggravi che ne minano la motivazione e le strategie

Per poter ridistribuire la ricchezza alla comunità bisogna prima generarla!
Per generare benessere necessitiamo di condizioni quadro che permettano alle aziende di crescere in modo virtuoso!
Per crescere un’economia virtuosa vogliamo soluzioni fiscali attraenti e all’avanguardia per aziende, imprenditori e per le persone fisiche.

Per concludere, nonostante le difficoltà del momento, credo personalmente e fortemente nel nostro Canton Ticino e come piccolo imprenditore intendo mettere a disposizione la mia esperienza e la mia sensibilità, nella consapevolezza di poter contare su una struttura della Camera ottimamente organizzata, oltre che efficiente in tutti i suoi ambiti.

Sarà un piacere lavorare con e per tutti voi, affiancato da un Ufficio presidenziale composto da tanti affermati professionisti competenti, ognuno esponente di punta del proprio settore d’attività. Un nuovo e stimolante cammino volto alla crescita e alla difesa degli interessi di tutta la comunità e di tutte le nostre aziende.

Grazie a tutti!

Discorso del Presidente Glauco Martinetti in occasione della 103esima AGO Cc-Ti

Ecco la versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente Cc-Ti  in occasione della nostra 103esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 16.10.2020 presso l’Espocentro di Bellinzona. 

Egregio Presidente del CdS NORMANN GOBBI
Egregio Consigliere di Stato CHRISTIAN VITTA
Egregio Consigliere agli Stati MARCO CHIESA
Egregi Consiglieri Nazionali MARCO ROMANO, ALEX FARINELLI, FABIO REGAZZI
Stimato rappresentante delle autorità comunali di Bellinzona SIMONE GIANINI
Stimato Presidente Unione svizzera Imprenditori VALENTIN  VOGT
Stimato Presidente RAI MARCELLO FOA
Caro ex direttore CLAUDIO CAMPONOVO
Carissimi associati, cari ospiti, gentili signore, egregi signori,

A nome delle 45 associazioni affiliate, dei quasi 1000 soci individuali, in rappresentanza di 135’000 posti di lavoro, e delle 18 Camere di commercio e dell’industria svizzere   vi porgo il più cordiale benvenuto alla 103esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino

Dopo cinque anni passati alla Presidenza della Camera, per motivi puramente professionali, alla fine di quest’anno lascerò il mio mandato. Durante questa serata sarà eletto il nuovo Presidente e l’Ufficio presidenziale è molto onorato di proporvi la nomina di Andrea Gehri.

È stato, il mio mandato, un periodo intenso, molto arricchente sul piano umano e professionale. Poter vedere in un solo colpo d’occhio le numerosissime sfaccettature dell’economia ticinese vi assicuro che è affascinante. Perché appunto la nostra economia è estremamente variegata, non solo per dimensioni delle nostre aziende, ma proprio per i vari settori che la compongono. Questa sua caratteristica ne fa quindi, di fatto, un’economia di difficile comprensione, difficile da pronosticare, difficile da capire.  Ma dall’altro lato le dà una stabilità, una sicurezza e una resilienza molto interessanti. Come ha dimostrato l’andamento estremamente solido dell’economia cantonale negli ultimi due decenni. Fatto incontestabile, che ci ha portato a essere molto vicini all’evoluzione media dell’economia nazionale. Peccato che taluni si ostinino a parlare di un’economia debole fino ad arrivare ad usare nuovamente quel termine tristemente famoso coniato da Angelo Rossi oramai 35anni fa di “economia a rimorchio”. Nulla di più sbagliato ! 

Forse fragile, perché la volatilità generale obbliga a rimettersi continuamente in discussione e assestare continuamente le nostre realtà. Inoltre le troppe iniziative politiche volte a cambiare il sistema elvetico in maniera profonda creano molta insicurezza. Fragile ma non debole, la differenza è sostanziale. Del resto un’economia cantonale debole non sarebbe mai stata in grado di assorbire colpi duri come quelli del ridimensionamento del settore bancario. Il mantenimento del livello del gettito fiscale delle persone giuridiche su livelli stabili, malgrado la perdita di centinaia di milioni di introiti derivanti appunto dalle banche, ne è una dimostrazione palese.

L’economia ticinese di oggi è molto più forte di venti anni fa, ma la percezione è diversa. Forse le strutture “di un tempo”, penso in particolare alle regie federali e anche alle banche, erano più visibili che non le aziende “leader” di oggi e quindi forse più rassicuranti. Ma i fatti e le cifre dimostrano che questa economia è più solida.

Tutte le associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti, ben quarantacinque (dai banchieri ai piastrellisti, passando per la farmaceutica e i parrucchieri) sono fondamentali per creare e mantenere questa dinamica e la Cc-Ti cerca di sostenerle in ogni modo. D’altra parte è però quasi impossibile trovare la misura unica di sostegno, di rilancio, di aiuto in periodi difficili come quelli che stiamo vivendo. Molto più sovente è invece un insieme di misure e di attività che portano al successo. Per questo motivo l’indirizzo strategico scelto sotto la mia presidenza è stato quello di rafforzare la Camera quale interlocutore privilegiato dell’economia ticinese di fronte alle istituzioni Cantonali e Federali sui temi generali.  

L’ho ripetuto in ogni discorso assembleare:  sui temi specifici settoriali è il settore economico stesso che deve poter improntare la sua linea strategica. Sui temi generali è invece la Camera che ha la miglior visione di insieme e quindi la capacità di indirizzare la via più propositiva.

Questo fatto impone però, alla Camera, di avere una cura particolare nell’improntare la comunicazione che deve essere giocoforza più istituzionale. Dove questo non significa essere remissivi o accondiscendenti, ma impone una capacità di critica misurata, sempre fondata su fatti concreti e mai inutilmente aggressiva. I toni possono essere duri, ma si discute sempre sulle idee, sulle proposte, sui fatti. Il dileggio non è mai stato nelle nostre corde e, mi permetto di suggerire,  mai lo dovrà essere. Una sfida non da poco in un contesto comunicativo estremamente nervoso, troppo superficiale e volto alla distruzione di chi ha un’opinione diversa.

La Camera è stata capace di raccogliere questa sfida e le numerose sollecitazioni dalle istituzioni ci attestano questo riconoscimento. L’equilibrio è molto apprezzato ed è il miglior servizio che si possa dare ai nostri soci.

Il momento storico che stiamo vivendo è chiaramente molto particolare. Eppure non sto pensando al COVID-19 ed ai mesi passati.

Penso piuttosto ai prossimi anni e alla quarta rivoluzione industriale che il COVID-19 sta implementando molto più velocemente di quanto potevamo immaginare solo alcuni mesi fa.

