L’UE vuole guardare avanti – insieme alla Svizzera
Giornata dell’export 2017
Quali sono gli effetti della geopolitica sull’economia? Era questo il tema della giornata dell’export 2017 della Cc-Ti a Lugano. L‘ambasciatore UE in Svizzera, Michael Matthiessen, ha incentivato la Confederazione a rafforzare la collaborazione a favore del mercato unico. Altri ospiti hanno discusso delle conseguenze della Brexit, della tendenza del protezionismo e della situazione nei paesi chiave al di fuori dell’UE.
Quest’anno ricorre il 60° anniversario dell’Unione europea mentre la Camera di commercio del Cantone Ticino (Cc-Ti) festeggia il suo centenario. Si tratta di un anno importante per l’economia, ha ribadito durante la sua introduzione Marco Passalia, vice direttore della Cc-Ti e responsabile del servizio export. In considerazione dei cento anni dalla sua fondazione, la Camera di commercio intende ampliare i servizi per i suoi affiliati e rendersi ancora più visibile sul territorio cantonale.
Quale ospite d‘onore della Giornata dell’Export la Cc-Ti ha invitato l‘ambasciatore UE in Svizzera, Michael Matthiessen. Dopo 60 anni dalla sua fondazione, l’Unione Europea come affronta le nuove sfide, come per esempio la Brexit? Ha chiesto Michele Rossi, esperto di accordi bilaterali, che ha intervistato l’ambasciatore. Secondo Matthiessen il 60° anniversario dell’Unione europea è segnato da un contesto difficile per la politica economica. L’ambasciatore si è detto dispiaciuto della decisione della Gran Bretagna di uscire dall’UE ma è convinto che la Brexit non frenerà lo sviluppo comune dei 27 Paesi restanti dell‘Unione. Ciò non solo a livello politico bensì anche riguardo del cosiddetto “single market”. Stando a Matthiessen il mercato unico è infatti decisivo per il futuro europeo che non deve venir bloccato dal populismo emergente.
Proprio gli esiti „anti populistici“ delle elezioni in Olanda e in Austria confermano l’atteggiamento degli europei di voler rimanere uniti. Rimangono comunque da risolvere in breve tempo il problema della disoccupazione e un certo timore della globalizzazione. Matthiessen ha ammesso che i partiti populistici riescono spesso a far vedere in maniera azzeccata i tipici problemi della popolazione, ma poi non sono capaci a trovare soluzioni adeguate.
Gli ulteriori passi della Svizzera
E dove si situa la Svizzera con la sua iniziativa contro l’immigrazione di massa che provocava tanto timore? L’UE, nella persona del suo ambasciatore Matthiessen, si è dichiarata soddisfatta dall’implementazione soft decisa dal parlamento nazionale lo scorso dicembre. A Lugano l’ambasciatore ha potuto così sottolineare la riapertura dei buoni rapporti tra la Confederazione e l’UE.
Ma il tempo corre e affinché non vi siano più ripercussioni sull’economia, bisogna procedere al più presto con ulteriori passi: la Svizzera dovrebbe acconsentire al cosiddetto institutional framework agreement, ovvero ad un accordo complessivo con l’UE concernente i singoli trattati bilaterali. Senza tale accordo, l’accesso delle aziende svizzere al mercato unico europeo non potrebbe più essere facilitato data la mancanza di una certo dinamismo – soprattutto a scapito dei settori elvetici dell’energia e di quello finanziario.
Le banche svizzere dovranno ancora aspettare
Purtroppo il futuro non è roseo neanche per il settore finanziario per il quale si prevedono ancora difficoltà. Benché grazie alla decisione del parlamento nazionale del cosiddetto “Inländervorrang light“ l’UE abbia sbloccato certi dossier, quello dell’accesso libero per le banche svizzere al mercato europeo rimane ancora molto limitato. Secondo l’ambasciatore vi è una speranza di una soluzione rapida visti i buoni contatti recentemente rinnovati.
Matthiessen si è invece mostrato un po’ più critico in merito all’implementazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa nella variante „soft“. Sarebbe un passo giusto ma vi sarebbe una trappola insidiosa nascosta nei dettagli: per esempio, in quale modo concreto e conveniente sarebbero coinvolti i cantoni?
Una discussione più razionale
Matthiesen ci tiene molto che i cittadini dell’UE vengano trattati equamente come i lavoratori svizzeri. A questo proposito l’ambasciatore seguirà per esempio con grande attenzione quali saranno i prossimi passi concernenti l’iniziativa ticinese „Prima i nostri“. Un’iniziativa di un cantone che Matthiessen apprezza molto, anche a livello economico: il Ticino nei suoi rapporti commerciali è leggermente più legato all’Europa rispetto al resto della Svizzera.
Un ulteriore motivo per rendere razionale la discussione fra l‘UE e la Svizzera sui loro rapporti bilaterali – malgrado i punti di vista diversi. Una cosa risulta chiara: il futuro economico non può essere che uno in comune.