Votazioni del 25 settembre: la posizione della Cc-Ti
Votazioni federali
La Cc-Ti esprime due NO all’iniziativa AVS+ e all’iniziativa sull’efficienza energetica.
La Cc-Ti considera gli strumenti proposti dalle due iniziative inadatti alla risoluzione dei problemi che si pongono in questi ambiti.
SÌ per contro alla nuova legge sulle attività informative (risp. NO al referendum lanciato contro la legge).
La Cc-Ti ritiene che con questa nuova legge vi sia un giusto rafforzamento delle competenze delle autorità federali, nell’interesse della sicurezza del paese e quindi anche della stabilità economica.
Votazioni cantonali
1. “Prima i nostri” e controprogetto – No a entrambi perché c’è già l’art. 121a della Costituzione federale
La Cc-Ti ritiene che nessuna delle due proposte vada sostenuta. Al di là della condivisione di alcuni principi e facendo astrazione delle discussioni sull’applicabilità di quanto proposto, si ritiene che sia sufficiente un’applicazione dell’articolo 121a della Costituzione federale, adottato dal popolo svizzero lo scorso 9 febbraio 2014. La Cc-Ti, pur essendosi schierata a suo tempo contro l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, già dal 10 febbraio 2014 ha chiaramente chiesto di procedere con l’applicazione di detto articolo costituzionale entro il previsto termine di tre anni per garantire regole certe, indispensabili per l’economia. Dato che tale disposizione è di diritto superiore rispetto alla costituzione cantonale e che prevede, tra l’altro, la priorità alla manodopera indigena e i contingenti per tutti gli stranieri per combattere il dumping salariale tenendo conto degli interessi generali dell’economia, non si ritiene siano necessarie ulteriori regole. Inoltre, nuove regole la cui applicazione appare incerta potrebbero complicare ulteriormente il già non facile ma finora efficace iter della proposta ticinese di clausola di salvaguardia per poter applicare l’art 121a della Costituzione federale. Proposta, è opportuno ricordarlo, sostenuta da tutto il governo cantonale e adottata qualche giorno fa dalla Conferenza dei governi cantonali. Questa è la priorità su cui è indispensabile lavorare e altre proposte non sono al momento necessarie.
2. Basta con il dumping salariale in Ticino – No all’iniziativa, Sì al controprogetto
La Cc-Ti si è sempre schierata contro il dumping salariale, che costituisce anche un fattore di concorrenza sleale nei confronti della stragrande maggioranza delle aziende che operano in maniera corretta. La Cc-Ti si è anche sempre adoperata ai fini del rafforzamento dei controlli e della valorizzazione del partenariato sociale. Elemento quest’ultimo che sarebbe cancellato dall’iniziativa lanciata dall’MPS che è chiaramente liberticida e segue logiche di stampo sovietico da economia pianificata, rendendo inutile qualsiasi concertazione fra le parti sociali. L’iniziativa va pertanto respinta, anche perché creerebbe una burocrazia pesantissima per le aziende, lo Stato e quindi anche i contribuenti, senza risolvere alcun problema, perché le strutture rigide a cui ci si ispira hanno dimostrato, anche in paesi a noi vicini, di creare più problemi di quanti ne possano risolvere.
La Cc-Ti non si oppone invece al controprogetto, che ha il pregio di migliorare il coordinamento degli enti preposti ai controlli del mercato del lavoro, aumentandone quindi l’efficacia. Anche le misure previste per il potenziamento delle attività di controllo sono condivisibili, così come il sostegno alla professionalizzazione e al potenziamento delle Commissioni paritetiche, cardine imprescindibile del partenariato sociale.
Lugano, 31 agosto 2016