Parlo del nuovo modello di business che siamo chiamati a mettere in atto. Ad esempio penso all’economia circolare che si sta sviluppando dal recycling, penso al tema del coworking, penso all’intelligenza artificiale, dove il Ticino è leader tra i cantoni svizzeri, tanto da spingere Swisscom ad investire in una start up ticinese.

È infatti evidente che ci stiamo proiettando a grande velocità verso una nuova società: molto più smart, molto più green, molto più social.

Io stesso nel mio piccolo negli ultimi tre anni ho cambiato il mio modo di operare (che evidentemente non è da confondere con il cambio di business model) : da innumerevoli viaggi in auto ho iniziato a usare il treno per ogni spostamento oltre Gottardo (soprattutto grazie alla facilità di utilizzo della app delle ffs) per poi passare ai vari Teams/Skype/Zoom durante la primavera 2020. Un guadagno di tempo, efficienza, immediatezza e sicurezza incalcolabile. Evidentemente questo è un piccolissimo esempio, forse anche banale e non è che l’inizio.

Dobbiamo ripensare i nostri modelli di business, dobbiamo ripensare l’offerta per i nostri clienti, dobbiamo garantire il passaggio alla quarta rivoluzione industriale delle nostre aziende.

La compenetrazione tra mondo fisico-reale, digitale e biologico è arrivata e pone sfide enormi. Non solo dal punto di vista dell’organizzazione delle aziende, ma anche dal profilo giuridico/legislativo e chiaramente sociale. Anche qui ci vuole equilibrio, perché questa rivoluzione ha risvolti che vanno chiariti e strutturati, per evitare che strumenti interessanti si trasformino in boomerang.

Penso al lavoro da casa, evidentemente interessante, ma per il quale non tutti erano e sono preparati.

Queste accelerazioni comportano anche un’accresciuta rapidità dei cambiamenti, per cui le aziende sono chiamate a reagire rapidamente e in modo flessibile, senza troppi intralci burocratici.

Molte attività si spostano in maniera molto facile e rapida, per cui ci vorranno sempre più soluzioni pragmatiche. Stiamo parlando di una vera e propria rivoluzione !

Tutto il mondo del lavoro si sta trasformando e la Camera ha da tempo puntato sulla creazione di una vera e propria cultura del digitale e sulla valorizzazione della Responsabilità sociale delle imprese ma anche del singolo : già, la responsabilità sociale del singolo individuo.

Termine a volte un po’ vago quello della responsabilità sociale, ma che sotto il suo cappello riassume un po’ tutte le questioni legate alla qualità di vita. Non solo la conciliabilità lavoro-famiglia, di cui spesso giustamente si parla, ma anche la conciliabilità lavoro-vita privata in generale. E’ importante ricordare che quando si parla di sostenibilità, capitolo importante della responsabilità in questione, si intende sempre l’interazione fra la sostenibilità economica, ambientale e sociale. E’ solo tenendo conto di questi tre elementi che i discorsi sulla sostenibilità hanno senso. Purtroppo spesso si dimentica quella economica, che sembra la meno prestigiosa dal punto di vista politico, forse perché garantisce meno consensi rispetto alle altre due. L’aspetto della sicurezza economica delle aziende non deve essere un tabu, esso rappresenta un elemento essenziale per garantire posti di lavoro e quindi un benessere a cittadine e cittadini. 

Sul tema sostenibilità mi piace ricordare la presentazione dei risultati della nostra inchiesta congiunturale. Evento informativo svoltosi lo scorso mese di gennaio, praticamente un secolo fa tenendo conto di quanto successo nel frattempo. In quell’occasione abbiamo avuto modo di rilevare come sul tema della responsabilità sociale delle imprese le nostre aziende siano sul pezzo, con risultati assolutamente comparabili con quelli degli altri cantoni. A volte, e questo è l’aspetto particolarmente interessante, semplicemente svolgendo il loro normale lavoro quotidiano e non rendendosi nemmeno conto di operare secondo i canoni di tale responsabilità. Questa modalità d’azione, che taluni superficiali osservatori sembrano quasi ignorare, indica come il nostro Cantone, la nostra economia, le nostre aziende abbiano molto da offrire: sia in termini di trasformazione digitale, sia in tema di responsabilità sociale. La sfida sarà riuscire a indirizzare tutti ad un cambiamento veloce delle proprie abitudini, delle proprie certezze, dei propri ritmi. Che lo vogliamo o no la società del futuro sarà più fluida. Non a caso si è creato l’acronimo inglese di VUCA (Volatile, Insicura, Complessa e Ambigua) per descrivere la crescente complessità dell’ambiente in cui opera società attuale.   

Il Ticino, grazie anche all’evoluzione tecnologica, non è più la duplice periferia di Zurigo e di Milano ma è invece un luogo centrale ed equidistante molto interessante per fare azienda. È quel luogo che permette un ottimo equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, che negli ultimi 20 anni ha sviluppato un nuovo mondo accademico (USI, SUPSI), dove fare innovazione è diventato più facile (Innovation Park Ticino, Fondazione Agire), dove l’incontro di due culture (latina e germanica) determinano ottime conoscenze linguistiche, dove la spinta delle nuove tecnologie è diventata realtà ad esempio in ambito farmaceutico/medicale/ricerca.  A condizione ovviamente che non si stravolgano le condizioni-quadro (vedi trattati bilaterali) in nome di politiche di chiusura volte più a raccogliere consensi che non a generare vera forza innovativa sul territorio.

Anche perché siamo confrontati a una grande sfida, riguardante le possibili problematiche sociali che potrebbero nascere da questo mondo sempre più veloce. Il potenziale di sconvolgimento del mercato del lavoro è purtroppo elevato: rischiamo una vera scissione tra bassa competenza/basso stipendio e alta competenza/alto stipendio.  Abbiamo gli strumenti per rimediare a queste evoluzioni. Non si tratta certo dello Statuto speciale invocato da più parti per il Ticino, bensì di attenzione e spinta alla formazione, di flessibilità nelle mentalità, di apertura verso i nuovi sviluppi. Probabilmente necessitiamo però di uno svecchiamento di talune basi legali che oggi, onestamente, sono troppo vetuste e ci stringono su concetti oramai superati. In ogni trasformazione ci sono vincenti e perdenti, il mondo economico ha la responsabilità primaria di creare posti di lavoro e al contempo di minimizzare il numero degli elementi in difficoltà. Da solo però non può farlo e mai come in questi anni è necessaria una politica concertata con tutti gli attori della società e con l’autorità politica. Ci aspettano tempi difficili e abbiamo le potenzialità per affrontarli con coraggio, ma solo se la società di questo cantone saprà stare unita, rinunciando a considerare l’economia come un nemico da abbattere, ma vedendola invece come un tassello fondamentale per garantire la ricchezza del paese.

