Oltre il green label

Coerenza, sviluppo sostenibile, sfide sociali, competitività. Sono questi, alcuni tra gli aspetti fondamentali che costituiscono un buon operato in relazione alla CSR (dall’inglese Corporate Social Responsibility), e che rendono un’impresa “green”. Sentiamo spesso parlare di “green”, “sostenibilità” o di “scelte sostenibili”. Ma a cosa ci si riferisce esattamente? Da un lato si intende l’operato di un’impresa nel rispetto dell’ambiente, dall’altro si tratta anche delle pratiche e delle attività in favore della tutela della società.

L’utilizzo di energia da fonti rinnovabili è uno dei suggerimenti per diventare più “green”.

Lo sviluppo sostenibile è un obiettivo che si attua con coerenza e su un lungo termine

Capita spesso che le aziende si impegnino per implementare delle nuove pratiche con il solo fine di ottenere un “green label” come riconoscimento per aggiungerlo alla lista dei successi aziendali, credendo erroneamente, che questo sia abbastanza per guadagnare punti bonus sulla propria reputazione, un buon positioning, un vantaggio competitivo e un incremento di valore nel loro mercato.
Queste dimensioni dell’immagine aziendale subiscono indubbiamente l’impatto delle pratiche di responsabilità sociale messe in atto, ma non in modo casuale o automatico. Dal punto di vista ambientale, ogni giorno si scoprono possibilità e tendenze per evitare gli sprechi di risorse, la tutela dell’ambiente o il risparmio energetico. Nonostante alcuni tra questi piccoli accorgimenti possano effettivamente rivelarsi utili per l’ambiente, hanno solitamente poco impatto invece sulla parte sostenibile legata alla società.

Va da sé che, focalizzarsi solo su una fetta della sostenibilità, anziché tradursi in un buon “positioning” sul mercato, potrebbe invece dare un’immagine negativa dell’azienda, dipingendola come interessata solo al “ripulire” la propria immagine senza però fare la differenza.

Un esempio concreto? Negli ultimi anni, molte aziende hanno aderito ad alcune iniziative con lo scopo di compensare eventuali conseguenze generate dalla sull’impatto ambientale. Tra le ultime trovate più in voga esistono organizzazioni for e non-profit che si occupano di promuovere la forestazione, come i progetti “plant a tree”, ovvero “pianta un albero”. Si tratta indubbiamente di un obiettivo interessante e a favore dell’ambiente, ciononostante non sarà un albero piantato a rendere un’azienda sostenibile. La maggior parte di queste iniziative non rilasciano dei certificati, e se forniscono delle certificazioni queste non sono effettivamente riconosciute. Non si può dunque “rimediare” all’impatto sull’ambiente o sulla società cercando di aderire a questi progetti senza la consapevolezza che il rischio è di cadere invece nelle trappole del greenwashing.

La gestione responsabile dell’impresa, infatti, deve essere curata passo dopo passo attraverso l’implementazione di una strategia ben bilanciata tra ambiente e società, perseguita con impegno costante e alti livelli di coerenza nel proprio operato. In altre parole, non serve piantare un albero o limitare l’uso della plastica per favorire l’ambiente, se le pratiche aziendali hanno un impatto negativo o inaccettabile sulla società, come ad esempio la manodopera minorile in Paesi in
via di sviluppo.

Solo attraverso la coerenza e delle strategie mirate si può diventare un’impresa “sostenibile” a 360 gradi. Per raggiungere lo scopo si rende necessario, da un lato mantenere alta la soddisfazione degli stakeholders interni ed esterni. D’altra parte, restando sempre al passo con i tempi, rispettando le normative ambientali e sociali e anticipando e rispondendo i trend emergenti e adottando alcune innovazioni si può contribuire allo sviluppo sostenibile a livello nazionale e globale a favore di un basso impatto ambientale e agire in favore della responsabilità sulla società.

Quando si parla di impatto sociale si finisce per pensare erroneamente su scala globale, dimenticandosi che molte possibilità sono attuabili in modo semplice sul territorio locale e tra le mura della propria azienda. Concretamente, tra le varie opzioni, ogni azienda può adottare le pratiche più affini alle proprie attività operative e missione aziendale. Non tutte le aziende possono ad esempio reperire le proprie materie prime a chilometro zero, o scegliere i fornitori locali. Questo potrebbe non essere attuabile, o portare dei grandi cambiamenti sull’approvvigionamento di materiali e sui costi di un’impresa. Laddove, dunque, un impatto sulla società “fuori” dall’impresa si rende più complesso, la gestione responsabile potrebbe spostare il focus verso l’interno dell’azienda ed integrare alcune pratiche a favore dei collaboratori, optando per un piano welfare aziendale. Si tratta, di varie possibilità, come ad esempio la concessione di alcuni “benefit”. Tra questi, delle convenzioni con partner come palestre, ristoranti, oppure contributi alla mobilità sostenibile o contribuiti in caso di matrimonio o per la nascita di figli, la possibilità di lavorare da remoto ove possibile. Questo, oltre che favorire il benessere del collaboratore, può rendere la gestione aziendale più sostenibile.

