Non possiamo perdere attrattività fiscale
Negli ultimi anni l’economia ticinese ha registrato ottimi risultati. Una crescita, certo, non omogenea e che presenta alcune distorsioni del mercato del lavoro, ma la disoccupazione è ormai ai minimi storici. Nel Cantone, tuttavia, continua a prevalere un clima di emergenza occupazionale e l’opinione che il mercato del lavoro sia un Far West. Ne parliamo con Christian Vitta, Direttore del DFE.
«Il Ticino è sottoposto ad una forte pressione della Lombardia, che presenta molte differenze rispetto alla nostra realtà soprattutto per popolazione e salari. Ciò rende il Cantone molto attrattivo. Inoltre, sebbene a livello quantitativo la disoccupazione sia diminuita, a livello qualitativo e in alcuni settori c’è una forte pressione salariale. Un contesto simile può creare incertezza tra la popolazione», spiega il Direttore del DFE Christian Vitta, che il 19 ottobre sarà ospite della 101° Assemblea della Cc-Ti.
L’economia lamenta un eccesso di leggi e di burocrazia con derive dirigistiche che penalizzano le imprese. Cosa risponde a queste critiche?
C’è effettivamente la tendenza a introdurre, per rispondere ad ogni problema, nuove leggi o procedure. Tali richieste, a volte, provengono dai settori economici, che temono di non essere abbastanza tutelati. Ciò comporta un aumento di burocrazia e una riduzione di quella giusta flessibilità che spesso è necessaria per fornire risposte più immediate ed
efficaci.
Siamo nel pieno della rivoluzione digitale, DFE e Governo come intendono muoversi per sfruttarne al meglio le opportunità e limitare i rischi soprattutto occupazionali?
Nell’ambito del Tavolo di lavoro sull’economia si sono individuate delle misure per sfruttare le potenzialità della digitalizzazione. Tra le principali c’ è il progetto
per garantire in tutto il Ticino un accesso veloce all’autostrada dei dati. È anche essenziale intensificare le sinergie tra il mondo della ricerca e le aziende. L’apertura da parte di un primario istituto bancario svizzero di un centro di competenza sull’intelligenza artificiale nel Luganese ne è un esempio. Le formazioni di base e quelle continue dovranno anch’esse adattarsi alla trasformazione digitale per facilitare l’inserimento nelle nuove professioni e nei nuovi processi di lavoro.
La riforma fiscale e sociale ha incontrato molte resistenze e si preannuncia uno scontro per la nuova proposta di sgravi per le aziende e di ridurre del 5% il moltiplicatore cantonale. Come spiega questa opposizione in un cantone che vanta un fisco molto sociale e ha oggi la necessita di recuperare attrattività
fiscale?
«I temi fiscali da sempre creano divisioni, perché toccano direttamente la sensibilità individuale. Spesso, nel dibattito, subentrano anche aspetti di natura ideologica e ciò porta a un confronto più acceso. La proposta di riforma che il Governo presenterà rientra nel contesto della Riforma fiscale 2017 adottata a livello federale. Tutti i Cantoni si stanno muovendo in questo senso e con misure molto competitive. Quindi anche il Ticino dovrà inevitabilmente, per non perdere ogni attrattività, procedere con una sua riforma.
Intervista apparsa sul Corriere del Ticino dell’8.10.2018