Questi cinque anni sono letteralmente volati. Lascio una Camera solida, con iniziative dinamiche proiettate al futuro, molto vicina alle aziende in particolare sul tema centrale della formazione. Una Camera che con toni pacati ma decisi è riuscita a farsi sempre più ascoltare, difendendo a spada tratta i diritti delle imprenditrici e degli imprenditori di questo cantone, sicura che nel dialogo e nel confronto aperto risieda il metodo per affrontare i problemi.

Desidero quindi pubblicamente ringraziare tutti i colleghi dell’Ufficio Presidenziale :

per prima la mia Vice Presidente Cristina Maderni, anche Presidente della Commissione strategica, Roberto Grassi, Presidente della Commissione finanze, e tutti gli altri membri che in questi anni mi hanno sempre supportato e ogni tanto anche sopportato.

Un doveroso e sincero ringraziamento a tutto lo staff della Camera, che con grande dedizione e professionalità operano a favore delle nostre aziende:
il nostro brillante Direttore Luca
i Vice Direttori Alberto e Michele,
il delegato alle relazioni esterne Michele
Monica assistente del Direttore e responsabile della comunicazione
Chiara, dedicata al settore internazionale
Lisa per i rapporti con i soci
Martina e Giulia per l’export e le legalizzazioni
Cécile per la formazione puntuale
Roberto e Gianluca per la scuola manageriale e i temi legati alla CSR
Manuela e Lia per i segretariati delle associazioni
Romina per la comunicazione
Germano per l’economato.

Care imprenditrici e cari imprenditori, sono fiero di avervi potuto rappresentare quale Presidente della Cc-Ti e, anche se sarò attivo in un altro contesto, continuerò a seguire da vicino l’imprenditoria ticinese. Una imprenditoria che merita fiducia perché ha saputo portarci a raggiungere livelli di benessere impensabili fino a qualche decennio fa. E’ importante che non vi lasciate scoraggiare dal contesto politico generale che definire ostile è un eufemismo. Avete tutte le qualità per tenere duro e superare anche questo momento difficile : la Cc-Ti è al vostro fianco e si batterà sempre in difesa della libertà imprenditoriale, caposaldo del nostro benessere.

Al mio successore e a voi tutti auguro di saper sfidare sempre di più i vostri limiti invece che di limitare le vostre sfide.
Auguro a voi, ai vostri collaboratori e alle vostre aziende tanti successi e soddisfazioni e, visto il ruolo che andrò a ricoprire da gennaio, soprattutto tanta salute.

Arrivederci!

La 103esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti

Si è svolta il 16 ottobre 2020 a Bellinzona la 103esima AGO della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) alla presenza di 200 soci. 

La manifestazione si è svolta osservando scrupolosamente tutte le norme sanitarie vigenti. Tracciamento dei partecipanti, misurazione della febbre, attestazione di buona salute di tutti i partecipanti, obbligo di mascherina durante tutto l’evento, ampi spazi a disposizione e distanze sociali assicurate (il numero dei presenti è stato chiuso a 200 invece degli usuali 500).
Malgrado il delicato momento sanitario, è stato deciso di tenere l’Assemblea in presenza per due motivi:
– il cambio della Presidenza della Cc-Ti, che merita particolare attenzione,
– e la volontà di dare un segnale forte che, malgrado le molteplici difficoltà, vi è la necessità e la determinazione di continuare a lavorare, senza sottovalutare il Coronavirus ma convivendoci.

Elemento centrale dell’Assemblea è stato il passaggio di consegne fra Glauco Martinetti, che lascia la Presidenza dopo cinque anni, e Andrea Gehri, nominato all’unanimità dall’Assemblea dei soci. Glauco Martinetti terminerà il suo mandato il 31 dicembre 2020 per assumere la carica di Direttore dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) dal 1° gennaio 2021. Da tale data Andrea Gehri assumerà ufficialmente la Presidenza della Cc-Ti.

Nel suo intervento, Glauco Martinetti ha sottolineato l’importanza del ruolo della Cc-Ti quale associazione-mantello dell’economia ticinese.
Sia per quanto riguarda i contatti con la politica, caratterizzati da spirito di collaborazione, critico su temi quando necessario ma mai inutilmente offensivo.
Sia per i rapporti con le associazioni di categoria, fortemente supportate dalla Cc-Ti.

Sulla situazione attuale, Glauco Martinetti ha evidenziato come sia necessario evitare di obbligare le aziende a indebitarsi eccessivamente per poter sopravvivere, perché a lungo termine questo risulterebbe fatale per tutto il substrato finanziario cantonale.

Andrea Gehri ha dal canto suo illustrato il suo percorso professionale iniziato con l’apprendistato, raggiungendo quest’anno i 50 anni di attività della propria omonima azienda.
Ha posto l’accento sui valori di indipendenza ed equilibrio della Cc-Ti.
Egli ha pure sottolineato l’importanza di mantenere condizioni favorevoli per le aziende che, soprattutto in momenti come questi, devono poter operare senza eccessivi ostacoli.
Riferendosi a talune graduatorie che pongono il Ticino in una posizione sfavorevole, ha poi rilevato che questo non è riconducibile all’economia, ma più a lacune di tipo infrastrutturale (fiscalità, formazione, collegamenti) che fanno parte delle condizioni del nostro territorio.

Dopo l’intervento del Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta, il Direttore Luca Albertoni ha sottolineato come sia importante la rete nazionale e internazionale di contatti della Cc-Ti. Questa permette infatti la creazione di contatti e l’introduzione di strumenti che vanno a diretto beneficio delle aziende ticinesi. La collaborazione con le altre Camere svizzere ha portato ad esempio all’elaborazione di modelli di contratti che regolano anche gli aspetti più complessi del telelavoro, a un lavoro comune con il Digital Innovation Hub di Lucerna, che permette alle imprese ticinesi di accedere a una rete internazionale di fondi e allo sviluppo delle competenze digitali. Aiuti concreti e immediati, importanti in questo contesto difficile.

Luca Albertoni ha menzionato una lettera inviata negli scorsi giorni al Consiglio di Stato ticinese, nella quale si rifiuta ogni ipotesi di lockdown generalizzato e si invita l’autorità a ripensare il sistema delle quarantene, che pone attualmente seri problemi di proporzionalità, con effetti gravi per l’economia e quindi per tutto il territorio.

Infine, Valentin Vogt, Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, ha ribadito l’importanza dell’appartenenza della Cc-Ti all’associazione nazionale per far valere al meglio gli interessi delle aziende ticinesi. Ricordiamo che la Cc-Ti è membro anche di economiesuisse e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).


