Più competenze e specializzazione, più crescita
Una riflessione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino, Presidente FTAF e candidata PLRT al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio
La formazione non è soltanto uno dei fattori fondamentali della crescita economica, oggi è la condizione inderogabile anche per non restare ai margini di un sistema produttivo e di una società che si evolvono e si trasformano con una velocità mai conosciuta prima nella storia dell’umanità. Ma solo con un dialogo continuo e una fattiva collaborazione tra imprese, partner sociali, scuola e istituzioni politiche, si può innescare quel circolo virtuoso in grado d’innovare e ridare slancio alla formazione, per sintonizzarla sulle nuove e mutevoli esigenze dell’economia digitale.
Autorevoli studiosi hanno già avvertito che, probabilmente, in futuro sarà la carenza di manodopera qualificata, e non la mancanza di capitali, a limitare l’innovazione e la competitività delle imprese e, quindi, lo sviluppo economico. Una carenza che ormai si segnala in molti Paesi e che per il Ticino è stata pure evidenziata dalla nostra ultima inchiesta congiunturale. Nella strategia della Cc-Ti a sostegno delle aziende, la formazione assume, perciò, una rilevanza fondamentale, con un’attenzione particolare alle necessità concrete manifestate dalle imprese.
Grazie ad un’approfondita conoscenza del nostro tessuto produttivo, al costante dialogo con gli imprenditori e le associazioni di categoria, la Cc-Ti, offre una vasta scelta di proposte per la formazione continua e l’aggiornamento professionale, con corsi mirati e di breve durata. Una formazione puntuale, creando anche dei percorsi ad hoc per rispondere a necessità specifiche delle imprese, a cui si affianca l’attività della nostra Scuola manageriale.
La digitalizzazione dell’economia sta cambiando gli scenari della formazione, accelerando i processi di creazione e trasmissione delle competenze richieste da una produzione di beni e servizi in continua evoluzione, che necessiterà sempre più di modelli formativi continui flessibili e meno standardizzati.