L’Uzbekistan, questo grande Paese sconosciuto
La Svizzera rappresenta il primo mercato d’esportazione dell’Uzbekistan, Stato dell’Asia centrale. Un Paese che offre delle prospettive di crescita importanti, un’economia forte, uno sviluppo demografico marcato e una piazza in via d’industrializzazione tutta da scoprire.
L’Uzbekistan fa parte dello stesso gruppo della Svizzera presso la Banca mondiale, dove i rappresentanti delle due nazioni si incontrano. La Banca mondiale prevede nel suo caso una crescita del PIL annuale del 5% per il periodo attuale, confermando il fatto che l’ex Repubblica sovietica è ormai una delle economie con lo sviluppo più veloce al mondo. Il Paese conta circa 33 milioni di abitanti di cui il 65% parla l’uzbeco, la lingua turca ufficiale. Una minoranza della popolazione è russa e il russo è diffuso come lingua di comunicazione sebbene l’inglese inizi sempre di più a prendere piede. A queste si aggiungono altri gruppi e lingue come i Tadjiks, i Kazaki, i Tatari e i Caracalpachi. Circa il 37% della popolazione uzbeka vive nelle città e il 63% in campagna. La maggioranza è in età lavorativa e rappresenta il 57% del totale, mentre il 7% sono pensionati. La crescita demografica è aumentata dell’1,7% (2015) e la speranza di vita si attesta a 64 anni.
Le prospettive di sviluppo a lungo termine di questa nazione situata sulla via che collega la Cina e il Mediterraneo sono positive: una crescita economica vigorosa, un basso debito nazionale, importanti riserve di valute estere e d’oro e da ultimo, ma non meno importante, stupende ricchezze naturali. Esso possiede importanti giacimenti di gas naturali, d’oro, d’uranio e di rame. Grazie anche a un’economia diversificata, nessun settore rappresenta più del 20% del prodotto interno lordo. L’Uzbekistan è tra i primi dieci produttori ed esportatori di cotone. Tra il 2004 e il 2016 l’economia di questo Paese ha visto una crescita annuale dal 7 al 9%. Nell’anno a venire la crescita economica dovrebbe raggiungere una media del 5,5%.
Riforme in corso
Dalla capitale Tashkent, il Presidente Shavkat Mirziyoyev, in carica dal 2016, ha avviato riforme ambiziose: l’iperinflazione – ossia una situazione di inflazione particolarmente elevata tanto da indurre i consumatori ad usare valuta estera e le riforme in ambito legale e fiscale sono state ben accolte dalle società uzbeka. La Nazione si concentra sull’imprenditoria, la privatizzazione e l’apertura.
Le relazioni con i Paesi vicini si sono normalizzate. I risultati di questo operato si notano: l’Uzbekistan è progredito dal 166° posto (2012) al 69° posto (2019) nella classifica “Doing Business” della Banca mondiale. Negli anni a venire si attende un afflusso di investimenti diretti esteri pari a 65 milioni di dollari americani.
Relazioni con la Svizzera
Il fatto che l’Uzbekistan faccia parte dello stesso gruppo della Svizzera presso la Banca mondiale è piuttosto aneddotico. Il legame commerciale tra i due Paesi è molto più importante. Sui 14 miliardi di dollari d’esportazione dell’Uzbekistan, più del 18% sono destinati alla Svizzera, seguita dal Regno unito (17%) e dalla Russia (14%). Per quanto riguarda le importazioni, invece, sui 21 miliardi di dollari, il 23% provengono dalla Cina. La parte che tocca la Confederazione è inferiore all’1% e il volume delle importazioni da questo Paese ammonta a 148 milioni di dollari l’anno (cifre sono intese per l’anno 2019).
“Mercato di confine”
Gli investimenti svizzeri in questo Paese agroindustriale sono aumentati più del 200% nel corso degli ultimi 10 anni; anche le importazioni uzbeke sono incrementate. Solo 10 anni fa, il Paese acquistava 60 milioni di dollari di merce all’anno in Svizzera. I piccoli volumi, il carattere unilaterale e la crescita rapida sono le proprietà evidenti di questo “mercato di confine”, con una rapida industrializzazione.
Fare affari con Paesi come questo può anche comportare dei rischi, ma i successi sono altrettanto significativi. Purtroppo, la poca conoscenza dello Stato, della sua economia e del mercato tende anche a mascherare le opportunità.
Fonte: Testo di Henrique Schneider, USAM; adattamento Cc-Ti