La Cc-Ti ringrazia i partner dell’evento: EFG Bank e Swisscom.


Documentazione utile


L’evento nei media


Gallery dell’evento

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Zoom dedicato alla 102° AGO Cc-Ti

Il 18 ottobre 2019 a Bellinzona si è tenuta la 102esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti. In questa speciale puntata di Zoom, interamente dedicata all’evento, ripercorriamo i momenti salienti con interviste mirate ai relatori.  

Durante l’appuntamento, organizzato con i partner  EFG Bank e Swisscom, Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, ha auspicato – dal canto suo – che anche al mondo imprenditoriale venga riconosciuta la credibilità che merita, sanzionando chi non rispetta le regole, ma rispettando il lavoro della stragrande maggioranza degli imprenditori onesti che contribuiscono alla crescita quantitativa e qualitativa del cantone.

Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Professor Dr. Lino Guzzella, ETH Zürich e Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!

La creatività è la chiave del successo economico

Nel suo intervento all’Assemblea della Cc-Ti del 18 ottobre scorso il Professor Lino Guzzella, ex Rettore e Presidente sino 2018 del Politecnico federale di Zurigo, ha sottolineato l’importanza della creatività per il successo di un sistema economico.

Come sviluppare e trasmettere la creatività? E, ancora, la creatività è solo un problema di educazione e formazione o dipende anche dal clima socio-politico di un Paese?

“Credo che nessuno abbia una risposta esaustiva a questa domanda. Un paio di idee però si possono formulare – afferma il Professore -. Una  completa e diversificata formazione di ba-se è sicuramente una condizione
necessaria, perciò faccio un appello a tutta la società affinché non si trascuri questa risorsa. Come disse Ann Landers: “Se pensi che l’istruzione sia  costosa, prova l’ignoranza”. Un altro elemento è offrire degli spazi ai giovani  dove possano sviluppare e testare le loro idee, anche se poi non raggiungono il successo. Non da ultimo, voglio ricordare l’importanza del pensiero critico, che si fonda su un’analisi propria e non segue ciecamente la moda del giorno”.

L’innovazione è da sempre il propulsore della crescita svizzera, ma nell’ultimo rapporto del WEF sulla competitività mondiale il nostro paese è retrocesso dal quarto al quinto posto. Come spiega questa frenata?

“Una delle ragioni è che gli altri paesi si muovono sempre più rapidamente, specialmente i Paesi asiatici. La Svizzera ha avuto molto successo, ma dobbiamo stare sempre attenti a non riposare sugli allori. In un mondo globalizzato e competitivo, dobbiamo correre più veloci solo per restare dove siamo”.

Il rapporto annuale dell’UE sull’innovazione ha visto, invece, il Ticino balzare addirittura al secondo posto in una classifica con 230 Paesi e regioni dell’Europa. I motivi di questo successo, secondo lei?

“Il Ticino ha avuto una fase abbastanza difficile dopo i cambiamenti e gli scossoni nel settore finanziario. Ma questa crisi è stata il punto di  partenza per sviluppare nuove idee e liberare nuove energie. Le risorse di base – educazione, economia e politica – del Ticino sono forti e il talento necessario per sfruttare queste opportunità c’è o può essere attirato dall’Europa”.

Quali sono gli asset più promettenti per il futuro economico del Cantone?

“Guardando all’aspetto tecnico e industriale, si può dire che la presenza di due solide università, l’USI e la SUPSI, combinata con i diversi centri di ricerca, quali IRB, Cardiocentro, IOR, IDSIA e altri istituti, rappresenta una base sicura per un futuro sempre più promettente”.

In Svizzera e in Ticino si registra uno squilibrio tra le competenze richieste dall’economia e quelle che riesce a garantire il sistema formativo nel suo complesso. È possibile colmare questo scarto?

“Non è facile, ma si deve trovare un equilibrio. La formazione professionale è certamente l’elemento più importante. Il sistema  dell’apprendistato ha permesso alla Svizzera di arrivare ad un tasso di disoccupazione giovanile molto basso. Spero che l’economia, ma anche tutta la società, si rendano conto del valore di questo sistema e continuino a sostenerlo nella misura necessaria”. 

Un tessuto economico dinamico e di qualità

Si è svolta il 18 ottobre 2019 a Bellinzona la 102esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti). Alla presenza di oltre 400 fra ospiti e delegati, in rappresentanza delle 44 associazioni di categoria affiliate alla Cc-Ti e degli oltre 900 soci individuali, Glauco Martinetti è stato confermato all’unanimità alla Presidenza fino al 2023.

Nel suo discorso, Martinetti ha sottolineato l’importanza di ritrovare un equilibrio di giudizio verso le aziende nella discussione pubblica. Il Direttore Luca Albertoni ha rilevato come il gettito fiscale delle persone giuridiche sia rimasto stabile nel corso dell’ultimo decennio, malgrado il tracollo delle entrate provenienti e generate dal settore bancario. Segno inequivocabile di un tessuto economico dinamico e di qualità.

L’ospite Lino Guzzella, Professore ETH Zürich, si è soffermato sul contesto svizzero quale luogo ideale per l’innovazione, sottolineando anche le importanti peculiarità ticinesi sul tema.

Nell’Ufficio presidenziale, composto da 21 membri, espressione di tutti i settori economici, sono stati nominati Roberto Bonfanti (settore dell’automobile), Alessandro Colombi (settore dell’editoria) e Didier Guglielmetti (settore dell’artigianato). Un ringraziamento particolare è stato rivolto agli uscenti Gianni Albertoni e Silvio Bizzini per la lunga militanza e il lavoro svolto nell’Ufficio presidenziale.

Nel suo discorso, il Presidente Glauco Martinetti ha sottolineato il sentore di una sempre crescente ostilità verso le aziende nella discussione pubblica. Una mancanza di equilibrio nei giudizi che danneggia non solo le imprese e il tessuto economico, ma tutto il cantone. L’auspicio è che anche al mondo imprenditoriale venga riconosciuta la credibilità che merita, sanzionando chi non rispetta le regole, ma rispettando il lavoro della stragrande maggioranza degli imprenditori onesti che contribuiscono alla crescita quantitativa e qualitativa del cantone. È pertanto necessario dire basta a un “gioco al massacro” finalizzato solo a raccogliere audience e “like”, per concentrarsi su un lavoro costruttivo, fatto di confronti anche duri ma basati sui fatti concreti.

