Libertà economica, caposaldo svizzero
L’opinione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti
“Libertà economica non significa anarchia né possibilità di agire al di fuori dalle regole, bensì una protezione del singolo dall’ingerenza statale, come per tutti i diritti costituzionali.”
La Cc-Ti compie 100 anni e per celebrare questo importante traguardo vuole portare l’attenzione su diversi temi importanti non solo per l’economia. Oggi scopriamo la libertà economica e imprenditoriale.
Nella Costituzione federale svizzera vi è l’articolo 27 dedicato alla libertà economica, che prevede quanto segue:
1 La libertà economica è garantita.
2 Essa include in particolare la libera scelta della professione, il libero accesso a un’attività economica privata e il suo libero esercizio.
Il diritto fondamentale della libertà economica è stato inserito nella nostra Magna Charta nel 1874 e costituisce un unicum nel panorama internazionale, il che sottolinea la specificità della scelta svizzera, che considera tale libertà generale un pilastro essenziale per il funzionamento del nostro Stato. A differenza di molte altre costituzioni che si limitano a menzionare settori specifici dell’economia. La prosperità del nostro paese dimostra la bontà di tale scelta atipica. Libertà economica non significa anarchia né possibilità di agire al di fuori dalle regole, bensì una protezione del singolo dall’ingerenza statale, come per tutti i diritti costituzionali. Le eventuali limitazioni devono rispettare determinati criteri legati al principio di legalità, a un eventuale interesse pubblico preponderante e al principio della proporzionalità, elementi oggi tenuti purtroppo in sempre minore considerazione. Quanto il grado di libertà economica contribuisca al benessere generale, alla crescita economica e alla soddisfazione della popolazione è oggetto di molti studi. Malgrado occorra tenere conto di molti parametri, in regola generale maggiore è la libertà economica e migliori sono gli altri parametri.