Il lavoro cambia e le leggi?
Il nostro sistema produttivo si va adattando rapidamente alla rivoluzione digitale, lo stesso, purtroppo, però non succede a livello di pubblica amministrazione e di legislazione. L’opinione di Cristina Maderni, Vice Presidente Cc-Ti, Presidente Ordine dei Commercialisti del Cantone Ticino e Presidente FTAF.
Sebbene già nel 2016 il Consiglio federale abbia avviato una prima strategia per “La Svizzera digitale, nelle amministrazioni cantonali e federali, come notava qualche settimana fa il Consigliere nazionale Rocco Cattaneo, la digitalizzazione non decolla. Si scontano pesanti ritardi nello sfruttare risorse tecnologiche che potrebbero alleggerire la burocrazia e ottimizzare i rapporti dei cittadini e delle imprese con lo Stato. Un ritardo analogo si registra anche a livello politico e legislativo. È ormai risaputo che la digitalizzazione sta trasformando il modo di produrre, di lavorare e i nostri stili di vita. Una svolta epocale che richiederebbe, innanzitutto, innovative riforme del diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali. Il lavoro è ormai fuoriuscito dai rigidi schemi del secolo scorso, con gli orari predefiniti, il posto fisso e le carriere lineari e automatiche. È già fuori dalle gabbie di mansioni e posizioni prestabilite per sempre. Aumentano gli impieghi part-time e quelli con più datori di lavoro, si afferma lo smart working, cresce la discontinuità lavorativa e nascono figure professionali inedite, mentre ogni attività si arricchisce di contenuti cognitivi. Oggi il lavoro è governato da nuove logiche, risponde ad un diverso sentimento etico-sociale, si commisura con altre esigenze economiche e di status. Anche la spesso vituperata gig economy, che si sviluppa negli interstizi di una società in rapida evoluzione, risponde a nuovi bisogni di beni e servizi, offrendo a migliaia di persone, che altrimenti resterebbero al di fuori del mercato del lavoro, la possibilità di restare attive e avere dei guadagni. Un grande cambiamento questo che non si può più gestire con l’armamentario del vecchio diritto del lavoro e delle assicurazioni sociali.
Articolo apparso sul CdT del 3 dicembre 2018