Il Direttore Luca Albertoni ha posto l’accento sul fatto della crescita in termini di valore dell’economia cantonale, che ha saputo rimediare, grazie al suo tessuto diversificato, alla crisi che ha colpito il settore bancario. Ciò è dimostrato dal fatto che negli ultimi dieci anni il gettito fiscale generato dalle persone giuridiche è rimasto costante, malgrado quello prodotto dal settore bancario sia crollato. Luca Albertoni ha pure sottolineato con soddisfazione il fatto che il Consiglio di Stato qualche giorno fa ha risposto in maniera positiva a un’interpellanza interpartitica che chiede l’eliminazione di taluni doppioni dell’amministrazione cantonale e quindi di burocrazia inutile che ostacola il lavoro delle imprese.

L’ospite Lino Guzzella si è soffermato sui fattori-chiave del successo elvetico nel mondo e perché la Svizzera con la creatività e la capacità di rischiare si è issata in vetta alla classifica dei paesi più innovativi. Mantenendo condizioni-quadro favorevoli, la Svizzera ha buone possibilità di difendere la sua posizione e anche il Ticino può giocare un ruolo decisivo in questo contesto, grazie al forte sviluppo della spinta innovativa presente nel nostro cantone.

La prossima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti è prevista per il 16 ottobre 2020.

La Cc-Ti ringrazia i partner dell’evento: EFG Bank e Swisscom.

Documentazione utile

L’evento nei media

Highlights

Discorso del Presidente Glauco Martinetti per la 102esima AGO Cc-Ti

Ecco la versione integrale del discorso pronunciato dal Presidente Cc-Ti  in occasione della nostra 102esima Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 18 ottobre 2019 presso l’Espocentro di Bellinzona. 

Non è mai facile trovare la partenza giusta per il mio discorso, tanti sono gli argomenti che vorrei affrontare… tanti davvero che ritengo da 1° pagina!

A nome delle 44 associazioni affiliate alla Cc-Ti, dei 930 soci individuali, in rappresentanza dei 135’000 ca. posti di lavoro e delle 19 Camere di commercio e dell’industria svizzere vi porgo il più cordiale benvenuto alla  102esima Assemblea generale ordinaria della Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino.

Ritengo doveroso iniziare sottolineando il valore e il diversificato repertorio delle nostre attività proposte anche quest’anno. Un 2019 caratterizzato da un intenso lavoro a favore delle nostre imprese. Molti sono stati infatti i momenti informativi, dai Business Breakfast agli eventi tematici dedicati anche all’export, alla presentazione e alla visita di paesi, all’evoluzione dell’economia legata alla trasformazione digitale e così via…

Non dimentichiamo anche la vasta offerta formativa con corsi puntuali dedicati alla formazione continua nell’ambito della gestione aziendale: dal diritto alle risorse umane, dal marketing alle soft skills.
Una nota particolare voglio spenderla per la nostra scuola manageriale: sviluppata nel corso degli ultimi due anni, essa coinvolge decine di persone di ogni settore economico, di disparata formazione, di esperienza e aziende diverse, ma tutte desiderose di acquisire le conoscenze fondamentali per la gestione soprattutto delle piccole e medie aziende, che ricordiamolo sono la maggioranza del tessuto aziendale ticinese.
Tassello fondamentale, quello della nostra scuola manageriale, per incrementare le conoscenze di chi già opera in azienda ma ambisce a un ruolo dirigenziale. Si tratta di un nostro contributo concreto alla crescita e al miglioramento dei leader di oggi e di domani e quindi allo sviluppo responsabile dell’economia ticinese. Tassello che va ad aggiungersi, come detto, alla già ampia offerta formativa di corsi modulari dedicati alla formazione continua, frequentati in media da 1’500 persone all’anno. Numeri ragguardevoli per una struttura come la nostra, dedita a molte attività diverse e non solo alla formazione.

Numeri che raccontano un’economia dinamica e dalle numerose caratteristiche positive come abbiamo più volte sottolineato in questi anni.
Non ripeto quanto già detto lo scorso anno perché i contenuti del discorso del 2018 restano sempre d’attualità per quanto riguarda l’andamento generale, gli elementi da perfezionare, la capacità di autocritica nostra e delle aziende che rappresentiamo.
Di per sé un quadro molto positivo, ovviamente non perfetto, ma assolutamente positivo.

Eppure i “sì, ma” si sprecano e sono una costante quando osiamo mettere in evidenza le qualità del nostro territorio e delle nostre aziende. Qualità che sono appunto molte. “Sì, ma” che non vengono mai sollevati quando altri attori della vita sociale presentano situazioni basate su ipotesi, illazioni, situazioni dubbie tutte  da verificare  e che spesso si  rivelano strumentali. Queste vengono, anzi, considerate verità assolute e spacciate per tali con grande enfasi. E’ evidente che c’è qualcosa che non funziona. Oggettivamente constato, purtroppo, che noi vediamo la positività delle situazioni, ne parliamo attivamente, ma l’opinione pubblica non la sente.

Vediamo, parliamo, ma voi non sentite…

Ma perché? Ignoranza, nel senso etimologico del termine, cioè mancanza di conoscenza? Mancanza di volontà? Malafede?

Non ho una risposta ma è comunque fortemente sgradevole la sensazione che la valorizzazione dei punti di forza e dei punti positivi siano  trattati con diffidenza, mentre la marcatura delle debolezze sia considerata quasi alla  stregua di  un mantra da seguire  ciecamente  e con soddisfazione.

Constato, come dicevo prima e senza timore di essere smentito, che sempre più spesso inchieste fantasiose condotte senza alcuna base quantitativa e qualitativa per attestare malesseri di vario genere, imputabili inesorabilmente alle aziende, sono riprese acriticamente da tutti, senza alcun MA.

Salvo poi fare a pezzi in maniera impietosa, o nella migliore delle ipotesi con un pesante “sì, ma“, tutto quanto di positivo emerge dalle cerchie economiche, anche se suffragato dai fatti. Ad esempio sui dati positivi che scaturiscono dall’inchiesta congiunturale che conduciamo ogni anno su un campione, direi molto rappresentativo, di più di 300 aziende.

Unico cantone in Svizzera dove questo avviene, visto che nessuna delle altre Camere Svizzere che esegue lo stesso sondaggio, deve affrontare la messa in dubbio del principio e dei risultati. Critiche, osservazioni, come è normale che sia, ma nessuna delegittimazione a prescindere.
Senza citare altre pubblicazioni, frettolosamente tacciate come tarocche oppure stravolte, al punto da attribuirci affermazioni mai fatte e accusarci di un trionfalismo che non fa parte del nostro modo di porci di fronte sia alle analisi della situazione economica cantonale, sia ai nostri interlocutori.
Come se gli imprenditori, spesso dipinti come lamentosi per ottenere inconfessabili favori, diventassero strumentalmente ottimisti per ingannare la popolazione con un messaggio di esagerata e non veritiera positività. Quale dovrebbe essere il nostro tornaconto nel dipingere una realtà eccessivamente positiva? Assolutamente nessuno!
Lasciatemi dire che comincia a diventare una situazione ripetitiva e surreale, come è surreale la nemmeno troppo malcelata accusa di non essere attenti al territorio, salvo poi volutamente ignorare ogni nostra iniziativa costruttiva, comprese quelle rivolte a chi è più in difficoltà.

