Commercio globale: più rischi, strategia adattata
Con l’aumento delle tensioni geopolitiche, le aziende stanno esplorando modi per rendere le loro catene di approvvigionamento maggiormente resilienti e guardano sempre più spesso a strategie per spostare la produzione in Paesi “fidati”, lo conferma il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel suo World Economic Outlook di aprile 2023.
In concomitanza con il vertice di primavera del Gruppo della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale (FMI), quest’ultimo ha pubblicato il suo ultimo “World Economic Outlook” (WEO) dedicato allo stato e alle prospettive dell’economia mondiale.
Tra i vari temi affrontati, anche quello delle interruzioni delle catene di approvvigionamento e delle crescenti tensioni geopolitiche, che hanno portato al centro del dibattito politico i rischi e i potenziali benefici e costi della frammentazione geoeconomica. Nel capitolo 4 “Frammentazione geoeconomica e investimenti diretti esteri” il FMI studia come tale frammentazione rimodelli la geografia degli investimenti diretti esteri (IDE) e, a sua volta, come la frammentazione degli IDE influisca sull’economia globale. Emerge come le aziende stiano adattando la loro strategia alla frammentazione geopolitica, concentrandosi sui Paesi geopoliticamente allineati (Paesi “fidati”): infatti, il cosiddetto “friend-shoring” rappresenta oggi più della metà di tutti gli investimenti diretti esteri.
Data la loro dipendenza da IDE provenienti da Paesi geopoliticamente lontani, diverse economie emergenti e in via di sviluppo sono tuttavia altamente vulnerabili alla delocalizzazione degli investimenti. A lungo termine, la frammentazione degli IDE derivante dall’emergere di blocchi geopolitici può generare grandi perdite di produzione, soprattutto per le economie emergenti e in via di sviluppo, ma – conclude il FMI – con rischi anche per la crescita globale.