Il Ticino è sempre più digitale
Testo a cura di Carlo Secchi, Swisscom Ticino
Alla Swisscom Dialogarena Ticino 2018 (tenutasi in ottobre a Lugano) si è fatto il punto sugli sviluppi della digitalizzazione per le aziende. Anche Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti, è intervenuto in un’arena di dialogo. Il tema del digitale e delle sue evoluzioni e implicazioni è clou per la Cc-Ti. Nel corso del 2017 l’abbiamo declinato sotto molte forme, con approfondimenti ed eventi. Ritrovate la nostra posizione in merito qui.
La trasformazione digitale è ormai da tempo un elemento costante della nostra vita quotidiana. Difficile non esserne coinvolti. Più facile invece esserne travolti. Se da una parte, le nuove generazioni ne hanno adottato i paradigmi, dall’altro, politica ed economia si trovano nel mezzo di un guado, tra modelli di business tradizionali e spesso destinati a non essere più sostenibili e nuovi modelli dirompenti, in grado di rovesciare ruoli e sorti anche di aziende ritenute inattaccabili. Con questi presupposti, Julie Arlin ha aperto al LAC di Lugano i lavori della 3° edizione della Swisscom Dialogarena Ticino, una piattaforma già rodata da quasi un decennio oltre Gottardo e che in Ticino è rapidamente diventata un punto di riferimento per operatori del tessuto economico ticinese, per dialogare sui temi inerenti la trasformazione digitale e il suo impatto sul business del nostro Cantone. Quest’anno agli oltre 130 partecipanti, Stefano Santinelli (Delegato del CIO per la Svizzera Italiana) ha illustrato l’evoluzione delle organizzazioni aziendali, sempre più lontane dalle gerarchie “patriarcali” delle prime rivoluzioni industriali e tese a enfatizzare la creatività individuale, la spinta dell’ideale e l’agilità delle strutture “piatte”.
L’On. Christian Vitta, partendo dalla Strategia “Svizzera Digitale” inserita nel programma di legislatura del Consiglio federale, ha declinato il tema a livello Cantonale, parlando di uno Stato che non intende sostituirsi agli imprenditori, ma che è chiamato a porre le migliori condizioni quadro per un Canton Ticino competitivo. Inoltre ha descritto le misure concrete su cui sta lavorando il suo Dipartimento, per poter affrontare la rivoluzione digitale e cogliere al meglio le opportunità che essa offre, riducendo al minimo i rischi che ogni rivoluzione porta immancabilmente con sé.
Nelle sessioni dedicate alle arene di dialogo i partecipanti hanno potuto approfondire temi classici come l’offerta Swisscom Cloud dedicata alle applicazioni o dedicarsi all’aggiornamento sul “radar delle minacce” in ambito cyber-security. Notevole l’interesse suscitato dalle nuove modalità di lavoro, strettamente connesse con il costante fabbisogno di efficienza e mobilità. Quest’ultima (non prima del 2020) vivrà un nuovo ulteriore sviluppo grazie al 5G, presentato in anteprima in un’altra arena, promettendo banda ultralarga in mobilità. Le tecnologie di telefonia mobile più “mature” offrono ancora molto: nell’arena city insights è stata presentata infatti la soluzione per il monitoraggio dei flussi in movimento sulle strade svizzere, grazie alla raccolta dei dati anonimi e aggregati delle SIM collegate alla rete Sisscom e che rende possibile l’analisi della viabilità cantonale anche a livello di singoli quartieri. Infine blockchain, ovvero la tecnologia di base del bit-coin, già applicata per ottimizzare molti processi e presentata nell’arena dedicata.
L’intervento di chiusura è stato affidato al Prof. Luca Gambardella, il quale ha presentato alcuni studi sull’Intelligenza Artificiale a cura del prestigioso “Istituto Dalle Molle” da lui diretto. Esperimenti in corso ma anche applicazioni già in uso, che dimostrano l’altissimo livello raggiunto dal suo istituto (tra i primi 10 al mondo).
Nei momenti di pausa, i partecipanti hanno sperimentato alcune soluzioni “pronte all’uso”, a dimostrazione di quanto, temi considerati futuribili 1 o 2 anni fa, siano oggi già parte integrante della nostra quotidianità. Difficile quindi pronosticare fin d’ora i temi per la prossima edizione della Swisscom Dialogarena Ticino. Più arduo è invece immaginare un anno senza una nuova edizione di un evento ormai
irrinunciabile.