Ho gioco facile nel sottolineare ad esempio, fra le molte iniziative, la nostra collaborazione con l’Ufficio cantonale dell’invalidità per il reintegro professionale di persone che hanno problemi di salute. Collaborazione suggellata da un evento annuale purtroppo quasi completamente ignorato da media e politici. Probabilmente perché non c’è sentore di polemica e perché sfoderare un “sì, ma” sarebbe piuttosto difficile di fronte all’evidenza di una nostra sensibilità sociale innegabile e di cui andiamo molto fieri. Questa incapacità di ascolto  è molto grave: impedisce il dialogo e quindi anche la possibilità di un dibattito costruttivo per la crescita del paese e per procedere e produrre quelle riforme che sono essenziali per il nostro cantone.

Cito quella attualmente discussa in materia di fiscalità cantonale, fondamentale per mantenere il nostro cantone su un buon livello competitivo in campo nazionale e internazionale.

Qui mi permetto un inciso, tanto per non dare l’impressione di sole recriminazioni gratuite e generalizzate. Voglio ringraziare infatti i Consiglieri di Stato e il Cancelliere, presenti in forze questa sera, perché, al di là delle naturali divergenze di opinioni che possono esserci sui vari dossier, non ci negano mai la possibilità di confrontarci direttamente e di approfondire ogni tema importante. A volte si trovano dei compromessi, a volte no, ma questo fa parte del gioco. Ma l’ascolto non manca mai e di questo ne siamo profondamente riconoscenti.

Per chi non ascolta invece, la libertà economica e imprenditoriale sancita esplicitamente nell’articolo 27 della nostra Costituzione federale, sembra essere un valore trascurabile e comunque subordinato ad altri diritti, veri o presunti. No, la libertà economica, che permette l’attività di noi imprenditori e quindi la creazione della ricchezza, non è un valore trascurabile finito per caso nella nostra Magna Charta, ma è un principio fondamentale che ha permesso e permette alla Svizzera e al Ticino di prosperare. Certo, porta con sé i normali limiti imposti dal quadro legislativo, dall’equilibrio che va cercato costantemente con altri diritti costituzionali, ma indubbiamente il suo principio NON è negoziabile.

Qui sento già insorgere i paladini di un certo catastrofismo che dopo la nostra Assemblea dello scorso anno ebbero fortemente da ridire sulle mie considerazioni concernenti proprio la libertà economica e il relativo positivo sviluppo del nostro tessuto economico. Ignorando volutamente tutti i richiami, contenuti nello stesso discorso, sull’assoluta necessità di rispettare tutte le regole vigenti. Per noi è chiaro, e i fatti lo dicono in modo incontestabile, che chi opera fuori dalla legge non ha diritto di cittadinanza nella vita associativa. Abbiamo sempre detto e lo ribadiamo a chiare lettere che chi sgarra deve essere sanzionato. Ritengo doveroso sottolineare, però, che questo deve applicarsi a tutte le categorie della società e che tutti dovrebbero assumere le responsabilità dei propri comportamenti e ammetterne le conseguenze, prima di calare sentenze sulle aziende che operano in modo irreprensibile. Purtroppo, e lo dico con sincera tristezza, l’approfondimento, l’oggettività e l’equilibrio per molti non sembrano più valori importanti ed efficaci. Un equilibrio che avevo già invocato lo scorso anno, ma evidentemente invano… visto mi sembra non faccia passi avanti!

Eppure sostengo un equilibrio, un’oggettività e una ricerca approfondita dei fatti, che dovrebbero essere possibili senza forzi sovrumani.

Cito un titolo, e lo cito volutamente in versione originale e integrale:

Tessiner Wirtschaft wächst – aber niemenad glaubt es

Non si tratta di un’affermazione di qualche malcapitato turista germanico annebbiato dal nostro merlot. Molto più semplicemente è il titolo del servizio dedicato dalla radio e televisione della Svizzera tedesca, DRS, alla presentazione dello scorso mese di marzo della seconda edizione dello studio di BAK Economics sull’andamento economico del Cantone Ticino. Senza “sì, ma”, come si sono invece affrettati a ribattere molti osservatori i locali, fra cui anche i colleghi ticinesi  della stessa  DRS : ma non sono  la stessa azienda?  Misteri.

Ancora più misteriosa diventa questa stridente differenza di valutazione se si considera che la Svizzera tedesca di principio non ci regala nulla e quando deve essere critica con il Ticino non si risparmia. Ma un’analisi equilibrata e approfondita ha portato innanzitutto a un giudizio corrispondente alla realtà dei fatti, senza per questo omettere di evidenziare, giustamente, taluni punti critici della nostra realtà cantonale. E’ davvero così difficile essere più oggettivi?

Del resto, anche un noto e brillante economista ticinese, certo non sospettabile di appartenere alla temibile casta delle aziende, in un recente editoriale intitolato “Fuori dalla crisi: adesso!” ha apertamente elogiato il nostro lavoro di analisi. Non ha tralasciato i punti deboli del nostro sistema economico, ma ha smentito clamorosamente le cassandre di sventura.

Altro esempio: qualche settimana fa si è parlato del disagio sul lavoro, riferendosi esclusivamente alle aziende private e omettendo scientemente quelle para-pubbliche e pubbliche. Come se le debolezze dell’essere umano, perché infondo di “persone” stiamo parlando, si concentrassero e concretizzassero solo nelle aziende private, scomparendo magicamente nelle altre. Tutti sappiamo che la realtà non è questa, ma è certamente la realtà più comoda e facile da presentare agli altri.

Fra i molti esempi che ritengo poco edificanti ce n’è un altro che mi ha particolarmente colpito e che si poteva leggere su un portale ticinese poche settimane or sono, per mano di una persona oltretutto istruita. Essa ha affermato, testuale, che “Il Ticino è pieno (sottolineo PIENO) di datori di lavoro trogloditi”. Il tutto evidentemente fortemente poi enfatizzato a livello mediatico, presentando una mancanza assoluta di sensibilità e rispetto per un incalcolabile numero di neo mamme che verrebbero sistematicamente escluse dal mondo del lavoro.

