Coronavirus e allentamenti: occorre più responsabilità individuale

Presa di posizione dell’economia svizzera con proposte concrete in merito alle possibilità di riaperture.

Le associazioni mantello dell’economia economiesuisse e l’Unione svizzera degli imprenditori, così come numerose Camere di commercio e associazioni industriali, chiedono al Consiglio federale un cambio di paradigma: invece di combattere la pandemia di coronavirus con divieti rigidi e talvolta arbitrari, il Consiglio federale dovrebbe in futuro prendere le sue decisioni sulla base di principi e in funzione del livello di copertura vaccinale della popolazione. Più la gente è immune al virus, più le libertà economiche e personali possono e devono essere nuovamente concesse. A giocare un ruolo centrale è la responsabilità individuale.

Le associazioni mantello dell’economia economiesuisse e l’Unione svizzera degli imprenditori, così come numerose Camere di commercio e associazioni industriali, chiedono al Consiglio federale un cambio di paradigma: invece di combattere la pandemia di coronavirus con divieti rigidi e talvolta arbitrari, il Consiglio federale dovrebbe in futuro prendere le sue decisioni sulla base di principi e in funzione del livello di copertura vaccinale della popolazione. Più la gente è immune al virus, più le libertà economiche e personali possono e devono essere nuovamente concesse. A giocare un ruolo centrale è la responsabilità individuale.

Nella lotta contro la pandemia di coronavirus, sono ora necessarie decisioni basate su pochi principi comprensibili e sempre più sulla responsabilità individuale. Le associazioni mantello dell’economia, economiesuisse e l’Unione svizzera degli imprenditori, nonché le Camere di commercio cantonali e un gran numero di associazioni di categoria chiedono al Consiglio federale un piano d’azione in quattro fasi:

Fase 1: a partire da inizio marzo

La situazione epidemiologica è nettamente migliorata in queste ultime settimane. Le prime misure di allentamento dovrebbero dunque entrare in vigore il 1° marzo. Concretamente, bisognerebbe allentare le restrizioni concernenti le attività a debole rischio di contagio, vale a dire la maggioranza delle attività all’aria aperta, quali ad esempio il pattinaggio, il ciclismo o l’escursionismo. La limitazione del numero di persone a 5 per le riunioni in spazi pubblici dovrebbe essere allentata o addirittura soppressa. Anche i ristoranti dovrebbero essere autorizzati ad aprire i loro spazi esterni. Inoltre, le attività dovrebbero essere permesse di nuovo dove ci sono concetti di protezione sperimentati e dove le mascherine vengono indossate per tutto il tempo. Di conseguenza, i negozi dovrebbero essere aperti anche per i beni non di prima necessità già dal 1° marzo. E infine l’obbligo dell’homeoffice dovrebbe essere trasformato in una raccomandazione. È importante che le capacità dei test siano ulteriormente aumentate. Allo stesso modo dev’essere mantenuto in ogni momento un sistema funzionante di contact tracing.

Fase 2: i gruppi a rischio sono vaccinati

Una volta che i gruppi a rischio saranno stati vaccinati, s’imporranno ulteriori allentamenti: i ristoranti, i cinema o le strutture per il benessere dovrebbero poter riaprire con concetti di protezione appropriati. Tutte le attività sportive e gli assembramenti all’aperto devono nuovamente essere possibili senza restrizioni. La raccomandazione relativa all’homeoffice dev’essere allentata, ad esempio dividendo la forza lavoro in gruppi. Infine, presso le università deve riprendere l’insegnamento in presenza. In questa fase, si può e si deve dare maggior peso alla responsabilità individuale, poiché la popolazione conosce bene le potenziali conseguenze negative a lungo termine di un contagio da coronavirus. La National COVID-19 Science Task Force parte dal presupposto che in caso di una rapida diffusione del virus, molte persone limiterebbero le loro attività in modo indipendente a causa degli alti rischi per la salute. I test devono continuare ad essere eseguiti in modo che gli individui asintomatici siano individuati in una fase iniziale. La responsabilità individuale significa anche che i test sono diffusi nelle scuole, nelle imprese o nelle istituzioni sociali e che la popolazione continua ad essere testata rapidamente quando vi sono casi sospetti.

Fase 3: vaccini disponibili per tutti

Se ogni persona che lo desidera può essere vaccinata immediatamente, il rischio di un sovraccarico degli ospedali è poco probabile. Lo Stato non può più imporre restrizioni alle libertà economiche e per-sonali di queste persone. Di conseguenza, si potrebbero organizzare eventi di ogni tipo senza concetti di protezione se tutti i visitatori e gli operatori fossero vaccinati. Fiere, congressi, grandi eventi come l’hockey su ghiaccio, il calcio o i concerti rock, ma anche bar, discoteche e locali notturni devono essere ammessi a queste condizioni.

Fase 4: immunità di gregge

Non appena sarà raggiunta l’immunità di gregge, cioè quando il 60-80% della popolazione è stata vaccinata, tutte le restanti restrizioni devono essere eliminate: le imprese non dovranno più implementare piani di protezione e non sarà nemmeno necessario indossare mascherine. Ma i test continueranno ad essere eseguiti per rilevare eventuali mutazioni e per evitare un nuovo picco epidemico. Al contempo, le capacità di contact tracing e di vaccini efficaci devono essere disponibili in ogni momento. La Confederazione deve avere una chiara strategia sulla propria azione in caso di nuove ondate causate dalle varianti nonostante la copertura vaccinale.

Adattare la gestione della crisi

Infine, la Confederazione deve anche migliorare la sua gestione delle crisi il più rapidamente possibile. Le organizzazioni di crisi esistenti, come l’esercito o la difesa civile, devono essere in grado di fornire il supporto necessario, sia nei test di massa che nella vaccinazione rapida di grandi gruppi di popolazione.

La Svizzera deve ora creare rapidamente un certificato di vaccinazione sicuro. Le persone che sono state vaccinate dovrebbero essere in grado di dimostrarlo in modo inequivocabile. Questo richiede un certificato di vaccinazione riconosciuto a livello internazionale, digitale e non falsificabile.


Comunicato originale sul sito dell’Unione Svizzera degli Imprenditori