Oltre l’etichetta

Ad oggi, le aspettative legate alle implicazioni sociali dell’operato di un’azienda sono ormai fortemente radicate nella società e talvolta superano persino le direttive, i regolamenti e gli obblighi giuridici dell’impresa. Per questo motivo, non è il riconoscimento “green” ad assicurare un rafforzamento della reputazione, bensì la vera messa in atto di processi e pratiche in accordo con il rispetto per l’ambiente e con la tutela degli aspetti legati all’area sociale. L’immagine e la reputazione di un’azienda crescono e si rafforzano azione dopo azione, costruendo un clima di fiducia. Come in una qualsiasi relazione, tra l’impresa e il consumatore, si creano delle speranze e delle aspettative sotto un clima guidato dal “do ut des”. La lealtà del consumatore viene mantenuta, fintanto che l’azienda si dimostri attenta e operi in buona fede, senza venir meno agli obblighi, agli accordi, alle promesse e né tantomeno alle aspettative di sostenibilità.

In questo modo, l’azienda potrà riposizionare in positivo la propria immagine agli occhi dei propri dipendenti, del consumatore, degli azionisti delle istituzioni e persino dei media, che potranno elogiare e promuovere il prestigio e la serietà del marchio. Grazie a questo tipo di impegno, serio e costante, si potrà riscontrare un grande effetto sulla competitività dell’azienda. Ne consegue che per dimostrare di gestire un’impresa in modo responsabile si può iniziare ad instaurare un rapporto di fiducia, iniziando ad esempio a illustrare in modo chiaro e puntuale gli obiettivi raggiunti e quelli che si vogliono perseguire per il futuro.

L’ importanza del rapporto di sostenibilità

La prima cosa da fare è sicuramente comunicare in modo trasparente agli stakeholders la messa in atto di una gestione responsabile dell’impresa, redigendo un documento specifico; un report di sostenibilità. Seguendo la logica dei report finanziari, che presentano tutte le informazioni economiche, il report di sostenibilità tiene traccia delle pratiche messe in atto dall’azienda dal punto di vista dell’impatto sociale e ambientale della sua attività.

In questo modo tutti gli attori coinvolti, esterni ed interni all’impresa, vengono informati sulle pratiche dettagliate sull’impatto sociale e ambientale, sia riguardo alle attività esistenti, sia sui progetti all’insegna della sostenibilità che verranno implementati in futuro. Inoltre, la redazione di un report di sostenibilità è il primo passo verso l’ottenimento di una separata “Dichiarazione di conformità” (rilasciata dalla Cc-Ti), che tra i suoi vantaggi porta con sé anche quello di essere un titolo preferenziale e apprezzato durante l’iter di selezione per i bandi di concorso pubblici. Per una redazione semplificata di questo documento, la Cc-Ti ha sviluppato – con il supporto scientifico della SUPSI e in collaborazione con il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) – un modello online di rapporto di sostenibilità, accessibile tramite questo link: www.ti-csrreport.ch.

Alcuni consigli per diventare più green

Per essere valutato come “green” o “sostenibile” vi possono essere grandi e piccoli accorgimenti proposti. Ne abbiamo scelti alcuni:

• Elaborare un rapporto di sostenibilità
• Utilizzare materie prime o prodotti da fonti certificate
• Dare priorità, quando è possibile, ai fornitori locali per gli acquisti dell’azienda
• Adottare lo Smart working laddove sia possibile
• Creare un piano welfare aziendale a supporto dei collaboratori
• Considerare i fattori sociali e ambientali nella scelta dei vostri fornitori
• Effettuare sponsorizzazioni ad associazioni o enti del territorio
• Sostenere progetti di collaborazione con enti o associazioni del territorio
• Utilizzare energia da fonti rinnovabili
• Utilizzare mezzi di trasporto aziendali sostenibili o allestire un piano di mobilità


Il Report di sostenibilità – www.ti-csrreport.ch
È possibile avere dettagli in merito sul tema e consulenze dirette, contattando Gianluca Pagani, CSR Manager Cc-Ti o Sergio Trabattoni, Collaboratore CSR.