Tutti noi siamo concordi nel sostenere che anche un solo caso di abuso sia da considerare uno di troppo e vada giustamente sanzionato dal punto di vista legale, ma mi permetto di asserire che i numeri reali, che vi invito a verificare, di questo sicuramente disdicevole fenomeno, rapportati ai 230’000 posti di lavoro di donne e uomini in Ticino, non danno il diritto ad insulti di questa portata e totalmente fuori misura.

È evidente che qualcuno in questo cantone ha ormai perso il senso della misura. Questo gioco al massacro non ci porterà da nessuna parte. Abbattere l’imprenditoria non farà certo progredire il cantone e ritengo che molti atteggiamenti accusatori a prescindere non siano più sostenibili.

Per questo penso che sia giunto il momento di dire BASTA! Basta con queste dinamiche. La ricerca disperata di audience non può giustificare qualsiasi cosa e non può esimere da un confronto sui fatti. Rischiamo la perdita di tanti valori che hanno fatto grande il Paese: la stabilità e la prevedibilità del sistema, la certezza del diritto, il principio di legalità, il rispetto della libertà economica e della proprietà privata, l’auto­ responsabilità, solo per citarne alcuni. Non è puntando il dito indistintamente contro tutto il mondo imprenditoriale, senza distinzioni fra i molti che “tirano la carretta” e i pochi che sgarrano, che si fa il bene di questo paese.

L’imprenditoria, quella SERIA che noi rappresentiamo, ha il diritto di essere ascoltata. Criticata quando è giusto farlo, elogiata quando è giusto farlo, certamente non bistrattata. Quando la prima virtù dovrebbe essere quella di rispettare le leggi e di creare posti di lavoro, concetti come “aziende virtuose” possono prestarsi a interpretazioni fuorvianti. Vi possono essere molte sfaccettature: talune aziende hanno più possibilità di offrire vantaggi alla società, altre devono lottare strenuamente nel quotidiano per sopravvivere. Ma non per questo le seconde sono meno virtuose delle prime.
Discorso complesso, ma proprio perché complesso è il sistema economico stesso e la complessità richiede, mi ripeto, equilibrio di analisi e di giudizio.

Non saremo noi a cambiare il mondo, nemmeno il micro-cosmo ticinese. Ma ci sforziamo tutti i giorni per dare il nostro contributo, lavorando seriamente e cercando di essere una vetrina privilegiata per mettere in evidenza le tantissime aziende che permettono a questo cantone di giocarsela con tante realtà mondiali considerate anche molto più competitive di noi. Parliamo di difficoltà di ogni genere, di disoccupazione, di assistenza, di quello che volete. Ma non dobbiamo avere vergogna ad ammettere che vi sono molte cose che funzionano bene. E’ solo con un vero dialogo che si possono affrontare e risolvere i problemi. Noi vogliamo dare voce alle persone, perché di persone sono fatte le aziende che noi tuteliamo.

Noi ci siamo. Agli ALTRI la facoltà di scegliere se le beghe strumentali sono più importanti di un reale lavoro comune nell’interesse di tutti.

In conclusione desidero ringraziare tutto lo staff della Camera, in primis il nostro Direttore Luca Albertoni, che con grande dedizione e professionalità operano a favore di tutte le aziende: grandi, medie, piccole, rivolte al mercato interno o esportatrici. Esattamente come deve essere per un’associazione-mantello.

Vi segnalo infine la data dell’Assemblea Generale Ordinaria Cc-Ti per il prossimo anno, cioè venerdì 16 ottobre 2020.

Pensare a un progetto Ticino condiviso

La 102esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti

Un Ticino dai molteplici settori

A sei mesi dal suo inizio, la nuova legislatura non sembra lanciata verso i temi prioritari. Risanate le finanze cantonali, vi erano legittime speranze che si riprendesse finalmente a fare davvero politica, a progettare il futuro del Ticino confrontandosi su progetti costruttivi e non perdendosi solo in contrapposizioni. Ma il dibattito parlamentare sul bilancio consuntivo, nonostante i 130 milioni di avanzo, e la minaccia di un altro referendum contro la riforma fiscale, lasciano presagire un ulteriore quadriennio all’insegna della conflittualità che rischia d’immobilizzare ancora il Paese. Una situazione che aggravata da altri fattori d’incertezza, sia nazionali che internazionali, non può non preoccupare il mondo economico.

È su questo sfondo che il 18 ottobre, all’Espocentro di Bellinzona, la Cc-Ti terrà la sua 102esima Assemblea Generale Ordinaria.

Oltre un secolo di storia a fianco delle imprese, a difesa della libertà imprenditoriale, della cultura del dialogo tra le parti sociali e del confronto costruttivo con le forze politiche nell’interesse di tutto il Cantone. Una tradizione e un impegno che rappresentano un sicuro punto di riferimento e orientamento per affrontare ora una fase molto delicata per la nostra economia.
Su di essa pesano, infatti, gli effetti della guerra dei dazi tra USA e Cina con i danni collaterali prodotti da un protezionismo che sta frenando la congiuntura mondiale. Pesano la rivalutazione del franco che penalizza l’industria dell’export e limita la capacità d’investimento delle aziende, l’incertezza nei rapporti con l’UE, il principale partner commerciale della Svizzera, e le conseguenze della Brexit. Ecco perché, rispetto a questo contesto internazionale poco rassicurante, le nostre imprese si sarebbero aspettate, e si aspettano, dalla nuova legislatura una svolta decisa per lasciarsi alle spalle un decennio difficile. Inasprito da tre crisi economiche e contrassegnato da una regressione del dibattito politico che ha svilito le potenzialità di un territorio al centro delle maggiori aree produttive d’Europa e mortificato la voglia di fare degli imprenditori.

Sono stati anni di attacchi sistematici alla libertà d’impresa, di progressivo irrigidimento del mercato del lavoro che ha reso ancora più difficile reperire la manodopera qualificata indispensabile per la crescita, di criminalizzazione strisciante dell’economia e d’irridente svalorizzazione della cultura del dialogo come ricerca di soluzioni condivise. Oggi c’è da ricostruire un tessuto politico che non sia prigioniero solo di pregiudizi, ma che si riapra senza tabù all’ascolto e recuperi la capacità di una visione d’insieme del sistema. È questa la premessa per pensare fattivamente ad un “Progetto Ticino” che, dalla fiscalità alla scuola, dalla mobilità alle infrastrutture civili, si attrezzi per affrontare le sfide contemporanee. Con la necessità di percorsi formativi orientati verso i nuovi lavori, di reti di connessione estese su tutto il Cantone e servizi per gestire il flusso crescente di dati. Ma soprattutto con una forte capacità d’innovazione istituzionale per governare un salto tecnologico che sta già cambiando la società.

Zoom dedicato alla 101° AGO Cc-Ti

La 101° Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, tenutasi il 19 ottobre scorso al Palacinema di Locarno, ha presentato nuovi spunti di riflessione per una crescita economica sostenibile. Dialogo, apertura ed equilibrio: questi gli elementi su cui puntare per orientarsi verso le sfide future. In estrema sintesi è il messaggio emerso dagli interventi che hanno portato visoni diverse (locali, nazionali ed internazionali) ai circa 400 partecipanti presenti.

L’appuntamento, organizzato con i partner  EFG Bank e Swisscom, è stata l’occasione per ribadire anche l’importanza di una visione concertata insieme a tutti gli attori in gioco (economia, autorità, partner sociali) per costruire il Ticino di domani, con una discussione costruttiva. La Cc-Ti è e sarà sempre in prima linea per rafforzare il tessuto economico e affrontare le trasformazioni della realtà socio-economica cantonale.

Nel video di approfondimento, curato ed andato in onda su Teleticino, intervengono il Consigliere federale Ignazio Cassis, il Consigliere di Stato Christian Vitta, il Presidente della Cc-Ti Glauco Martinetti, il Direttore della Cc-Ti Luca Albertoni, la Presidente di Federcommercio Lorenza Sommaruga e Franco Polloni, Head of Switzerland & Italy Region EFG Bank. Scopriamo allora insieme quanto emerso!

 

Dialogo, apertura ed equilibrio da 101 anni

Nella sua 101° Assemblea Generale Ordinaria, tenutasi il 19 ottobre presso il Palacinema a Locarno, la Cc-Ti ha sottolineato la necessità all’apertura e al dialogo fattivo con i differenti attori in gioco (economia, Stato e partner sociali) per progredire sulla via della crescita sostenibile.

All’evento hanno partecipato circa 400 partecipanti tra imprenditori, rappresentanti di associazioni di categoria, autorità federali, cantonali e comunali. Ad intervenire, a seguito dei lavori assembleari, sono stati il Presidente Cc-Ti, Glauco Martinetti, il Consigliere di Stato Christian Vitta e il Consigliere federale Ignazio Cassis, intervistato dal Direttore Cc-Ti, Luca Albertoni.

Questo importante appuntamento è stato un momento fondamentale per ribadire, in un contesto sempre più competitivo e dinamico, il ruolo della Cc-Ti quale associazione mantello a sostegno di tutta l’economia ticinese. Un servizio accurato alle aziende che vuole essere pro attivo per accompagnarle attraverso i mutamenti in atto con informazioni, proposte eventistiche, formazioni mirate e servizi concreti.

Valori svizzeri a sostegno delle aziende

Al termine dei lavori assembleari è intervenuto Glauco Martinetti, Presidente Cc-Ti, che ha ricordato i valori svizzeri in cui la Cc-Ti crede fermamente e su cui basa tutte le proprie attività. Martinetti ha sottolineato come le aziende ticinesi siano evolute nel corso del tempo, innovandosi e restando competitive, operando in un contesto dove le pressioni internazionali incidono quotidianamente sul fare impresa. Il sistema svizzero però funziona in modo esemplare, poiché basato sulla libertà economica – iscritta nella nostra Costituzione -, che insieme ad altri diritti (come il rispetto della proprietà privata, il principio di legalità, ecc.) ne garantisce la stabilità, andando a generare ricchezza e prosperità. Tale stabilità è però oggi minata da un contesto di iper-regolamentazione, burocratizzazione eccessiva e pratiche protezionistiche. È quindi necessario che vi sia un miglior equilibrio per regole e controlli, affinché il fare impresa resti efficiente.
Fondamentale anche la disponibilità al dialogo serio e costruttivo che la Cc-Ti pone al centro di tutte le sue attività:  per costruire il Ticino di domani con una visione condivisa è imperativo che gli attori in gioco (economia, autorità, partner sociali) possano discutere in maniera concertata. La Cc-Ti è in prima linea con serietà, apertura e una visione condivisa per rafforzare il tessuto economico e affrontare le trasformazioni della realtà socio-economica cantonale.

Dialogo e collaborazione fondamentali

Il Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta, dal canto suo, si è anche espresso sull’importanza del lavoro di squadra, del dialogo e della collaborazione tra istituzioni, associazioni economiche e partner sociali, sottolineando anch’egli come occorra intensificare le collaborazioni per consolidare le condizioni quadro.

Apertura a favore degli interessi svizzeri

I lavori assembleari si sono conclusi con l’intervento di Ignazio Cassis, Consigliere Federale e Capo del DFAE, intervistato da Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti. Il Consigliere Federale ha confermato la necessità di apertura e dialogo quale atout per la difesa degli interessi svizzeri sia a livello nazionale che internazionale, tematizzando anche lo stato dei lavori di un possibile accordo-quadro fra Svizzera e Unione Europea.
“L’apertura verso l’estero è un principio che favorisce la Svizzera”, ha affermato Cassis, dicendosi fiducioso sull’accordo-quadro ed evidenziando come spesso esso rappresenti quasi un’altalena, poiché “talvolta vi è la percezione di poter trovare un’intesa, ma essa sfugge”. Inoltre, il capo del DFAE ha indicato come “il pomo della discordia è quello dei lavoratori distaccati. Il paradosso sta nel fatto che i negoziatori devono risolvere il «problema» senza citarlo, poiché non si può nominare il problema stesso”. Il Consigliere Federale ha utilizzato una metafora per illustrare l’accordo-quadro istituzionale, ossia quello di due famiglie confinanti, con un albero di mele proprio in mezzo al confine.
Infine Ignazio Cassis ha ricordato il suo primo anno in Consiglio federale, sottolineando alcuni elementi necessari a svolgere al meglio la sua funzione. “Modestia, correttezza e onestà” è quello che serve per svolgere appieno il suo ruolo. Cassis ha infine ricordato come spesso sia difficoltoso spiegare la carica di ‘Consigliere Federale’ all’estero: non si tratta di un ministro, che ‘comanda’, ma di un individuo che consiglia il Parlamento, che a sua volta lo fa con il popolo.

L’evento si è concluso con un aperitivo e un Networking Dinner durante il quale i numerosi partecipanti hanno potuto intrattenersi e colloquiare per trovare nuove sinergie e opportunità di contatto.

Documenti utili

L’evento nei media

Quotidiani

  • “Riscoprire la responsabilità” – Corriere del Ticino, 20.10.2018
  • “Tra equilibrio e apertura” – LaRegione, 20.10.2018
  • “Ignazio Cassis: ‘L’accordo con l’Ue è una questione di volontà’” – LaRegione, 20.10.2018

Media online

Radio e tv

 

 

La Cc-Ti ringrazia i partner dell’evento: EFG Bank e Swisscom.